Pace fiscale: guida al pagamento delle cartelle esattoriali!

Lo scorso 7 marzo è scaduta la prima rata per il pagamento delle cartelle esattoriali. La pace fiscale, dopo il Covid, cambia faccia e mette in difficoltà.

Lo scorso 7 marzo è scaduta una delle date per il pagamento delle cartelle esattoriali. Si tratta, come vedremo, della prima delle quattro date fissate per quest’anno. 

Le cartelle esattoriali stanno mandando tutti nel pallone. Il regime di pace fiscale, infatti, è stato modificato per il 2022 e in molti non sanno come fare. 

La pace fiscale, con cui si intende lo stralcio dei debiti per il mancato pagamento delle cartelle esattoriali, era stata introdotta nella sua forma attuale dal Decreto Sostegni del 2021

Il Decreto Sostegni, vi ricorderete, era una forma di appoggio economico alle aziende ed ai privati per contrastare la pesantissima crisi causata dalla pandemia di Covid-19. All’epoca, infatti, la pandemia era ancora al centro delle preoccupazioni di tutti, e così è rimasta fino all’inizio del 2022

Il mese di gennaio 2022, però, potrebbe aver confermato che la pandemia sta lentamente diventando endemica, ovvero piuttosto simile ai virus stagionali come l’influenza. A gennaio, infatti, i casi erano schizzati alle stelle, con centinaia di migliaia di nuovi positivi ogni giorno. 

La variante Omicron meno letale e l’efficacia dei vaccini ha fatto sì, fortunatamente, che terapie intensive e decessi fossero molto meno numerosi rispetto all’anno precedente, quando i casi erano appena una frazione di quelli di gennaio. 

Tutti questi fattori hanno fatto pensare che la pandemia stesse per finire, mescolandosi nella popolazione e cessando di essere pericolosa come quando appena iniziata. La curva di gennaio, infatti, sta scendendo nonostante qualche piccolo sbalzo negli ultimi giorni. Secondo Sergio Abrignani, immunologo della statale di Milano, non c’è però da preoccuparsi:

Risale la curva, ma non c’è motivo di allarmarsi anzitempo. Il rialzo è l’effetto di una serie di fattori e non è scontato che debba perdurare. Potrebbe trattarsi di una sorta di gobba temporanea che non pregiudica la discesa della curva.

Secondo alcuni osservatori l’aumento delle infezioni è legato all’abbassamento delle temperature degli ultimi giorni, spiegazione che non mi convince. Sono più propenso a individuare la causa nella bassa percentuale di vaccinati tra i bambini di 5-11 anni.

È probabile che possano costituire un serbatoio per il virus che così continua a circo- lare e a seminare casi.

Insomma, è abbastanza probabile che la pandemia sia alle nostre spalle, o almeno la sua parte peggiore. Per questo motivo, però, è abbastanza comprensibile che i bonus economici andranno a scemare, se non si trattano di incentivi per la ripresa economica. 

Ritorniamo quindi alla pace fiscale, che ha fatto il suo tempo e sarà sostituita da una nuova rottamazione delle cartelle

Ma prima di entrare nei dettagli, cerchiamo di capire cosa sono le cartelle esattoriali e cos’è la pace fiscale. 

Cartelle esattoriali e pace fiscale: di cosa si trattano?

Le cartelle esattoriali, molto semplicemente, sono delle intimazioni a pagamento erogate da un ente statale come l’Agenzia delle Entrate o la Regione di riferimento. 

Attraverso le cartelle esattoriali, quindi, il cittadino può chiarire la sua posizione nei confronti dello stato, capendo quanti soldi deve pagare ed entro quanto tempo. 

Ovviamente, provenendo dallo stato le cartelle esattoriali riguardano principalmente imposte e tasse che vanno pagate dal cittadino contribuente. Come spiega questo articolo di AvvocatoAccanto, infatti:

Oggetto della cartella esattoriale possono essere tutte le somme dovute dal cittadino allo Stato e degli enti pubblici, previdenziali e locali, come tributi, imposte sui redditi, Inps, Iva, imposta di registro, tasse automobilistiche, concessioni governative, imposte ipotecarie e catastali e quant’altro, che il destinatario non ha pagato.

Qualora la cartella esattoriale non sia pagata dal contribuente, viene iscritta in una cartella debitoria insieme a tutti gli altri eventuali debiti che il cittadino deve pagare allo stato. 

Ed è qui che entra in gioco la pace fiscale. Secondo i criteri stabiliti dal criterio sostegni, infatti, alcuni debiti verso lo stato sarebbero stati cancellati per alcuni debitori. 

In particolare, sono stati cancellati tutti i debiti inferiori ai 5.000 euro per i soggetti fisici e giuridici con reddito 2019 inferiore ai 30.000 euro

Come dicevamo, però, i criteri per la pace fiscale sono cambiati in quanto siamo, o almeno si spera, usciti dall’emergenza Covid. 

Il governo aveva imposto lo scorso 14 dicembre come data di scadenza per corrispondere i pagamenti, e moltissimi contribuenti non sono riusciti a farlo perdendo, dunque, i benefici della pace fiscale. 

Vediamo nel dettaglio a quanto ammonta questa perdita. 

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La bomba sociale causata dalla pace fiscale

Secondo le stime, al primo gennaio 2022 il 43% dei contribuenti non è stato in grado di corrispondere i pagamenti sospesi grazie alla pace fiscale. 

