Rincaro petrolio: Brent tocca il livello più alto dal 2014!

Sono diversi i fattori che concorrono al rincaro del petrolio registrato nell’ultimo lasso di tempo, che ha portato il Brent a raggiungere livelli altissimi.

Negli strati superiori della crosta terrestre si trova il petrolio, una miscela oleosa che rappresenta una delle più importanti e utilizzate fonti di energia del pianeta.

Il processo che ha portato alla formazione del petrolio è ultrasecolare. Cercare di datare l’età del petrolio che si può trovare in giacimenti sotterranei o di superficie è davvero molto difficile.

Un’epoca vantaggiosa per la genesi dell’oro nero fu il Giurassico, nell’era mesozoica. Infatti, come si può leggere su Sapere scienza:

«Fu in quell’epoca che il petrolio si andò a formare in grandi quantità sul fondo dell’oceano Tetide che un tempo separava i paleocontinenti di Laurasia e Gondwana».

Sebbene sia conosciuto da tempi immemori e utilizzato in diversi modi, il vero e proprio sfruttamento del petrolio è da collocare nella Seconda rivoluzione industriale. Fu in quel contesto che il petrolio divenne fonte di energia utilizzabile e, ancor di più, trasportabile.

È nel contesto industriale che il petrolio cominciò a essere impiegato a dismisura. Ovviamente, anche il panorama italiano non è esente da questo massiccio utilizzo che giunge fino ai nostri giorni. Del resto, basta riportare quanto si può leggere sul sito Confindustria energia:

«L’Italia fa grande uso di petrolio, che per decenni ha rappresentato la prima fonte energetica del Paese (superato solo recentissimamente dal gas naturale): basti pensare che ogni italiano utilizza in media 7,5 barili di petrolio all’anno, pari a poco più di tre libri al giorno!»

I derivati del petrolio hanno anch’essi un utilizzo consistente nelle industrie. Per quanto detto, nel prosieguo di questa disamina sarà importante comprendere quali sono i tipi di petrolio principali.

Ancor di più, occorrerà soffermarsi sugli utilizzi e sulle ultime notizie che, volendo anticipare, hanno visto un aumento corposo del prezzo del Brent al punto che il costo di un barile di petrolio ha superato i novanta dollari.

Quali sono le tipologie di petrolio

Prima di sottolineare le due tipologie fondamentali di petrolio occorre riferire che il mercato del greggio risulta essere sempre in fermento.

I prezzi del petrolio, nell’ultimo periodo, come affermato poc’anzi, sono aumentati tantissimo. Il rincaro ha avuto e continua ad avere forti ricadute anche nei contesti giornalieri più disparati.

Così, l’aumento del prezzo del diesel, giusto per offrire un esempio, va ricercato proprio nel rincaro del costo delle materie prime. Dunque, anche e soprattutto nel prezzo del petrolio.

Sono aspetti estremamente importanti su cui si ritornerà ampiamente, cercando di mettere in risalto alcune delle sfumature più importanti, in particolare quelle registrate nell’ultimo periodo.

Di sicuro, per comprendere al meglio alcuni aspetti può risultare proficuo affidarsi a uno dei video presenti sul canale YouTube Ingegneri in borsa in cui vengono discussi proprio questi temi:

Dunque, in primo luogo occorre riferire che le due tipologie di petrolio fondamentali, utilizzate come parametri di riferimento, sono il Brent e il West Texas Intermediate (Wti).

Occorre particolarizzare brevemente le caratteristiche peculiari che presentano il Brent e il Wti, tenendo in forte considerazione che comunque i punti di legame sono svariati, avendo a che fare entrambe con la stessa materia prima, il petrolio, per l’appunto.

In merito al Brent è necessario riferire che si tratta di un giacimento petrolifero, la cui scoperta risale agli anni Settanta del Novecento.

Geograficamente collocata al largo di Aberdeen, tra le città più popolate della Scozia, il giacimento presente nel Mare del Nord ha visto un enorme sfruttamento negli ultimi decenni.

Così, quando si sente parlare di “brent” si ha a che fare con un termine che rimanda al petrolio presente nel variegato contesto europeo.

A ben vedere, il termine rimanda a una commistione di postazioni petrolifere collocate nel Mare del Nord.

L’influenza del Brent è tale da determinare il prezzo di gran parte del petrolio che viene costantemente estratto nel mondo.

L’altro tipo di petrolio a cui si faceva cenno poc’anzi è il West Texas Intermediate (Wti). Anche in questo caso viene utilizzato come parametro oggettivo per il prezzo del petrolio.

Gli ultimi aggiornamenti sul petrolio

Osservando l’andamento del costo del petrolio nell’anno appena trascorso si notano sviluppi particolari che hanno portato a cambi vertiginosi del prezzo.

Infatti, da un anno a questa parte, il costo di un barile di petrolio –a causa del contesto pandemico che ha imposto di rivedere le abitudini giornaliere in tutto il mondo – si aggirava intorno ai 50 dollari.  

Le notizie dell’ultimo periodo hanno raccontato di rialzi per petrolio e gas che si sono assestati su livelli molto alti, influenzando anche le azioni quotidiane delle persone.

L’aumento della domanda e il rinfocolarsi delle tensioni geopolitiche in alcuni contesti hanno spinto il prezzo del Brent a toccare il livello più alto registrato dal 2014.

