Chi trova lavoro perde il Reddito di Cittadinanza? Scoprilo!

Circa 2,5 milioni di cittadini italiani beneficiano del reddito di cittadinanza. Ma che succede se si trova un lavoro, si perde il reddito di cittadinanza?

A febbraio 2022 i percettori di reddito di cittadinanza erano arrivati a 1,1 milioni di nuclei familiari coinvolti e 2,48 milioni di persone.

I dati dimostrano inequivocabilmente la crescita del numero di coloro che richiedono questo sostegno economico, soprattutto dopo il periodo di pandemia e lockdown vissuti in Italia.

I richiedenti del reddito di cittadinanza non diminuiranno certamente ora e nel prossimo futuro, viste le condizioni economiche tragiche in cui versa l’Italia: inflazione ai massimi livelli da dieci anni, rincaro carburante ( che non accennerà a diminuire a causa della crisi in Ucraina, ma anche dei passi falsi che si stanno facendo con la Russia), rincaro bollette di energia e gas, e rincaro anche dei beni di prima necessità.

Molte attività commerciali stanno chiudendo e questo porta, naturalmente, ad un aumento dei disoccupati e, come effetto a catena, aumentando i disoccupati e gli inoccupati, aumentano e aumenteranno anche i richiedenti e i percettori del reddito di cittadinanza. 

La speranza, comunque, è sempre quella di trovare un lavoro dignitoso e non di sopravvivere grazie ad un sussidio economico che, spesso, non permette di arrivare a fine mese.

E allora molti si chiedono: chi trova un lavoro perde automaticamente il diritto al reddito di cittadinanza? Scopriamo i dettagli nell’articolo.

Il reddito di cittadinanza: un sussidio ideato come sostegno alle famiglie in difficoltà economica

Il reddito di cittadinanza, bandiera incontrastata del Movimento 5 Stelle, è un sussidio economico governativo di cui possono beneficiare disoccupati e nuclei famigliari in difficoltà economica. 

I nuclei formati da una sola persona possono ricevere al massimo 780 euro mensili, invece il massimo che possono ricevere le famiglie più numerose, sono 1380 euro.

Diciamo che, al momento, il reddito di cittadinanza è quanto di più vicino al reddito minimo universale di cui si sta parlando in Europa. Con tutta probabilità se il reddito universale dovesse diventare realtà nel Vecchio Continente, il reddito di cittadinanza sarà soppiantato dal reddito minimo universale. Ne parla dettagliatamente la nostra collega Federica Pace in questo articolo.

Quali sono i requisiti da rispettare per fare domanda di reddito di cittadinanza?

I requisiti per ricevere il reddito di cittadinanza non sono affatto semplici da rispettare; ovviamente trattandosi di un sussidio economico richiesto da milioni di persone, lo Stato si tutela ponendo dei limiti stringenti. 

I requisiti per il reddito di cittadinanza, in primis, sono quelli legati a cittadinanza e residenza

Coloro che decidono di fare domanda del sussidio devono:

  • essere cittadini italiani, europei o avere regolare permesso di soggiorno;
  • residenti in Italia da almeno dieci anni;
  • possedere un ISEE che non superi 9.360 euro;
  • immobili posseduti (a parte la prima casa) di valore non superiore a 30 mila euro;
  • patrimonio mobiliare non superiore a 6 mila euro, incrementato a seconda dei componenti della famiglia.

Adesso veniamo al nucleo di questo articolo: chi trova un lavoro mentre sta beneficiando del reddito di cittadinanza, perde il sussidio? 

Il reddito di cittadinanza è incompatibile con il trovare un lavoro?

Il sussidio economico non è di per sé incompatibile con il lavoro, ma può certamente averne pregiudizio; insomma gli aspetti a cui prestare attenzione per non rischiare di perdere il sussidio, non sono pochi. Tentiamo di fare chiarezza. 

Il sussidio del reddito di cittadinanza non si perde se il lavoro trovato non fa guadagnare all’intero nucleo familiare più di sei mila euro annui, soglia che viene aumentata man mano, a secondo di quanti appartenenti alla famiglia ci siano. 

Il beneficiario del reddito vale per esempio1 punto, ogni adulto facente parte della famiglia vale 0,4 punti, ogni appartenente minorenne vale 0,2 punti, fino a raggiungere 2,1,punti in totale. 

