Guida semplice al calcolo Tari 2022: cosa devi sapere!

La Tari deve essere versata ogni anno per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Come si calcola? Come si paga? Quali sono i casi di esenzione?

Entrata già in vigore da diversi anni, la Tari è la tassa che i cittadini devono versare al comune di residenza ogni anno per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

In genere, le scadenze di versamento variano in base ai regolamenti stabili dai singoli enti locali. In ogni caso, sono presenti alcune regole che valgono su tutto il territorio italiano. Per esempio, devono essere stabilite almeno due scadenze l’anno per il pagamento.

In questo articolo parleremo della Tari 2022, ricordando, innanzitutto quando è stata introdotta e chi sono i soggetti obbligati al pagamento. Ma la parte più consistente del testo sarà dedicata alle modalità di calcolo del 2022, per avere una idea molto chiara e semplice su qual è il calcolo che si deve effettuare per determinare l’importo da versare.

Ciò è funzionale a capire il perché, magari, in due comuni limitrofi e per immobili simili tra loro, importi e scadenze della Tari, spesso, sono molto diversi.

Ritorneremo, infine, su come si effettua il versamento e sui casi di esenzione dal pagamento della tassa sulla raccolta e sullo smaltimento dei rifiuti.

Tari: cos’è e chi deve pagarla!

La tassa sui rifiuti, ovvero la Tari, è un tributo che è stato istituito per finanziare i costi dei servizi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Si tratta di una tassa che viene gestita a livello comunale, tant’è che scadenze e importi variano da comune a comune.

In questa prima parte del testo andremo a parlare della storia normativa della Tari, passando, subito dopo, a vedere chi sono i cittadini tenuti a versare la tassa.

La Tari è stata introdotta già da diversi anni, dalla Legge di stabilità per il 2014, più precisamente la legge n. 147 del 27 dicembre del 2013, andando a sostituire, a partire dal 2014, il Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares).

Inizialmente, la Tari faceva parte dell’Imposta unica comunale (IUC), insieme ad altre due tasse: l’Imposta municipale propria (Imu) e il Tributo per i servizi indivisibili (Tasi).

Ritornando al Tares, si ricorda che è rimasto in vigore solo per il 2013 che, come si legge sul sito finanze.gov.it:

“[…] a sua volta, aveva preso il posto di tutti i precedenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria (TARSU, TIA1, TIA2)”.

Tuttavia, l’Imposta unica comunale non ha avuto una lunga storia; infatti, la Legge di Bilancio del 2020 ha abolito la Iuc e la Tasi. Sono rimaste in vigore l’Imu e la Tari.

È questa, sostanzialmente, la storia normativa della Tari. Chi è tenuto al suo versamento? La tassa sui rifiuti deve essere pagata da chi possiede oppure detiene locali o aree, adibiti a qualsiasi utilizzo. Più nello specifico, devono pagarla coloro che detengono utenze non domestiche come, ad esempio, appartenenti ad attività professionali e commerciali; devono pagarla, inoltre, coloro che detengono utenze domestiche come abitazioni civili e le relative pertinenze.

Successivamente, andremo ad analizzare quali sono le esenzioni.

Come si calcola la Tari nel 2022?

Abbiamo appena spiegato quando è stata introdotta, cos’è la Tari e chi sono i soggetti tenuti al suo versamento.

È arrivato il momento di capire come si calcola la tassa sui rifiuti del 2022. Il primo e fondamentale elemento che si deve tenere in considerazione è la superficie dell’immobile. Inoltre, gli elementi complessivi utili per il calcolo dell’importo da versare sono i seguenti:

  • Il periodo di riferimento;
  • La quota fissa, quella variabile e quella provinciale del 5%;
  • Il nucleo familiare;
  • I dati catastali.

Come si legge sul sito informazionefiscale.it:

“La quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadrati dell’unità immobiliare per il numero di persone che la occupano”.

Per capirci meglio, la parte fissa è determinata in relazione alla superficie dell’immobile e alla composizione del nucleo familiare.

Per quanto riguarda i cittadini non residenti, il numero degli occupanti viene determinato come di seguito:

  • Per i locali fino a 45 mq, un occupante;
  • Per i locali fino a 60 mq, due occupanti;
  • Per i locali fino a 75 mq, tre occupanti;
  • Per i locali superiori a 76 mq, quattro occupanti.

La quota variabile è, invece, stabilita dai singoli comuni in relazione alla quantità di rifiuto residuo conferito oppure in base ad un quantitativo obbligatorio. A cosa serve? La quota variabile deve coprire il servizio per la raccolta, per il trasporto e per lo smaltimento dei rifiuti e, quindi, si rapporta al quantitativo di rifiuti per kg, che ciascuno produce.

Cos’altro bisogna sapere? Da quello che abbiamo detto, si evince che la Tari viene corrisposta a tariffa, composta da una parte fissa e da una variabile.

Quando si paga la Tari? Tutte le scadenze del 2022!

Così come in riferimento alla modalità di calcolo, anche le scadenze della tassa sui rifiuti vengono determinate autonomamente dai singoli comuni. Proprio per questa ragione, è bene informarsi sui regolamenti del proprio comune di residenza oppure dove si possiedono altri immobili.

