Esiste il furto di energia elettrica? Sì, ed è punito fino a 6 anni di carcere

Che cosa si intende per furto di energia elettrica, come è sanzionato, quando il reato è aggravato, appropriazione indebita o truffa.

Sembra incredibile, ma uno dei reati commessi con maggiore frequenza in Italia è quello del furto di energia elettrica. Complici i prezzi esorbitanti che ha raggiunto il tipo di alimentazione utilizzato con maggiore frequenza, si stanno moltiplicando i casi di persone che decidono di risparmiare allacciandosi in modo abusivo alla rete centrale, oppure di approfittare del contatore di un vicino, magari contando sul fatto che abbia mediamente consumi piuttosto elevati e tardi ad accorgersi della dispersione.

Al di là della evidente questione etica che sconsiglia di appropriarsi di qualcosa appartenente ad altri, anche se si tratta di qualcosa che non possiamo vedere e tenere in mano e che quindi fatichiamo ad associare ai beni mobili, forse prima di imbarcarsi in una impresa del genere è il caso di fare due conti anche in termini di conseguenze legali.

Qui stiamo parlando di un reato, quello di furto, che in poche mosse, quelle che facciamo per alterare il sistema, si trasforma rapidamente nel più grave delitto aggravato. Ma potremmo facilmente scivolare oltre ed arrivare alla truffa.

Cosa è il furto di energia elettrica

Il nostro ordinamento prevede un reato: il furto, che si adatta bene anche al caso di qualcuno che si appropri dell’energia elettrica che non arriva direttamente a casa sua e che non gli viene regolarmente addebitata con una bolletta. Non conta a questo proposito che abbia un contatore modificato, che non lo abbia e neppure che il danno sia a carico della società di distribuzione, di un privato o di un ente pubblico.

Il codice ci dice che chiunque sottrae in modo illegittimo a chi la detiene una cosa mobile e continua a tenerla con lo scopo di trarne un profitto ingiusto è sanzionato con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da un minimo di 154 a un massimo di 516 euro. Perché ci si trovi di fronte a un illecito è necessario trarre un profitto da quello di cui ci si è impossessati, ed essere inoltre consapevoli di quello che si sta facendo.

Un contatore difettoso che registra solo una parte dei consumi non potrà essere considerato come nostro dolo, a meno, che ne siamo consapevoli e ne abbiamo approfittato. La sottrazione deve inoltre essere illegittima. Non è tale nel caso abbiamo ottenuto una autorizzazione anche implicita a collegarci al contatore del nostro vicino.

Il dubbio ci potrebbe venire riflettendo sul fatto che in effetti non possiamo considerare tecnicamente come mobile anche la corrente, che al contrario del gas o dell’acqua non si vede e non occupa dello spazio. In realtà lo dobbiamo fare, allo stesso modo in cui consideriamo anche l’identità come possibile oggetto di furto. In questo caso, poi ci pensa la legge con l’articolo 624 del Codice Penale a precisare che:

“Ai fini della legge penale è considerata cosa mobile anche l’energia elettrica e ogni altra energia che abbia un valore economico.”

Quando il furto di energia elettrica è aggravato

Difficilmente è possibile sottrarre energia elettrica senza commettere una serie di azioni e interventi tecnici più o meno complessi. Questo potrebbe facilmente far diventare il nostro furto aggravato, con conseguenze sia dal punto di vista delle sanzioni applicabili, sia sulla possibilità che sia perseguito d’ufficio senza che ci sia una denuncia da parte della vittima

L’articolo numero 625 del Codice Penale stabilisce che:

“La pena per i fatti previsti dall’articolo 624 è la reclusione da due a sei anni e la multa da 927 a 1.500 euro se il colpevole si introduce o si trattiene in un luogo destinato ad abitazione, usa violenza o mezzi fraudolenti.”

Facile capire dal contenuto della norma che non è poi così difficile commettere uno dei fatti che qui sono elencati; basta essere in compagnia di un paio di amici, ma anche se si è da soli, per esempio introdursi in casa del vicino. C’è poi il termine generico di mezzi fraudolenti che comprende una vasta gamma di comportamenti che hanno lo scopo di eludere la vigilanza, ingannare, distrarre o nascondere.

In realtà la Corte di Cassazione ha previsto anche l’ipotesi che l’aggravante non ci sia applicabile in un caso in cui il ladro non si era neppure curato di nascondere il suo reato. Si era semplicemente allacciato a una rete dall’esterno senza preoccuparsi di occultare in qualche modo il punto di collegamento.  Evidente che in casi del genere la pena è più lieve, ma la possibilità di essere scoperto e denunciato dal proprietario sono più elevate.

Quando non è furto di energia elettrica, ma truffa

Con l’inventario dei possibili reati non ci fermiamo qui. Più sono complicate le macchinazioni messe in atto, più è difficile individuare il furto, maggiori sono gli anni di carcere che rischiamo. Il primo fra questi reati è l’appropriazione indebita che è punita con il carcere da due a cinque anni e la multa da 1.000 a 3.000 euro. Commette questo delitto chi si appropria della cosa altrui di cui abbia a qualsiasi titolo il possesso.

La ragione della maggiore severità sta nel fatto che detenere la cosa di qualcun altro presuppone che non si debba abusare della fiducia di chi l’ha riposta in noi. La giurisprudenza si è orientata nel senso di ritenere che quando la sottrazione avvenga prima del contatore ci sia furto, sarà appropriazione indebita se la manomissione avverrà dopo lo stesso.

Altro possibile delitto è quello della truffa che sanziona con il carcere da sei mesi a tre anni e la multa fino a 1.032 euro chi con artifici e raggiri si impossessa della cosa altrui per trarne profitto. In questa ipotesi è necessario mettere in atto azioni fraudolente. Per esempio, la manomissione del contatore e il conseguente allaccio abusivo rientrano tra queste ipotesi.

Leggi anche: Scovate così le truffe dei finti professionisti

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