Imposta di registro atti giudiziari: cos’è e quando si paga!

Gli atti giudiziari sono soggetti a tassazione e, per registrarli, è necessario pagare l'imposta di registro. Ecco quello che c'è da sapere.

Gli atti giudiziari sono soggetti a tassazione. Per poter registrare e utilizzare i documenti di un processo, appunto gli atti giudiziari, si deve pagare l’imposta di registro. Ciò è previsto dal DPR n. 131/1986: gli atti giudiziari sono soggetti al versamento dell’imposta di registro, al di là del fatto che essi siano impugnabili o già impugnati.

Cosa sono, quindi, gli atti giudiziari? Si tratta della documentazione relativa ad un processo, sia questi essere civile, amministrativo o penale, che viene emessa da un giudice oppure che viene redatta da un avvocato.

Il pagamento dell’imposta di registro deve essere effettuato da entrambe le parti in causa, sia che il processo sia civile sia penale; insomma, vengono coinvolti tutti coloro che, per una tipologia di causa o per un’altra, hanno a che fare con un tribunale. Su questo aspetto, però, ci soffermeremo meglio successivamente.

Cos’è l’imposta di registro? Si tratta di un tributo – di una imposta indiretta – che deve essere versato per la registrazione di atti giuridici presso l’Agenzia delle entrate.

In questo articolo, quindi, oltre a spiegare, molto semplicemente e alla portata di tutti, cosa sono gli atti giudiziari, andremo a parlare anche dell’imposta di registro, vedendo quali sono le sue funzioni e quando, come e perché deve essere versata in riferimento agli atti giudiziari.

Cosa sono gli atti giudiziari?

Per chi non è esperto in ambito giuridico, andiamo a spiegare, in modo semplice, cosa sono gli atti giudiziari. Quello giuridico, infatti, è un campo non troppo semplice e molti aspetti possono presentarsi ostici per i non addetti ai lavori.

Cosa sono gli atti giudiziari? Si tratta dei documenti relativi ai processi, sia che questi siano civili o penali. 

Questa documentazione prodotta, o meglio, gli atti giudiziari per essere validi e per poterli utilizzare, è necessario che siano registrati.

Pertanto, la Cancelleria del Tribunale ha il compito di inviare gli atti giudiziari all’Agenzia delle entrate e le parti interessate alla causa riceveranno la comunicazione del versamento di una imposta, necessaria alla registrazione degli atti. 

Ci siamo riferiti all’imposta di registro, chiamata anche “imposta d’atto”. Passiamo a spiegare cos’è l’imposta di registro.

Cos’è l’imposta di registro?

Il secondo passo da fare è spiegare, per bene, cos’è l’imposta di registro e quando e perché si applica. L’imposta di registro, imposta d’atto o, ancora meglio, l’imposta sulla registrazione degli atti ha il compito di conservare traccia di alcuni atti e di conferirgli certezza giuridica.

L’imposta di registro è disciplinata dal DPR n. 131 del 1986; per dirlo con parole semplici, si tratta di un’imposta che si versa per la registrazione di determinati atti.

Si tratta di un tipo di imposta indiretta. Che cosa significa? L’imposta va a colpire i trasferimenti di ricchezza. Per esempio, si paga l’imposta di registro per l’acquisto di una casa. Si comprende, allora, che le imposte indirette, come in questo caso specifico quella di registro, non colpiscono direttamente il reddito. L’imposta di registro viene applicata ai trasferimenti di valore.

L’imposta di registro deve essere versata per la registrazione di un atto scritto presso un registro pubblico. Registro che viene tenuto da un ufficio preposto dell’Agenzia delle entrate.

Quando si deve pagare l’imposta di registro? Il versamento dell’imposta si deve effettuare o per obbligo di legge oppure per scelta del cittadino quando, per esempio, decide di registrare un atto scritto presso un registro pubblico.

In riferimento al contenuto dell’articolo, ovvero l’imposta  di registro per gli atti giudiziari, sono tenuti al suo versamento le parti presenti in giudizio. Come si legge sul sito altalex.com:

“Attraverso l’imposta di registro, il legislatore fiscale assoggetta ad imposizione indiretta anche i provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria”.

In ogni caso, l’ente di riscossione non fa differenza se una parte o l’altra risulta essere vincitrice o meno della causa. Ma su questo punto torneremo a discuterne successivamente.

Quali sono gli atti giudiziari soggetti all’imposta registro?

In linea molto generale e alla portata di tutti, abbiamo spiegato cosa sono gli atti giudiziari e l’imposta registro. Abbiamo anche visto che gli atti giudiziari sono soggetti a tassazione e, appunto, gli interessati devono pagare l’imposta di registro.

Alla luce di quanto abbiamo detto fino ad ora, dobbiamo analizzare quali sono gli atti giudiziari sui quali si paga l’imposta di registro.

Come leggiamo sul sito altalex.com, la norma di riferimento sulla tassazione degli atti giudiziari è il DPR n. 131/1986, più precisamente il suo articolo 37, il quale ci fornisce indicazioni molto importanti su quali sono i provvedimenti giudiziari sui quali è previsto il versamento dell’imposta di registro.

In linea generale, l’imposta di registro deve essere versata sui provvedimenti emessi da un giudice come sentenze, atti, ordinanze e decreti. L’obbligo di registrazione si applica per gli atti giudiziari civili anche quando sono parzialmente definiti.

