Assegno unico e assegno al nucleo familiare: le differenze!

L'Assegno unico familiare un nuovo contributo per il sostegno di famiglie con figli a carico: le differenze con l'assegno al nucleo familiare.

Assegno unico e assegno nucleo familiare, la nuova misura rivoluzionaria nel campo degli aiuti a famiglie con figli a carico andrà a sostituire oltre che ad una serie di bonus anche gli ANF.

Una delle principali differenze per cui le due tipologie di assegni differiscono sono il parametro di riferimento in base al quale viene calcolato l’importo.

Se per l’Assegno unico bisognerà far riferimento all’ISEE corrente, per gli ANF si doveva tenere conto del reddito.

Altra differenza di cui tener conto è rappresentata dal fatto che l’Assegno unico verrà erogato per figli a carico fino all’età di 21 anni, non accadeva così per l’ANF che si fermava al compimento della maggiore età.

Cambiano anche le modalità di pagamento, insomma la nuova misura voluta dal Governo Draghi sembrerebbe realmente innovare il panorama legato ai bonus per le famiglie.

Con l’Assegno unico oltre a fare ordine fra i vari aiuti, che verranno assorbiti in un unico grande contributo, saranno facilitate anche le modalità per poterlo ottenere.

La responsabilità per quanto riguarda i pagamenti così come avveniva per l’ANF resterà dell’Inps.

Le differenze dunque tra assegno unico e assegno al nucleo familiare sono molte andiamo a mettere a confronto requisiti e regole in modo da togliere qualsiasi dubbio a riguardo rendendo il quadro quanto più chiaro possibile.

Per chi fosse interessato al tema di seguito un video pubblicato sul canale You Tube di Luigi Melacarne in cui vengono sintetizzate le differenze tra Anf e Assegno unico.

Assegno unico: come funziona e a chi spetta

L’assegno unico universale è un nuovo aiuto rivolto a tutti quei nuclei familiari con figli a carico erogato fino al compimento del 21esimo anno di età.

L’importo varierà a secondo dell’ISEE presentato nel momento della domanda oltre che alla numerosità del nucleo familiare.

L’assegno che potrà variare da un minimo di 50 euro ad un massimo di 175 euro al mese per figlio potrà anche essere oggetto di alcune maggiorazioni.

Da segnalare quella per chi ha a carico figli disabili, in questo caso oltre ad aver diritto ad un importo più elevato si continuerà a percepire il contributo a tempo indeterminato ovvero anche dopo i 21 anni.

L’aspetto più innovativo per quanto riguarda l’Assegno unico è sicuramente rappresentato dal principio di universalità della misura.

In pratica è stato pensato sostenere la genitorialità e la natalità, e universale in quanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico.

E quando scrivo tutte significa anche capi famiglia disoccupati o ad autonomi e P.Iva. 

Di seguito andrò ad elencare tutti quei casi in cui si avrà diritto a ricevere il contributo previsto dall’Assegno unico che sono:

  • per tutte le nuove nascite a partire dal settimo mese di gravidanza fino al raggiungimento dei 18 anni;

Successivamente per continuare ad aver diritto a ricevere il contributo dai 18 ai 21 anni il figlio dovrà rientrare in una di queste categorie:

  • studente iscritto ad un corso universitario o di formazione professionale;
  • impegnato in un tirocinio lavorativo non retribuito o anche retribuito ma con un reddito complessivo non superiore agli 8mila euro annui;
  • sia regolarmente iscritto presso un centro dell’impiego alle liste di disoccupazione;
  • sia impegnato nello svolgere il servizio civile.
  • figli con disabilità, in questo caso verrà cancellato il limite della soglia di età (21 anni) e si avrà il diritto a ricevere il contributo a tempo indeterminato.

L’assegno al nucleo familiare va in pensione, ma come funziona?

L’ANF o assegno al nucleo familiare è un contributo economico con l’obbiettivo di sostenere famiglie con figli a carico fino all’età di 18.

Nello specifico avranno diritto all’ANF tutti quei nuclei familiari composti da:

  • lavoratori dipendenti impegnati nel settore pubblico o privato;
  • pensionati ex dipendenti
  • percettori di NASPI, lavoratori in cassa integrazione, in malattia o che stiano percependo altre tipologie di ammortizzatori sociali.

