Irpef: calcolo e funzionamento, la guida completa
Per Irpef si intende l’intende l’imposta sul reddito sulle persone fisiche. Si tratta di una delle imposte più importanti del nostro sistema tributario dal momento che riguarda 40 milioni di contribuenti e rappresenta oltre un terzo di tutte le entrate tributarie del paese. Vediamo in questa breve guida come funziona l’imposta e come si calcola l’importo.
Cos'è e come funziona l’Irpef
L’Irpef è un’imposta diretta. Ciò significa che la tassazione si applica alla ricchezza al momento in cui viene prodotta, differentemente delle imposte indirette che, invece, si applicano al momento in cui la ricchezza viene consumata (ad esempio, l’IVA si applica quando si usa il reddito per acquistare beni di consumo). Inoltre, è un’imposta progressiva, per cui l’aliquota (la percentuale dell’imposta sulla base imponibile) cresce progressivamente all’aumentare del reddito. Ai soggetti con redditi più alti, quindi, verrà applicata un’aliquota maggiore rispetto ai contribuenti che percepiscono redditi più bassi.
L’Irpef è l’imposta sul reddito prodotto delle persone fisiche. Per chiarire questa nozione è necessario spiegare cosa s’intende per reddito prodotto e chi sono le persone fisiche.
Il reddito prodotto si differenzia dal concetto di patrimonio in quanto quest’ultimo si riferisce alla ricchezza nel suo aspetto statico e quindi quello che si possiede in un determinato periodo storico. Il reddito, invece, fa riferimento all’evoluzione dinamica della produzione della ricchezza, per cui serve a sapere quanto si è guadagnato (o perduto) in un certo arco temporale (in questo caso, il cosiddetto periodo di imposta). Per quanto riguarda l’IRPEF, l’imposta si applica al reddito prodotto, cioè al reddito derivante da una fonte produttiva (lavoro subordinato, attività imprenditoriale, locazione di un immobile etc.) e non, invece, al reddito consumato, come avviene per le imposte indirette, né ai proventi derivanti da un atto di disposizione di una fonte produttiva (ad esempio, la vendita di un immobile).
Le persone fisiche sono i singoli individui residenti e non residenti che hanno prodotto redditi nel territorio italiano. Per i residenti, l’Irpef si applica ai redditi ovunque prodotti. Per i non residenti, l’imposta si applica solo ai redditi prodotti in Italia. Le persone fisiche sono i singoli individui, che si differenziano da enti giuridici, come società o enti pubblici e privati, per i quali è prevista l’Ires.
Aliquote e scaglioni di reddito Irpef
Come già detto, essendo un’imposta progressiva, l’aliquota Irpef cresce all’aumentare del reddito. Per cui, possono essere individuati diversi scaglioni di reddito a cui vengono applicate aliquote via via sempre più alte. Per i redditi fino a 15 000 euro si applica un’aliquota del 23 per cento. Per i redditi oltre i 15 000 euro fino a 28 000 euro l’aliquota è del 27 per cento. Sale al 38 per cento per i redditi oltre i 28 000 e fino a 55 000 euro. Il 41 per cento si applica per i redditi oltre ai 55 000 e fino a 75 000. Infine, l’aliquota del 43 per cento è prevista per i redditi oltre i 75 000 euro.
Deduzioni e detrazioni Irpef
L’ammontare dell’imposta dovuta è determinato, oltre che dal reddito complessivo del soggetto, anche dal complesso insieme di deduzioni dal reddito e di detrazioni di imposta previste dal nostro sistema tributario.
Deduzioni e detrazioni servono a “personalizzare” l’imposta, in modo da evitare che il contribuente subisca una tassazione su parti di reddito consumate per far fronte a bisogni primari del contribuente o dei suoi familiari.
Le deduzioni intervengono sulla base imponibile, diminuendo l’ammontare del reddito su cui viene calcolata l’imposta. In questo caso, il risparmio sarà maggiore, a parità di deduzione, per i redditi più elevati a cui vengono applicate le aliquote più alte. Maggiore è l’aliquota, maggiore è il risparmio nel caso in cui venga diminuita la base imponibile.
Le detrazioni, invece, diminuiscono direttamente l’importo dell’imposta per cui determinano dei vantaggi economici uguali per tutti i contribuenti, indipendentemente dalla fascia di reddito.
Oneri deducibili Irpef
Gli oneri deducibili Irpef sono previsti con un’elencazione tassativa prevista dall’art 10 del TUIR. Essi si riferiscono a spese necessarie (ad esempio, spese mediche o assegni periodici corrisposti al coniuge separato, contributi assistenziali e previdenziali obbligatori) o non necessarie ma considerate comunque meritevoli dal legislatore a fini deduttivi (ad esempio, le erogazioni liberali a favore del clero, contributi a forme pensionistiche complementari).
