Ultime novità sulla fattura elettronica 2022: cosa cambia?

Nel nostro Paese la fattura elettronica è ormai vincolante. Ma andiamo a vedere quali saranno le novità in tema a partire dal 2022. Eccole.

Nel nostro Paese la fattura elettronica è ormai vincolante. L’obbligo abbraccia le partita Iva. La decisione da un lato agevola le verifiche fiscali dall’altro segue la linea imposta dall’UE.

Vi sono stati alcuni cambiamenti, altri ne arriveranno. Nel 2022 vi è ancora qualcuno che può dirsi esente?

Importante è la questione della transizione digitale. A esserne consapevole anche il nostro Esecutivo. Un discorso portato avanti anche all’interno del contesto del Recovery Fund. L’Italia si sta “digitalizzando” in svariati settori. Il lavoro, la scuola, ma anche il fisco.

A muoversi in questa direzione è la legge di bilancio per il 2022. Il nostro Esecutivo ha deliberato per la digitalizzazione fiscale. L’intervento si rivolge ad aziende, imprenditori e liberi professionisti ella penisola. La fattura elettronica, in talune circostanze vincolante, dovrà dissuadere il pericolo di evasione fiscale, ottimizzando le verifiche in una prospettiva di complessiva digitalizzazione di ciascun comparto lavorativo del paese.

Una transizione digitale, per l’appunto, coadiuvata dall’obbligo di fattura elettronica, per tutte le partita IVA, nel corso del triennio che parte dal 2022.

Nella fattispecie proveremo a capire il funzionamento della fatturazione elettronica, ma soprattutto come mettersi a norma e i cambiamenti attesi per quest’anno. 

Fattura elettronica e regime forfettario, capiamone di più con un video caricato sul suo canale youtube da Carlo Alberto Micheli:

Fattura elettronica: vita, morte e miracoli

Una compilazione completamente online, questa in breve la natura della fattura digitale. Questo procedimento permette di serbare digitalmente le relative ricevute. Un archivio digitale che consente l’eliminazione del sussidio cartaceo. 

La creazione passa per l’utilizzo di software ad hoc. In tante occasioni sono predisposti in maniera gratuita. La fattura vien così generata in formato XML, il solo riconosciuto e certificato per il sistema fiscale italiano. 

Per riuscire nella fatturazione sarà necessario seguire specifici passaggi. È fondamentale che le fatture seguano un iter di diciture e formati che sia il medesimo. 

Innanzitutto occorrerà inserire le informazioni anagrafiche di chi dovrà emetterla, poi del ricevente. In più, l’annessa partita IVA e gli altri elementi di fatturazione. Lo stesso procedimento dell’era cartacea.

La rivoluzione consta nella celebre firma digitale. Un sigillo che si pone tramite apposito software. La firma digitale, sicura e certificata, si rivela in tutta la sua funzionalità.

Questo sistema agevola l’interazione tra il cittadino e l’Agenzia delle Entrate. Il suo valore è il medesimo della sua cugina cartacea. Il suo acquisto, attuabile su diversi siti, avviene sia in prassi permanente sia temporanea. Si potrà utilizzare come tipologia di riconoscimento il proprio SPID o al Carta d’Identità Elettronica. 

Una volta firmato digitalmente il documento si potrà procedere all’inoltro al destinatario della fattura. Il trasferimento avverrà tramite il sistema di Interscambio. Concepito dall’Agenzia delle Entrate, si presenta come intermediario digitale tra il fornitore e il ricevente.

Andate a buon fine le verifiche di rito l’atto viene ricevuto in via definitiva dal ricevente. Il mittente riceverà la conferma dell’avvenuta consegna. 

Il digitale che sfida la carta, come cambia la fattura

Il contenuto è quasi invariato, a variare è invece la stesura della fattura. La differenza tra fattura elettronica e fattura cartacea consta in due punti. Innanzitutto la compilazione viene affidata a un apparecchio digitale (smartphone, tablet, pc). In seguito occorrerà trasmetterla unicamente a mezzo elettronico. L’invio al destinatario avviene tramite il già citato sistema di interscambio (Sdl).

AL Sdl spetta una duplice attività. In primis si accerta che la fattura includa ciascuno degli elementi necessari alle finalità fiscali. In un secondo momento appura che la partita iva del mittente sia esatta (medesimo discorso per quella del destinatario.

Verificata la correttezza di tutti i passaggi precedenti, il sistema potrà anche spedire una ricevuta di buon esito al mittente. In questo modo si conosceranno giorno e ora della consegna della fattura.

Altro cambiamento consta nella firma digitale, che permette di restituire ciascun documento compilato online ufficiale e autorizzato. L’avvalersi a questa tipologia di firma supporta le verifiche di natura fiscale e agevola una migliore garanzia della privacy rispetto alla compilazione delle fatture elettroniche. 

