Fine dell’accordo Russia-Ucraina, il prezzo del grano è destinato ad aumentare?

La Russia ha preso la decisione di interrompere l'accordo sul grano che era in vigore. Perché l'ha fatto e che cosa succede adesso al prezzo.

La Russia ha preso la decisione di interrompere l’accordo sul grano che era in vigore in questi tempi di guerra. Perché si è arrivati a questa decisione? Che cosa succede adesso? Il prezzo del grano è destinato ad aumentare?

Va subito detto che tra le vittime più immediate di questo stop ci sono i Paesi dell’Africa: una delle regioni a registrare le quote più pesanti di import agricolo dall’Ucraina, il “granaio d’Europa”. Rispondiamo a queste domande nell’articolo.

La Russia decide di interrompere l’accordo sul grano

Partiamo intanto dalla notizia. La Russia ha deciso di non estendere l’accordo sul grano che scadeva nella giornata del 17 luglio. La decisione è stata definita dal Cremlino irrevocabile.

Che cosa comporta questa decisione? Il Cremlino non garantirà più il passaggio sicuro dei rifornimenti di grano ucraino e destinato alle esportazioni attraverso il Mar Nero. L’iniziativa del Mar Nero era stata firmata dai rappresentanti di Russia, Turchia, Ucraina e ONU il 22 luglio 2022. Dal 18 marzo 2023 Mosca ha esteso l’accordo per 60 giorni – fino al 18 maggio, e poi – fino al 17 luglio.

Le pressioni sono su Mosca affinchè riveda la sua posizione temendo una nuova impennata dei prezzi di grano e derivati e una crisi alimentare che andrebbe a colpire soprattutto i Paesi più deboli. Grazie all’accordo, stipulato nel luglio 2022, sono infatti stati esportati attraverso il Mar Nero quasi 33 miliardi di tonnellate di cereali provenienti dall’Ucraina, uno dei più grandi produttori di grano al mondo.

Dove si esporta il grano ucraino

Andando a vedere nello specifico chi sono i principali importatori di grano ucraino, troviamo al primo posto la Cina. Al quarto posto – dopo Spagna e Turchia – c’è l’Italia.

Come macro aree ci sono Europa e Asia Centrale al 48,7%, Asia Orientale e Pacifico 27,4%, Medio Oriente e Nord Africa al 15,2%.

Perché Mosca ha deciso di non proseguire con l’accordo?

Ci sarà il ritiro delle garanzie di sicurezza per la navigazione dei cargo mercantili, la fine del corridoio umanitario marittimo con il mar Nero nord occidentale che torna a essere un’area pericolosa per la navigazione.

L’accordo sul grano ha inciso profondamente sull’andamento dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, il 24 febbraio 2022, i prezzi hanno subìto un’impennata. Poi sono scesi verso maggio 2022, quando sono stati istituiti i primi corridoi di solidarietà che hanno permesso di esportare il grano ucraino. La discesa dei prezzi era poi proseguita a partire dal luglio 2022, quando erano stati siglati gli accordi.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che l’unico modo per

tornare all’intesa è che siano soddisfatte tutte le condizioni dell’accordo. Sfortunatamente la parte relativa alla Russia di questi accordi ancora non è stata attuata, quindi la sua validità è terminata. Per fare ripartire l’accordo la Russia chiede lo stop alle sanzioni sull’export di cereali e fertilizzanti e la riconnessione al circuito Swift della Banca Agricola russa.

Le parole della premier Meloni molto dura contro la Russia

Ha parlato sul tema anche Giorgia Meloni. La premier si è esposta con una nota ufficiale:

La decisione della Russia di interrompere l’accordo del grano è l’ulteriore prova su chi è amico e chi è nemico dei paesi più poveri. Riflettano i leader di quelle nazioni che non vogliono distinguere tra aggredito e aggressore. Usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’altra offesa contro l’umanità.

Zelensky all’attacco: “Export anche senza la Russia”

“L’Ucraina è pronta a mantenere le sue esportazioni di cereali anche senza la Russia“.

Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky.

Anche senza la Russia, tutto deve essere fatto. Non abbiamo paura. La posizione dell’Ucraina è sempre stata e sarà la più chiara possibile: nessuno ha il diritto di distruggere la sicurezza alimentare di nessuna nazione. Se un gruppo di persone da qualche parte al Cremlino pensa di avere il diritto di decidere se il cibo sarà in tavola in diversi paesi: Egitto o Sudan, Yemen o Bangladesh, Cina o India, Turchia o Indonesia… allora il mondo ha l’opportunità di dimostrare che il ricatto non è consentito a nessuno.

“L’Africa ha diritto alla stabilità. L’Asia ha diritto alla stabilità. L’Europa ha tutto il diritto alla stabilità. L’anno scorso, continua Zelensky, come riferisce l’agenzia Agi, il mondo ha intrapreso l’azione giusta per quanto riguarda la minaccia russa alla sicurezza alimentare: insieme a Turchia e alle Nazioni Unite, abbiamo lanciato la Black Sea Grain Initiative. I suoi risultati sono eloquenti: quasi 33 milioni di tonnellate di prodotti agricoli sono stati esportati in 45 paesi. E ho inviato lettere ufficiali al Presidente Erdogan e al Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres con una proposta per continuare l’Iniziativa per i cereali del Mar Nero o il suo analogo in un formato trilaterale, come è meglio. Ucraina, Nazioni Unite e Turchia possono garantire congiuntamente il funzionamento del corridoio alimentare e l’ispezione delle navi”.

Il tentativo di mediazione di Erdogan: “Parlerò con Putin”

Parlerò con Putin per il rinnovo dell’accordo sul grano.

Il timore di un nuovo forte aumento del prezzo del grano è forte e il presidente Recep Tayyip Erdogan di recente rieletto alla guida della Turchia, la cui mediazione fu essenziale un anno fa per giungere all’accordo ha detto che si impegnerà in prima persona per riattivare l’accordo.

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