Alcuni ricercatori dell’Università Fudan di Shanghai, in Cina, hanno identificato quattro proteine nel sangue che potrebbero predire il rischio di sviluppare demenza senile, come l’Alzheimer e la demenza vascolare, fino a oltre 10 anni prima della comparsa dei sintomi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Aging, apre la strada a nuove strategie preventive e terapeutiche per queste malattie neurodegenerative.
Demenza senile: scoperta scientifica sulla prevenzione
La scienza sta facendo salti in avanti sulla prevenzione della demenza senile. La malattia potrebbe essere bloccata grazie a una nuova scoperta. Ma cos’è la demenza senile?
La demenza senile è una patologia, maggiormente diagnostica negli anziani, che presenta i seguenti sintomi: perdita di memoria, difficoltà nel linguaggio e nello svolgimento delle attività, disorientamento, cambio della personalità. Ma c’è anche il rischio di un comportamento di tipo distruttivo e inadatto.
Qual è la proteina dell’Alzheimer
Va sottolineato che la demenza senile è causata dall’eccesso di una proteina. Più precisamente, la malattia di Alzheimer è identificata come una possibile proteopatia. Si tratta di una malattia – da ripiegamento errato delle proteine -causata dall’accumulo di una proteina β-amiloide (Aβ) che risulta piegata in maniera anomala nel cervello.
Cosa rivela lo studio sulla demenza senile
Lo studio di prevenzione sulla demenza senile è iniziato con l’Analisi di campioni di sangue di oltre 50.000 persone dalla UK Biobank. Esso ha portato all’identificazione di 4 proteine associate alla malattia:
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proteina fibrillare acida della glia, detta anche GFAP;
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Neurofilamenti leggeri, noti come HfL;
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Fattore di differenziazione della crescita – 15, detta GDF-15;
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Proteina 2 di legame del fattore di crescita trasformante beta, nota come LTBP2.
Da notare che la combinazione di GFAP oppure GDF-15 con i rispettivi dati demografici – quali età, sesso, istruzione, storia familiare – ha permesso di prevedere 3 situazioni: demenza vascolare (AUC 0,912); Demenza per tutte le cause (AUC 0,891); Malattia di Alzheimer (AUC 0,872).
Sebbene i test cognitivi non abbiano migliorato significativamente il potere predittivo, bisogna sottolineare un aumento dei livelli di GFAP e NfL almeno 10 anni prima della diagnosi di demenza.
Limiti della ricerca e come ridurre la demenza senile
Lo studio sulla demenza senile ha dei limiti perché non includeva proteine plasmatiche legate all’amiloide e alla proteina TAU. Inoltre, l’incidenza di demenza risulta inferiore rispetto ad altre coorti e i suoi risultati non sono convalidati in una coorte esterna indipendente.
Per il momento l’unico modo per curare malattie come l’Alzheimer è tramite: farmaci specifici, esercizi di fisioterapia, terapia comportamentale, terapia occupazionale e di linguaggio, stimolazione di tipo cognitivo. Esistono anche dei validi alleati: 5 cibi contro la demenza senile e animali da compagnia contro il declino cognitivo.
Cosa pensano gli esperti dei risultati ottenuti
Secondo il parere degli esperti – in merito alla demenza senile – i biomarcatori proteomici sono più accessibili e non invasivi rispetto al liquido cerebrospinale o ai dati di imaging. Hanno inoltre sottolineato che, i risultati si aggiungono alle conoscenze sui cambiamenti nel sangue che si verificano molto presto nelle malattie che causano la demenza.
Nonostante i progressi della ricerca, gli esperti ritengono necessari ulteriori studi per la validazione dei risultati e per lo sviluppo di test del sangue per la diagnosi precoce della demenza.