Taglio dei tassi sui mutui, per alcuni è troppo presto: le previsioni per il 2024

La strategia anti inflazione della BCE sta dando i propri risultati ma è ancora presto per parlare di tagli ai tassi d'interesse.

L’inflazione continua a calare e il target del 2% atteso dalla BCE sembra essere sempre più vicino. Si tratta di un segnale inequivocabile del successo della strategia anti inflazione adottata dalla BCE attraverso una politica monetaria restrittiva che, negli ultimi anni, ha visto un progressivo incremento dei tassi d’interesse. I tassi sono passati dallo 0% di giugno 2022 al 4,5% di novembre 2023 e, con l’avvicinarsi del traguardo, iniziano a circolare le prime tesi e ipotesi su possibili tagli al tasso d’interesse.

Ipotesi e tesi che tuttavia vengono prontamente frenate dalle parole di Luis de Guindos, vicepresidente della BCE che in un recente intervento ha riconosciuto i meriti e traguardi conseguiti in questi mesi dalla BCE ma mette in guardia dai possibili tagli, precisando che è ancora troppo presto per parlarne.

La posizione della BCE

Lo scorso 14 dicembre 2023 la BCE ha tenuto l’ultima riunione dell’anno e, nella conferenza stampa che ha seguito il vertice, sono stati lanciati diversi segnali che, l’era dei rincari è prossima alla fine e potrebbe presto iniziare una fase di taglio dei tassi d’interesse. Più precisamente è stata manifestata la volontà della BCE di ridurre i tassi quanto prima, ma allo stesso tempo, è stato precisato che bisognerà attendere le giuste condizioni economiche per non rendere vani quasi due anni di rincari e sacrifici.

A tale proposito la linea dettata negli scorsi mesi dalla presidente Christine Lagarde risuona ancora come un monito, la BCE è pronta a mantenere i tassi d’interesse sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario.

Nella conferenza stampa del 14 dicembre, la stessa Christine Lagarde ha rimarcato la necessità di agire sulla base dei dati economici reali, del tasso di occupazione e della crescita in Europa, tenendo sempre sott’occhio lo spettro di una possibile recessione che, almeno per il 2023 sembra scongiurata. In quest’ottica, per molti analisti appare evidente come, per almeno un semestre del 2024 l’ipotesi di tagli ai tassi d’interesse è da escludersi.

In altri termini se vi saranno tagli, questi saranno attivati non prima di giugno 2024.

Tesi su possibili tagli al tasso d’interesse

Sui tagli al tasso d’interesse della BCE tuttavia, gli analisti sembrano essere in disaccordo e se da un lato c’è chi attende i primi tagli per il secondo semestre del 2024, dall’altro, voci più ottimistiche puntano sul secondo trimestre.

Le due tesi principali relative all’inizio della stagione dei taglio ai tassi di interesse indicherebbero aprile e giugno come momenti chiave in cui la BCE potrebbe concretamente dare cambiare rotta e avviare una politica monetaria più distensiva.

La posizione di Luis de Guindos

Sul tema dei tagli al tasso d’interesse della BCE è di recente intervenuto anche il vicepresidente della stessa banca centrale Luis de Guindos, il quale ha sottolineato che la politica monetaria restrittiva, messa in campo dalla BCE attraverso un progressivo incremento dei tassi d’interesse, sta facendo ciò che deve, ovvero, abbassare l’inflazione generale nell’eurozona.

Ciò avviene perché, precisa de Guindos “La politica monetaria opera inasprendo le condizioni di finanziamento: tassi di interesse più elevati influiscono sui livelli di attività economica. E quando l’attività economica viene frenata, l’inflazione rallenta.

In altri termini, una politica monetaria restrittiva favorisce il calo dell’inflazione che, nell’ultimo anno è passata dal picco del 10% al 3% circa, avvicinandosi sempre di più al traguardo fissato dalla BCE di un inflazione al 2%.

Ed è proprio il target del 2% a fare da spartiacque tra una politica monetaria restrittiva ed una più permissiva, ma tale obbiettivo non deve solo essere raggiunto, dovrà infatti essere mantenuto nel tempo, affinché le condizioni macroeconomiche per l’Eurozona possano diventare stabili.

Solo quando l’inflazione si sarà stabilizzata sotto il 2% sarà possibile, precisa de Guindos allentare la politica monetaria.

Se da un lato il target del 2% sembra ormai prossimo al raggiungimento, la stabilizzazione dell’inflazione a quei livelli è ancora lontana di conseguenza, ha affermato Luis de Guindos, “è ancora troppo presto per parlare di tagli“.

Quando aspettarci i primi tagli?

Durante un intervista, del 20 dicembre 2024, della rivista spagnola Minutos al vicepresidente della BCE Luis De Guindos, è stato chiesto quando potremmo aspettarci di vedere i primi tagli dei tassi di interesse.

Nel rispondere de Guindos ha rimarcato la linea della BCE ovvero, mantenimento dei tassi d’interesse sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a ridurre l’inflazione sotto il target del 2%. Inoltre, non sarà sufficiente portare l’inflazione al 2% per invertire la rotta ma, bisognerà attendere che i dati sull’economia, sull’occupazione e la crescita nell’eurozona, siano positivi, solo a quel punto, quando i dati saranno favorevoli, si potrà parlare concretamente di tagli al tasso d’interesse della BCE e di inversione della politica monetaria.

Al momento, tali condizioni non sussistono, pertanto, è ancora presto per parlare di tagli.

Recessione tecnica

Lo spettro della recessione continua ad aleggiare sull’Europa, rendendo complicato prendere decisioni a lungo termine e costringendo la BCE a navigare a vista, tuttavia, secondo il vicepresidente della BCE, per il momento “la BCE non si aspetta una recessione tecnica, definita come due trimestri consecutivi di crescita negativa.

Indipendentemente dalla recessione tecnica tuttavia, de Guindos ha precisato che in Europa esiste un problema di crescita strutturale, e che, sia proiezioni della BCE che quelle della Commissione Europea, vedono una crescita molto moderata, intorno all’1% almeno fino al 2026. Tali livelli, ha sottolineato de Guindos, “sono bassi perché la produttività sta migliorando a malapena.

Accordo sulle regole fiscali

L’intervista di De Guindos alla rivista Minutos ha visto anche alcune domande relative agli accordi sulle regole fiscali recentemente raggiunti nell’Unione Europea. Su questo punto il vicepresidente della BCE ha dichiarato nonostante i mercati siano calmi ed i tassi di interesse sul debito sovrano sono in calo, questo scenario appare ancora fragile e potrebbe cambiare con tempistiche relativamente brevi a causa della poca crescita, politica monetaria restrittiva e rischi geopolitici nell’eurozona.

Ne consegue, precisa De Guindos che “è molto importante disporre di un quadro chiaro di regole fiscali comuni. Accogliamo con favore il fatto che ci sia un accordo perché ciò riduce l’incertezza nei mercati“.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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