Si tratta, in numeri grezzi, di 532mila contribuenti che non hanno saldato il loro debito verso lo stato. Costoro, quindi, dovranno saldare il debito in modo integrale senza più l’agevolazione della pace fiscale. 

Per lo stato italiano, si tratta di recuperare debiti per 2.45 miliardi di euro, una cifra tutt’altro che irrisoria. Per i contribuenti, dal canto loro, potrebbe essere un problema non da poco

Non a caso Emiliano Fenu, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione finanze, ha definito questa situazione come una “bomba sociale” pronta a scoppiare nella faccia dei cittadini indebitati. Esso ha aggiunto che:

Dobbiamo assumere al più presto un provvedimento che consenta a tutti di pagare con più serenità. Dobbiamo riaprire i termini della rottamazione ter e stiamo presentando un emendamento che preveda anche una nuova rottamazione che riteniamo necessaria per superare questa situazione di crisi.

Anche il Mef, nella sua relazione, ha confermato il principio che di fronte a questi numeri si devono agevolare i contribuenti.

Insomma, una situazione difficile per moltissimi italiani che sono appena usciti dalla terribile pandemia ed ora si ritrovano a dover subito pagare i debiti arretrati senza più alcun sostegno dello stato. 

Ovviamente, questo punto di vista è anche condiviso dalle aziende, le quali si ritrovano improvvisamente indebitate dopo un lungo periodo di stop dovuto alla crisi. 

Secondo la commercialista Angela Perrone, infatti:

Oltre la metà delle rate del saldo e stralcio 2021 non sono state pagate. Questo è un segnale d’allarme assolutamente preoccupante, sinonimo della profonda crisi che attanaglia imprese e cittadini. I commercialisti chiedono l’adozione urgente di un nuovo provvedimento per completare il pagamento della rottamazione ter.

La Perrone ha poi chiamato ad un’ulteriore proroga al 30 giugno 2022 per corrispondere ai pagamenti per rientrare nel regime di pace fiscale. Non vi sono, tuttavia, segnali da parte della politica che un provvedimento del genere venga applicato. 

Cartelle esattoriali: le nuove scadenze

Anche per chi è ancora nel regime di pace fiscale non ci sono molte buone notizie. Le cartelle esattoriali prorogate, infatti, dovranno comunque essere pagate quest’anno, sebbene con debiti inferiori poiché, appunto, esonerati grazie alla pace fiscale. 

La prima scadenza per il pagamento delle cartelle esattoriali è stata proprio lo scorso 7 marzo. Si calcolano, per questa data, anche i cinque giorni di tolleranza previsti per il saldo. Le notifiche di pagamento, infatti, sono state mandate il 28 febbraio, ed il contribuente aveva cinque giorni per saldarle (poi c’è anche stato il weekend).

Questa la data di scadenza per la prima rata del pagamento delle cartelle esattoriali. Ve ne saranno, nel corso del 2022, altre tre:

  • il 31 maggio,
  • il 31 luglio
  • il 30 novembre.

Anche in questo caso, si tratta della data in cui verrà mandata la notifica di pagamento e non la data di scadenza vera e propria. Essa, lo ricordiamo, arriverà cinque giorni feriali dopo l’arrivo della notifica

Se avete dei dubbi su cosa sia la Rottamazione ter e come fare per pagare, vi lasciamo questo video di Fiscal Focus sulle cosa da verificare prima di procedere al pagamento di tale rottamazione. 

Ma come pagare esattamente le cartelle esattoriali? E come rientrare nel regime della pace fiscale? Vediamolo insieme. 

Come pagare le cartelle esattoriali

Vi sono vari modi per pagare le cartelle esattoriali, tutti ben descritti dal sito dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, si possono pagare le cartelle esattoriali nei seguenti modi:

  • Tramite il servizio “Paga-on line” disponibile sul sito di Agenzia delle Entrate-Riscossione e sull’App Equiclick;
  • Tramite i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e di tutti gli altri Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti al nodo pagoPA;
  • Presso banche, Poste e tabaccai;
  • Presso gli sportelli dell’Agente della riscossione.

Inoltre, è anche possibile adempiere al pagamento dall’estero se:

  • La banca ha il nodo pagoPA, e in questo caso si può sempre utilizzare l’apposito servizio pagoPA;
  • E’ possibile fare un bonifico all’agente riscossore, con indicazione obbligatoria, nella causale del pagamento, del numero della cartella di pagamento e del codice fiscale del debitore.

Come beneficiare della pace fiscale

Sebbene siano state cancellate le proroghe, è ancora possibile rientrare nei benefici della pace fiscale dal momento che nessun decreto l’ha cancellata. 

Il concetto di pace fiscale è stato introdotto prima del Covid, in particolare nel decreto legge n. 119 del 2018, ed è cambiato molte volte nel corso degli anni. 

La pace fiscale, come abbiamo detto in precedenza, prevede lo stralcio dei debiti fino a 5.000 euro se il contribuente fisico o giuridico ha un reddito inferiore ai 30.000 euro

Per controllare se è possibile beneficiare della pace fiscale basta verificare sul sito dell’Agenzia delle Entrate, se nei documenti della Rottamazione ter sono appunto presenti debiti fino a 5.000 euro

Se, nella “Comunicazione delle somme dovute” vi sono carichi inferiori ai 5.000 euro, il contribuente sarà informato e gli verranno inviati i moduli necessari per lo stralcio dei debiti, liberandolo da tale fardello. 

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