Alexa è un fallimento? Quanto è davvero utile il dispositivo Amazon

I tagli sul personale di Amazon lascerebbero intendere come la compagnia considera Alexa un fallimento: ecco cosa sta succedendo.

Il debutto dell’assistente vocale prodotto da Amazon, ovvero Alexa, avveniva otto anni fa sul territorio statunitense. A quanto pare però, durante questo lasso di tempo, le aspettative rispetto questo strumento avveneristico non sono state rispettate.

In molti, addetti ai lavori e non, ad oggi si chiedono se Alexa è un fallimento o meno, soprattutto in virtù dei 10.000 licenziamenti che avrebbero interessato nei giorni scorsi la divisione Amazon dedicata all’assistente vocale.

Al netto della crisi energetica ed economica, il segnale appare chiaro: Alexa non ha rispettato le aspettative. I numeri, in tal senso, sarebbero piuttosto impietosi con circa tre miliardi di dollari di passivo nel primo trimestre di quest’anno, stando a fonti attendibili come il noto sito Business Insider.

Alexa è un fallimento? Perché l’assistente vocale non ha fatto breccia nel cuore dei consumatori?

Sebbene il concetto dietro all’assistente vocale sia molto apprezzabile nonché ambizioso, l’intero progetto sembra aver mostrato debolezze lato strategico.

Anche se Alexa è utilizzata con una certa frequenza dall’utenza per chiedere informazioni di varia natura, la quasi totalità di interazioni non comporta nessun tipo di guadagno per Amazon. Richieste riguardo meteo, traffico e simili infatti, pur richiedendo lo sviluppo di un’IA raffinata, non possono essere sfruttate a livello economico.

L’utilizzo dell’assistente, per esempio, al fine di fare acquisti risulta infatti minimo. Tenendo conto degli investimenti costanti per sviluppare l’intelligenza artificiale, per il colosso creato da Jeff Bezos questo è un problema non da poco.

Non solo: anche lato hardware, gli utili sembrano latitare. Dispositivi come gli smart speaker Echo infatti, sono spesso in offerta, portando ben pochi benefici monetari al colosso tecnologico di Seattle.

I prezzi contenuti dunque, pur favorendo una diffusione massiccia di tali strumenti, non vanno a costituire un’entrata degna di tale nome per l’azienda.

Cosa pensa Amazon di Alexa

Ma cosa ne pensa Amazon del progetto Alexa? Ad esprimersi in tal senso è stato il vice presidente della divisione hardware, ovvero Dave Limp.

Lo stesso ha dichiarato come la società ha intenzione di continuare ad investire in maniera sostanziosa sull’assistente vocale e le relative periferiche. Il tutto però, senza chiarire nuove eventuali strategie di monetizzazione.

Stando a quanto riportato dalla già citata testata Business Insider però, alcuni ex dipendenti (o attuali, rimasti anonimi) hanno parlato di un vero e proprio fallimento senza mezzi termini. A dispetto di ingenti investimenti e di un particolare occhio di riguardo da parte di Jeff Bezos, Alexa sembra aver portato ben pochi benefici all’azienda.

Rispetto al numero massiccio di licenziamenti invece, Amazon ha strategicamente fatto riferimento a una generica ottimizzazione della forza lavoro.

Il caso Alexa e la questione privacy

A rendere ancora più incerto il futuro per l’assistente vocale vi sono alcuni dubbi lato privacy (più o meno leciti) da parte l’utenza e di un caso che, giusto lo scorso anno, ha fatto discutere in tutto il mondo.

A quanto pare infatti, Alexa ha proposto una sfida pericolosa a una bambina di 10 anni. Una ricerca sul Web infatti, avrebbe individuato come tale “collegare un caricatore del telefono a metà in una presa a muro per poi toccare con un centesimo i poli di ricarica“.

Nonostante l’introduzione di alcune soluzioni specifiche per i bambini, questo avvenimento ha sollevato tante riflessioni da parte di appassionati di tecnologia e di addetti ai lavori.

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