Secondo le ultime stime fornite dalla relazione annuale del COVIP, il panorama dei fondi pensione mostra rendimenti in calo sul breve termine rispetto al TFR, ma gli iscritti a forme pensionistiche complementari sono in aumento.
Cosa sono i fondi pensione?
quando si parla di fondi pensione si intende strumenti di risparmio di lungo periodo, il cui fine ultimo è l’integrazione pensionistica. Detto più semplicemente si tratta di strumenti finalizzati ad attenuare la differenza tra la pensione pubblica e l’ultimo reddito percepito dal lavoratore.
Generalmente i fondi pensione sono classificati in tre diverse categorie, definite in base a distributore/emittente e sottoscrittori. Qusete tre categorie prendono il nome di Fondi pensione aperti, Piani individuali pensionistici e fondi pensione chiusi.
I fondi pensione aperti sono strumenti aperti a tutti, chiunque può aderirvi indipendentemente dalla categoria lavorativa, compresi liberi professionisti e non lavoratori. Sono solitamente costituiti da istituti bancari, assicurativi, società di intermediazione e società di gestione del risparmio.
I Piani individuali pensionistici, detti anche PIP sono strumenti istituiti esclusivamente da imprese assicurative, e sono sostanzialmente dei contratti di assicurazione sulla vita, a cui è possibile accedere esclusivamente tramite sottoscrizione individuale.
I fondi pensione chiusi o negoziali sono fondi pensione riservati a specifiche categorie di lavoratori. Sono solitamente istituiti da accordi o contratti collettivi di lavoro ed ammettono esclusivamente sottoscrizioni collettive.
Fondi pensione in calo
Secondo gli ultimi dati del Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, le forme pensionistiche complementari hanno accumulato risorse per circa 205,6 miliardi di euro nel 2022, in calo del 3,6% rispetto al 2021.
Secondo il report annuale del Covip, il calo sarebbe dovuto al crollo dei mercati finanziari, sia sul piano azionario che obbligazionario.
Nonostante le difficoltà dei mercati finanziari e il calo dei rendimenti tuttavia, appaiono in aumento gli iscritti a forme pensionistiche contributive, lasciando intravedere scenari positivi per il medio periodo.
Sebbene i risultati del 2022 mostrino un calo dei rendimenti rispetto al 2021, in un analisi di ampio spettro, comparando il dato con i risultati degli ultimi 10 anni, in questo arco temporale infatti i fondi negoziali hanno reso mediamente il 2,4%, i fondi aperti il 2,5% ed i Pip il 2,9%. Nello stesso periodo la rivalutazione del TFR media annuale è stata del 2,4%.
Spostando la lente su un periodo più ampio e comparando i dati con l’ultimo ventennio, i fondi negoziali hanno reso il 2,9%, i fondi aperti il 2,7% mentre il TFR ha subito una rivalutazione annua del 2,5%.
Dai dati del Covip si evince che, solo nell’ultimo triennio, i fondi pensione hanno restituito performance lievemente negative nell’ordine del 4,3%.
Iscritti in aumento
Come anticipato, nonostante il calo strutturale dei rendimenti dovute alle crisi finanziarie e l’aumento dell’inflazione, il numero di iscritti ai fondi pensione risulta in aumento del 5,4% rispetto al 2021.
Sono circa 9,2 milioni gli iscritti a forme pensionistiche complementari, pari al 36,2% degli occupati, che, nel solo 2022 hanno versato contributi a fondi pensionistici complementari per oltre 18.327 milioni di euro, in aumento 3,6% rispetto al 2021.