Pandemia, da Alfa a Centaurus: le ricordiamo tutte le varianti del Covid-19?

Il Covid-19 è un nostro fedele compagno di vita dal 2019; ma quante e quali varianti si sono succedute in questi anni? Ecco quello che sappiamo.

L’emergenza Covid-19 continua e le news che provengono dalla Cina, paese dove tutto ha avuto inizio, non sono rincuoranti. Infatti, è stato registrato un vero e proprio boom di contagi che, speriamo, rimanga confinato all’interno della muraglia cinese. Mentre nuove regole e allentamenti di vecchie misure vengono introdotti in continuazione, specialmente con il nuovo governo di Giorgia Meloni, ripercorriamo una panoramica di questa storia infinita, contraddistinta da una narrazione ormai ripetitiva, scandita da mascherine, ricoveri, tamponi, indice di contagio, delineando la traiettoria delle varianti principali che ci hanno fatto disperare, chi più chi meno.

Covid-19, il punto della situazione: cosa sappiamo sulle varianti

Innanzitutto, è bene ricordare che è normale che il virus SARS-CoV-2, responsabile della malattia Covid-19, tenda a mutare, originando così varianti diverse, questo in quanto il virus, moltiplicandosi all’interno delle cellule dell’ospite, subisce mutazioni all’interno del suo genoma. Fatta questa premessa, ecco l’elenco delle principali varianti.

Alfa

Si tratta di una variante identificata per la prima volta nel Kent nel settembre 2020. Inizialmente si pensava che fosse più trasmissibile di circa il 70% rispetto al coronavirus iniziale, tuttavia si è scoperto che è più trasmissibile del 30-40% rispetto a quest’ultimo. Alfa, inoltre, si è diffusa molto velocemente negli Stati Uniti e altrove, e da ciò è derivata la preoccupazione degli esperti. La ragione della sua contagiosità potrebbe essere correlata al fatto che le sue mutazioni le permettono di entrare più velocemente nelle cellule.

Beta

Questa variante è stata identificata in Sudafrica pochi giorni dopo la variante Alfa. La sua caratteristica principale è sicuramente la contagiosità, tanto che Beta si è diffusa immediatamente in nazioni come Regno Unito, Finlandia, Svizzera, Giappone e Australia. Tale contagiosità si unisce a una maggiore resistenza ai vaccini, causata da differenze importanti nella struttura della proteina spike, a sua volta usata dai vaccini a mRna di cui disponiamo.

Gamma

Tale variante è stata individuata per la prima volta in Giappone e si pensa che si sia sviluppata in Amazzonia, diffondendosi presto a macchia d’olio. Gamma non determina sintomi gravissimi o una mortalità elevata, ma sembra essere particolarmente contagiosa. Inoltre, è contraddistinta dalla mutazione E848K, che coinvolge la proteina spike, ostacolando così l’efficacia dei vaccini.

Delta

Si tratta di un sottotipo della variante indiana e si è diffusa particolarmente proprio in india, determinando così un aumento incredibile di contagi nella nazione. Delta è caratterizzata da due mutazioni, la E484Q e la L452R: la seconda coinvolge la proteina spike, rendendo il virus più infettivo, mentre a causa della prima quest’ultimo risentirebbe meno degli anticorpi sviluppatisi dopo un’infezione. A proposito di sintomi, Delta agirebbe più a livello dello stomaco, causando dolori nella zona, nausea, perdita dell’appetito, uniti a perdita dell’udito, dolori articolari e nascita di microtrombi, pericolosi in quanto potrebbero determinare cancrene.

Epsilon

Epislon è una variante diffusasi per lo più in California e identificata in Danimarca a marzo 2020. Quest’ultima ha dato vita a molti focolai nella contea di Santa Clara. Dagli studi è emerso che Epsilon è più infettiva di circa il 40% rispetto alle altre varianti, e che, soprattutto, sembra vincere più frequentemente sulle difese delle sistema immunitario.

Lambda

Si tratta di una variante rilevata per la prima volta in Perù, a luglio 2021, caratterizzata soprattutto dalle continue mutazioni. Anche Lambda sembra essere più trasmissibile, ed è capace di scatenare sintomi più gravi rispetto alle altre, potere associato alla sua resistenza agli anticorpi neutralizzanti.

Omicron

Omicron è stata scoperta per la prima volta nel Botswana, registrando successivamente un aumento significativo dei contagi in Sudafrica tra il 14 e il 23 novembre 2021. Tra le sue caratteristiche principali, emerge la sua contagiosità, 500 volte più elevata rispetto al ceppo originale di Wuhan, tanto che, secondo quanto dice Roby Bhattacharyya, infettivologo del General Hospital in Massachusetts, una persona colpita da Omicron infetta ben 6 persone in soli 4-5 giorni. Tale variante, inoltre, presenta ben 32 mutazioni a carico della proteina spike ed è contraddistinta dalla presenza di tutte le varianti di preoccupazione, nonché Beta, Gamma, Delta, e altre ancora.

Per quanto concerne i sintomi, questi ultimi risultano essere meno gravi rispetto a quelli determinati dalle precedenti ondate, questo in quanto Omicron sarebbe in grado di replicarsi velocemente nei bronchi e meno nel tessuto polmonare profondo. I sintomi, infatti, tendono a durare pochi giorni e ad essere lievi: i più comuni sono stanchezza, mal di testa, prurito in gola e raffreddore leggero.

Centaurus

Si tratta di una variante che deriva da Omicron 2, tanto da chiamarsi Omicron BA 2.75, ed è stata ribattezzata Centaurus. Centaurus è stata scoperta a giugno 2022 in India e sembrerebbe avere delle mutazioni preoccupanti. Per quanto concerne i sintomi, non ve ne sono di particolarmente differenti rispetto a Omicron 5, dunque aspettiamoci mal di gola, naso che cola, tosse, starnuti, mal di testa e dolori alle ossa. Tuttavia, la differenza risiede nel fatto che questa variante dovrebbe colpire maggiormente i polmoni e non le vie respiratorie alte dell’organismo.

Cerberus e Gryphon

Mentre nei paesi europei è ancora Omicron 5 a primeggiare, vi sono altre varianti da non sottovalutare, tra cui Cerberus e Gryphon. In particolare, la prima è caratterizzata da due mutazioni di interesse sulla proteina spike (K444T e N460K); inoltre, troviamo anche una terza mutazione (R346T). Entrambe presentano una caratteristica molto importante, ossia sembra che siano più immunoevasive, ovvero che riescano a vincere più facilmente sulle difese immunitarie delle persone. Per quanto riguarda i sintomi, al momento non si pensa che la malattia derivata dall’infezione di queste due varianti sia più grave; tuttavia, per quanto riguarda Cerberus, sembrerebbe che tra i sintomi più comuni ci siano anche disturbi dell’intestino.

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