L’algoritmo di Facebook ti penalizza? 5 modi per risolvere!

Come funziona Edge Rank, nel 2022. Perché l'algoritmo di Facebook penalizza i contenuti e come fare a migliorare la reach organica dei propri contenuti.

Chi lavora o si promuove tramite i social media ha sentito questa frase almeno una volta: “L’algoritmo di Facebook mi penalizza“.

In effetti, si tratta di un algoritmo in continuo mutamento, volto a migliorare sempre di più l’esperienza dell’utente e soprattutto il tempo di permanenza di ciascuno all’interno della piattaforma.

Dunque, come fare a seguire tutte le novità?

In effetti, se alcune volte potrebbe effettivamente verificarsi un’effettiva penalizzazione da parte di Facebook per ragioni di difficile comprensione, la maggior parte delle volte, invece, si tratterà di ragioni che, se note, avrebbero potuto essere tranquillamente evitate.

In questo articolo, dunque, approfondiremo il comportamento dell’algoritmo di Facebook, identificando le ragioni per cui esso possa penalizzare i nostri contenuti. Soprattutto, scopriremo le 5 regole d’oro per evitare che le penalizzazioni accadano ancora e, dunque, ottenere il meglio dalla propria strategia di social media marketing.

Come funziona l’algoritmo di Facebook nel 2022? Ti presentiamo Egde Rank

Riuscire ad aumentare la visibilità dei propri contenuti in maniera organica e senza tener conto dell’algoritmo di Facebook è veramente arduo. In effetti, la frustrazione di chi desidera promuoversi attraverso questo social media è piuttosto lampante.

Edge Rank è l’algoritmo di Facebook che ha il compito di distribuire in modo automatizzato i contenuti pubblicati all’interno della piattaforma tra i diversi utenti, in modo che ciascuno veda ciò che è più di suo interesse e ciò che più è in grado di stimolare una sua reazione.

In altre parole, Facebook desidera che:

  • si mettano più likes;
  • si trascorra più tempo sui contenuti;
  • ci siano più interazioni.

Se così non fosse, infatti, nessuno avrebbe più interesse nel fare delle sponsorizzazioni e tutti ragionerebbero in modo organico. In effetti, per molti è così. Dal momento che è difficile riuscire ad emergere in modo organico a causa di queste penalizzazioni da parte dell’algoritmo, molti infatti si risolvono nella creazione di contenuti sponsorizzati.

Se però fosse possibile conoscere i contenuti che non piacciono a Edge Rank?

Naturalmente sarebbe meraviglioso, idilliaco persino. Il problema è che ciò che non piace o piace per davvero a Edge Rank lo sa soltanto Facebook.

Nel corso del tempo, però, Facebook stessa ha dichiarato le cose che non apprezza e che quindi renderà meno visibili. Scopriamole.

Ecco 2 cose che l’algoritmo di Facebook penalizza sempre

Solitamente Facebook mantiene un certo riserbo attorno a ciò che piace o non piace al suo algoritmo.

In alcuni momenti della sua storia, però, ha mostrato anche di voler prendere posizione su certi argomenti e, dunque, di mostrare chiaramente quali siano le cose da non fare mai all’interno della piattaforma. Ci viene ad esempio in mente la decisione di sospendere l’account di Trump dopo il massacro di Capitol Hill.

Ecco, dunque, le 2 cose da non fare mai all’interno del social di Meta.

  • 1. Non condividere fake news.

Il social media, infatti, tiene al fatto che vengano condivisi solo fatti verificati. Insomma, al di là di ogni possibile polemica (qualcuno ha gridato più di una volta alla censura), l’algoritmo penalizza in toto tutti i contenuti basati su notizie non comprovate.

L’intento è quello di evitare la viralità delle stesse. Facebook non si vuole fare portavoce di mezze verità e fake news in generale.

  • 2. Non condividere titoli acchiappaclick (clickbaits).

Anche in questo caso si tratta di comportamenti che non bisognerebbe adottare a prescindere.

Ad ogni modo, qualora si desideri una crescita organica della propria pagina bisognerebbe evitare di condividere link esterni alla piattaforma fomentati da titoli sensazionalistici e chiari inviti al commento e all’interazione.

Conoscendo quindi ciò che penalizza il nostro account su Facebook e conoscendo invece cosa desidera l’algoritmo, cerchiamo di capire come poter produrre contenuti che godono di più visibilità in modo organico.

5 step per evitare la penalizzazione dei contenuti su Facebook 

Conoscere ciò che vuole Edge Rank non è certo cosa facile. Come detto, se lo si sapesse davvero nessuno creerebbe più nulla a pagamento.

In realtà, sebbene non ci siano delle vere e proprie linee guida che possano aiutarci a risolvere l’inghippo, ci sono una serie di comportamenti che possono senz’altro aiutare il nostro profilo (o i nostri profili) ad emergere.

A dispetto delle molte teorie, infatti, l’unico modo per riuscire ad aumentare la propria reach organica all’interno di questo social media è quella di avere una strategia di social media marketing improntata su una serie di concetti cardine.

Cerchiamo di analizzare insieme i 5 step che permettono di evitare che i propri contenuti vengano penalizzati dall’algoritmo di Facebook.

