Come funziona la cessione del credito? Spiegato semplice con caso pratico

La cessione del credito è una possibilità molto interessante, soprattutto per chi beneficia del Superbonus 110%: ecco qualche esempio pratico.

L’Agenzia delle Entrate concede due possibilità per usufruire in maniera più agevole dei bonus edilizi, su tutti del Superbonus 110%. Si tratta della cessione del credito e dello sconto in fattura. In questo articolo ci concentriamo sulla prima: come funziona, come va richiesta e soprattutto vedremo qualche esempio pratico.

Infatti, la cessione del credito è un’opportunità molto interessante ed effettivamente conveniente, ma purtroppo non chiarissima a molti cittadini e in molti casi ritenuta troppo “tecnica”. Tanti sono infatti i documenti da fornire, i requisiti da rispettare e le condizioni da tenere in considerazione.

Non è raro, infatti, che i cittadini scelgano direttamente di non beneficiare dei bonus piuttosto che incappare in problemi e burocrazia, finendo poi per sostenere le spese di tasca propria. Il rischio, se non è tutto svolto come da regolamenti, è quello di dover sborsare la cifra dei lavori edilizi e spesso non si tratta di noccioline, anzi.

Proviamo allora a comprendere meglio cos’è la cessione del credito in maniera semplice, come funzione e di conseguenza anche qualche esempio pratico. Il primo suggerimento, a prescindere da tutto il resto, è sempre quello di rivolgersi ad un professionista che possa accompagnarvi lungo tutto l’iter di richiesta e attivazione di un bonus edilizio, a maggior ragione se si tratta del Superbonus 110% che è certamente il più complesso.

Detto ciò, addentriamoci nella cessione del credito, nonostante alcuni aspetti possano cambiare nel corso del tempo in termini di limiti e condizioni, e capiamo finalmente cosa significa usufruirne.

Cos’è la cessione del credito? Spiegato semplicemente

In parole semplici, la cessione del credito non è altro che la cessione, appunto, di quanto maturato nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, cioè in sostanza di quanto il Fisco ci dovrebbe restituire. I bonus edilizi funzionano infatti in questo modo: Tizio sostiene la spesa per i lavori oggetto di Superbonus e successivamente lo Stato, se è tutto in regola, restituisce la cifra spesa (o la percentuale prevista) spalmata su cinque anni o dieci anni.

In genere si tratta di dieci anni, ma per esempio il Superbonus ne prevede solo cinque. La cessione del credito permette quindi di anticipare questa somma in un’unica soluzione immediata, ma naturalmente dietro il pagamento di interessi. Nonostante gli interessi, la soluzione resta conveniente praticamente sempre.

Ma a chi si cede il credito? Le opzioni sono sostanzialmente tre: fornitori di beni o servizi necessari alla realizzazione dell’intervento; terzi (soggetti privati come altri condomini, società, enti o professionisti); istituti di credito o intermediari finanziari.

Possiamo certamente dire che la terza casistica è di gran lunga la più comune. L’unico aspetto che manca prima di dedicarci agli esempi, riguarda i bonus con cui si può usufruire della cessione del credito. Anche in questo caso consultare un professionista prima di realizzare i lavori è fondamentale, ma allo stato attuale sono i seguenti:

  • recupero del patrimonio edilizio;
  • efficienza energetica;
  • adozione di misure antisismiche;
  • recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Esempi pratici cessione del credito: ecco come funziona

L’esempio pratico potrebbe essere semplicemente uno, ma proviamo a comprendere tutte le casistiche più comuni. Il primo riguarda il Superbonus 110%, così d’interesse in quanto permette di recuperare l’intera spesa a fronte di un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio interessato.

Se questa condizione si realizza, è necessario fornire tutti i documenti (visto di conformità e asseverazione) e poi verificare la possibilità di usufruire della cessione del credito. Ciò significa che a fronte di una spesa di 50.000 euro, naturalmente a titolo di esempio, la detrazione prevista sarebbe pari a 11.000 euro l’anno per cinque anni (ricordiamo che è al 110% quindi si riceve più di quanto si è speso).

Cosa significa detrazione? Significa che se il soggetto proprietario ha tasse da pagare per 20.000 euro, riceverà uno sconto di 11.000 euro a titolo di detrazione per i lavori effettuati e dovrà saldare solo la differenza pari quindi a 9.000 euro.

Nel caso di cessione del credito, invece, il soggetto si ritrova nella situazione di ricevere immediatamente il 110% dei lavori realizzati meno la percentuale trattenuta dall’ente che si accolla il credito. Generalmente si tratta di un 8% circa, il che significa che: l’ente ottiene un potenziale guadagno di 4.400 euro, mentre il soggetto riceve immediatamente 50.600 euro. Naturalmente, il pagamento delle tasse avverrà normalmente senza alcuna detrazione.

Se vuoi saperne di più circa il Superbonus, ti suggeriamo questo articolo: “Superbonus 110, ultime notizie: tutte le novità fino al 2023“.

Esempio pratico cessione del credito in caso di bonus facciate

Come già chiarito in precedenza, l’obiettivo di questo articolo non è entrare nelle specifiche tecniche, ma fornire un esempio di cosa comporta la cessione del credito. Il caso di bonus facciate è diverso dal Superbonus semplicemente per una questione di percentuale di detrazione, pari non più al 110 ma “solo” al 60%.

In questo caso, immaginiamo una spesa sostenuta pari a 50.000 euro per il rifacimento della facciata esterna della struttura. Il bonus ammonterebbe quindi a 30.000 euro, mentre i restanti 20.000 sono a carico del proprietario. Il bonus spalmato su dieci anni permetterebbe quindi di ottenere una detrazione sulle tasse pari a 3.000 euro l’anno.

In caso di cessione del credito, ancora una volta ipotizzando una procedura portata correttamente a termine, si otterebbe immediatamente la somma scontata degli interessi, per ipotesi ancora al 8% (possono essere anche inferiori), per un ammontare pari quindi a 27.600 euro.

In questo secondo caso è evidente che il soggetto non riesce a recuperare l’intera spesa, mentre con il Superbonus ciò avveniva, ma il vantaggio è quello di ottenere la liquidità immediata che può comunque esser ritenuto conveniente anche al netto della commissione. Naturalmente ogni soggetto, alla luce del funzionamento della cessione del credito, può scegliere la soluzione più adatta alle sue esigenze.

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