3 differenze tra imposte, tasse e tributi che devi sapere!

Imposte, tasse e tributi sono la stessa cosa? No, ci sono differenze per precise tra i tre termini. Scopri le tre differenze che devi sapere!

Spesso e volentieri, si fa confusione tra tasse, tributi e imposte. Comunemente, infatti, sono termini che si utilizzano come sinonimi, ignorando il fatto che identificano tre cose distinte e separate. In genere, quando si deve effettuare un versamento, lo si chiama, senza pensarci troppo con il nome tassa oppure con il nome imposta. Alcune volte, anche se con meno frequenza, si utilizza il termine tributo.

Imposte, tasse e tributi hanno significati differenti e identificano, anche, operazioni diverse. Ebbene, in questo articolo andremo a sciogliere questo dubbio, dando una definizione chiara ad ognuno dei tre termini e spiegando, molto dettagliatamente cosa sono.

Analizzeremo quali sono le differenze tra le imposte e le tasse e andremo a vedere come entrambe si legano al concetto di tributo.

Faremo, infine, due focus: il primo sarà incentrato sulle imposte, analizzando quali sono le imposte dirette e quali sono, invece, le imposte indirette e quali sono le loro differenze. Nel secondo focus, invece, prenderemo in esame ance un altro termine che, spesso, viene confuso con i primi tre. Andremo, quindi, a spiegare se e come si collega il termine contributo alle imposte, alle tasse e ai tributi.

Iniziamo spiegando cosa sono le imposte! 

Cosa sono le imposte?

L’imposta è un prelievo obbligatorio di una somma di denaro che i contribuenti devono versare verso lo Stato oppure nei confronti degli Enti Pubblici territoriali. In generale, l’imposta è connessa alla capacità contributiva del contribuente interessato e non si relaziona a nessuna prestazione particolare, ma per far fronte a spese di interesse generale e collettivo.

Le imposte servono, infatti, al sostentamento della spesa pubblica, essendo solo un’entrata del bilancio dello Stato.

Una caratteristica peculiare delle imposte è data dalla loro indivisibilità, in quanto non è possibile stabilire l’utilizzo da parte di ciascun cittadino. Infatti, come si legge sul sito pmi.it:

“[…] il loro prelievo concorre all’erogazione di servizi rivolti alla totalità dei cittadini […]”.

Infatti, le imposte vengono utilizzate dallo Stato, dalle Regioni o dagli enti locali e servono al finanziamento di alcuni servizi per la collettività, per esempio, per l’ordine pubblico, per il Servizio Sanitario Nazionale, la sicurezza, l’istruzione e così via; tant’è che pagando le imposte il contribuente non riceve in cambio uno specifico servizio.

Quali sono le imposte? Facendo qualche esempio, sono imposte quelle sul reddito come l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), l’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap), l’Imposta sui redditi delle società (Ires). Vi è, poi, l’Imposta sul valore aggiunto (Iva). 

Per concludere la parentesi generale sulle imposte, possiamo dire che la sola esistenza di una spesa pubblica da distribuire, assoggetta i contribuenti al versamento delle imposte.

Le imposte si differenziamo in dirette e indirette. Di questo aspetto, però, ci concentreremo in seguito. Passiamo, adesso, a spiegare, in linea generale, cosa sono le tasse.

Tasse: cosa sono e quando si pagano!

A differenza delle imposte, le tasse sono una somma di denaro che i contribuenti devono versare in cambio di un servizio a loro personalmente reso. Se le imposte sono caratterizzate dalla loro indivisibilità, le tasse sono spese divisibili.

Perché le tasse sono spese divisibili? Come abbiamo detto, ad ogni tassa pagata corrisponde un servizio oppure una prestazione diretta al singolo cittadino e, quindi, è possibile determinare quale servizio viene erogato al singolo contribuente.

Possiamo fare qualche esempio. Sono tasse quelle sulle concessioni governative oppure sulla raccolta dei rifiuti (Tari); un’altra tassa è quella del Canone Rai. 

Si tratta, in tutti i casi, di un pagamento che i contribuenti devono effettuare per usufruire di un servizio oppure di una prestazione. Come si legge sul sito laleggepertutti.it:

“Con il pagamento delle tasse si va a sostenere il costo delle cosiddette spese divisibili, ovvero quelle spese per le quali è evidentemente determinabile quale sia il servizio specifico erogato a quel determinato cittadino che ha pagato la tassa”.

In ogni caso, è bene sottolineare che l’ammontare delle tasse da versare non deve essere mai superiore al costo del servizio reso.

Cosa sono i tributi e chi deve pagarli!

Passiamo, adesso, a spiegare cosa sono i tributi. Così come tassa e imposta, anche il termine tributo è stato molto utilizzato e spesso confuso.

In linea generale, i tributi sono tutte le somme che i contribuenti devono versare al Fisco; quindi, sia dovuti allo Stato sia agli altri enti pubblici. Pertanto, i tributi comprendono sia le imposte che le tasse, così come anche i contributi

Per dare una definizione più completa e generale sui tributi, affermiamo che si tratta di prestazioni obbligatorie richieste dallo Stato, da parte di enti pubblici o della Pubblica Amministrazione, esercizio della potestà di un ente sovrano.

