Niente multe a over 50 no-vax; sanzioni non possono partire

Le sanzioni agli over 50 che non si sono vaccinati o non sono in regola con il ciclo di vaccinazione, non possono partire per alcuni impedimenti legislativi.

Come aveva già dettagliatamente scritto in un articolo la nostra collega Imma Duni, l’obbligo vaccinale effettivamente nel nostro paese semplicemente non esiste. È fittizio e surrettizio. Perché se fosse reale, non si firmerebbe alcun consenso informato.

Un trattamento sanitario obbligatorio da parte dello Stato, presuppone che quest’ultimo si prenda la responsabilità del trattamento e che i cittadini non firmino alcun consenso informato che funge da liberatoria, perché firmandola il cittadino ammette di essersi sottoposto VOLONTARIAMENTE al trattamento e si prende tutte le responsabilità.

Proprio per questo, l’obbligo vaccinale per gli over 50, come gli altri obblighi per operatori sanitari o personale scolastico, non sono dei veri e propri obblighi ma, grazie al green pass rafforzato, diventano obblighi surrettizi. Il cittadino è obbligato a sottoporsi ad un trattamento sanitario anche se non vuole, pena la perdita del lavoro, lo stop alla retribuzione e una sanzione. Ma deve farlo firmando un consenso informato, fingendo di volerlo fare. È pazzesco!

In questo caos, tra green pass e finti obblighi vaccinali, le multe per i temutissimi 50enni no vax, non possono partire!

Ebbene sì, le tanto decantate multe di 100 euro destinate agli over 50 che non si sono ancora vaccinati, che sarebbero dovute partire direttamente da parte dell’Agenzia delle Entrate, incrociando i dati con il Ministero della Sanità, udite, udite, non possono essere inviate

Il milione e 400 mila over 50 non vaccinati non riceveranno alcuna multa, perché il Governo, prima di fare la legge, come al solito, non ha pensato ai principi implicati, tipo la privacy! È mai possibile che il Ministero della Salute possa deliberatamente inviare un elenco con dati sensibili che attesti chi, tra gli over 50, ha accettato o meno un trattamento sanitario facoltativo? Chi è esente per patologia e di quale patologia si tratta? Per queste motivazioni, tutto è completamente bloccato.

Multe over 50: l’Agenzia delle Entrate non ha l’elenco dei non vaccinati

Come scrive Repubblica, l’elenco degli over 50 non vaccinati dovrebbe essere stilata da Sogei, la società informatica affidataria dal ministero dell’Economia, incrociando le informazioni sanitarie dei cittadini. Le liste dovrebbero poi passare al ministero della Salute.

Queste liste non possono essere inviate, però, perché il Garante della Privacy non ha ancora dato l’ok e non è detto che lo faccia.

Mettiamo il caso, però, che il Garante dia l’ok, questo non basterebbe a mettere in pratica tutto il meccanismo. Perché l’Agenzia delle Entrate non può inviare direttamente la sanzione, ma deve far partire prima un avvertimento e un tentativo di compliance e solo dopo può notificare la sanzione.

Anche con gli elenchi, in realtà, la situazione non sarebbe semplice. L’Agenzia delle entrate, prima della multa vera e propria, deve far partire un avvertimento. Il cittadino, infatti, potrebbe non essersi vaccinato perché esente o perché guarito dal Covid. 

Solo se manca una di queste giustificazioni, l’Agenzia delle Entrate potrà inoltrare la sanzione, entro 180 giorni. Non è detto che il cittadino, però, paghi direttamente la sanzione; potrebbe fare giustamente ricorso. E il processo amministrativo potrebbe iniziare che l’obbligo vaccinale è bello che scaduto (il 15 giugno).

Ci si chiede se quando il Governo si riunisce per prendere le decisioni, abbia una vaga conoscenza del sistema, delle legge, dell’ordinamento normativo, della privacy, della Costituzione, dell’applicabilità, dei tempi che ci vogliono. 

Intanto si toglie illegittimamente, assurdamente, dittatorialmente la retribuzione a milioni di persone, con la strana convinzione di non pagare mai per i propri misfatti.

Il paradosso degli over 50 no vax che prendono il reddito di cittadinanza

Ma pensiamo anche ad un altro paradosso: gli over 50 non vaccinati che prendono il reddito di cittadinanza, pagherebbero solo la sanzione una tantum, ma continuerebbero a percepire il reddito.

