Stop all’aumento delle bollette di luce e gas, l’Antitrust scopre irregolarità

Le modifiche di prezzo delle società di fornitura d’energia sono illegittime, l’antitrust impone lo stop all’aumento delle bollette di luce e gas.

Stop all’aumento di luce e gas: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha dato avvio a sette procedimenti istruttori, emanando altrettanti provvedimenti cautelari.

Obiettivo dell’Antitrust sono le società distributrici di energia elettrica A2A, Acea, Edison, Enel, Engie, Eni ed Hera, vediamo i motivi che porteranno allo stop dell’aumento delle bollette di luce e gas.

Stop all’aumento delle bollette di luce e gas: i rilievi dell’Antitrust

I provvedimenti istruttori dell’autorità garante per la concorrenza e del mercato hanno rilevato irregolarità sulle modifiche di prezzo della fornitura di energia elettrica e gas

La proposta di rinnovo delle condizioni contrattuali andrebbe in contrasto con le regole previste dal decreto aiuti bis.

Secondo il decreto, in vigore dallo scorso agosto, l’efficacia delle clausole contrattuali che modificano il prezzo di fornitura sono sospese a far data dal 10 agosto 2022 e fino al 30 aprile 2023.

Perché le modifiche contrattuali in merito al prezzo della fornitura possano considerarsi legittime, bisognava che le clausole fossero già perfezionate prima che il decreto aiuti bis entrasse in vigore.

Le altre società sanzionate

Oltre alle società distributrici di energia elettrica su menzionate, che rappresentano già l’80% del mercato libero di energia, abbiamo anche i provvedimenti emessi in precedenza per le società E.On, Iren, Dolomiti e Iberdrola.

In questo caso, i provvedimenti cautelari adottati a seguito di procedimento istruttorio, sono successivi all’attività preistruttoria che l’Antitrust ha effettuato nei confronti di ben 25 imprese.

Da questa prima attività, è risultato che quasi la metà delle aziende esaminate aveva evitato di modificare le proprie condizioni contrattuali dopo il 10 agosto 2022, rispettando il dettato normativo del decreto aiuti bis.

Cosa si contesta alle società

Le contestazioni effettuate ad A2A, Acea, Edison, Enel, Engie, Eni ed Hera riguardano diversi punti. In particolare, le società vengono accusate di non aver sospeso le comunicazioni relative alle modifiche unilaterali delle diverse condizioni economiche contrattuali recapitate prima del 10 agosto 2022.

Inoltre, le stesse società hanno anche inoltrato delle proposte di rinnovo dei prezzi di fornitura a carattere peggiorativo, nonché delle proposte di aggiornamento dei contratti, giustificandole con l’avvenuta scadenza delle offerte a prezzo fisso.

Alla società Acea è stata contestata anche l’efficacia relativa alle modifiche unilaterali dei prezzi comunicate prima del 10 Agosto 2022 ma non perfezionate prima di questa data.

Il totale delle comunicazioni effettuate ammonta a ben 7.546.963 di famiglie e imprese, e tra queste 2,6 milioni hanno già determinato l’aumento di prezzo ingiustificato ad altrettanti cittadini italiani.

In seguito ai provvedimenti dell’antitrust, le aziende citate dovranno interrompere immediatamente l’aumento dei prezzi applicato e dovranno ripristinare le tariffe che venivano applicate prima del 10 agosto 2022, oppure mantenere le condizioni economiche più favorevoli.

L’autorità garante dovrà essere informata in merito alle iniziative che le aziende prenderanno per abbassare nuovamente le tariffe.

In ogni caso, entro 7 giorni, le imprese potranno difendersi e l’antitrust potrà revocare o confermare le misure adottate.

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