Focalizzando l’attenzione soltanto sugli ultimi mesi, in particolare da dicembre in poi, si nota come le quotazioni di petrolio siano aumentate di percentuali molto alte, fino al 30%.

È chiaro che alla base di pongono una concomitanza di fattori che hanno portato all’aumento considerevole del prezzo del gas e del greggio.

Tra i principali occorre indubbiamente annoverare gli strascichi pandemici, in particolari quelli legati alle prime ondate del virus, che continuano a causare ripercussioni considerevoli sulla domanda e sull’offerta del petrolio.

Le cause del rincaro del petrolio

Giunti a questo punto, occorre tenere in considerazione il termine rally, col quale si intende un rincaro di un asset, il più delle volte formato da azioni.

Va da sé che il rally molte volte non è atteso e, arriva a cogliere impreparati su diversi aspetti che portano conseguenze allarmanti sulla vita di ogni cittadino

Per questo motivo, i rincari del greggio non fanno che causare numerose preoccupazioni. A ben vedere, gli aumenti improvvisi del prezzo del petrolio sono di lunga durata.

Molte volte hanno condizionato irreversibilmente alcuni contesti, si pensi soltanto agli anni Settanta del Novecento, in particolare al biennio 1973-1974, un momento in cui la carenza del petrolio e il conseguente aumento dei prezzi fu notevole.

Senza alcun dubbio, dal secondo dopoguerra in avanti, la produzione industriale divenne sempre più intimamente connessa alla produzione del petrolio, al punto da esserne totalmente dipendente.

Come si legge su Urbick:

«La scarsità di petrolio e la forte crescita dei suoi costi si tradussero rapidamente nell’intero Occidente in una riduzione generalizzata delle attività di produzione e di trasporto, in un ulteriore calo dei profitti imprenditoriali e in un aumento del prezzo di tutte le merci, ossia in un meccanismo di inflazione.»

Dunque, il rincaro del petrolio che è arrivato a farsi sentire direttamente in bolletta (e non solo) in questi mesi ha comunque diversi precedenti, sebbene, appare quasi superfluo sottolineare come le ragioni finanziarie e geopolitiche cambino in base alle circostanze.

In merito alle ragioni finanziarie degli ultimi rincari, la corsa che ha spinto al rialzo riguardante le materie prime è dovuta principalmente alla ripresa economica susseguente al lockdown.

Non solo: ci sono difficoltà riguardanti la capacità di rispettare il ritmo che si era prefissato di mantenere. Si pensi in merito anche soltanto alla Russia.

In merito, anche le tensioni tra Ucraina e Russia hanno un peso enorme sui rincari dell’ultimo periodo al punto che Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale, ha chiesto a gran voce una soluzione pacifica delle tensioni tra i due stati.

Ad alimentare il rally registrato nell’ultimo periodo sono anche le tensioni che si sono registrate in Medioriente. Si pensi anche soltanto all’offensiva compiuta dagli yemeniti Huthi ai danni delle istallazioni petrolifere di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti.

Quali sono le previsioni per il 2022

Nel 2022 si potranno gettare le basi per far sì che situazioni come quella attuale possano essere risolte attraverso un modo di procedere e di approcciarsi alla produzione e all’utilizzo delle materie prime, e di conseguenza anche e soprattutto del petrolio, differente da quello vigente.

L’Italia si colloca al quarantanovesimo posto nella classifica degli stati che producono petrolio. La ricerca petrolifera nello Stivale prosegue anche nel contesto attuale.

È chiaro che, a ben vedere, il rincaro dell’ultimo periodo lascerà strascichi che nel brevissimo periodo non sono evitabili.

Ad esempio, se si fa cenno al contesto italiano, sin dal mese di settembre scorso si è sentito parlare con sempre più insistenza del rincaro delle bollette di gas ed elettricità dovuti al costo delle materie prime che si sarebbe registrato nei mesi a venire.

Come aveva già annunciato il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani i problemi stavano a monte e i modi per risolvere questo genere di problemi avrebbero dovuto fare i conti necessariamente con le radici, con le cause prime:

«Il governo è impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a congiunture internazionali e perché la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie».

Infatti, è chiaro che l’estrazione del petrolio presenta un impatto notevole anche e soprattutto per l’ambiente. Così, a conclusione di questo articolo, occorre soffermarsi proprio sul tema delle alternative al petrolio.

Quali alternative al petrolio?

Una via asfaltata, un indumento in paille, un gioco di plastica o la parte superiore di una padella antiaderente sono costruiti con un materiale che deriva dal petrolio

Solo da questa piccola considerazione, si può comprendere come sia difficile fare i conti con alternative concrete al petrolio, che comunque esistono e vanno usate in modo sempre più massiccio.

Fare affidamento alle risorse rinnovabili significa scegliere risorse naturali che si possono ricomporre attraverso processi naturali.

Ancor di più, è necessario aggiungere che questi determinati processi naturali che portano alla ricomposizione si concretizzano a una velocità superiore rispetto al consumo degli esseri umani.

Sia chiaro: la transizione è complessa e potrà generare strascichi e risentimenti. Del resto, il petrolio è a tutti gli effetti una delle risorse principali che segnano e indirizzano l’economia globale.

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