Partita IVA: regime forfettario o ordinario, cosa scegliere?

Quale Partita IVA deve aprire chI vuole iniziare un' attività autonoma? Meglio il regime forfettario o ordinario semplificato. Ecco una guida alla scelta.

Per chi ha necessità di intraprendere la strada del lavoro autonomo, é sicuramente indispensabile capire qual’é la Partita IVA più conveniente. Uno degli strumenti maggiormente utilizzati è la Prestazione Occasionale, ma questo strumento presenta dei limiti da rispettare molto stringenti”.

Cercheremo dunque di capire quale tipo di partita IVA si puó aprire oggi e qual è quella più conveniente rispetto alle caratteristiche del proprio business. 

Cercheremo anche di rispondere alla domanda che si pone chiunque voglia iniziare una attività autonoma, ovvero quanto costa aprire una Partita IVA?

Il costo dell’ apertura di una Partita IVA varia in base alla presenza o meno dell’obbligo di essere iscritto in Camera di Commercio. Variano inoltre le tempistiche, in alcuni casi l’ apertura avverrà immediatamente, in altri casi servirà attendere qualche giorno.

Partita Iva o prestazione occasionale?

Un giovane che vuole inserirsi nel mondo del lavoro non deve necessariamente aprire una partita IVA, in alcuni casi é possibile ricorrere ad uno strumento messo a disposizione dallo Stato che é la prestazione occasionale.

Potrai emettere una ricevuta di prestazione occasionale che é un documento fiscale che ha la stessa valenza di una partita IVA e che potrai rilasciare ai tuoi clienti per delle attività sporadiche che hai svolto.

La prestazione occasionale ha alcuni limiti. Il primo limite é di natura temporale, infatti potrai utilizzare la prestazione occasionale per i lavori che non superino i 30 giorni consecutivi.

Altro limite, potrai utilizzare la prestazione occasionale solo una tantum, ovvero se effettuati la prestazione al massimo una volta l’anno con ogni singolo committente.

Nel caso in cui invece decidessi di collaborare con lo stesso committente piú volte durante l’anno, in questo caso la tua attivitá sará continuativa quindi non potrai utilizzare la prestazione occasionale.

Un altro limite molto importante della prestazione occasionale e che non potrai pubblicizzare in alcun modo il tuo business. 

In altre parole se pensi di voler possedere un tuo sito internet, una tua pagina Facebook o pubblicizzare in qualsiasi modo il prodotto o il tuo servizio non puoi farlo, in questo caso sarai costretto sin da subito a provvedere all’apertura di una partita IVA.

In ogni caso se rispetti questo limiti puoi emettere queste ricevute di prestazione occasionale, i cui modelli sono facilmente reperibili on line. All’interno di questi modelli dovrai inserire:

  • i tuoi dati;
  • i dati del cliente; 
  • l’oggetto della prestazione svolta;
  • l’importo pattuito.

Nell’importo pattuito va sottratta la ritenuta d’acconto che, nella maggiorate dei casi, é pari al 20% dei compensi. 

ESEMPIO se effettui un lavoro per un importo pattuito di 1.000 euro da questi dovrai detrarre la ritenuta d’acconto del 20% (200 euro), incasserai solo 800 euro, mentre la restante parte verrá trattenuta dal committente che la verserá allo Stato tramite il modello F24, quindi pagando in anticipo delle tasse a nome e per con tuo.

Partita IVA: forfettaria o ordinaria semplificata, quale scegliere?

Come abbiamo anticipato, qualora volessi lavorare continuamente con diversi committenti e decidessi di pubblicizzarti nel mondo del lavoro tramite un sito web o una pagina Facebook, dovrai aprire una partita Iva scegliendo tra tre alternative

  • partita Iva in regime forfetario;
  • partita Iva in regime ordinario semplificato;
  • una società società di persone o una società di capitali.

Le prime due sono delle ditte individuali, cioè delle partite IVA aperte a tuo nome e cognome. Nell’altro caso invece aprirai una societá che, come anticipato, sará di persone o di capitali. 