Sul sito marketingefinanza.com si legge che fanno parte di questa categoria:

“[…] i decreti ingiuntivi esecutivi, i provvedimenti di aggiudicazione nonché quelli di assegnazione. […] i casi di scioglimento delle comunioni, provvedimenti che rendono efficaci sentenze straniere nello Stato di riferimento e i provvedimenti che stabiliscono l’esecutività di un lodo arbitrale”.

In generale, possiamo dire che sono soggetti al versamento dell’imposta di registro sentenze e atti in materia di controversie civili, decreti ingiuntivi e così via.

Al contrario, gli atti giudiziari penali devono essere registrati quando la sentenza è definitiva.

Infine, in riferimento agli atti giudiziari amministrativi, la registrazione è a debito, quindi, senza il pagamento contemporaneo delle imposte dovute.

Atti giudiziari: quando si liquida l’imposta?

La tassazione degli atti giudiziari segue un percorso ben preciso. Ovviamente, l’ente incaricato al controllo e alla tassazione della registrazione degli atti giudiziari è l’Agenzia delle entrate.

Le Cancellerie dei tribunali provvedono all’invio degli atti giudiziari all’Agenzia delle entrate, richiedendo, quindi, la loro registrazione, rispettanto determinati termini di tempo.

Le scadenze, però, variano in relazione al tipo di atto. Ecco quali sono:

  • Per una causa civile, cinque giorni dalla pubblicazione/emanazione della sentenza;
  • Per una causa penale, cinque giorni dal passaggio in giudicato della sentenza;
  • Per i decreti di trasferimento in merito a procedure esecutive, venti giorni da quando è stato pubblicato il provvedimento;
  • Per le decisioni prese dal cancelliere in veste di ufficiale rogante, venti giorni.

Ma ricordiamo anche, come si legge sul sito laleggepertutti.it che:

“La registrazione degli atti giudiziari è eseguita d’ufficio se il cancelliere o il segretario non provvedono alla richiesta”.

Quando l’Agenzia delle entrate riceve la documentazione da parte della Cancelleria, deve emettere un avviso di liquidazione dell’imposta di registro. Il pagamento deve essere effettuato entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione di liquidazione.

Ritorniamo alla liquidazione dell’imposta di registro. Per liquidare l’imposta, l’Agenzia delle entrate deve individuare la base imponibile dell’atto da tassare, quindi, il suo valore economico e l’aliquota da applicare.

È importante ricordare che l’imposta che viene liquidata non può mai essere inferiore alla misura fissa che, come si legge sul sito altalex.com:

“[…] indicata nell’art. 11 della Tariffa medesima, parte I […]”.

Imposta di registro atti giudiziari: pagamento imposta e registrazione!

Passiamo a spiegare, adesso, come si registra un atto giudiziario e come deve essere effettuato il pagamento dell’imposta di registro.

Abbiamo già spiegato prima, che il cancelliere deve provvedere alla trasmissione degli atti giudiziari all’Agenzia delle entrate, richiedendone la registrazione, entro un certo termine di tempo. L’ufficio territorialmente competente dell’Agenzia delle entrate, una volta ricevuto l’atto, provvede a notificare la tassazione alle parti interessate.

È il caso di fare alcuni distinguo. Come abbiamo appena detto, l’obbligo di pagare l’imposta di registro grava su tutte le parti coinvolte nella causa, sia vittoriose sia soccombenti.

Tuttavia, nei rapporti interni, la parte che alla fine del processo vince la causa e che ha pagato l’imposta ha la facoltà di chiedere il rimborso dell’importo versato oppure, come si legge sul sito laleggepertutti.it:

“[…] inviare alla parte soccombente una lettera di diffida al pagamento dell’imposta di registro”.                 

Pertanto, la tassazione dell’imposta di registro e, quindi, il suo pagamento, corrisponde alla registrazione degli atti giudiziari.

Ma vediamo come si deve pagare l’imposta di registro per gli atti giudiziari. Il versamento deve essere effettuato mediante il modello di pagamento unificato F24, inserendo all’interno della sezione “Erario” il codice tributo AAGG “Registrazione atti giudiziari – somme liquide”.

Una volta effettuato il versamento, una copia deve essere consegnata all’Agenzia delle entrate che attesta il pagamento avvenuto.

Ricordiamo che in passato, una volta liquidata l’imposta di registro, il pagamento poteva avvenire utilizzando il modello F23. Solo a partire dal 2018, attraverso un apposito provvedimento, il pagamento dell’imposta deve avvenire tramite il modello F24, andando a sostituire così il modello F23.

Imposta di registro atti giudiziari: cosa accade se non paghi!

Dobbiamo parlare, infine, del mancato pagamento dell’imposta di registro per atti giudiziari. Cosa succede?

Innanzitutto, è bene precisare che registrare un atto giudiziario non è una scelta, quanto più un obbligo. Perché è obbligatorio? Come abbiamo già detto in più occasioni, la registrazione degli atti giudiziari, con il pagamento dell’imposta di registro, è obbligatorio per poter utilizzare la documentazione durante un processo.

E se non si paga l’imposta e l’atto non viene registrato cosa accade?

Senza registrazione, il documento non verrà depositato oppure non sarà possibile menzionarlo in giudizio. Inoltre, non sarà possibile per il cancelliere fornirne una copia o una parte del documento a chi ne effettua richiesta. Inoltre, il mancato pagamento dell’imposta di registro comporta l’iscrizione a ruolo del tributo.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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