Tra queste, vi è pure la deduzione prevista nel caso in cui alla determinazione del reddito abbiano contribuito dei redditi derivanti da immobili che sono l’abitazione principale dello stesso contribuente o dei uno dei suoi famigliari. La deduzione, in questo caso, è pari alla rendita catastale del bene, per la quota e l’arco temporale di possesso da parte del contribuente medesimo.
Detrazioni previste a fini IRPEF
Delle detrazioni di imposta sono previste per i carichi familiari, in modo da differenziare l’importo dell’imposta per contribuenti che hanno situazioni familiari, e quindi spese, differenti. La detrazione è prevista per il coniuge non legalmente ed effettivamente separato, per i figli e gli altri familiari conviventi che non posseggano redditi maggiori di 2 840 euro. La misura della detrazione è di 800 euro per il coniuge e ogni figlio a carico e di 750 euro per gli altri familiari a carico.
Delle detrazioni, poi, sono previste per un’ampia varietà di spese (interessi passivi, spese sanitarie, spese per istruzione secondaria ed universitaria, premi di assicurazione sulla vita, spesi funebri, etc.), per le quali, tuttavia, non è possibile ottenere una detrazione per un importo pari al 19 per cento dell’importo fiscalmente riconosciuto.
Calcolo dell’importo Irpef
L’ammontare dell’imposta si applica calcolando le varie aliquote previste sulla base delle fasce reddituali coperte dal contribuente. Ad esempio, su un reddito imponibile di 25.000 l’imposta lorda è uguale al 23 per cento dei primi 15.000 euro (3.450) più il 27 per cento per i restanti 10.000 (2.700) quindi 6.150. Su 90.000 l’imposta lorda è pari a 31.870 (15.000 X 0,23 = 3.450 + 13.000 X 0,27 = 3.510 + 27.000 X 0,38 = 10.260 + 20.000 X 41 = 8.200 + 15.000 X 0,43 = 6.450).
Per calcolare la base imponibile sulla quale, poi, verrà applicata l’aliquota bisognerà, innanzitutto, operare le deduzioni previste. Ad esempio, nell’ipotesi in cui il suo reddito annuo lordo sia di 30.000 euro e che il contribuente versi un contributo di 1.200 euro, si calcolerà e pagherà l’Irpef non sul reddito di 30.000 euro ma su una base imponibile di 28.800 euro (30.000- 1.200). L’Irpef, quindi, sarà di 7.264 euro anziché di 7.720 euro, con un risparmio netto di 456 euro.
Una volta definita la base imponibile, si dovrà sottrarre all’importo calcolato le detrazioni fiscale applicabili. Ad esempio, per un contribuente con reddito annuo lordo di 30.000, nell’ipotesi che non abbia onere deducibili, si calcolerà e pagherà l’Irpef su una base imponibile di 30.000 euro pari al suo reddito lordo ed otterrà un’Irpef statale lorda di 7.720 euro. Sostenendo un onere di 2.000 euro detraibile per il 19 per cento, il contribuente beneficerà di una detrazione di 380 euro pagando così un’Irpef netta di 7.340 euro (7.720 – 380).
In cosa consiste la No Tax Area
Per “No Tax Area” si intende quella soglia di reddito sotto il quale è dovuto un importo Irpef uguale a zero. Non è un’esenzione fissata direttamente per le legge, ma è il risultato delle diverse detrazioni per lavoro dipendente o pensione o da lavoro autonomo, che sono decrescenti al crescere del reddito. Le detrazioni di imposta andranno ad azzerare l’imposta, senza mai andare a credito verso l’Erario.
La No Tax Area varia, quindi, a seconda delle diverse categorie di contribuenti: ad esempio, è pari a circa 8.145 euro per i lavoratori dipendenti, a circa 8.130 per i pensionati, a 4.800 per i lavoratori autonomi. Se prendiamo in considerazione anche delle detrazioni per familiari a carico, la No Tax Area per una famiglia monoreddito formata da due genitori e due figli è di circa 16.340 euro. L’azzeramento dell’Irpef porta con sé anche quello delle relative addizionali regionale e comunale.
Scadenze dei versamenti Irpef
L’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata in quell’anno (riferita, quindi, all’anno precedente), al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a 51,65 euro. L’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo. In particolare, è previsto un unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro; mentre vi sono due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima pari al 40% entro il 30 giugno (insieme al saldo), la seconda, il restante 60%, entro il 30 novembre.
Il contribuente che prevede di dichiarare, l’anno successivo, una minore Irpef (a causa, ad esempio, di oneri più alti o di redditi più bassi) può determinare gli acconti da versare sulla base di tale imposta inferiore. Mentre, per i contribuenti che presentano il modello 730 e hanno un sostituto d’imposta, le operazioni di conguaglio, cioè le trattenute degli importi a debito o il rimborso di quelli a credito, risultanti dalla liquidazione della dichiarazione, sono effettuate direttamente dal sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico), a partire dal mese di luglio.
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