Chi deve pagare i tributi? Tutti i contribuenti soggetti al versamento di tasse, imposte e contribuiti.

Soffermiamoci, un attimo, sui contributi. Così come per le imposte, anche i contributi sono prelievi obbligatori sui redditi, ma come le tasse, servono per il finanziamento di un servizio pubblico oppure un’opera specifica.

Vi sarete accorti che i contributi sembrano avere sia qualcosa delle imposte sia qualcosa delle tasse. Si potrebbe affermare, pertanto, che i contributi rappresentano una via di mezzo tra le due e, quindi, sono una sorta di ibrido tra le tasse e le imposte.

Quali sono i contributi? Per esempio, i contributi sono quelli corrisposti agli enti di previdenza oppure quelli effettuati dai professionisti verso le casse del proprio ordine.

I contributi previdenziali, in particolar modo, rappresentano una sorta di prelievo obbligatorio che avviene per finanziare ciò che riguarderà il contribuente in futuro, ovvero la pensione.

Imposte, tasse e tributi: quali sono le differenze?

Fino ad ora abbiamo spiegato in linea generale e singolarmente cosa sono le imposte, le tasse e i tributi. Nel corso della spiegazione abbiamo anche parlato dei contributi, legati ai tributi, così come lo sono anche le imposte e le tasse.

In base a quello che abbiamo detto fino ad ora, dovrebbe risultare già molto semplice comprendere quali sono le differenze tra le imposte, le tasse e i tributi.

Tuttavia, in questa parte del testo, andremo a individuare le 3 differenze tra i termini, per non fare più confusione. La prima, sicuramente, investe i tributi. Come abbiamo detto, i tributi sono l’insieme delle imposte, delle tasse e dei contributi versati dai contribuenti verso lo Stato oppure verso gli Enti locali.

Passiamo a vedere cosa differenzia le tasse dalle imposte, per capire che non sono la stessa cosa, come, spesso, il senso comune vuole. Una differenza riguarda la divisibilità e l’indivisibilità delle spese. Con le tasse si sostiene il costo delle spese divisibili; invece, pagando le imposte si sostengono le spese indivisibili.

Inoltre, se nel caso delle imposte non si riesce a rintracciare il servizio fornito a ciascun cittadino, le tasse vanno a finanziare servizi e prestazioni perfettamente identificabili.

Imposte dirette e imposte indirette: che differenza c’è?

Ritorniamo, infine, ancora una volta alle imposte. Per quale motivo? Come abbiamo già anticipato all’inizio, le imposte si suddividono a loro volta un due distinte categorie: le imposte dirette e le imposte indirette

Oltre a ciò, come si legge sul sito sumup.it:

“[…] le imposte si dicono reali quando si riferiscono ad un reddito o patrimonio in particolare, mentre sono personali se si considera il patrimonio nel suo complesso”.

Ma ritorniamo a parlare delle imposte dirette e di quelle indirette. 

Cosa sono le imposte dirette? Si tratta di quelle imposte che interessano il reddito prodotto in un determinato momento. 

Le imposte indirette sono, invece, quelle che si applicano alla spesa che viene effettuata quando si acquista un bene, un prodotto oppure un servizio. 

Chiarito cosa sono, in linea generale, spieghiamo qual è la loro differenza principale: le imposte dirette si applicano al guadagno, mentre le imposte indirette vanno a colpire la spesa.

È il caso di fare qualche esempio, per comprendere al meglio la loro differenza. Per esempio, l’imposta indiretta più comune è l’Iva (Imposta sul valore aggiunto). Si paga l’Iva anche quando si va al bar e si bene un caffè o si consuma un cornetto. L’Iva, infatti, viene applicata su qualsiasi oggetto o servizio che viene venduto o prestato all’interno del territorio italiano.

In generale, l’Iva applicata è pari al 22%. Tuttavia, vi sono anche alcuni casi, come sul pane, in cui l’Iva applicata è pari al 4%.

Le imposte dirette sono, per esempio, l’Irpef, l’Irap e l’Ires.

Infine, le imposte si differenziamo anche per il modo in cui vengono calcolate; si distinguono, quindi, in proporzionale, regressiva e progressiva

Se la somma da pagare è proporzionale all’imponibile è proporzionale. Quando, invece, l’imposta aumenta meno che in proporzione all’imponibile è regressiva. Infine, quando l’imposta aumenta in modo più che proporzionato all’imponibile è progressiva.

Come vengono riscosse le imposte e le tasse?

Per finire, spendiamo qualche parola su come vengono riscosse e pagate le tasse e le imposte. 

Per esempio, le tasse e le imposte dovute agli enti locali vengono riscosse mediante iscrizione a ruolo. Ai cittadini viene notificato tramite l’invio di un bollettino oppure tramite il Modello di pagamento unificato F24.

Al contrario, le imposte e le tasse che i contribuenti devono versare allo Stato vengono pagate mediante il Modello di pagamento F24, una volta elaborata la dichiarazione dei redditi. 

Infine, ci sono anche le imposte e le tasse dovute alle singole Regioni. In questo caso, vengono pagate direttamente dai cittadini, come le addizionali regionali, sempre mediante il Modello unificato F24. Il bollo auto, invece, viene pagato direttamente presso gli sportelli Aci o presso le Poste Italiane.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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