Navigator: gli esperti dell’Rdc restano senza lavoro!

I navigator, che in questi ultimi anni hanno aiutato i percettori del reddito di cittadinanza a trovare lavoro, dopodomani perderanno il loro. Scopri di più.

Dal prossimo primo maggio, ovvero proprio a partire dalla ricorrenza della festa dei lavoratori, 1.884 navigator resteranno senza lavoro

Il loro contratto, infatti, scade il 30 aprile. Questi professionisti delle politiche attive del lavoro sono nati nel 2019 come supporto per i centri dell’impiego e per i beneficiari del reddito di cittadinanza, per aiutare questi ultimi a trovare lavoro.

Presi della disperazione per la fine del loro contratto, molti di loro hanno presidiato la sede del ministero della Pubblica amministrazione, i sindacati in loro rappresentanza, invece, hanno incontrato il Ministro del Lavoro, Orlando. 

Navigator: è possibile che il governo vari una terza proroga del loro contratto di lavoro?

Il paradosso dei paradossi sta nel fatto che questi professionisti che dovrebbero aiutare i cittadini disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, a trovare lavoro, resteranno loro stessi senza lavoro. 

I navigator sono dei veri e propri lavoratori precari, come tanti ce ne sono purtroppo nel nostro paese.  

La settimana scorsa il Ministro del Lavoro, Orlando, aveva rassicurato di non voler affatto disperdere queste risorse umane e le loro competenze acquisite sul campo e che, insieme alle regioni, avrebbe cercato una soluzione e una strada da percorrere, affinché queste persone continuino a lavorare. 

Purtroppo, però, ad oggi, a soli due giorni dalla scadenza del contratto, non c’è nulla di concreto all’orizzonte per queste 1.800 persone. 

Cosa si potrebbe fare per continuare a far lavorare i navigator in maniera più stabile?

Affinché i navigator, invece di perdere il lavoro, possano essere stabilizzati si potrebbe, per esempio, legiferare una norma ad hoc che permetta alle regioni di assumere i navigator con contratti a tempo determinato o indeterminato, usando le risorse già esistenti.

In questo modo le Regioni stesse potrebbero utilizzare le competenze di questi professionisti per continuare ad aiutare i percettori di RdC a trovare lavoro.

Il punto è che, come si evince, i tempi sono molto stringenti: mancano solo due giorni alla scadenza dei loro contratti ed è molto, molto improbabile che venga trovata una soluzione definitiva fino alla fine di aprile. 

I Sindacati insistono: i navigator devono continuare a lavorare!

I sindacati non hanno dubbi: i navigator, professionisti laureati, formati, con delle competenze e giovani, devono continuare assolutamente a lavorare.  Secondo i sindacati bisognerebbe stabilizzare questi 1.884 professionisti e dar loro una nuova occupazione. Secondo i sindacati non bisogna assolutamente buttare tutto questo lavoro al vento. 

All’inizio i navigator erano 2.980, ora sono diventati 1884 e il loro contratto a termine è stato già prorogato due volte, eppure, nonostante il loro compito sia aiutare gli altri a trovare lavoro, loro stessi resteranno senza lavoro dal primo maggio in poi. I sindacati promettono battaglia e mobilitazioni da parte dei navigator anche nei giorni a seguire.

I navigator non sono stati ricevuti dal Ministro Brunetta

Nonostante avanti ieri i navigator abbiano presieduto dinanzi al ministero della Pubblica Amministrazione, il Ministro Brunetta non li ha voluti incontrare e nemmeno ha inviato un suo rappresentante. 

“Abbiamo dovuto prendere atto che il ministro non ha avuto interesse ad ascoltare le istanze di 1932 lavoratori a cui scadrà il contratto tra pochi giorni – spiegano i rappresentanti Nidil, Felsa e Uiltemp – E questo nonostante egli avesse pubblicamente manifestato la volontà di contribuire, insieme al Ministro Orlando, alla risoluzione del problema”. 

I Sindacati affermano che la situazione sta diventando sempre più paradossale. 

La genesi dei navigator

Furono definiti gli alfieri della politica attiva in Italia, dall’ex Ministro del Lavoro, Di Maio, mentre nel Manuale operativo per Navigator, Domenico Parisi, presidente ANPAL, scriveva che con la combo navigator+reddito di cittadinanza+app si sarebbe entrati pienamente nelle politiche attive del lavoro 4.0. 

Invece i navigator sono stati uno dei più grandi flop degli ultimi anni. Tre mila navigator che avrebbero dovuto essere il faro nella notte di dei disoccupati percettori del reddito di cittadinanza, che avrebbero dovuto aiutarli a “navigare” appunto, nelle acque tempestose del mondo del lavoro, che avrebbero dovuto aiutarli a trovare l’occupazione giusta per vivere dignitosamente. Non solo non sono riusciti in questo intento, ma stanno per perdere anche loro il lavoro tra soli due giorni.