Avranno diritto al contributo anche famiglie in cui i genitori risultano essere separati, divorziati o in quei casi in cui i coniugi siano uniti da unioni civili.

Da specificare che in caso di coniugi separati o divorziati l’assegno verrà assegnato in base ad un accordo tra le parti che nel momento in cui venisse a mancare, comporterebbe l’assegnazione del contributo al genitore affidatario.

Uno dei limiti dell’ANF colmato dall’Assegno unico familiare è rappresentato dal fatto che molte categorie di contribuenti sono state escluse da questo aiuto oltre che ad altre forme di bonus come le detrazioni fiscali o il bonus mamma domani, mi riferisco a tutti:

  • gli autonomi e liberi professionisti in possesso di P.Iva;
  • disoccupati che hanno finito di percepire qualsiasi forma di ammortizzatore sociale regolarmente iscritti alle liste ANPAL.

Per anni le famiglie con figli a carico appartenenti alle categorie sopra elencate sono state penalizzate non avendo diritto a nessun contributo economico.

Finalmente con l’Assegno unico tutti avranno finalmente diritto ad aiuti che contribuiranno a crescere i propri figli più serenamente.

L’ANF e le detrazioni continueranno ad essere erogate anche durante il primo trimestre 2022 fino a quando la nuova misura non entrerà a regime.

Assegno unico e assegno al nucleo familiare: le differenze

Concentrandoci sugli importi ci accorgiamo che le due tipologie di assegni differiscono anche per le modalità di pagamento.

Nel caso dell’ANF i parametri che ne determinano la cifra dell’assegno sono tipologia e numerosità del nucleo familiare oltre che al reddito IRPF dichiarato al lordo delle detrazioni d’imposta, degli oneri deducibili e delle ritenute erariali.

I redditi ai quali fare riferimento sono quelli dell’anno solare precedente al 1° luglio di ogni anno e che hanno valore fino al 30 giugno dell’anno successivo.

In pratica se la domanda per l’ANF riguarda i periodi compresi nel primo semestre, da gennaio a giugno, i redditi di riferimento sono quelli conseguiti due anni prima. 

Nel caso invece i periodi sono quelli compresi nel secondo semestre, da luglio a dicembre, i redditi da dichiarare sono quelli conseguiti nell’anno precedente.

Diverso il discorso per quanto riguarda l’Assegno unico universale, in questo caso i parametri intorno ai quali verrà determinato l’importo del contributo saranno:

  • la numerosità del nucleo familiare;
  • l’ISEE dichiarato nel momento della richiesta.

Si partirà da un importo minimo di 50 euro al mese per figlio che verrà assegnato a famiglie che non presenteranno l’ISEE o con un ISEE maggiore di 40mila euro.

La cifra massima spetterà a chi presenterà un ISEE inferiore ai 15mila euro, in questo caso l’importo dell’assegno raggiungerà i 175euro per figlio.

Maggiorazioni previste per nuclei familiari a partire dal terzo figlio o con figli disabili.

Importantissimo per rispondere alle numerose domande, la maggiorazione che spetterà nel caso l’importo dell’Assegno unico dovesse risultare minore a quanto si percepiva con la somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo Familiare e delle detrazioni fiscali medie.

Assegno unico: tutti i bonus famiglia riuniti in un unico contributo

A partire da Marzo dunque tutto il sistema di aiuti familiari in vigore fino al 31 dicembre 2021 sparirà per far spazio all’Assegno unico universale.

Un contributo che verrà assegnato a tutte le categorie di nuclei familiari con figli a carico fino all’età di 21 anni.

Tutti i vecchi bonus (bonus bebè, bonus mamma domani, ANF), spariranno, più precisamente verranno assorbiti sotto un unico contributo.

L’unico a resistere che sarà confermato anche per l’anno 2022 è il bonus asilo nido.

Nessun cambiamento anche per i percettori del Reddito di cittadinanza che non subiranno alcuna riduzione del sussidio ed avranno diritto a ricevere l’Assegno unico automaticamente senza nenanche il bisogno di effettuare la domanda.

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