Google è peggiorato, aiuta meno nelle ricerche e trova più risultati inutili: ecco perché

Se avete notato difficoltà a trovare ciò che vi serve su Google, non è un'impressione: ecco perché è peggiorato e i suoi risultati non sono ottimali.

La ricerca su Google, motore di ricerca usato da circa il 90% degli utenti, è ormai attività quotidiana per quasi ognuno di noi. Eppure, ultimamente non sembra facile trovare le informazioni che cerchiamo. Se in passato ricordate di aver trovato subito ciò che vi serviva e ora notate una differenza, non state immaginando nulla: è tutto vero. Google è peggiorato molto nelle sue ricerche e vi spieghiamo il perché: ci sono almeno tre motivi.

Google è peggiorato, vuoi sapere perché?

Se hai notato risultati poco ottimali da parte di Google, sappi che non sei il solo. Il motore di ricerca pare sia peggiorato e devi sapere quali sono i motivi.

1. Il problema di criteri, principi e linee guida

I motori di ricerca devono muoversi tra numeri enormi di pagine web ogni giorno. Per evitare di perdersi, Google si basa su moltissimi criteri, che però sono segreti: nessuno può conoscere con esattezza quali elementi, parole od ordini contenuti in un testo lo facciano salire nelle prime posizioni. Altrimenti imbrogliare sarebbe facilissimo.

Allo stesso tempo, Google fornisce linee guida generali. Si tratta di una specie di lista di principi che i contenuti su internet devono avere. La maggior parte raccomanda di produrre un contenuto di qualità, scritto pensando all’utente e non ai trucchetti per ingraziarsi i bot, e che dia informazioni utili.

Alcuni di questi principi, però, possono risultare poco vantaggiosi per gli utenti finali. Un esempio è quello di età e reputazione del sito: a parità di “qualità” del contenuto, viene premiato il sito web che è aperto da più tempo e riceve più link da altre pagine, perché Google lo considera più affidabile.

Sulla carta è un utile, poiché esclude pratiche scorrette tentate da siti web che ovviamente sono nuovi. Ma a volte fa succedere che compaiono sempre gli stessi siti nei primi risultati di ricerca, anche quando i loro articoli non sono così utili, e a danno di contenuti migliori.

Un esempio ulteriore è l’eccessiva strettezza di alcuni principi. Se Google indica una certa disposizione del testo, o se si scopre che alcune pratiche fanno salire nei risultati, la conseguenza è che i risultati in cima saranno troppo simili. Vi sarà senz’altro capitato di visitare pagine che sembravano fotocopiate, e questo è il caso.

Insomma, è il primo motivo del peggioramento: quando uno dei principi di Google ha una falla, i risultati ne risentono. A volte Google pone rimedio modificando l’algoritmo, ma altre volte non lo fa, perché ritiene che sia giusto così.

2. L’eccesso della SEO, l’arte di ottimizzare i testi

Utilità, qualità e buona scrittura non sono criteri oggettivi: per reputare buona una pagina, Google usa comunque dei parametri. Sono segreti, ma sono esistenti e gli esperti provano in tutti i modi a scovarli facendo tantissimi test.

Si entra nel campo della SEO, acronimo di Search Engine Optimization, cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Esistono professionisti che curano la forma di una pagina web, l’ordine del testo, i link, i tag e le immagini al suo interno, affinché venga letta meglio e valutata meglio da Google.

Generalmente la SEO è una pratica ottima, che rende le pagine più leggibili e aiuta l’utente a orientarsi. Difatti, tutt’oggi, il SEO marketing è fondamentale per le aziende. Ma quando alcuni scoprono un trucchetto di troppo, riescono a far sembrare buona a Google quasi qualsiasi cosa.

Così una SEO fatta benissimo, ma su un contenuto scadente, riesce a far salire quella pagina tra i primi risultati anche se essa non ha nulla da dire. Un esempio? Provate a cercare se c’è una nuova stagione di quella bellissima serie animata ferma da un po’ di tempo.

Su Google compariranno diverse pagine che sembrano parlarne. Ma una volta dentro la pagina leggerete solo un sacco di testo inutile, per poi scoprire alla fine che non c’è nessuna novità. Il secondo motivo del peggioramento è la SEO troppo buona per contenuti troppo scarsi: insomma è stata curata solo la forma, per ingraziarsi Google, ma per niente la sostanza.

3. Traduzioni automatiche e contenuti IA volano troppo alti

L’ultima frontiera è costituita da risultati scarsissimi, con poca utilità e senso logico, a volte incomprensibili. Si tratta di due categorie simili: contenuti prodotti dall’IA e traduzioni automatiche venute male.

Il primo tipo mescola le informazioni trovate da altre fonti sul web, grazie alla potenza delle Intelligenze Artificiali generative. E visto che ci pensa l’IA, non solo non può aggiungere alcuna conoscenza, ma rischia anche di sbagliare e dare informazioni scorrette. Uno dei tanti pericoli dell’Intelligenza Artificiale.

Il secondo tipo è tanto banale quanto dannoso: un contenuto prodotto in una lingua diversa passa per un traduttore automatico che lo sputa fuori in italiano. Ma poiché dietro non c’è una persona, ci sono tantissimi errori di traduzione e risulta difficile da capire, se non addirittura illeggibile.

Ma se sono così scarsi, come fanno questi contenuti a finire così in alto? Innanzitutto hanno effetto le due cause dette prima: a volte questi contenuti sfruttano un sito già ben piazzato, una forma che piace a Google, una buona SEO.

In aggiunta, hanno il potere della quantità sopra la qualità. Poiché non sono creati a mano, è possibile generarne tantissimi in poco tempo per tempestare Google. Anche se il motore si accorge che sono pessimi, qualcuno riuscirà sempre a passare come buono. Ed è così che ci va di mezzo il povero utente, il quale finirà sull’ennesimo sito inutile.

Ivan Cunzolo
Ivan Cunzolo
Copywriter e SEO Web Writer freelance, classe 1993. Sono nato e vivo a Napoli, amando la mia città. Sin da piccolo ho sempre scritto senza fermarmi mai, prima sulla carta, poi al computer. Al desiderio di diventare giornalista ho unito il nascente interesse per marketing e tecnologie. Mentre iniziavo con tonnellate di articoli in progetti sul web di pura passione, mi sono laureato in Culture Digitali e della Comunicazione alla Facoltà di Sociologia dell'Università Federico II. Da 6 anni sono Copywriter e Web Writer freelance, specializzato nella scrittura SEO.
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