Accertamento, controlli e verifica fiscale: qui la differenza: la spiegazione definitiva

L'Agenzia delle Entrate periodicamente può effettuare dei controlli fiscali di vario tipo. Ecco qual è la differenza tra accertamento, controlli e verifica.

L’Agenzia delle Entrate ogni anno può decidere di effettuare dei controlli fiscali specifici, in particolare sulle tasse che sono state versate o meno dai contribuenti, ovvero da cittadini e lavoratori.  Anche le imprese e le società di divero tipo devono provvedere ogni anno a versare un certo quantitativo di tasse allo stato, e questo denaro viene poi redistribuito per i servizi pubblici e altri tipi di iniziative. Trattandosi di un obbligo di legge, i cittadini sono tenuti a versare una certa quantità di tasse ogni anno.

In caso contrario, si può incorrere in multe e sanzioni di diverso tipo, che provocano un aumento del pagamento da effettuare. Il fisco può condurre verifiche, controlli e accertamenti fiscali su diversi pagamenti: sull’IMU versata da chi possiede immobili, sull’IRPEF pagata dai lavoratori, sulle tasse a carico delle imprese e così via. Ma qual è la differenza tra i vari acceratmenti fiscali? Chiariamo il dubbio una volta per tutte. 

Differenza tra accertamento, controlli e verifiche fiscali: il ruolo della Guardia di Finanza

Vediamo prima di tutto quali sono le verifiche fiscali condotte dalla Guardia di Finanza. Queste verifiche hanno l’obiettivo di contrastare atti illeciti o frodi di tipo fiscale. In questo caso le verifiche si rivolgono in modo specifico alle imprese, ovvero si concentrano sulle tasse pagate dalle aziende italiane.

Questo significa che le imprese devono essere preparate ai controlli, e su richiesta sono tenute a mostrare diversi documenti per confermare di essere in regola con le normative italiane. Va tenuto presente che la Guardia di Finanza può intervenire con queste verifiche presso locali commerciali solamente se ci sono delle esigenze specifiche.

La Guardia di Finanza deve quindi avere un ordine di accesso specifico per intervenire, informando l’imprenditore sui propri diritti e doveri, e redigere un apposito verbale per la verifica. La Guardia di Finanza si avvale di alcune check list per verificare che siano rispettati diversi parametri specifici per l’impresa.

Le verifiche quindi vanno a confermare che sia tutto in regola: che le normative fiscali vengano rispettate, vengono verificati aspetti specifici del reddito di impresa, oppure del lavoro autonomo, e così via. I controlli vengono effettuati sia da un punto di vista contabile (che verifica la conservazione obbligatoria dei documenti fiscali) sia sostanziale (che verifica il corretto versamento delle imposte).

I controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate

Quando si parla di controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate, in genere si fa riferimento a tutte quelle azioni intraprese dal fisco per limitare l’evasione fiscale, e per accertare tramite sistemi interni, che i contribuenti abbiano versato correttamente le imposte dovute.

A differenza delle verifiche fiscali, i check dell’Agenzia delle Entrate possono andare in diverse direzioni:

  • verificare il corretto versamento delle tasse sul reddito, da lavoro dipendente o autonomo;
  • verificare la sussistenza dei requisiti per l’accesso a bonus fiscali, come ad esempio quelli per l’edilizia;
  • verificare la sussistenza dei requisiti per accedere a detrazioni e deduzioni fiscali;
  • controllare il corretto versamento di tasse annuali, come l’IMU o altre tasse comunali e regionali;
  • controllare che il contribuente abbia dichiarato correttamente i propri guadagni.

In quest’ultimo caso, l’Agenzia delle Entrate può intervenire incrociando i dati tra quelle che sono le spese del contribuente e quelli che sono gli effettivi guadagni. Tuttavia può intervenire in questo modo, con appositi strumenti informatici, solamente nel caso in cui sia stato riscontrato un rischio di evasione fiscale.

Cos’è l’avviso di accertamento, le differenze con le altre tipologie di controllo

Successivamente al momento in cui l’Agenzia delle Entrate applica dei controlli sul versamento corretto delle tasse, può decidere, se i conti non tornano, di inviare un avviso di accertamento, così definito dalla stessa Agenzia:

“E’ l’atto mediante il quale l’ufficio notifica formalmente la pretesa tributaria al contribuente a seguito di un’attività di controllo sostanziale.”

Ogni avviso di accertamento recapitato al cittadino (solitamente tramite posta) contiene una richiesta di pagamento di una tassa non versata, o una somma il cui pagamento è in ritardo. La motivazione è sempre presente in questo documento, in modo che il cittadino possa eventualmente difendersi in caso di errori.

Un primo avviso di accertamento generalmente è di tipo bonario, ovvero il fisco richiede il saldo spontaneo del debito contratto. Tuttavia se il ritardo continua, il debito può scaturire in una cartella esattoriale, che contiene sia la somma da pagare, sia la sanzione correlata, ed eventuali interessi.

Se ancora il pagamento non avviene, il fisco può anche intervenire con azioni di riscossione, e nei casi più gravi al pignoramento, per recuperare le somme dovute.

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