Il disturbo affettivo stagionale (SAD), o disordine affettivo stagionale, è un’alterazione psicofisica che porta numerosi cambiamenti d’umore in corrispondenza al cambio di stagione. Secondo alcuni studi, sembra che questo disturbo segua un andamento ciclico e sistematico. È stato definito per la prima volta nel 1984 dal “National Institute of Mental Health“. Analizziamo nel dettaglio quali sono i sintomi caratteristici del disturbo affettivo stagionale e chi colpisce.
Cos’è il disturbo affettivo stagionale
Il disturbo affettivo stagionale è un’alterazione psicofisica che colpisce soprattutto in due periodi specifici dell’anno: l’inizio dell’autunno e della primavera.
In particolare, si tratta di un sottoinsieme dei disturbi dell’umore in cui le persone sane, cioè in piena salute mentale, presentano dei sintomi che compaiono sistematicamente nello stesso periodo, più comunemente in inverno.
Ecco una lista dei sintomi principali che caratterizzano il disturbo affettivo stagionale:
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bisogno di dormire
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spossatezza
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astenia (debolezza o mancanza di energia)
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eccessivo appetito, con particolare riferimento al bisogno di carboidrati
Inoltre, nel periodo estivo si può manifestare un’estenuante presenza di ansia. Viene generalmente classificato come un “modello stagionale” che si verifica in uno specifico momento e scompare per il resto dell’anno.
Chi colpisce il disturbo affettivo stagionale?
Il disturbo affettivo stagionale colpisce soprattutto i Paesi nordici, a eccezione dell’Islanda. Analizziamo i fattori principali coinvolti nello sviluppo di questo disturbo:
- 1.
fattori genetici
- 2.
elevato consumo di pesce nella dieta
Ne sono più soggette le donne rispetto agli uomini e gli anziani rispetto ai giovani. Non solo: chi soffre di alterazioni neurologiche o psicologiche legate al tono dell’umore e al ciclo sonno-veglia sarà maggiormente esposto al rischio di sviluppare il disturbo affettivo stagionale.
Il cambio di stagione è un momento critico soprattutto per chi soffre già di sintomi depressivi e ansiosi. Ciò è dovuto al fatto che i cambiamenti a cui è sottoposto l’organismo acutizzano i disturbi preesistenti, divenendo amplificatori di altri agenti stressanti.
Inoltre, le persone che possono risentirne maggiormente hanno uno stile di vita particolarmente trascurato, disordinato, stressante e irregolare.
Quali sono i sintomi? Ecco a cosa prestare attenzione
Il quadro sintomatologico del disturbo affettivo stagionale è molto vario. Scopriamo quali sono i sintomi principali che caratterizzano questo malessere psicofisico.
1. Spossatezza
Quando si è stressati è molto semplice sentirsi spossati, condizione legata alla mancanza di energia e a un affaticamento fisico e/o mentale. I fattori principali che generano il senso di spossatezza sono:
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sonnolenza eccessiva
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bisogno di cibo in modo più elevato del normale
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senso di confusione
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ansia
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deficit di attenzione
2. Difficoltà di concentrazione
Chi soffre di un tipo di disturbo depressivo maggiore, può manifestare altri sintomi associati, come:
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sensazione di inutilità
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disperazione
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perdita di interesse nelle attività
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diminuzione delle interazioni sociali
- •
difficoltà nel prendere decisioni
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diminuzione della libido
Inoltre, in base al periodo in cui può verificarsi lo sviluppo del disturbo affettivo, i sintomi possono differenziarsi. Quelli invernali sono legati a:
- 1.
difficoltà a svegliarsi al mattino o sonno eccessivo
- 2.
nausea
- 3.
tendenza a mangiare eccessivamente, aumentando facilmente di peso
Nel periodo primaverile, invece, il sintomo principale è la letargia, che corrisponde a uno stato di sonno profondo durante il quale si ha perdita della sensibilità e sviluppo dell’atonia muscolare.
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Le cause: se ne soffri, ecco quali sono i motivi
In molte specie animali, l’attività diminuisce durante i mesi invernali per la poca disponibilità di cibo e della luce solare, ma anche per le difficoltà di sopravvivere al freddo.
Pur non andando in letargo, anche gli esseri umani presentano cambiamenti del comportamento durante la stagione fredda. Ecco alcune cause che portano allo sviluppo del disturbo affettivo stagionale.
1. Mancanza di serotonina
La serotonina viene generalmente rilasciata dalle piastrine nel sangue per aiutare a guarire le ferite.
In questo caso, i polimorfismi svolgono un ruolo determinante nel favorire l’insorgenza del disturbo.
2. Alterazione della melatonina
La produzione è influenzata dall’esposizione alla luce solare. Troppa melatonina determina una condizione di sonnolenza, apatia e debolezza.
3. Soggettività del cambio stagione
Gioca un ruolo fondamentale anche la soggettività del cambio stagione, che spesso può avvenire in maniera progressiva o brusca.
Le circostanze psicologiche con cui si arriva al periodo del cambio di stagione, infatti, possono rendere l’inizio dell’autunno o della primavere un periodo molto atteso o più difficile da superare al meglio della forma.
Diagnosi e cura del disturbo affettivo stagionale
Secondo l’Associazione Psichiatrica americana, il disturbo affettivo stagionale non è da considerare una patologia a sé stante. Infatti, viene spesso indicato come fattore aggiuntivo degli episodi di depressione nei pazienti con disturbo bipolare o depressivo già diagnosticato.
Per individuare il problema, generalmente vanno presi in considerazione alcuni criteri:
- 1.
gli episodi depressivi si devono verificare in un periodo particolare dell’anno (cambio stagione)
- 2.
manifestazione di ipomania (umore elevato) in un momento caratteristico dell’anno
- 3.
gli episodi devono essere ripetuti per almeno 2 anni e devono superare gli altri eventi depressivi che il paziente ha avuto nella sua vita
I trattamenti per il disturbo affettivo stagionale comprendono:
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terapia luminosa: sfruttando una “lightbox”, il paziente deve tenere gli occhi aperti per 30-60 minuti di fronte a una luce blu, senza però fissarla
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terapia farmacologica, che prevede la somministrazione di farmaci antidepressivi
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somministrazione di aria ionizzata, che comporta il rilascio di particelle cariche nell’ambiente durante il sonno
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attività fisica, per favorire la riduzione dello stress
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