Fisco: come influisce il redditometro sulle famiglie!

Il redditometro è uno degli strumenti a disposizione del fisco per effettuare controlli, ecco cosa può conoscere dei redditi delle famiglie.

Si torna a parlare nel 2022 di redditometro, uno dei principali strumenti nel fisco per controllare, grazie alla tecnologia, se contribuenti hanno effettivamente versato tutte le imposte sui redditi percepiti. La normativa italiana infatti prevede che in base al fatturato derivato dal proprio lavoro autonomo, oppure in base ai redditi derivati dal lavoro dipendente, vengono applicate una serie di tasse, prima tra tutte l’IRPEF.

Se queste imposte non vengono correttamente versate entro i termini previsti, si può parlare di evasione fiscale. Come riporta Borsaitaliana.it, l’evasione fiscale  si può riscontrare in diverse situazioni, quando viene meno il pagamento delle imposte:

“Con il termine “evasione fiscale” ci si riferisce a tutti quei comportamenti attraverso i quali i cittadini violano le norme di legge al fine di non pagare o pagare meno tasse. L’esempio più tipico di evasione è la somministrazione di bevande e alimenti senza l’emissione dello scontrino fiscale.”

lo Stato nell’ultimo periodo ha introdotto diverse misure con l’obiettivo di introdurre una maggiore trasparenza tra i cittadini e lo stato, in particolare istituendo controlli mirati per evitare fenomeni come l’evasione fiscale.

Il redditometro è uno strumento che negli ultimi anni è stato introdotto per misurare qual è la capacità effettiva di spesa delle famiglie in base ai propri redditi. Vediamo in particolare come funziona il redditometro e quali sono i rischi effettivi di controlli in questo periodo.

Redditometro 2022: di cosa si tratta

Il redditometro è uno strumento che utilizza i dati a disposizione relativi ai redditi delle famiglie e alle spese per ricavare diverse informazioni. Principalmente i controlli sono portati avanti dall’Agenzia delle Entrate, e dalla più recente Agenzia delle Entrate-Riscossioni.

Possono essere effettuati i controlli sia verso i contribuenti lavoratori, dipendenti o autonomi, sia verso pensionati. Il redditometro è uno strumento di accertamento in mano al fisco per poter effettuare dei controlli e prevedere così possibili casi di evasione fiscale.

Per alcuni periodi l’utilizzo del redditometro è stato sospeso, tuttavia è possibile nel 2022 che questo strumento venga utilizzato dal fisco italiano per controllare quali e quante tasse effettivamente sono state versate in base alla capacità reddituale della famiglia specifica.

Il redditometro può attingere a diverse informazioni che riguardano le spese effettuate regolarmente dalle famiglie, e ciò comporta anche la deduzione della capacità di spesa effettiva in base a quanto ha guadagnato.

Lo stato, tramite enti preposti, ha infatti la possibilità di accedere ad una vasta area di informazioni relative ai contribuenti italiani, alle spese e ai redditi percepiti. Con il nuovo redditometro il fisco può incrociare diversi dati per capire se sono presenti fenomeni di evasione fiscale.

In particolare lo strumento del redditometro va a individuare quali sono i casi in cui non vengono effettivamente dichiarati i redditi percepiti, ma per cui questi redditi vengono utilizzati per diverse spese. Si tratta in questo caso di individuare quali sono i soggetti a maggiore rischio di evasione fiscale che verrà poi in un secondo momento accertata in base ai controlli aggiuntivi e più specifici.

Fisco 2022: cosa può sapere attraverso il redditometro

Nel 2022 il fisco può accedere a tutta una serie di informazioni relative a quelle che sono le entrate economiche dei singoli componenti dei nuclei familiari nel territorio italiano, ma anche alle spese effettivamente sostenute dalle famiglie.

Sempre più spesso infatti si parla di trasparenza, quando si prende in considerazione il rapporto tra i cittadini e il fisco, in particolare con le ultime decisioni del governo che rientrano nella riforma fiscale proponendo diverse misure.

La lotta all’evasione fiscale procede anche tramite la riforma del sistema di riscossione, per cui i debiti degli italiani negli ultimi anni hanno appesantito le casse dello Stato, portando ad un accumulo eccessivo di cartelle esattoriali che i cittadini devono provvedere a saldare.

Lo stato nel 2022 può accedere a diverse informazioni anche grazie ai metodi tracciabili di pagamento, sempre più utilizzati e per cui vengono anche istituiti incentivi e misure specifiche.

La lotta all’evasione fiscale passa anche attraverso la riduzione del denaro in contante in circolazione, per cui lo stato ha incentivato in diverse occasioni i cittadini a utilizzare maggiormente strumenti di tracciabilità, come il pagamento tramite bancomat, carte prepagate oppure bonifici bancari e postali.

Una nuova trasparenza nei pagamenti, e nei rapporti che i cittadini hanno con lo stato, porta all’Agenzia delle Entrate e agli enti preposti ad avere maggiori dati a disposizione che riguardano le spese e le entrate economiche degli italiani.

Il redditometro è uno degli strumenti utilizzati per contrastare l’evasione fiscale, e effettivamente verificare che le famiglie versino tutte le imposte e dichiarino tutti i redditi utilizzati per poter sostenere determinate spese.

Risulta facile immaginare che quando un nucleo familiare spende di più di quello che dichiara di guadagnare, ci si trova di fronte ad una incoerenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente guadagnato, per cui possono scattare i controlli del fisco.