Gli over 50 non vaccinati che lavorano, dovrebbero pagare la multa ed essere anche sospesi senza stipendio.

Questo succede quando un Governo non sa quello che sta facendo, quando un governo vuole porre degli obblighi senza assumersene la responsabilità.

Multe ad over 50 no vax: le domande senza risposte

È legittimo comunicare i nomi di chi non si è vaccinato all’Agenzia delle Entrate? I dati che l’Agenzia delle Entrate ha il diritti di controllare non sono solo quelli anagrafici, fiscali ed economici? Cosa c’entra lo stato di salute? E la privacy che fine fa?

Può il ministero della Salute diffondere i dati sensibili, che vanno protetti ancora di più dei dati semplicemente privati? E siamo certi che anche dopo la notifica della multa, gli over cinquanta la paghino? E se facessero legittimamente ricorso? Ecco che si arriverebbe abbondantemente oltre la fine dello stesso obbligo vaccinale, il 15 giugno. 

Quanti sono gli over 50 che sono corsi a vaccinarsi?

Ma quanti sono coloro che, impauriti dalle minacce del Governo Draghi, sono corsi a vaccinarsi? Pochissimi, irrilevanti! Ad oggi quasi un milione  e mezzo di lavoratori over 50 sta preferendo restare illegittimamente senza stipendio (e qualcuno per questo obbrobrio prima o poi pagherà) piuttosto che sottomettersi a questa estorsione

I sanzionabili, teoricamente, alla fine, non sarebbero solo gli over cinquanta che non hanno fatto nemmeno una dose di vaccino, ma anche chi non ha completato il ciclo vaccinale secondo i tempi decisi, ovvero chi ha fatto la prima dose e non la seconda, o chi ha fatto la seconda e non la terza. Quindi i sanzionabili sarebbero molti di più di un milione e mezzo. E con la scusa del vaccino e della salute nelle casse dello Stato entrerebbero 200/300 milioni di euro.

Multa: la complicazione delle varie esenzioni dal vaccino

Le esenzioni temporanee e definitive dal vaccino non sono state ancora raccolte e archiviate. Quindi non si hanno i nomi certificati ed elencati di chi è stato ritenuto esente dal vaccino anti-covid. 

Quindi l’esenzione può essere il primo motivo di ricorso contro la sanzione. 

La persona sanzionata ha poi 60 giorni per pagare oppure 30 giorni per presentare un ricorso al giudice di pace. Nel caso di sentenza non favorevole, il cittadino potrebbe presentare un altro appello, entro trenta giorni. Insomma, con questi tempi, e con questi escamotage, chi è che pagherà la multa? Solo un folle potrebbe farlo. 

Se mai un giorno queste multe dovessero arrivare (e non ne sono affatto certa, anzi!) tutti dovrebbero fare ricorso e intasare i giudici di pace. Nel frattempo arriverà la scadenza naturale dell’obbligo vaccinale, che è il 15 giugno. 

E se pensate che i paradossi siano finiti qui, ve ne raccontiamo un altro. Se un over 50 dopo l’arrivo della sanzione, decide stremato di andarsi a vaccinare, dovrà comunque pagare la multa. 

Cosa pensa il Garante della Privacy delle sanzioni comminate agli over 50 no vax?

Questo modo di inviare le sanzioni e il  ruolo dell’ADER in tutta questa questione, non ha convinto affatto il Garante della Privacy, che non riesce a giustificare il suo ruolo per quanto riguarda la protezione dei dati sensibili.

In sostanza il Presidente Pasquale Stanzione dice che l’Agenzia delle Entrate dovrebbe intervenire solo in ultima fase, quando si hanno i nomi definitivi. Per come è stata concepita la procedura, invece, l’Agenzia delle Entrate viene coinvolta in processi troppo sensibili, come il venire a conoscenza dell’esenzione o meno e dei motivi dell’esenzione. 

Insomma, come al solito, in Italia le cose si fanno alla carlona. Il primo febbraio è partito un obbligo vaccinale finto, il 15 febbraio è partita una sanzione che non può essere inviata. L’unica cosa certa è che milioni di persone non riceveranno lo stipendio a marzo. 

Redazione Trend-online.com
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