Ovviamente la responsabilità non è certo dei navigator, ma di chi non li ha messi nelle condizioni di poter lavorare al meglio, inoltre avrebbero dovuto utilizzare strumenti che invece non sono mai stati messi a loro disposizione, come algoritmi, big data e applicazioni.

Chi sono i navigator? 

I navigator sono dei consulenti che avrebbero dovuto aiutare i Centri per l’Impiego a trovare delle offerte di lavoro congrue per i beneficiari del reddito di cittadinanza.

Hanno mediamente 35 anni, la maggioranza sono donne e sono tutti laureati con voti dal 107 in su. Percepiscono una retribuzione di 27mila euro lordi all’anno, e cioè 1400 euro al mese più 300 euro di rimborso spese. Come se questo non bastasse, hanno anche in dotazione un Pc e un Ipad.

Quanto sono costati i navigator?

I navigator sono costati ben 180 milioni di euro. Domenico Parisi, presidente ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive che ha assunto i navigator, in più di un’audizione in Parlamento, non è mai riuscito a spiegare di cosa si siano occupati nella pratica, i navigator.

Quali risultati hanno raggiunto i navigator?

Il reddito di cittadinanza, combinato con la misura dei navigator e del patto di lavoro, era stato pensato proprio per contrastare la povertà da un lato, e sostenere le politiche attive del lavoro, dall’altro. 

Già dopo il primo anno, però, ad aprile 2020, si comprese che il secondo obbiettivo non si era in grado di raggiungerlo. 

Tanto è vero che, a fine settembre, Conte parlò di un possibile tagliando da fare al reddito di cittadinanza, e anche di Maio in un’intervista al Foglio, ammise che bisognava ripensare ai meccanismi. 

I navigator in quasi un anno e mezzo hanno effettuato 950mila colloqui con i percettori del reddito di cittadinanza, meno di un colloquio al giorno e hanno contattato circa 450mila aziende.

A novembre il presidente di ANPAL, in un’audizione alla Camera ha dichiarato che al 31 di ottobre, 352mila persone beneficiarie del reddito di cittadinanza, avevano firmato almeno un contratto di lavoro, su 1.369.000. Quindi solo il 25,7% era riuscito a firmare almeno un contratto di lavoro. Di queste 352mila persone, però, solo il 15,4% ha iniziato a lavorare a tempo indeterminato, il 4,1% in apprendistato e ben il 65% con contratto a tempo determinato. 

Cosa non ha funzionato nell’istituzione della figura dei navigator? 

Come spesso accade nel nostro paese, uno dei primi problemi è la mancanza di comunicazione tra enti e istituzioni. La politica attiva del lavoro, infatti, è regionale, ma i Navigator sono assunti da un’agenzia nazionale, cioè l’Anpal, sotto la vigilanza del Ministero del Lavoro. Ma c’è un grosso intoppo su questo punto.

Quando l’Anpal fu creata nel 2015, durante il governo Renzi, lo scopo era quello di portare a livello statale le politiche attive del lavoro, fino ad allora di competenza delle regioni. Per far questo però ci sarebbe voluta una riforma costituzionale, che fu bocciata nel 2016.

Quindi oggi ci troviamo in questa sorta di terra di mezzo: l’Anpal con i Navigator, sotto la direzione nazionale del Ministero del Lavoro, e le politiche attive del lavoro ancora di competenza delle regioni. 

Non esiste nemmeno una banca dati nazionale a cui attingere per i navigator, i quali cercano dunque gli annunci di lavoro nelle banche dati regionali che, spesso, non vengono aggiornate, oppure nei motori di ricerca privati.

Inoltre per far lavorare i navigator con tutti i crismi, sarebbero dovuti essere varati i decreti attuativi delle norme, questo invece non è accaduto.

In conclusione:

I navigator che, ricordiamolo, sono persone preparate, laureate, che si sono formate per fare quello che fanno, non sono stati messi nelle condizioni di svolgere al meglio la loro funzione e tra due giorni perderanno il lavoro.

Ma se questo fosse fatto, se ci fosse una riorganizzazione delle politiche attive del lavoro e degli ammortizzatori sociali, se ci fosse comunicazione tra le istituzioni e se fossero messi a disposizione dei navigator tutti gli strumenti promessi, con ogni probabilità questi lavoratori potrebbero essere stabilizzati e si potrebbe dare una svolta positiva a questo metodo sicuramente vincente sulla carta

Come dichiarano i sindacati: i navigator sono risorse umane che non vanno sprecate perché potranno sicuramente essere utili ai servizi per l’impiego.

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