Truffe del mercato libero: 5 regole per difendersi e cosa fare in caso di frode

Con l'arrivo del mercato libero dell'energia, arriva anche la truffa: ecco come difendersi e cosa fare se si è vittime.

Con il passaggio ufficiale al mercato libero dell’energia previsto per luglio, aspettiamoci nei prossimi mesi un picco di telefonate promozionali da parte di operatori di call center intenzionati a procacciarsi più clienti possibile.

Molte delle offerte proposte saranno chiare e legittime, ma c’è sempre la possibilità di incorrere in qualche furbetto del contratto, pronto a proporci offerte apparentemente vantaggiose, ma in realtà sfavorevoli su lungo periodo – se non veri e propri truffatori.

Antitrust e Arera, l’autorità nazionale per l’energia elettrica, mettono in guardia. È importante seguire queste cinque, semplici regole per evitare di essere fregati: ecco cosa fare se ti trovi davanti a una truffa del mercato libero.

Truffa del mercato libero: cosa fare

Le prossime sezioni dell’articolo andranno a sfatare alcuni miti utilizzati dagli operatori per metterci fretta e portarci a firmare un contratto di cui non siamo convinti. Ecco come difendersi dalle chiamate moleste dei call center!

1. Chiediamo all’operatore di spiegarci chiaramente chi è

Non siamo un operatore, siamo l’autorità che si occupa della convenienza dei contratti!”.

Quante volte abbiamo sentito un’affermazione simile dall’altro lato della cornetta durante una telefonata con un call center? Ebbene diffidiamo da tali soggetti.

Ogni telefonata a scopo commerciale implica che l’operatore dichiari in maniera chiara e concisa per conto di quale azienda sta effettuando la chiamata, nonché lo scopo della stessa. Gli enti pubblici – come Arera – non chiamano mai i clienti direttamente per attivare nuovi contratti.

Quindi se avete il sospetto che il vostro interlocutore si stia spacciando per qualcun altro, meglio lasciar perdere.

2. Non sei obbligato a chiudere nessun contratto

Signora, è obbligatorio passare a questa tariffa, potrebbe incorrere in sanzioni”.

I trabocchetti che molti operatori di call center si inventano per chiudere un contratto sono infinite, ma soprattutto molto fantasiose. Nessuna autorità comunicherebbe mai un obbligo in maniera così informale.

Agli albori delle truffe telefoniche, il Codice del Consumo si è aggiornato per includere la clausola del “espresso consenso, che implica la forma scritta o comunque un assenso deciso e non coercitivo da parte del potenziale cliente. Si consiglia comunque di registrare sempre la chiamata.

3. Nessuno vi staccherà la luce

Signora, se non firma con qualcuno le staccano poi la luce”.

L’introduzione del mercato libero non implica in nessun modo che al consumatore “ritardatario” nello scegliere l’offerta più conveniente venga staccata la luce. Le uniche condizioni in cui questo può avvenire sono i casi di morosità estrema o se l’utente stesso sceglie di disattivare i contatori.

L’operatore di call center che tenta di spaventarvi per farvi firmare un contratto sta mentendo. Tuttavia, è bene comunque scegliere un’offerta in tempo utile, poiché dopo l’introduzione del mercato libero termineranno le tutele di prezzo.

4. Il consumatore ha il diritto di sapere tutto

Signora lei intanto asserisca al contratto, poi le mando tutti i dettagli via mail, non posso spiegarle tutto al telefono”.

Se sentiamo questa o frasi simili dall’altra parte della cornetta, è ora di chiudere la chiamata. Per legge, l’operatore è tenuto a rispondere a tutte le domande poste dal consumatore, che ha il diritto di chiedere più volte la stessa informazione e di riarrangiare un futuro colloquio telefonico.

Il consumatore può anche richiedere un prospetto completo dell’offerta sul proprio indirizzo e-mail prima di firmare, e se l’operatore si rifiuta di inviarlo, l’offerta non è probabilmente così vantaggiosa come potrebbe sembrare.

5. Chiediamo i costi e le variabili

L’offerta è bloccata a tot euro al mese per sempre”.

È possibile che alcuni operatori offrano soluzioni di questo tipo, ma è sempre meglio accertarsene. Chiaramente, un operatore di call center si terrà ben lontano dal rivelare eventuali costi nascosti o se l’offerta in questione ha effettivamente una scadenza.

Non cadiamo subito nella trappola: se un’offerta ci sembra particolarmente conveniente, facciamoci inviare tutti i dettagli e leggiamoli con attenzione, magari facendoci aiutare da qualcuno che ne capisce più di noi.

Cosa succede se rispondi sì a un call center?

È buona norma registrare sempre ogni conversazione che abbiamo con un call center. Questo perché, talvolta, gli operatori andranno ad abbellire l’offerta mentendo – e nel caso succeda, avremo tutte le prove della truffa.

Una volta conclusa la trattativa per telefono, l’operatore è obbligato a inviarci il contratto in forma scritta. Leggiamolo attentamente, e se qualcosa non va, annulliamo subito il consenso: è nostro diritto.

La legge permette ripensamenti, a discapito di ciò che l’operatore di call center vuole farci pensare. Abbiamo 14 giorni di tempo per rescindere il contratto senza penali secondo il principio del “diritto di ripensamento”.

All’interno dei documenti contrattuali, l’operatore dovrebbe sempre includere il modulo di rescissione – che non dovrà chiedere alcuna motivazione se effettuata entro i 14 giorni successivi dalla sottoscrizione. In alternativa, possiamo utilizzare la classica raccomandata o una mail PEC per chiedere l’annullamento del contratto.

E se ci è già arrivata la bolletta?

Talvolta, l’operatore del call center è così subdolo da non far sapere al consumatore di aver attivato un contratto. E quindi ci troviamo con una bolletta di un nuovo fornitore – magari più alta – nella cassetta della posta, senza sapere il perché. Questo non è assolutamente regolare.

La prima cosa da fare è inviare un reclamo all’azienda in oggetto, chiedendogli una prova che attesti l’assenso alla sottoscrizione del contratto da parte del cliente. Nel caso in cui l’operatore non potesse fornirla, il consumatore non è tenuto a pagare la bolletta.

Rivolgiamoci allo Sportello del Consumatore o inviamo una segnalazione ad Arera ed Antitrust, che si occuperanno di indagare a fondo sulla questione e aiutarci a uscirne.

Francesca Di Feo
Francesca Di Feo
Copywriter SEO e Social Media Manager per piccole e medie imprese, classe 1994. Ho studiato Scienze Politiche e Sociali presso l'Istituto Federico Albert. Grazie al mio ruolo di Project Manager e Writer nell’ambito del programma Erasmus + ho sviluppato un forte interesse sui temi della Transizione Ecologica e Digitale. Appassionata da sempre di scrittura e tecnologia, ho continuato a formarmi autonomamente su come farne un lavoro attraverso il Marketing Digitale. Attualmente sono redattrice per Trend Online e Social Media Manager per due piccole aziende, e sto lavorando per costruire Valade D’Lans, Travel Blog sulle Valli di Lanzo, gioiello montano piemontese.
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