Fattura elettronica: scatta l’obbligo per i forfettari

Dal 1° luglio i contribuenti, che hanno aderito al regime forfettario, dovranno emettere obbligatoriamente la fattura elettronica.

Dal 1° luglio i contribuenti, che hanno aderito al regime forfettario, dovranno emettere obbligatoriamente la fattura elettronica. La novità coinvolgerà i titolari di partita Iva che abbiano ricavi o compensi superiori a 25.000 euro. Il Consiglio dei Ministri, lo scorso 13 aprile 2022, ha varato una serie di provvedimenti per contrastare l’evasione fiscale: l’estensione dell’obbligo della fattura elettronica anche ai contribuenti, che hanno aderito al regime forfettario, rientra nel pacchetto previsto dal Decreto sul Pnrr.

Non sono previste delle sanzioni nel caso in cui le fatture elettroniche siano inviate entro la fine del mese successivo per il terzo trimestre dell’anno. Ma proviamo a scoprire quali sono le novità previste per i contribuenti.

Fattura elettronica: si estende l’obbligo

In buona sostanza si estende l’obbligo della fattura elettronica anche ai titolari di una partita Iva, che abbiano aderito a dei regimi fiscali agevolati. Saranno obbligati ad utilizzare l’e-fattura anche i contribuenti che abbiano optato per un regime di vantaggio (come ad esempio il regime forfettario) e le associazioni sportive dilettantistiche. Continueranno a rimanere esentati dall’uso della fattura elettronica i soggetti che abbiano ricavi o compensi al di sotto dei 25.000 euro.

Queste importanti novità sono state introdotte a margine dell’approvazione del decreto per l’attuazione del Pnrr, nel corso del Consiglio dei Ministri che si è tenuto lo scorso 13 aprile 2022. L’obbligo della fattura elettronica scatterà il prossimo 1° luglio 2022 anche per quanti abbiano aderito al regime forfettario: per i primi tre mesi, comunque, sarà permesso emettere il documento entro la fine del mese successivo rispetto a quello nel quale si è svolta l’operazione. Questo eventuale ritardo non comporterà l’applicazione di nessuna sanzione.

Regime forfettario, cosa cambia con la fattura elettronica

Come abbiamo visto, dal 1° luglio 2022, l’obbligo della fattura elettronica sarà estesa anche ai contribuenti che hanno aderito al regime forfettario. La bozza del decreto ha provveduto ad intervenire direttamente su parte degli esoneri che sono previsti con l’articolo 1, comma 3 del Decreto Legislativo n. 127 del 5 agosto 2015, andando a sopprimere la parte che prevede l’esenzione per:

  • per i titolari di partita Iva, che abbiano aderito al regime di vantaggio previsto dall’articolo 27, commi 1 e 2, del Decreto Legge n. 98 del 6 luglio 2011;
  • per i titolari di partita Iva che abbiano aderito al regime forfettario previsto dall’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014;
  • per le associazioni sportive dilettantistiche (in questo caso il riferimento normativo sono gli articoli 1 e 2 della legge n. 398 del 16 dicembre 1991).

A stretto rigor di logica, l’esonero dovrebbe continuare ad applicarsi a quei titolari di partita Iva che stiano applicando la flat tax fino a 25.000 euro di ricavi e compensi. Molto probabilmente, una parte di quanti abbiano aderito al regime forfettario potranno continuare ad emettere la propria fattura in modalità analogica.

Per il momento, comunque, siamo ancora in attesa del testo definitivo del decreto: solo allora riuscire ad avere tutte le conferme del caso. Per il momento è possibile anticipare che è prevista, almeno per il terzo trimestre del 2022 – quindi per il periodo compreso tra il 1° luglio ed il 30 settembre -, la possibilità di emettere la fattura elettronica entro il mese successivo rispetto a quello nel quale è stata compiuta l’operazione.

Dopo questo periodo, in cui i diretti interessati avranno un po’ più di tempo per emettere la fattura elettronica, il termine è fissato in dodici giorni dalla data di effettuazione. Ricordiamo che nel caso di tardiva emissione della fattura elettronica la sanzione prevista va dal 5 al 10% dei corrispettivi non documentati o registrati. L’importo va da 250 a 2.000 euro quando la violazione non rileva ai fini della determinazione del reddito.

Perché coinvolgere anche i forfettari!

Aver escluso dagli obblighi della fattura elettronica i titolari di partita Iva che hanno aderito al regime forfettario, secondo il Ministero dell’Economia, limiterebbe di molto lo svolgimento delle attività di analisi del rischio di evasione. Al momento sono almeno 1,8 milioni i soggetti che stanno applicando l’imposta sostitutiva del 15% e 

la mancanza delle informazioni relative alle operazioni attive dagli stessi effettuati produce un vulnus alle esigenze di completezza delle basi dati e limita l’attivazione di iniziative volte a stimolare la compliance.

La presa di posizione del Ministero dell’Economia è stata chiara. Anche perché adesso

l’obiettivo principale resta quello di ridurre il gap in materia di IVA; dall’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati, a decorrere dal 1° gennaio 2019, il recupero del gettito IVA è stato pari al 2,4 per cento, rispetto al 2018, per un importo pari a circa 3,5 miliardi di euro. Numeri positivi, e che potrebbero aumentare ulteriormente ampliando la platea dei soggetti obbligati.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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