Bitcoin: scatta l’obbligo di registrare le transazioni

Transazioni bitcoin più trasparenti con il nuovo registro. Cosa succederà a piattaforme ed exchange?

Rivoluzione su Bitcoin. Il Mef ha firmato un decreto che obbliga a trasmettere ogni tre mesi i dati delle operazioni in criptovaluta con i saldi delle transazioni.

La diffusione su scala mondiale delle criptovalute ha reso necessario un maggior controllo da parte delle autorità per evitare meccanismi illeciti di trasferimento del denaro e truffe a scapito di ignari consumatori.

Per il nostro legislatore non è più sufficiente, dunque, l’applicazione delle norme antiriciclaggio introdotte dal d.lgs. 231/2007 e riprese dal d.lgs 125/2019, che annoverano i prestatori di servizi relativi all’uso di valuta virtuale tra i destinatari degli obblighi antiriciclaggio.

Bitcoin decriptato da un decreto

Il decreto che porta la firma di Daniele Franco, ministro dell’economia, istituisce il registro delle criptovalute gestito dall’OAM (organismo agenti e mediatori creditizi).

Tutti gli operatori, le persone fisiche, le società italiane e quelle straniere dovranno iscriversi al registro entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzeta Ufficiale. Ma non si tratta di un semplice censimento perché saranno trasmessi tutti i dati relativi alle operazioni effettuate sul territorio nazionale.

Cos’è il registro della valuta OAM

L’ OAM è un’associazione nata nel 2011 con lo scopo di vigilare sulla rete distributiva del settore del credito. 

In particolare, l’OAM gestisce l’albo dei mediatori creditizi e quello degli agenti in attività finanziaria, detta le regole per la formazione di queste due figure professionali e vigila sul rispetto delle leggi in questo settore, con poteri ispettivi e sanzionatori.

Dopo una prima fase di censimento degli operatori, verrà avviata una sezione speciale del Registro dei Cambiavalute risevata ai prestatori di servizi per l’utilizzo di valuta virtuali.

Se non rispetta l’obbligo, l’operatore non potrà operare in Italia e rischia fino all’oscuramento del sito.

Quali dati inviare al Minstero dell’Economia

I dati che ogni tre mesi dovranno essere inviati tramite il registro dell’OAM riguardano

  • i dati anagrafici di persone fisiche e degli operatori
  • il codice fiscale
  • gli estremi del documento di identificazione; 
  • la residenza anagrafica e il domicilio, se diverso dalla residenza; 
  • un indirizzo di posta elettronica certificata per le comunicazioni tra il prestatore e l’OAM; 
  • l’indicazione della tipologia di attività svolta in qualità di prestatore di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e/o di prestatore di servizi di portafoglio digitale; 
  • l’indicazione della tipologia di servizio prestato; 
  • le modalità di svolgimento del servizio, con l’indicazione del numero e dell’indirizzo dei punti fisici di operatività, e/o dell’operatività online con l’indicazione dell’indirizzo web tramite il quale il servizio è svolto. 

Per le società vanno indicati:

  • la partita Iva, 
  • la denominazione sociale, 
  • la natura giuridica del soggetto, 
  • la sede legale e per chi non è Ue la stabile organizzazione, 
  • i dati del legale rappresentante, 
  • la pec certificata 
  • le modalità di svolgimento del servizio.

Bitcoin e l’orientamento europeo

Nel 2020 l’Unione Europea ha creato il Digital Finance Package, contenente la proposta di regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), ma che non sarà operativo prima del 2024.

Si tratta di un provvedimento che intende promuovere un framework unitario in tutti i Paesi membri, consentendo ai soggetti che vengano autorizzati in uno Stato di poter svolgere l’attività anche negli altri senza dover ottenere nuove autorizzazioni.

La norma definisce i “Crypto-asset Service Provider (CASP)”, cioè i soggetti che forniscono professionalmente servizi collegati alle criptovalute come la custodia e l’amministrazione, le piattaforme di trading, gli exchange (in qualsiasi forma), il collocamento e la consulenza.

(Claudia Cervi)

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