In una fase iniziale é consigliabile aprire una partita Iva in regime forfetario perché offre tutta una serie di vantaggi

Prima di tutto é prevista una tassazione piú bassa pari al 5% per i primi cinque anni che diventa poi del 15% dal sesto anno in poi.

Un altro vantaggio e che non avrai lIVA per cui quando emetterai una fattura ed esempio pari a 100 euro , questa non sará pari a 100+IVA ma sará solo di 100 euro perché non é prevista l’IVA.

Terzo vantaggio del regime forfettario é esente da ritenuta d’acconto per cui incasserai il 100% dei tuoi compensi senza nessun tipo di trattenuta, contrariamente a quanto accede per il regime ordinario semplificato dove un professionista deve applicare la ritenuta d’acconto del 20% ai propri compensi.

Ma anche coloro che emettono prestazioni occasionali, come detto prima, devono applicare la ridotta del 20% ai propri compensi.

Quarto vantaggio, forse il piú importante di tutti, riguarda tutte le semplificazioni contabili che ti garantirá il regime forfettario.

Come abbiamo detto per questo tipo di regime fiscale non é prevista l’IVA e quindi non ha dichiarazioni IVA trimestrali o annuali, non ha gli studi di settore ne i modelli ISA, in pratica non sono previsti tutti quegli adempimenti burocratici necessari per gli altri regimi.

Dunque il regime forfettario si presenta molto piú snello e permette di concentrarsi maggiormente sul business anziché perdere tempo dietro la burocrazia.

Partiva IVA e regime forfettario, ecco i limiti previsti

Se propendi per il regime forfetario devi rispettare una serie di limiti, primo fra questi, forse il piú importante, riguarda il fatturato: non si puó fatturare piú di 65.000 euro, se dovessi superare questo limite uscirai fuori dal forfettario il primo gennaio dell’anno successivo.

Un altro limite riguarda i lavoratori dipendenti, possono aprire una partita nel forfettario purché il loro reddito dipendente sia inferiore a 30.000 euro annuali, nel caso in cui il reddito lordo dovesse essere superiore, non si può stare contemporaneamente nel regime forfettario.

Un altro limite é quello derivante dal possesso di eventuali quote societarie: chi fa parte di ex società di persone non può stare nel forfettario. 

É prevista una eccezione nel caso in cui le quote societarie siano inferiori al 50% e solo nel caso in cui la srl si occupi di qualcosa di completamente diverso rispetto a quello di cui la ditta individuale vorrá occuparsi nel forfettario.

Partiva IVA e regime forfettario: tasse e contributi 

Oltre le tasse quello che dovrai pagare nel regime forfettario saranno tutti i contributi previdenziali. Le tasse, abbiamo giá detto, possono essere:

5% per i primi 5 anni nel caso in cui posseggono i requisiti da startup; 

15% dal sesto anno in poi, o da subito se non si possiedo i requisìti da start up.

I contributi INPS invece variano in base al tipo di attivitá da svolgere, infatti é possibile distinguere tre macro categorie.

Prima categoria sono i liberi professionisti senza albo di appartenenza (traduttori, amministratori di condominio, personal trainer ecc.) tutti questi soggetti hanno un vantaggio, possono pagare i propri contributi previdenziali in percentuale sul fatturato quindi senza alcun costo fisso.

Quindi un libero professionista se fattura paga tasse e contributi, nel caso in cui non dovesse fatturare nulla non avrá nulla da pagare. 

La seconda categoria sono i liberi professionisti con un albo di riferimento previdenziali (avvocati, notai, commercialisti) in questo caso i contributi previdenziali vanno pagati alla propria cassa di appartenenza.

Solitamente tutte le casse prevedono un contributo soggettivo che consiste in una quota fissa da pagare anche in assenza di fatturato, più un contributo integrativo del 4% del proprio totale degli incassi annuali.

Passiamo alla terza categoria ovvero commercianti e artigiani che hanno l’obbligo di iscriversi in Camera di Commercio nonché alla gestione commercianti o alla gestione artigiani INPS e che prevede un pagamento di una quota fissa annuale di contributi di solito pari a 3.800 euro annuali,  anche se poi coloro che sono nel forfettario possono richiedere l’abbattimento del 35% di questi contributi e quindi passerebbero da circa 3.800 euro a circa 2.400 euro in quattro rate trimestrali da 600 euro. 

