Mutui, in arrivo nuovi tassi al 6% dopo la stretta BCE, ecco da quando

Dopo la stretta della BCE, sono previsti nuovi tassi d'interesse anche sopra il 6%. Ecco da quando aumenteranno, e quando scenderanno.

C’è molta preoccupazione in merito al nuovo aumento dei tassi d’interesse, e alle sue immediate conseguenze su mutui e prestiti.

La BCE da oltre un anno ha aumentato drasticamente i tassi per ridurre il più possibile l’inflazione, ormai verso l’8% in tutta Europa.

Inevitabile sarà infatti l’aumento del tasso per mutui e prestiti, previsto verso il 6%.

Ma al momento a preoccupare non è tanto il quanto, ma il quando. Oltre ad esserci già delle date in merito all’arrivo del nuovo aumento, abbiamo anche le date relative alla sua riduzione.

Mutui, in arrivo nuovi tassi al 6% dopo la stretta BCE, ecco da quando

Dal 15 dicembre 2022 la BCE ha stabilito un nuovo rialzo dei tassi d’interesse sul costo del denaro. Con un aumento di 50 punti, il tasso passa dal 2% del 27 ottobre al 2,5% del 15 dicembre 2022.

Si tratta del tasso più alto dal 2008, e uno dei pià alti negli ultimi vent’anni.

Potrebbe sembrare una percentuale irrisoria, in realtà questo aumento si ripercuoterà immediatamente su tutto il sistema finanziario e bancario europeo, in particolar modo su mutui e prestiti.

La stessa FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) stima una stangata sui tassi per i finanziamenti verso il 6%, a fronte del precedente aumento al 5% registrato con l’aumento del 27 ottobre.

Come ha dichiarato la stessa FABI al Sole 24Ore:

“se i tassi medi si sono attestati, nel mese di ottobre, attorno a quota 3,2%, […] alcuni intermediari propongono, già oggi, mutui con interessi superiori al 5%.”

Si deduce che, con l’aumento già disposto dal 15 dicembre, i tassi al 6% potrebbero arrivare già da gennaio 2023, a seconda delle offerte disponibili.

E la situazione sarà ancora più difficile per chi ha una particolare tipologia di mutuo: quello a tasso variabile.

Come saranno i tassi dei mutui nel 2023

I tassi sui mutui nel 2023 saranno molto alti a causa della stretta della BCE. Se con l’ultimo aumento i tassi sui prestiti sono arrivati al 3,23%, prima del nuovo rialzo di dicembre il valore dell’Euribor è arrivato al 2,48% per i semestrali, e al 2,05% per i trimestrali.

E questo per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, nel prossimo anno una trappola per tutti i contraenti.

Chi volesse stipulare un mutuo a tasso variabile oggi si ritroverebbe a pagare una rata mensile superiore al 39%.

Addirittura, prima dell’aumento di dicembre, l’Eurirs segnalava una riduzione nei tassi fissi:

  • dal 2,41% al 2,36% per i ventennali;

  • dal 2,02% al 1,95% per i trentennali.

Ma questi prima del 15 dicembre. Si sperava infatti in un migliore scenario per i tassi fissi, ma con l’aumento al 6%, probabilmente l’Eurirs ritornerà a salire nei prossimi giorni.

A prova di questo, sul sito 24 Ore Mutui Online ha già registrato al 16 dicembre i nuovi tassi fissi:

  • i mutui ventennali sono passati dal 2,36% al 2,54%,

  • i mutui trentennali sono passati dal 1,95% al 2,14%.

Leggi anche: BCE rialza i tassi d’interesse: quali saranno le conseguenze per mutui e prestiti

Quando inizieranno a scendere i tassi dei mutui

Nel mese di novembre si supponeva che la riduzione dei tassi dei mutui potesse arrivare già tra la fine del primo e l’inizio del secondo semestre 2023.

Con la recente stretta della BCE purtroppo si dovrà attendere la fine del 2023 per valutare una riduzione dei tassi.

Ma tutto dipenderà dall’inflazione, unico obiettivo di questi continui rialzi. Un sondaggio della BCE stimava una discesa dell’inflazione verso il 5,8%, fino ad arrivare al 2,4% nel 2024.

Già con un’inflazione sotto il 6% la BCE potrebbe cominciare a riportare i tassi verso quote più ragionevoli, e riportare i tassi dei mutui su cifre più accettabili per famiglie e imprese.

Al momento gli unici rimasti “illesi” davanti a questa stangata sono quelli che hanno contratto un mutuo a tasso fisso prima del 2022.

Salvo modifiche unilaterali da parte della banca, non c’è alcun rischio di aumenti per loro. Semmai l’unico rischio ipotetico è nel fatto che il differenziale tra il tasso contratto all’inizio e quello oggi indicizzato non possa venire garantito dal Fondo di garanzia.

Lo stesso segretario della FABI, Lando Maria Sileoni, ritiene indispensabile “che il governo rafforzi economicamente il Fondo statale di garanzia”.

Per il resto, la vita diventerà più difficile per chi vuole contrarlo ora, o si trova con uno a tasso variabile. In questo caso basta aspettare:

“[…] quando i tassi d’interesse caleranno e diventeranno più favorevoli, sarà possibile estinguere il vecchio mutuo con uno nuovo più vantaggioso”

Leggi anche: Migliori mutui a tasso fisso e variabile dicembre 2022

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