Imposte sul reddito: che succede se non paghi entro giugno?

Il pagamento delle imposte sul reddito è sempre più vicino, infatti il 30 giugno è la data della scadenza del pagamento per acconto e saldo 2021.

Il 30 giugno prossimo è una scadenza molto importante per tutti i contribuenti che quest’anno presentano la propria dichiarazione dei redditi con il modello 730 senza un sostituto d’imposta oppure attraverso il modello redditi.

È una data importante in quanto coincide con la scadenza per versare alle casse dello Stato il saldo rispetto alle imposte sul reddito del 2021 e il primo acconto del 2022.

Questa scadenza riguarda anche tutte le imposte sostitutive relative a coloro che usufruiscono del regime forfettario oppure alla cedolare secca.

Per tutti coloro che presentano il modello 730 assieme ad un sostituto d’imposta, i lavoratori dipendenti, non dovranno preoccuparsi di questa data in quanto l’addebito annuale avviene direttamente attraverso la loro busta paga o il cedolino della pensione.

Fine mese non coincide però con l’invio al Agenzia delle Entrate della propria dichiarazione dei redditi annuale; infatti, per quanto riguarda il modello 730 il suo inoltro è previsto entro il 30 settembre 2022.

Mentre per quanto riguarda tutti coloro che utilizzano il modello redditi l’inoltro di tale è previsto entro il 30 novembre 2022.

Vediamo quindi nello specifico perché è importante la data del 30 giugno, e quali sono tutti gli obblighi fiscali legati a questa data relativi ai versamenti delle imposte sul reddito.

Affronteremo anche un altro punto importante nel corso di questo articolo ovvero quali sono le conseguenze che potrebbero spettare a tutti coloro che non effettuano correttamente i pagamenti entro la fine del mese.

Imposte sul reddito: le scadenze del 2022

Come abbiamo visto salvo proroghe tutti i versamenti relativi alle imposte sul reddito tramite la propria dichiarazione dei redditi andranno eseguiti entro il 30 giugno 2022 per quanto riguarda il saldo del 2021 e la prima rata d’acconto del 2022.

La data del 30 giugno è però una data particolare, essa riguarda infatti il pagamento delle imposte sul reddito che viene effettuato in un’unica soluzione oppure anche rateizzato.

Le regole risultano essere leggermente differenti se stiamo parlando del pagamento di IRES, IRAP o IRPEF, per le quali è possibile differire il pagamento di tale imposte nei 30 giorni successivi rispetto alla scadenza applicando però una maggiorazione.

Il calendario diventa quindi leggermente differente, in quanto possiamo continuare a considerare il 30 giugno come la data di scadenza per il pagamento delle imposte sui redditi con aliquota ordinaria.

Viene inserita poi un’ulteriore scadenza che coincide con il 30 luglio 2022 ovvero la data termine per tutti coloro che hanno deciso di effettuare i pagamenti con la maggiorazione.

Considerando però il rinvio relativo alle sospensioni feriali che cadono dal primo al 20 agosto la data coinciderà ufficialmente con quella di lunedì 22 agosto 2022.

Un’importante dato da sottolineare è quello relativo alla percentuale di maggiorazione che viene applicata sulle somme dovute; infatti, rispetto alla scadenza ordinaria viene applicata sulle somme che si effettuano entro il 22 agosto 2022 una maggiorazione dello 0,40% rispetto all’interesse corrispettivo.

Imposte sul reddito: cosa succede a chi non paga entro giugno?

Per tutti coloro che non effettuano il pagamento delle imposte sul reddito entro il 30 giugno non sono previste in realtà particolari sanzioni.

Questo perché chi non effettua il pagamento entro la suddetta data avrà la possibilità di prorogare il suo pagamento fino al 22 agosto avendo già una maggiorazione inserita.

La maggiorazione che, come abbiamo visto, è pari allo 0,40% è prevista per tutti coloro che effettuano i pagamenti non entro il termine ordinario, ma si vogliono agevolare utilizzando la possibilità di differire il pagamento delle imposte sui redditi nei 30 giorni successivi alla scadenza.

Solo nel caso in cui questi soggetti non effettuino il pagamento neanche entro il 30 agosto 2022, ci saranno delle successive sanzioni ed accertamenti nei suoi confronti.

Imposte sul reddito: si può slittare il pagamento?

Come abbiamo visto per quanto riguarda il saldo relativo al 2021 e il primo acconto del 2022 esiste la possibilità di pagare entro i 30 giorni successivi alla data della scadenza.

I 30 giorni scadono precisamente il giorno 30 luglio 2022, siccome si tratta di un sabato la data slitta al primo di agosto.

Il primo di agosto inizia però un periodo particolare che viene chiamato sospensione feriale all’interno della quale non vengono mai richiesti pagamenti in ambito fiscale.

La finestra temporale relativa al periodo di sospensione feriale si conclude il 22 agosto 2022.

In sostanza il versamento del saldo 2021 e il primo acconto 2022 sulle imposte sul reddito e delle imposte sostitutive e da saldare col modello F 24 entro il 30 giugno 2022 oppure entro il 22 agosto 2022 applicando la maggiorazione dello 0,40%.

Nel caso in cui si dovesse protrarre ulteriormente il pagamento oltre il 22 agosto, si avrà ufficialmente omesso il versamento di un pagamento e in questo caso l’unica soluzione sarà il ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso e un’opzione che mette a disposizione la legislatura italiana per poter rimediare rispetto ad un mancato pagamento che viene però riconosciuto dal cittadino con modalità spontanea; questo dà la possibilità di rimediare al pagamento usufruendo di alcune particolari scontistiche rispetto alle sanzioni applicate.

