Su Netflix c’è una serie super premiata che fa ridere a crepapelle

Su Netflix c'è una serie americana perfetta per svagarsi e rilassarsi, vincitrice di Emmy e Golden Globes.

Uno degli indubbi meriti di Netflix è di aver reso disponibili anche alle nuove generazioni prodotti televisivi e talvolta anche cinematografici, altrimenti destinati ad un lento e inesorabile oblio.

Così, anche una delle più apprezzate serie dei primi anni Duemila, di cui negli ultimi tempi non si era sentito più parlare, diventa accessibile ad un pubblico nuovo, e si ricarica di una vitalità scoppiettante e tutt’altro che invecchiata.

Vediamo allora di quale serie si tratta, e perché, a quasi vent’anni dal rilascio (e qualche tentativo di proseguimento recente), è un piccolo cult da recuperare assolutamente.

Netflix ripropone una delle serie più divertenti della tv americana

Per vedere una serie divertente su Netflix c’è sicuramente l’imbarazzo della scelta, ma è probabile che fra i suggerimenti più importanti ci sia almeno un titolo uscito fra il 2000 e il 2005.

Fra le grandi sitcom dei primi anni Duemila si possono infatti contare diversi titoli tutt’ora fondamentali, amatissimi da almeno tre generazioni diverse e in grado di appassionare e divertire oggi (quasi) come al momento del rilascio.

Capolavori della comicità come The office, Friends e Scrubs sono così entrati a pieno diritto nella storia della televisione, godendo, anche con l’avvento dei social, una nuova e prolifica giovinezza.

Su Instagram e Facebook è dunque quasi impossibile non imbattersi in un meme su Joey Tribbiani o Michael Scott, che hanno contribuito a conservare la popolarità delle serie e a stuzzicare l’interesse anche di un pubblico più giovane.

Fra queste serie, tuttavia, ce n’è una che ha ottenuto un enorme successo negli Stati Uniti, sia al momento della prima distribuzione che in seguito, ma di cui in Italia si è parlato relativamente poco.

La presenza della serie tv su Netflix può dunque essere un’ottima occasione per riprenderla in mano, e per riscoprire una comicità alternativa a quella a cui ci ha abituato per molto tempo il modello Friends.

Sarcastica, graffiante, scorretta e senza alcuna paura di mostrare anche il lato più grottesco della classe media, questa serie è certamente alla base di produzioni successive di grande successo, come Modern Family o addirittura Bojack Horseman, portando una grande novità sul piccolo schermo e uscendone decisamente vincente.

Arrested Development- Ti presento i miei (solita traduzione insoddisfacente in italiano, il titolo significa letteralmente “Sviluppo arrestato”) racconta infatti le vicende di una famiglia americana sopra le righe, con personaggi egoisti, impegnati a seguire folli e assurdi progetti e dalla moralità piuttosto dubbia.

La trama di Arrested Developmente, una delle serie comedy migliori di sempre

La trama è molto semplice: una famiglia agiata, che deve la propria ricchezza ad una fiorente società di costruzioni, vede da un giorno all’altro cambiare drasticamente il proprio tenore di vita, in seguito a una serie di problemi amministrativi e legali con l’azienda.

Costretti a rinunciare ai lussi di cui non sembrano veramente a fare a meno, avranno bisogno del supporto dell’unico membro della famiglia dotato di senso pratico e dalla forte moralità, Michael Bluth.

Fra idee bislacche, sbagli (il tormentone “Ho fatto un terribile errore” è un vero e proprio leitmotiv della serie) e personaggi irresistibilmente insopportabili, Arrested development regala autentiche perle di comicità, che la rendono sicurmante uno dei prodotti più spassosi del catalogo Netflix.

Insomma, se avete amato Friends, The Office ma anche Modern Family e Master of None, Arrested developmente è un autentico must da non perdere.

Leggi anche: Le coppie più odiate delle serie tv, fastidiose e insopportabili: ecco la classifica

Dei reboot poco riusciti? Netflix ci prova ancora

Proprio il grande successo della serie ha spinto Netflix ha proporre, dopo le prime tre stagioni uscite fra il 2001 e il 2003, altre due stagioni, la prima nel 2013 e la seconda nel 2018.

Tuttavia, come spesso accade con iniziative di questo tipo, i fan sembrano essere rimasti mediamente delusi dalle ultime stagioni, che sono state anche classificate direttamente come reboot.

Il principale problema dietro alle stagioni quattro e cinque sembra essere stato soprattutto legato alle disponibilità degli attori, impegnati su progetti molto diversi che hanno costretto la produzione a girare la maggior parte delle scene separatamente per poi montarle in fase finale, togliendo molto alla chimica originale fra i personaggi.

Sembra inoltre essere cambiato notevolmente il contesto: le prime tre stagioni sono segnate dai riferimenti alla guerra in Iraq e dalla presenza costante del presidente Bush, mentre nelle ultime due stagioni la rappresentazione di una ricca famiglia disfunzionale ha evocato a molti l’immagine dei Trump, in un’aura di decadenza poco consona con il clima comico sperato e perdendo molto dell’originale black humor della serie.

In molti hanno anche criticato l’evoluzione del personaggio di Michael, che nelle prime tre stagioni era la vera ancora della famiglia e la sua bussola morale, mentre nelle ultime due si rivela pronto a scelte piuttosto discutibili.

Del resto, è ormai noto come i reboot dei grandi successi anni Duemila creino diversi problemi, come è stato anche per quello di How I met your mother con Hilary Duff.

Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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