Il fisco può controllare i figli attraverso il redditometro

Il fisco può quindi procedere a controllare le entrate economiche e le spese dei nuclei familiari, per individuare eventuali soggetti a rischio evasione. In particolare il redditometro potrebbe portare dei nuovi controlli anche per i figli lavoratori che tuttavia vivono ancora con i propri genitori. Gli enti preposti infatti possono utilizzare il redditometro proprio per verificare quali sono le spese sostenute dai figli e i redditi percepiti.

Di fatto il fisco può andare a ricostruire qual è il reddito di ciascun soggetto del nucleo familiare, in base alle dichiarazioni effettuate ogni anno, e verificare che questi redditi combacino con le spese sostenute per acquistare beni immobili e mobili.

Anche i figli quindi possono rientrare nei controlli quando convivono con i genitori, per cui se il figlio non provvede a dichiarare i propri redditi insieme ai genitori, svolgendo per esempio un lavoro in nero, si possono applicare diverse sanzioni, e anche in questo caso si può parlare di evasione fiscale.

Come riporta Ilgiornale.it, è anche possibile che in famiglia vengano accumulati dei risparmi o vengano effettuate donazioni in denaro. In questo caso anche per i figli può essere necessario dichiarare appositamente questi redditi, nel momento in cui il fisco decide di applicare dei controlli:

“Possono anche esserci stati risparmi o regali da parte dei familiari stessi (nonni, zii, ecc) ma bisognerà verificarlo e dimostrarlo all’Agenzia.”

Il redditometro quindi non esclude la possibilità di andare a verificare quali sono i redditi e le spese effettuate dai figli nel caso in cui questi continuano a vivere con i genitori pur percependo uno stipendio. Questi controlli potrebbero essere quindi anche una modalità per limitare il lavoro nero, ovvero non contrattualizzato, e su cui non si pagano le imposte, ancora molto diffuso all’interno del paese.

Gli strumenti del fisco: non solo il redditometro

Il redditometro è uno degli strumenti che può causare più timori quando si parla di controlli, perché di fatto può incrociare tutti i dati relativi alle entrate e alle uscite di un soggetto o di un nucleo familiare. Tuttavia non si tratta dell’unico strumento di controllo per verificare se le imposte sono state versate, oppure se sussistono degli illeciti.

Lo stato infatti può anche accedere direttamente ai conti correnti dei contribuenti nel caso di controlli specifici, quando sussiste il rischio di evasione. L’attività di controllo viene svolta dall’Agenzia delle Entrate tramite diversi strumenti, come le dichiarazioni dei redditi, le dichiarazioni fiscali, indagini di tipo finanziario o attività di controllo verso le imprese.

Al centro dei controlli infatti non vi sono solamente i nuclei familiari, e i redditi derivati da possibili lavori autonomi o subordinati, ma vi sono anche i fatturati percepiti dalle imprese, che operano con partita IVA e che periodicamente devono contribuire al versamento delle imposte per l’azienda e per i propri dipendenti, oltre ai contributi destinati all’ente previdenziale per le pensioni.

Al centro dei controlli quindi possono esserci sia soggetti privati che aziende, che possono ritrovarsi al pari dei cittadini al centro di una situazione di evasione fiscale. Quando si parla di fisco si può incorrere in diversi illeciti, che si possono categorizzare in questo modo:

Evasione fiscale: si tratta di comportamenti tramite cui cittadini non provvedono al pagamento corretto delle imposte, attuando azioni illecite. In questo caso si parla per esempio di mancata emissione di scontrino fiscale, oppure della mancato versamento di imposte dirette e indirette;

Elusione fiscale: in questo caso si parla di azioni mirate a evadere il fisco senza però violare la legge. Si sfruttano in questo modo alcune carenze nelle normative, oppure si è in presenza di abuso di un diritto;

Frode fiscale: in questo caso si compiono illeciti veri e propri, per cui viene violata una normativa o legge in ambito fiscale. Per esempio si tratta di comportamenti come raggiri o falsificazioni con l’obiettivo di evadere il fisco.

In tutti questi casi sono previste sanzioni e pene di natura pecuniaria, o nel peggiore dei casi anche la reclusione. Gli enti preposti ai controlli fiscali sono quindi autorizzati a utilizzare diversi strumenti, come il redditometro, per accertarsi dell’eventuale violazione compiuta.

Controlli del fisco e privacy

I dubbi principali che sorgono intorno ai nuovi controlli, anche tramite redditometro, riguardano la privacy: il fisco può effettivamente accedere a diversi dati delle famiglie italiane liberamente? Solitamente i dati come i redditi cumulati, le spese effettuate e le informazioni del nucleo famigliare vengono fornite dagli stessi cittadini.

Questo avviene sia tramite dichiarazione dei redditi che tramite pagamenti tracciabili, che, dato che vengono sottoposti alle imposte, possono essere monitorati facilmente. Molte delle decisioni in merito alla riforma della riscossione e agli strumenti in mano allo stato sono stati rallentati proprio per problemi di privacy.

Tuttavia l’utilizzo di questi strumenti viene consentito nel caso di soggetti a rischio, ovvero nel caso in cui il fisco si accorga che qualcosa non torna nelle dichiarazioni di alcuni soggetti. Quindi la regola generale prevede che i controlli possono scattare, con l’accesso ai dati dei nuclei famigliari, unicamente con l’obiettivo di verificare l’effettiva sussistenza di una violazione come l’evasione fiscale.

In pratica questi dati non possono essere utilizzati per altre finalità, oppure in contesti diversi da quello della necessità di prevenire illeciti.

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