Nel caso in cui volessimo utilizzare il sistema del ravvedimento operoso dobbiamo ricordarci che le sanzioni variano a seconda delle tempistiche che intercorrono tra la data di scadenza e il nostro pagamento.

Il decreto legislativo del 2015 ha modificato la normativa sulla sanzione rispetto ai versamenti o messi o versati con ritardo, dando la possibilità di ridurre alla metà la sanzione per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore ai 90 giorni.

Oltre a questo, sappiamo che la sanzione passa dal 30 al 15% e che per quanto riguarda la sanzione ordinaria avremo:

  • con un ritardo fino a 14 giorni la sanzione del 15% è ridotta di un quindicesimo per ogni giorno;
  • con un ritardo tra i 15 e 19 giorni la sanzione pari al 15%;
  • per tutti i ritardi superiori ai 90 giorni la sanzione è pari al 30%.

Imposte sul reddito: come rateizzare i pagamenti

Ci sono alcuni pagamenti per la quale è possibile effettuare una rateizzazione, stiamo parlando sia del saldo che dell’acconto 2022, non è possibile invece effettuare una rateizzazione rispetto all’unico acconto per il 2022 la cui scadenza è il 30 novembre 2022.

La rateizzazione è possibile solo fino al massimo di novembre e può anche non riguardare necessariamente tutti gli importi dovuti.

Per esempio, è possibile effettuare la rateizzazione del primo acconto dovuto di un’imposta come l’IRPEF e pagare poi successivamente il saldo in un’unica rata.

Gli importi possono essere già versati nella modalità rateizzata a partire dal 30 giugno 2022 o entro il 22 agosto 2022, maggiorando per entrambe le date, gli importi con gli interessi pari al 4%.

La rateizzazione può essere effettuata fino ad un massimo di sei rate complessive; ricordiamo anche che il pagamento di saldo e primo acconto delle rate riguarda tutte le somme dovute, comprende quindi i versamenti di IRES, IRAP e IRPEF.

Per tutti i titolari di partita IVA il calendario per saldo acconto delle imposte sui redditi 2022 risulta essere il seguente, suddiviso in base alla percentuale di interessi da pagare.

  • 30 giugno pagamento della prima rata senza interessi;
  • 18 luglio pagamento della seconda rata con interesse dello 0,18%;
  • 22 agosto pagamento terza rata con interesse dello 0,51%;
  • 16 settembre pagamento della quarta rata con interesse dello 0,84%;
  • 17 ottobre pagamento della quinta rata con interesse pari all’1,17%;
  • 16 novembre pagamento della sesta rata con interesse dell’1,50%.

Nel caso in cui si decidesse di pagare la prima rata a partire dal 22 agosto, dobbiamo sommare un interesse preventivamente a tutte le rate dello 0,40%, bisogna anche ricordarsi che in questo caso si potranno effettuare 5 pagamenti e non 6.

I titolari di partita IVA devono effettuare i pagamenti delle imposte mediante il modello F 24, mentre come abbiamo accennato in precedenza i dipendenti e i pensionati si ritrovano i pagamenti direttamente in busta paga.

Il versamento per i titolari di partita IVA non può essere effettuato direttamente:

  • tramite i servizi telematici di Agenzia delle entrate, chiamati “F24 web” e “F24 online”;
  • tramite i canali di Fisconline e Entratel che danno la possibilità di utilizzare i servizi di Internet banking per effettuare le riscossioni delle imposte all’agenzia delle entrate;
  • tramite un intermediario abilitato, come può essere il proprio CAF di riferimento. 

Ricordiamo che in ogni caso all’interno del modello F 24 che andrà compilato per il pagamento bisognerà inserire il relativo codice tributo, rispetto alla singola imposta che andremo a pagare.

I codici tributo sono differenti anche per la stessa singola imposta, a seconda che stiamo andando a pagare il saldo, l’acconto o una delle rate.

Per esempio, nel caso di IRPEF il codice tributo per il saldo corrisponde al 4001, quello per l’acconto della prima rata al 4033, e quello per l’acconto della seconda rata o di un’unica soluzione corrisponde al 4034. 

Imposte sul reddito: la rateizzazione per chi non ha partita IVA

Per quanto riguarda i non titolari di partita IVA il calendario delle scadenze relativo alla rateizzazione è leggermente diverso rispetto a quelli dei titolari di partita IVA.

Iniziando a pagare dal 30 giugno 2022 le rate relative alle scadenze infatti diventano:

  • 30 giugno 2022 pagamento della 1° rata;
  • 22 agosto 2022 pagamento della 2° rata;
  • 31 agosto 2022 pagamento della 3° rata;
  • 30 settembre 2022 pagamento della 4° rata;
  • 31 ottobre 2022 pagamento della 5° rata;
  • 30 novembre 2022 pagamento della 6° rata.

Esattamente come avviene per i titolari di partita IVA iniziando a pagare dal 22 agosto ci sarà una rata in meno a disposizione.

Un’altra differenza per questa categoria di cittadini riguarda anche i metodi di pagamento; infatti, per coloro che sono dipendenti o pensionati i pagamenti non si effettuano con il versamento del modello F 24.

In questo caso i pagamenti possono essere effettuati mediante:

  • pagamento bancomat o Postamat presso gli sportelli abilitati;
  • pagamento con assegni bancari o postali presso gli sportelli abilitati;
  • pagamento, anche in contanti, presso gli uffici postali.
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