Dichiarazione dei redditi, ecco chi non paga l’Irpef

Sono 13 milioni i contribuenti che non pagano l'Irpef: è il dato più eclatante che emerge dall'analisi della dichiarazione dei redditi degli Italiani.

Sono 13 milioni i contribuenti che non pagano l’Irpef: è il dato più eclatante che emerge dall’analisi della dichiarazione dei redditi degli Italiani. A scattare questa fotografia ci ha pensato il Ministero dell’Economia e delle Finanza, che ha analizzato il periodo d’imposta 2020, per il quale si è dovuta presentare la dichiarazione dei redditi nel corso del 2021. Il periodo analizzato, come ben ricorderanno molti nostri lettori, è quello caratterizzato dal Covid 19, che ha letteralmente messo in ginocchio l’economia italiana. Ne hanno risentito direttamente i contribuenti e, di conseguenza, le tasse che questi dovevano pagare. Primo fra tutti l’Irpef.

Questa fotografia mette in risalto molti chiaroscuri della dichiarazione dei redditi: sono 13 milioni le persone che non hanno versato l’Irpef. Lo stesso numero di contribuenti ha avuto diritto al cosiddetto bonus Renzi, trasformatosi poi in bonus Irpef.

Effetto Covid sulla dichiarazione dei redditi e sull’Irpef

Come abbiamo anticipato, l’effetto Covid 19 si è fatto sentire pesantemente sulla dichiarazione dei redditi e sui pagamenti Irpef dei contribuenti. I dati hanno messo in evidenza come sia calato il reddito medio, che ha coinvolto i redditi d’impresa, quelli da lavoro autonomo e da lavoro dipendente. Condizionati anche i proventi derivati dalle partecipazioni. A rimanere immuni dalla pandemia è stato unicamente il reddito medio da pensione, che ha, in qualche modo, beneficiato del meccanismo innescato da Quota 100.

Nel corso del 2020 sono stati 31,6 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi: in questo numero sono compresi sia il Modello 730 che quello Redditi Persone Fisiche. Sono stati, invece, 9,6 milioni i contribuenti che non sono stati obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Sono comunque molti gli aspetti che devono essere tenuti in considerazione, prendendo in esame i dati delle varie dichiarazioni dei redditi, che sono state presentate nel corso del 2021 e riferite all’anno d’imposta 2020. Proprio nel corso di quest’ultimo anno, il Pil è calato del 7,8% in termini nominali e 9% in termini assoluti. Sono stati 41,2 milioni i contribuenti che hanno provveduto ad assolvere l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, in maniera diretta o appoggiandosi su qualche intermediario.

Irpef e tasse da pagare: numeri che cambiano

Affermare che il Covid abbia condizionato pesantemente l’Irpef da pagare è scontato. Nel corso del 2020 il numero dei contribuenti è calato di 345.000 unità, registrando un -0,8% rispetto l’anno precedente. Tra i soggetti obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi, la torta è stata suddivisa come segue:

  • il Modello730 è stato utilizzato da 22,6 milioni di persone fisiche;
  • il Modello Redditi Persone Fisiche è stato utilizzato da 9 milioni di contribuenti;
  • non sono stati obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi 9,6 milioni di persone, ma hanno fornito i propri dati indirettamente attraverso la certificazione unica, compilata dai sostituti d’imposta.

Partendo da questi numeri è necessario prendere in considerazione alcuni dati. Uno di questi è la distribuzione del carico fiscale, che può essere analizzato prendendo in considerazione le classi di reddito. I dati più salienti sono:

  • almeno il 26% dei contribuenti ha provveduto a dichiarare il 4% dell’Irpef totale. Rientra nella fascia di reddito dei 15.000 euro;
  • il 70% dei contribuenti ha dichiarato il 67% dell’Irpef totale e si colloca nella fascia di reddito compresa tra i 15.000 ed i 70.000 euro;
  • il 4% dei contribuenti ha dichiarato il 29% dell’Irpef totale e si colloca nella fascia di reddito con più di 70.000 euro.

Uno degli altri dati a cui è necessario prestare attenzione è che 12,8 milioni di contribuenti non versano l’Irpef. Di questi, 10,4 milioni hanno un’imposta netta pari a zero: sono contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione o la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni. Una parte è inoltre costituita da contribuenti che hanno visto compensata l’imposta netta dagli importi del bonus Renzi, che dal 1° luglio del 2020 è diventato il bonus Irpef.

Irpef: un totale di 159,3 miliardi di euro

Nel 2020 è stata dichiara un Irpef totale per 159,3 miliardi di euro, registrando un calo del 3,5% rispetto al 2019. L’imposta netta, al netto di tutti gli effetti positivi derivati dal bonus Irpef, è stata mediamente pari a 5.250 euro. A dichiararla sono stati 30,3 milioni di soggetti, che costituiscono il 74% dei contribuenti. Sono dati che ci fanno capire come i vari lockdown e le chiusure imposte per contenere la diffusione del coronavirus hanno pesantemente condizionato gli Italiani. E ne ha risentito anche lo Stato nel momento in cui doveva incassare le tasse.

A pagare dazio alla pandemia sono principalmente i redditi medi, eccetto quelle delle pensioni, che hanno registrato un incremento del 2%. I cali sono stati registrati principalmente da:

  • redditi d’impresa: calo dell’11%;
  • redditi da partecipazione: -10%;
  • redditi da lavoro autonomo: calo dell’8,6%;
  • redditi lavoro dipendente: -1,6%.

Le dichiarazioni dei redditi dell’anno d’imposta 2020 registrano anche gli effetti del meccanismo di Quota 100 che ha contributo all’aumento dei pensionati, oltre 58 mila con un aumento dello 0,4 per cento.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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