1. Conoscere di più i destinatari dei contenuti: chi è il proprio target?

Definire il proprio target è il primo passo per poter raggiungere dei potenziali clienti.

Definire il proprio pubblico significa riuscire ad inquadrare quei destinatari che saranno interessati a svolgere un’azione (rispondere ad una CTA) dopo aver visionato il nostro messaggio pubblicitario.

Più riusciamo a identificare il nostro pubblico, più successo avranno i nostri messaggi.

Ci sono 3 macroaree che potremmo considerare:

  • Dati anagrafici;
  • Gli Interessi;
  • Il comportamento.

Inoltre, dovremmo riuscire a distinguere tra il pubblico principale (ovvero quello che è direttamente interessato al nostro messaggio) e quello invece che è attualmente di secondaria importanza (ma che potrebbe assumere un ruolo primario grazie alla nostra strategia).

Parlare con i propri clienti, interagire con loro e creare dei sondaggi favorirà senza dubbio questa pratica.

2. Condividere contenuti che piacciano al pubblico e all’algoritmo

Una volta che si è capito il pubblico cui si vuole mirare, è certamente più semplice creare dei contenuti che siano in linea con i suoi interessi.

Naturalmente, oltre agli interessi, andrà valutata un’altra cosa fondamentale, ovvero capire a che punto del processo di acquisto si trovino i nostri potenziali clienti. Qui ci viene in aiuto il concetto di marketing funnel di cui tanto abbiamo parlato su Trend Online.

Il funnel è un modello ad imbuto, quindi con una base larga in cima che via via si restringe verso il fondo, che descrive il comportamento di clienti, e potenziali tali, durante il loro processo di acquisto di un bene oppure di un servizio.

Insomma, grazie a questo schema sarà possibile creare dei contenuti che siano in linea con l’utente. In questo modo, non si anticiperanno le tempistiche, ma nemmeno si allenterà troppo la presa.

D’altro canto, produrre contenuti che interessano la propria audience è di grande interesse per l’algoritmo di Facebook. Vedendoci esperti del nostro settore, sarà la piattaforma stessa a voler premiare i contenuti.

Questo si traduce in:

  • produrre contenuti di video marketing: ormai lo sappiamo che video e reels creano molto più engagement degli altri contenuti;
  • sfruttare i momenti di maggiore interazione del proprio pubblico per pubblicare;
  • utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dal social come storie, post, caroselli e video.

3. Non dimenticarsi mai della chiamata all’azione, la CTA

Abbiamo visto che l’algoritmo non apprezza i chiari inviti all’azione, soprattutto se sono indirizzati a link esterni alla piattaforma stessa.

In ogni caso, però, è importante che nei nostri contenuti non manchi mai un invito all’azione, la cosiddetta Call to Action. Questa infatti permette che l’utente venga accompagnato a fare l’azione che noi abbiamo pianificato con la nostra strategia (non necessariamente un acquisto).

Di CTA ne esistono di diversi tipi e naturalmente devono essere utilizzate in base al punto 1 e 2 del nostro articolo. In altre parole, bisogna che siano strutturate sulla base del nostro pubblico, ma anche sulla base della fase del processo d’acquisto in cui si trovano.

Da un lato è vero che la piattaforma non apprezza le CTA troppo dirette, ma d’altra parte invece apprezza ciò che è stimolante per l’audience. Se infatti il pubblico è interessato al nostro contenuto, perché si tratta di un contenuto di valore tanto da volerlo commentare o condividere, Facebook non potrà che dargli la giusta visibilità, che sia organico o meno.

4. Pianificare i contenuti su Facebook: il Calendario Editoriale

La quarta regola d’oro per evitare la penalizzazione da parte dell’algoritmo di Facebook è quella di avere una strategia ben esemplificata all’interno del proprio calendario editoriale (ti spieghiamo come strutturarlo in questo articolo).

Insomma, i contenuti non andrebbero mai pubblicati soltanto nei propri ritagli di tempo senza una chiara strategia alla base. Tutto dovrebbe seguire un processo ben più grande, all’interno del quale sono stati incasellati post, video e storie.

Insomma, nulla andrebbe lasciato al caso. Dal momento, però, che si è tanto lavorato per identificare il proprio target e capirne i bisogni e necessità, il calendario editoriale ben strutturato non dovrebbe essere che la naturale conseguenza del proprio lavoro.

Naturalmente non sarà un concetto statico. Sarà piuttosto una sorta di organismo. Una strategia può essere modificata e ricontrollata sulla base dei nuovi dati a disposizione. Nulla dovrà essere immutabile. D’altro canto, nemmeno l’algoritmo di Facebook lo è.

Giungiamo infine all’ultima regola d’oro.

5. La costanza è la migliore alleata del proprio successo

Potrebbe sembrare una banalità. In realtà, però, sui social media, dunque anche su Facebook, vince la costanza.

Seguire la propria pagina con aggiornamenti, risposte ai commenti, interazioni con le altre pagine permetterà senza dubbio al proprio brand di non essere più vittima di penalizzazione da parte del famigerato algoritmo di Facebook.

Naturalmente l’impegno sarà tanto e non sempre sembrerà che ci sia una risposta immediata da parte del proprio pubblico. Proprio in quel momento, sarà l’occasione perfetta per non mollare e continuare a tenere in pratica queste 5 regole.

Redazione Trend-online.com
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