Britishvolt, chiude per mancanza di fondi la startup per la produzione di batterie

Fallisce Britishvolt, così l'europa dice addio all'ambizioso progetto indipendente per la produzione di batterie per auto elettriche

Britishvolt annuncia il fallimento, per mancanza di fondi, e chiude il maxi progetto per la costruzione di un impianto per la produzione di batterie per auto elettriche a Blyth, sul mare del nord.

L’impianto mai costruito

Nelle ambizioni di Britishvolt vi era la costruzione di un maxi impianto, dal costo di oltre 4 miliardi di sterline, che avrebbe dato lavoro ad oltre 3000 persone. L’impianto avrebbe ospitato il più grande stabilimento europeo per la produzione di batterie per auto elettriche.

Secondo i dati resi noti tramite la stampa, attraverso articoli e servizi televisivi, e l’utilizzo copioso di grafiche e ricostruzioni tridimensionali, l’impianto avrebbe coperto una superficie di 93 ettari e sarebbe sorto nella periferia di Blyth, a circa 15 chilometri a nord di Newcastle.

L’impianto colossale e le ambizioni epocali del progetto erano valse alla località l’appellativo di Motor Valley inglese, tuttavia, nonostante i proclami e le ambizioni del progetto, l’impianto non è mai nato, e le difficoltà nel trovare i fondi necessari per avviare un progetto di tale entità, hanno costretto la startup ad un passo indietro.

Progetto chiuso e licenziamenti

La mancanza di fondi ha portato Britishvolt a dichiarare il proprio fallimento, interrompere il progetto di installazione dell’impianto e licenziare, con effetto immediato, oltre 232 dipendenti.

La chiusura, prima ancora di essere avviato, dell’impianto Britishvolt di Blyth segna un duro colpo all’economia britannica, rallenta enormemente la transizione europea vero l’abbandono delle auto con motori a combustione interna e infligge un duro colpo al governo britannico.

La startup appariva infatti come un segno concreto del programma elettorale Tory, una manifestazione tangibile del programma LevellingUp, e offriva un opportunità unica per il rilancio dell’economia britannica.

Lo stabilimento, se realizzato e attivato, sarebbe stato il primo tassello verso la creazione di un grande polo automobilistico in Europa, centrale per la produzione europea di auto elettriche.

Nonostante le ambizioni però, Britishvolt ha avuto difficoltà, fin dal primo momento, a trovare investitori per il proprio progetto e generare profitti.

Le difficoltà economiche di Britishvolt hanno condizionato l’ultimo consiglio di amministrazione, tenutosi nella serata di lunedì 16 gennaio 2023, consiglio nel quale il board della compagnia ha dovuto prendere coscienza del fatto che non erano pervenute offerte valide a mantenere a galla la società e dall’altro lato, i debiti continuavano ad aumentare.

Al netto dei dati reali, il CDA ha deciso quindi di dichiarare il proprio fallimento, licenziando con effetto immediato gli attuali 232 dipendenti, e annullare la costruzione del maxi impianto che, una volta ultimato, avrebbe dato lavoro ad oltre 3000 lavoratori qualificati.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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