L’UE vuole arginare i poteri delle Big Tech: ecco il Digital Market Act, spiegato bene

L'Unione Europea manda ufficialmente in vigore il Digital Market Act per regolamentare il mercato tecnologico e arginare lo strapotere delle Big Tech.

Internet è cambiato radicalmente rispetto ai suoi albori, anzi, potremmo dire che è stato rivoltato come un calzino digitale. Alla nascita di una rete più o meno libera e condivisa, è seguito l’assalto di alcune grandi aziende che si sono prese la fetta più grossa della torta, gestendo tutto Internet quasi come un mercato tradizionale.

Questa fetta è troppo grossa e lascia solo briciole a tutti gli altri? Forse l’Unione Europea la pensa così, visto che sta intervenendo sulle regolamentazioni del mercato digitale. E dopo lunghi periodi di studio ha mandato in vigore qualcosa di nuovo, che promette una rivoluzione positiva.

Si chiama Digital Market Act (DMA) e vuole dare maggiore giustizia al mercato digitale, combattendo la concorrenza sleale o eccessiva delle cosiddette Big Tech. Funzionerà? Questo potrà dirlo solo il tempo, ma nel frattempo vediamo in cosa consisterà e quando inizierà a vedersi i suoi veri effetti.

Il Digital Market Act entra in vigore: cos’è e quali sono i suoi obiettivi

Nel campo politico e legislativo i paroloni sono all’ordine del giorno, ma cerchiamo di capire davvero di cosa si parla, in termini semplici. Come suggerisce il nome, il Digital Market Act è un Act, cioè un Atto. Si tratta nello specifico di un nuovo regolamento imposto al mercato digitale.

Non sono però delle semplici linee guida, bensì una vera e propria legislatura: il 14 settembre scorso, il DMA è stato convertito in Legge dell’UE. In breve, quindi, possiamo adottare la stessa definizione usata dall’UE stessa sul suo sito ufficiale: il DMA è la nuova Legge sul mercato digitale. Ecco perché è importantissima!

Il Digital Market Act ha l’obiettivo concreto di rendere più equo il mercato unico del digitale, per tutti. Nella spiegazione dell’UE sono infatti inclusi:

  • I consumatori finali, che avranno maggiore libertà di scelta tra più competitor a loro volta liberi e sanamente competitivi (anche per i prezzi, quindi);
  • Le nuove imprese e le start-up, che potranno innovare e allo stesso tempo competere in un ambiente che non gli imponga condizioni ingiuste, per esempio penalizzandoli perché sono piccoli o agli inizi;
  • Gli utenti commerciali direttamente dipendenti dalle Big Tech mondiali per operare i loro servizi, che saranno più liberi e meno costretti a norme ingiuste.

Come realizzare tutto questo? Semplice: dando molte più responsabilità alle Big Tech, quelle che si sono sempre prese la fetta più grossa.

Big Tech, attente: ora siete Gatekeeper! Ecco come il DMA regolerà il mercato

Il fondamento principale di questa Legge è individuare alcune aziende di grandissime dimensioni e dal grandissimo impatto sul mercato (quelle che comunemente chiamiamo Big Tech). Esse risultano incredibilmente decisive perché controllano gli accessi a tecnologie, portali, utenti, annunci e altro ancora.

Il DMA le seleziona tramite alcuni criteri oggettivi: la posizione economica molto forte, l’impatto sul mercato digital, l’operatività in diversi paesi, il numero di utenti e imprese ad essi collegati, la posizione duratura e/o stabile nel market. Possiamo già immaginare che ci entrino aziende come Google, Apple, Meta, Amazon, Microsoft.

L’UE li chiama Gatekeeper, cioè Guardiani; sembra una definizione gloriosa, ma ad ogni onore corrisponde un onere. I Gatekeeper avranno una nuova serie di obblighi e divieti, pena sanzioni enormi. Ad esempio, dovranno obbligatoriamente:

  • Garantire interoperabilità a terzi quando necessario;
  • Fornire a inserzionisti esterni le informazioni necessarie per una verifica indipendente delle pubblicità;
  • Permettere agli utenti di accedere ai propri dati e, se vogliono, di mettersi in contatto con altri, fare operazioni, e concludere contratti anche all’esterno del sito, software o portale;
  • Dare la stessa importanza ai servizi di altri e ai propri, senza auto-favorirsi scorrettamente come invece spesso accade, ad esempio nel caso di Apple del 2021;
  • Consentire di disinstallare software preinstallati che l’utente non desidera;
  • Trattare e conservare i dati degli utenti solo per le finalità davvero necessarie, non certo come ha fatto Meta nel 2021 scambiando dati ingiustificatamente tra Facebook e Whatsapp.

In conclusione, mica poco! Sono previste multe salatissime per chi ignora le nuove norme: fino al 10% del fatturato mondiale annuo complessivo di tutta l’impresa per le prime violazioni, e addirittura fino al 20% per violazioni reiterate.

Le fasi del Digital Market Act: quando inizierà per davvero

Abbiamo compreso che l’UE definirà i Gatekeeper e li obbligherà a una competizione equa e senza tecniche scorrette, anzi, si promette anche che i termini verranno aggiornati di volta in volta per far fronte a scappatoie o novità tecnologiche. L’Unione lo spiega approfonditamente sul suo sito webMa il tutto non inizia subito.

Benché sia diventato già Legge il 14 settembre 2022, e benché sia entrato in vigore il 1° novembre 2022, il DMA prevede ancora tempi lunghi. I prossimi 6 mesi serviranno alle analisi per la definizione dei Gatekeeper, quindi l’atto diventerà operativo solo a partire dal 2 maggio 2023.

Da quel momento i fornitori dei servizi designati avranno due mesi per elaborare una risposta, e inizierà un batti e ribatti con la Commissione Europea. Gli ancora presunti Gatekeeper potrebbero obiettare, infatti, rispondendo di non esserlo. Se invieranno delle opposizioni ritenute sensate, comincerà una fase di analisi ulteriore.

Quando per l’UE la lista dei Gatekeeper sarà ufficiale, essi avranno 6 mesi di tempo per adeguarsi alle nuove norme. Dopo quella tempistica, l’Act diventerà per loro operativo e scatteranno obblighi, divieti e sanzioni come descritti. Sommando tutte le date, insomma, si prevede che il DMA inizierà ad operare all’incirca nel marzo 2024.

Ivan Cunzolo
Ivan Cunzolo
Copywriter e SEO Web Writer freelance, classe 1993. Sono nato e vivo a Napoli, amando la mia città. Sin da piccolo ho sempre scritto senza fermarmi mai, prima sulla carta, poi al computer. Al desiderio di diventare giornalista ho unito il nascente interesse per marketing e tecnologie. Mentre iniziavo con tonnellate di articoli in progetti sul web di pura passione, mi sono laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Facoltà di Sociologia dell'Università Federico II. Da 6 anni sono Copywriter e Web Writer freelance, specializzato nella scrittura SEO.
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