Stipendio netto: come pagare meno tasse e aumentarlo, in modo legale

Lo stipendio al lordo è sempre lo stesso ma c’è un modo per far sì che lo stipendio netto aumenti: pagare meno tasse. Ecco come.

Se è vero che lo stipendio al lordo è sempre lo stesso, c’è un modo però per far sì che lo stipendio netto aumenti, anche solo di un po’?

Ebbene, con qualche accorgimento, è possibile. Il netto che infatti finisce nelle tasche del dipendente oscilla in base agli importi di tasse e imposte che si è tenuti a pagare, ma è anche legato a detrazioni e deduzioni fiscali nonché alla presenza di eventuali redditi non imponibili.

In questo articolo, spieghiamo per l’appunto la differenza tra stipendio lordo e stipendio netto e i fattori determinanti per il calcolo in busta paga.

Conoscendo tale meccanismo è possibile intervenire per cercare di aumentare l’accredito sul conto corrente, a fine mese.

Fisco e busta paga: le diverse voci tra stipendio netto e tasse da pagare

Riassumiamo rapidamente le voci presenti in busta paga, così da avere chiaro in che modo è possibile intervenire su alcuni importi, per aumentare il netto da intascare, alla fine del mese.

Lo stipendio lordo indica quanto in teoria spetta al lavoratore. Da questa somma però, bisogna trattenere l’Irpef nonché le varie addizionali regionali e comunali.

È il datore di lavoro che, in qualità di sostituto d’imposta, può trattenere alla fonte questi importi.

Il punto è che, più è alto lo stipendio e più Irpef si deve pagare.

Questo è il motivo per cui spesso la differenza tra la RAL -ovvero la retribuzione annua lorda- e quanto effettivamente resta al lavoratore può risultare davvero sostanziosa.

Sono i contributi previdenziali e assistenziali, da una parte, e le ritenute Irpef dall’altra, che contribuiscono ad abbassare notevolmente il netto in busta paga.

Ci sono però alcuni accorgimenti per fare in modo che tale netto invece aumenti un po’, pagando meno tasse e riducendo le trattenute, ovviamente in maniera legale.

Come aumentare lo stipendio netto in busta paga

In che modo è possibile aumentare lo stipendio netto? Fondamentalmente sono due. Il primo consiste nel pagare meno tasse; il secondo nel detrarre o dedurre delle spese, in modo da abbassare l’imponibile (che è tassabile).

Spieghiamo brevemente anche la differenza tra detrazione fiscale e deduzione fiscale. La prima va a ridurre l’Irpef lorda da pagare mentre, grazie alla deduzione, si abbassa la base imponibile rispetto al reddito complessivo.

Per aumentare lo stipendio netto in busta paga dunque (oltre a chiedere un aumento!), si devono aggiungere somme che permettono di incrementare l’accredito sul conto corrente.

Ad esempio i buoni pasto permettono di aumentare il netto in busta paga, così come i fringe benefit oppure le indennità di trasferta, tutto esentasse entro certi limiti (come riportiamo nel paragrafo conclusivo di questo articolo).

Anche i vari interventi a livello governativo consentono di avere una busta paga più ricca. A tal proposito rimandiamo alla lettura di contenuti specifici sul tema, come questo dedicato proprio all’aumento dello stipendio netto previsto per il 2023.

Come pagare meno tasse in busta paga

Il modo migliore per ridurre le tasse da pagare in busta paga, e di conseguenza avere più soldi in tasca, è quello di aggiungere quante più detrazioni possibili.

In pratica, più spese si portano in detrazione e più si ottengono sconti sulle imposte da pagare.

Anche le deduzioni permettono di pagare meno tasse ma, come già anticipato, vanno a ridurre il reddito imponibile e non l’importo Irpef lordo da versare.

Un esempio di detrazione fiscale da non lasciarsi sfuggire in questo momento è senza dubbio quella legata ai tanti bonus edilizi messi a disposizione dal Governo.

Chi dunque ha bisogno di una ristrutturazione può cogliere al volo l’occasione di sfruttare queste opportunità ancora in vigore, sia per quanto concerne l’efficientamento energetico che la possibilità di ristrutturare gli immobili.

Per pagare meno tasse in busta paga, c’è inoltre la possibilità di sfruttare tutta una serie di agevolazioni ad esempio per chi è in affitto oppure ha un mutuo da pagare.

Ancora tra le detrazioni più importanti in favore del lavoratore, troviamo ad esempio le spese assicurative oppure quelle legate al trasporto pubblico, le spese funebri.

Tra le deduzioni invece ricordiamo ad esempio i costi sostenuti per l’adozione internazionale oppure per gli assegni di mantenimento, così come per il riscatto della laurea, colf e badanti, babysitter, fondo casalinghe e via di seguito.

Cosa non è tassato in busta paga

Abbiamo già avuto modo di evidenziare, nel corso dell’articolo, che esistono delle voci in busta paga esentasse.

Fanno parte di questa categoria ad esempio i buoni pasto erogati dall’azienda (esentasse per un limite massimo di 8 euro al giorno, se elettronici, e di 4 euro al giorno, se cartacei).

Anche i fringe benefit sono esentasse fino alla soglia di 258,23 euro.

Infine, rimborsi spese e indennità di trasferta aumentano lo stipendio netto e non sono soggetti a tassazione, fino a 47 euro al giorno (fino a circa 77 euro giornalieri, se si va all’estero).

Lo stesso vale per i buoni benzina oppure i buoni spesa che il datore di lavoro decide di mettere a disposizione dei propri dipendenti.

Ecco le aziende che hanno elergito questi doni in favore del proprio personale, come bonus bollette e altri benefit.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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