Multe stradali fuori dal condono, continua il braccio di ferro tra Governo e Comuni

Continua la polemica tra Governo e Comuni, che vogliono le multe stradali fuori dal condono fiscale previsto dalla Manovra. Ecco il perché

A due settimane dalla fine dell’anno, e con il varo imminente della Manovra di Bilancio, il governo Meloni si ritrova in mezzo ad un’altra polemica, stavolta interna alle amministrazioni.

Molti Comuni sono contrari alla proposta fiscale del Governo, ovvero di stracciare tutte le cartelle esattoriali con importo inferiore a 1.000 euro, perché si creerebbe un grosso problema per gli enti comunali stessi.

Al momento il Governo sembra non voglia cedere su questo punto, anche se recentemente è stato presentato un emendamento che potrebbe invece favorire la presa di posizione dei Comuni stessi.

Multe stradali fuori dal condono, continua il braccio di ferro tra Governo e Comuni

Nella Manovra di Bilancio 2023 il Governo Meloni ha voluto introdurre una specie di “tregua fiscale” per chi ha ancora delle cartelle esattoriali in pagamento.

E’ previsto in Manovra lo stralcio delle cartelle esattoriali solo per quelle con importo residuo inferiore a 1000 euro.

Le cartelle in questione riguarderebbero tutti i debiti fiscali e non, e anche le multe stradali dovrebbero rientrare in questo condono.

Per tale motivo gli enti comunali si sono mostrati preoccupati, visto che un azzeramento delle multe stradali potrebbe portare ad un ulteriore azzeramento dei crediti comunali maturati negli ultimi anni dalla stragrande maggioranza degli enti.

Stando a quanto segnalato da Antonio Decaro, presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), si rischia un crollo delle entrate comunali, già in dissesto a causa dell’attuale buco da 350 milioni di euro.

Sembrerebbe che oltre il 90% dei crediti comunali si compone di multe, IMU, TARI e altre imposte. E la maggior parte dei crediti provverrebbe dalle multe stradali, tutte con importi inferiori a 1.000 euro.

Con un condono del genere, la maggioranza deli enti si ritroverebbe senza più alcun credito, e questo porterebbe a conseguenze nefase per le amministrazioni locali.

Da qui il braccio di ferro tra Governo e Comuni, con questi ultimi in vantaggio, grazie alla una recente bozza di un emendamento, che permette agli enti comunali di applicarsi in maniera diversa con tutti i crediti non fiscali/previdenziali, come ad esempio le multe stradali.

Quali cartelle rientrano nel condono

Al momento la proposta della “tregua fiscale” non è stata ufficializzata, per cui potrebbero esserci delle ulteriori modifiche nel breve periodo.

Ad oggi nel condono previsto dalla Manovra di Bilancio 2023 ci sono solo le cartelle emesse tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, aventi un debito inferiore a 1000 euro.

In altri casi, si dovrà procedere alla rottamazione, facendo richiesta entro il 30 aprile 2023. In tal caso, l’estinzione del debito potrà avvenire senza corrispondere interessi e sanzioni.

Le cartelle in questione sono tutte quelle provenienti da agenzie fiscali (Agenzia Entrate-Riscossione) o da enti previdenziali (INPS e relative casse previdenziali).

Salvo dietrofront del Governo, risulterebbero anche le multe stradali, ma solo per quanto riguarda gli interessi. Non rientreranno invece né nel condono né nella rottamazione i seguenti debiti:

  • i crediti da sentenze di condanna della Corte dei Conti,

  • multe e sanzioni per provvedimenti e sentenze penali.

Di recente si cerca di introdurre nella lista degli esclusi anche l’IVA riscossa all’importazione e le somme dovute per il recupero degli aiuti di Stato.

In alternativa a queste misure, si potrà richiedere sempre la rateazione ordinaria, a seconda delle proprie disponibilità economiche.

Leggi anche: Rottamazione cartelle: meglio la Quater o la rateazione ordinaria? Ecco quale conviene

Quando ci sarà il condono

Contrariamente a quanto previsto in precedenza, il Governo sembra sia puntato ora a rimandare la data di inizio del condono fiscale.

Fino a poco tempo fa, il Governo aveva scelto il 31 gennaio 2023 come data di partenza del condono. Recentemente è stato presentato un nuovo emendamento alla Manovra, in cui si richiede la proroga al 31 marzo 2023.

In pratica tutti coloro che vogliono rottamare o eliminare le proprie cartelle esattoriali dovranno aspettare altri due mesi.

Con questa nuova data si prevede la trasmissione dell’elenco delle quote annullate a marzo 2023, e così il successivo intervento dell’agente della riscossione per l’attuazione dello stralcio, come specifica Open.

Ricordiamo che al momento tutto ciò è assolutamente ufficioso. Non c’è da escludere un ulteriore dietrofront da parte del Governo per quanto riguarda date, tipologie di cartelle, e importi minimi per richiedere l’estinzione.

Leggi anche: Rottamazione e stralcio delle cartelle esattoriali in cinque rate: calendario e scadenze

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