Le case farmaceutiche Moderna e Merck hanno collaborato in questa sperimentazione che sta portando risultati nella battaglia contro il cancro. In particolare la ricerca delle due società è stata mirata alla creazione di un vaccino contro il melanoma della pelle.
Non sono ancora state completate tutte le fasi sperimentali necessarie per la produzione definitiva del vaccino, ma gli ultimi sviluppi fanno ben sperare e Stephan Bancel, amministratore di Moderna, lo ha confermato.
Moderna e Merck contro il melanoma
L’azienda farmaceutica già protagonista della lotta contro il Covid, continua a sfruttare la biotecnologia a RNA, questa volta per combattere lo sviluppo del melanoma. La tecnologia è risultata efficace in combinazione con il farmaco Keytruda di Merck.
Il vaccino sfrutta la capacità della molecola di RNA messaggero di trasportare informazioni genetiche alle cellule: a queste viene infatti fornita l’informazione necessaria perché si attivi il processo di formazione di proteine terapeutiche che potranno combattere la malattia.
A differenza del vaccino anti-Covid, che risultava unicamente uno strumento di prevenzione, il vaccino contro il melanoma induce l’organismo ad attaccare direttamente le cellule tumorali, costituendo una terapia, non solo una prevenzione.
Tale azione è risultata inoltre potenziata dalla combinazione del vaccino stesso con il farmaco Keytruda, già in uso nei trattamenti immunoterapici contro il melanoma.
Una nuova arma anti-cancro
La ricerca di Moderna e Merck ha superato le prime due fasi della sperimentazione, che si è svolta su 157 pazienti con melanoma già in stadio metastatico. Lo studio ha trattato i soggetti con nove dosi della combinazione di vaccino Moderna e farmaco Merck, ogni tre settimane per un anno. Rispetto ai pazienti trattati solo con Keytruda, la mortalità è risultata ridotta del 44%.
Le controindicazioni invece si sono verificate nel 14,4% dei casi trattati con la combinazione, contro un 10% dei casi curati solo con farmaco Merck.
I risultati rimangono incoraggianti e nel 2023 si dovrebbe approdare alla fase 3 che prevede la sperimentazione clinica su un maggior numero di pazienti. Gli esperti si dimostrano molto ottimisti per quello che potrebbe essere un importante passo avanti nella lotta contro il cancro.
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