In questo modo tra il reddito percepito dal lavoro trovato di massimo 6mila euro, più il reddito di cittadinanza, si potrà arrivare a percepire sino ad un massimo di 13.200 euro per nucleo familiare.

Reddito di cittadinanza congelato se si trova un lavoro durante il periodo di percezione del sussidio

Il Decreto Sostegni ha apportato un’importante modifica alla eventuale concomitanza tra reddito di cittadinanza e il lavoro. Per incentivare i percettori a cercare comunque attivamente un lavoro, un nuovo impiego, si è varato il congelamento del reddito di cittadinanza, ovvero il sussidio verrà sospeso (per un massimo di sei mesi) fino a quando non terminerà il contratto di lavoro.

Questa sospensione, come possiamo facilmente desumere dalla descrizione che ne abbiamo fatto, può avvenire solo quando si firma un contratto di lavoro a termine, ovvero un contratto di lavoro a tempo determinato non superiore a sei mesi. Il beneficio del reddito di cittadinanza riprenderà poi a decorrere, senza alcun taglio, al termine di ciascun contratto di lavoro temporaneo.

Se si dovesse avere la fortuna di firmare un contratto di lavoro a tempo indeterminato si decadrebbe dal reddito di cittadinanza. 

Fare i furbi con il reddito di cittadinanza non conviene affatto!

Se pensate di poter fare i furbi e rifiutare le offerte di lavoro che vi vengono fatte dal Centro per l’Impiego per non perdere il sussidio, sappiate che questa non è affatto una buona idea. 

Se state percependo per la prima volta il sussidio (e quindi vi ritrovate nel primo anno e mezzo) potete rifiutare solo due proposte di lavoro (secondo la nuova normativa). Se invece state percependo il reddito già come rinnovo e quindi dopo i primi 18 mesi, dovreste accettare già la prima offerta di lavoro che vi viene fatta, altrimenti perdereste il sussidio. 

Anche tentare di fare i furbi lavorando in nero, non è un’idea fantastica. All’inizio, facendovi due semplici calcoli, potrebbe sembrarvi un’idea formidabile ricevere un sussidio statale e uno stipendio a nero; sappiate, però, che proprio a causa delle tantissime frodi già avvenute (io direi “troppe frodi”) i controlli si sono fatti più rigidi, sono incrementati e soprattutto sono incrociati.

Il risultato è che i controlli fiscali oggigiorno sono molto più efficaci. E se vi dovessero beccare a lavorare in nero mentre percepite il reddito di cittadinanza, non perdete solo il sussidio e la possibilità di farne richiesta per i successivi dieci anni, ma rischiate il carcere, fino a sei anni di carcere. 

Evitare di trovare lavoro non aiuterà a mantenere il reddito di cittadinanza

Evitare di trovare lavoro in tutti i modi, per esempio non partecipando alle politiche attive stabilite dal centro d’impiego competente, evitare la partecipazione a corsi di formazione, di riqualificazione e a tutte quelle attività che hanno lo scopo di farvi trovare un nuovo impiego, non vi aiuterà a mantenere il sussidio.

Se dimostrate di non voler davvero trovare un’occupazione per tenervi stretto sussidio, perderete sia la possibilità di lavorare che il reddito di cittadinanza. Il sussidio, infatti, viene bloccato nei seguenti casi:

  • non ci si presenta alle convocazioni del centro dell’impiego;
  • non si partecipa a corsi di formazione e corsi di orientamento, senza giustificato motivo;
  • non si rispetti qualsiasi impegno stabilito dal centro dell’impiego.

Che accade al reddito di cittadinanza se si avvia un’attività in proprio?

Se invece di cercare e trovare un lavoro subordinato si decide di avviare un’attività di lavoro autonomo mentre si percepisce il reddito di cittadinanza, si riuscirà a beneficiare del sussidio per le due mensilità successive all’apertura dell’attività. Dopo di che il reddito sarà rivisto e aggiornato ogni tre mesi, in base ai ricavi ottenuti dall’attività. 

Oppure si può decidere di ricevere solo sei mesi di reddito di cittadinanza e poi basta. 

Sia se trovate un nuovo lavoro subordinato, sia se decidete di aprire un’attività autonoma, non dimenticate di inviare apposita comunicazione all’Inps, una mancata comunicazione potrebbe costarvi la decadenza dal sussidio. La comunicazione andrà inviata entro 30 giorni dall’inizio della nuova attività lavorativa. 

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