Questi contributi sono fissi e vanno pagati anche in assenza di fatturato.

Cosa pagherai nel regime forfettario? Le tassazioni del 5% e del 15% e i tuoi contributi previdenziali INPS in base alla categoria alla quale appartiene e non pagherai null’altro.

Partiva IVA in regime ordinario semplificato

Come detto prima chi vuole diventare un lavoratore autonomo puó optare oltre che per il regime forfettario anche per la partita IVA in regime ordinario semplificato. Vediamo cosa cambia. Innanzitutto la tassazione che non é piú del 5% o del 15%, ma va dal 23% al 42%.

Inoltre cambia l’applicazione dell’IVA, infatti nel regime ordinario semplificato si applica l’IVA ai compensi che ha diverse aliquote, la piú diffusa é quella del 22%.

Oltre questo cambiano una serie di altri fattori:

Chi è in regime ordinario semplificato puó avere una convenienza a restarci solo nel caso in cui ha delle spese aziendali importanti come affitto, spese per personale, per utenze, importanti investimenti in macchinari, infrastrutture.

Quanto costa aprire una Partita IVA?

Questa é la domanda che spesso si pone chi decide di aprire una ditta individuale (in questo caso la partita IVA é aperta in nome e per conto proprio). In questa sede parleremo solo delle ditte individuali escludendo in questo momento le societá.

Come abbiamo detto prima ci sono delle attività che hanno obbligo di iscriversi in Camera di Commercio e attività che non hanno questo obbligo.

In quest’ultimo caso rientrano i liberi professionisti con e senza albo di appartenenza. Per tutte queste attività l’apertura della partita IVA è assolutamente gratuita non ha alcun tipo di costo e tra l’altro è anche immediata ovvero si effettua direttamente in Agenzia delle Entrate compilando un modulo che si chiama modello AA9/12 che potete scaricare direttamente on-line sul sito dell’Agenzia delle entrate oppure ritirare in modo cartaceo presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate

Nello specifico si tratta di un modulo formato da 4 pagine, non tutti i riquadri da compilare sono obbligatori, lo sono sicuramente i riquadri che identificano i propri dati anagrafici:

  • la data di inizio attività;
  • il nome che diamo alla nostra ditta individuale;
  • sede dell’attività;
  • scelta del codice Ateco;
  • scelta del regime fiscale.

Dunque si compila questa modulistica, si presenta in Agenzia delle Entrate che immediatamente senza alcun costo vi rilascerà il certificato di attribuzione di partita IVA in cui è già presente il vostro numero di partita IVA formato da 11 cifre che è il vostro codice identificativo

Dunque da una parte ci sono i liberi professionisti sia con cassa che senza, che aprono la partita IVA in modo automatico e senza alcun costo. 

Poi c’é un’altra categoria che ha l’obbligo di iscrizione in Camera di Commercio, vi rientrano i commerciantie gli artigiani, ma anche delle altre categorie, come ad esempio il procacciatore d’affari e l’agente di commercio, gli agenti immobiliari coloro che si occupano di promozione finanziaria tutte queste attività devono iscriversi in Camera di Commercio e all’INPS gestione commercianti o artigiani. 

In alcuni casi va inviata la SCIA, ossia la comunicazione di inizio attività che va inviata al SUAP (lo sportello unico delle attività produttive del proprio comune). 

Quindi per questa seconda categoria l’apertura della Partita IVA va fatta con una pratica telematica che si chiama “Comunica” e che serve appunto a comunicare a tre enti diversi che sono l’Agenzia delle Entrate, l’INPS, la Camera di Commercio, l’inzio di questa attività.

In questo caso i costi di apertura Partita IVA sono di circa 320 euro includono l’iscrizione al registro delle imprese, all’INPS gestione commercianti e artigiani e l’eventuale SCIA inviata al comune.

In alcuni casi è obbligatoria la firma digitale, ma soltanto per la seconda categoria quella dei commercianti e artigiani e comunque di chi deve iscriversi in Camera di Commercio,  è sicuramente obbligatorio il possesso di una PEC di una posta elettronica certificata.

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