Gli elementi obbligatori da riportare sul documento rimangono invariati. I dati coincidono con quelli che erano segnati in cartaceo, con la sola differenza del dato della Pec alla quale la fattura sarà recapitata. 

Ancora vigente l’opportunità della fattura elettronica differita (come ai tempi del cartaceo). Del resto, si può programmare la fattura differita entro le prime due settimane del mese seguente rispetto a quello in cui è stata effettuata l’operazione.

Un’operazione immaginabile solo a patto che nell’attimo in cui viene effettuata l’operazione il mittente sia in grado di concedere al destinatario un atto di trasporto o qualsiasi documento che possa certificare l’azione. 

Fattura elettronica: le novità che ci aspettano per il 2022

Ciascuna delle scelte alle quali abbiamo fatto riferimento hanno un solo obiettivo: l’intento di mettere sul banco un numero importante di verifiche rispetto al sistema fiscale del nostro Paese. 

Nel nostro Paese non sono mancate, come prevedibile, numerose critiche. Difatti seguiranno nel corso del 2022 nuove misure in differenti ambiti

La prima critica spetta proprio all’obbligatorietà della fattura elettronica. Il vincolo potrebbe essere rimosso, anche se più probabile si chieda all’Agenzia delle Entrate di non immagazzinare più le diverse fatture che sono inviate. Del resto il decreto legislativo 127/2019 prevede che l’agenzia delle entrate possa archiviare ciascun documento inoltrato. Il tetto massimo equivale a 8 anni dall’invio della fattura.

Una procedura che andrebbe a estendere di molto le verifiche e la privacy rispetto ai dati sensibili, non essendo più registrati e archiviati.

Altra novità. Con ogni probabilità sarà concesso a tutti coloro che sono in possesso di partita IVA di non dover più archiviare le proprie fatture elettroniche per i seguenti 15 anni (oggi un vincolo).

Vi sarà la possibilità di liberarsene alla conclusione dell’anno fiscale. Un’ipotesi che dovrebbe supportare la privacy di ciascun contribuente. Una scelta che andrebbe a semplificare e non poco l’intero iter di archiviazione che è il perno della redazione delle fatture. 

Il 2022, a chi spetterà usare la Fattura elettronica

L’obbligo della fattura elettronica a oggi abbraccia tutti coloro siano in possesso di partita IVA. Si parla di privati, liberi professionisti o società. 

Il 2022 si apre con una assoluta novità. L’obbligo di fattura elettronica è stato allargato anche a coloro che dispongono del regime forfettario, che fino a oggi era stato escluso. Una decisione che è figlia della volontà dell’UE. Un utilizzo allargato a tutti gli stati membri. Sebbene l’obbligo sarà ufficialmente vigente dal 2023, poiché questa novità non si è tramutata ancora in normativa riconosciuta. 

Si ricordi come il regime forfettario nel 2022 identifichi uno dei regimi fiscali suppletivi dell’IRPEF. Coloro che lo utilizzeranno potranno godere di una imposizione fiscale agevolata equivalente al 15%, che puà attestarsi al 5% per ciascuna nuova attività. 

Il requisito essenziale per l’accesso al regime forfettario consta nel disporre di tetto annuo massimo di introiti equivalenti a 65.000 €. 

Il circolo degli esenti 

Stando alla nuova legge di bilancio 2022 e rifacendosi ai cambiamenti in quanto a verifiche fiscali, va detto come la fatturazione elettronica sia prevista dalla legge per tutti coloro siano in possesso di partita IVA. Le eccezioni sono poche. Sebbene l’imposizione targata UE circa l’obbligazione alla fattura elettronica, ancora per il 2022 vi potrebbero essere alcuni esenti.

I soggetti in questioni sono quelli che potremmo includere nel cosiddetto regime di vantaggio, disciplinato dall’articolo 27 comma 1-2, che è stato trasformato in statuto il 15 luglio 2011.

In questo insieme sono incluse tutte quelle persone fisiche che hanno dato il via alla propria attività in un periodo che va dal 31 dicembre 2007 al 31 dicembre 2015.

In questo lasso temporale non devono aver ricevuto corrispettivi al di sopra dei 30.000 € annui, aver beneficiato di altri lavori dipendenti o a progetto, e non devono aver comprato beni strumentali per una stima al di sopra dei 15.000 € annui. 

Altri esenti dall’obbligo di fatturazione elettronica per l’anno 2002 sono quanti si pongano al di sotto del regime forfettario. Non è tutto. In conclusione possiamo indicare una divisione di lavoratori autonomi che fanno parte delle categorie esonerate dalla redazione della fattura elettronica. I soggetti in questione sono i piccoli produttori agricoli.

Loro, del resto, erano anche e in precedenza esentati dalla emissione di fattura cartacea stando all’articolo 34 comma 6, del decreto 633 del 1972. 

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