In ogni caso, in generale, la Tari deve necessariamente essere dilazionata in almeno due scadenze annuali. La seconda scadenza deve essere successiva al 30 novembre – ovviamente, è relativo in base a quanto deliberato dai singoli comuni.

Tuttavia, ci sono casi in cui il pagamento della Tari può avvenire in tre momenti diversi: in due acconti e in un saldo entro la fine dell’anno di riferimento.

Il primo acconto della Tari, di norma, è previsto entro la fine del mese di aprile. Il secondo acconto entro la fine del mese di luglio e il saldo entro fine anno.

In ogni caso, il comune invia ai contribuenti i bollettini con il calcolo dell’importo da versare, correlato dalle relative scadenze in cui devono essere effettuati i pagamenti e delle relative voci che compongono la somma del tributo da versare.

Come si paga la Tari?

Abbiamo parlato di quali sono gli elementi utili al calcolo della Tari e di quali sono, in linea generale, le scadenze dei versamenti. Non ci resta che spiegare come si paga la Tari.

Anche in questo caso, dobbiamo ricordare che le modalità di pagamento della Tari variano in base ai regolamenti dei singoli comuni. In ogni caso, tra le diverse modalità di pagamento previste, particolarmente diffuse vi sono le seguenti: 

  • Modello di pagamento unificato F24;
  • Bollettino postale;
  • Mav, bollettino elettronico.

Si tratta dei tre metodi di pagamento della Tari più diffusi. Iniziamo a spiegare come si effettuano i versamenti utilizzando il Modello di pagamento F24. È necessario, ovviamente, inserire l’apposito codice tributo di riferimento che è 3944, nella sezione “IMU e altri tributi locali”.

Nel caso in cui il versamento viene effettuato in ritardo, nel Modello F24 si deve indicare anche il codice tributo 3945 per sanzioni e interessi. Per quanto riguarda il ravvedimento operoso bisogna inserire la sigla “Ravv“.

Sempre parlando del Modello F24, dobbiamo anche ricordare, come si legge sul sito tuttotributi.it, l’Agenzia delle entrate con:

“[…] la Risoluzione n.5/E del 18 gennaio 2021, ha introdotto anche i codici tributo per la compilazione dei modelli F24 ed F24Ep, relativi al pagamento della TEFA […], che dal 2021 dovrà essere versata separatamente dalla tassa sui rifiuti”.

Cos’è la Tefa? Si tratta del tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente. Per poter versare separatamente il tributo, si ricordano i codici tributo da utilizzare: Tefa, Tefn e Tefz.

Tornando alle modalità di pagamento, i versamenti con il Modello F24 possono essere effettuati presso uffici postali e bancari, oppure anche online, utilizzando i servizi messi a disposizione dalle banche, delle Poste o utilizzando i servizi dell’Agenzia delle entrate.

Se vuoi conoscere maggiori informazioni sul Modello di pagamento F24 e su come si effettuano i versamenti, si consiglia la lettura del seguente articolo pubblicato sul sito Trend Online: Guida Modello F24: come effettuare i versamenti passo passo!

Quando la Tari si deve pagare con il bollettino precompilato, esso viene inviato al cittadino dal comune e il versamento si può effettuare presso gli uffici postali.

Chi è esente dal pagamento della Tari? Quali sono le riduzioni applicabili?

Vi sono alcuni casi in cui scatta l’esenzione dal versamento della tassa sui rifiuti. Per esempio, la tari non è dovuta per gli immobili disabitati oppure dichiarati inagibili dal comune. Pertanto, non si deve pagare per tutti gli immobili che non si utilizzano, ovvero quando sono anche staccate le utenze (acqua, energia elettrica).

Ma oltre alle esenzioni, sono presenti anche alcune riduzioni che si possono applicare in alcune situazioni. Non parleremo di Bonus, bensì di riduzioni, sia obbligatorie sia facoltative.

Per esempio, la Tari deve essere ridotta del 20% per il mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti.

La Legge di Bilancio del 2021 ha introdotto la riduzione di un terzo della Tari per i pensionati esteri. Come si legge sul sito informazionefiscale.it:

“I beneficiari dello sconto sulla TARI sono i soggetti non residenti nel territorio dello Stato, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia”

Facciamo qualche esempio sulle riduzioni facoltative. Possono essere applicate, per esempio, per le abitazioni ad uso stagionale, ovvero per quelle utilizzate solo limitatamente ad alcuni periodi dell’anno in maniera discontinua oppure per le abitazioni di chi vive per più di sei mesi all’estero.

Inoltre, sempre in base ai regolamenti comunali si può avere diritto ad una riduzione fino al 40%, per esempio, quando non viene effettuato il servizio di raccolta porta a porta e il cassonetto si trova distante rispetto all’abitazione. Può essere applicata anche una riduzione fino all’80% quando vengono commesse violazioni da parte dell’azienda che effettua la raccolta, dietro presentazione di un certificato rilasciato dall’Asl competente per pericolo per la salute pubblica.

Infine, facciamo un ultimo esempio su quando è possibile avere uno sconto, sempre in base ai regolamenti comunali. La riduzione può essere richiesta dai possessori di fabbricati rurali adibiti ad uso abitativo.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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