Ftse Mib: ecco le 3 fasi attese. ENI, Tenaris e Stellantis buy?

Per il Ftse Mib si conferma un trend statisticamente ribassista con un occhio a volumi che dovrebbero calare ancora. La view i Fabrizio Brasili.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].

Il Ftse Mib sta trovando un ostacolo in area 22.800. Si aspetta il superamento di questa soglia e quindi nuovi rialzi nel breve?

E’ già la terza volta che il future sul Ftse Mib con scadenza settembre tenta di superare i forti livelli di resistenza posti a 22.800/22.900 punti, senza peraltro riuscirci, ma in più ora con fortissimi volumi, che stanno a dimostrare, che difficilmente potranno farcela, tanto più in questo mese di agosto in cui i volumi dovrebbero statisticamente calare.

I 2.000 punti ripresi nell’ultimo mese, devono essere confrontati con le perdite subite da poco sopra i 28.000 punti, raggiunti due volte fra fine autunno 2021 ed inizio inverno 2022, formando così una figura di classica inversione da doppio massimo decrescente, decisamente negativa.

Il trend rimane sempre statisticamente ribassista e potremo attenderci da qui alla prossima primavera, tre fasi distinte ma evidentemente collegate, che potrebbero portare a recuperare prima il gap, lasciato aperto in area poco sopra i 20.000 punti.

Poi finalmente, per il Ftse Mib dovrebbe esserci la tanto attesa rottura di tali livelli, con un approdo in area 18.500/18.600.

Ed infine, nella peggiore delle ipotesi, con il possibile  aggravamento della pandemia nel prossimo autunno, il deterioramento del conflitto Russia-Ucraina, anche con aggiunta di nuove aree e focolai, come Taiwan ed Israele.

Il conseguente e ulteriore riflesso sulla produzione e sull’economia, si dovrebbe assistere al raggiungimento di area terminale di questo lungo trend negativo, posta sempre sui 16.000/16.500 punti.

Ci dovremo comunque attendere un 2023 più negativo dell’anno in corso, con un brusco risveglio che ci riporti con i piedi ben per terra, ora che non vogliamo vedere la realtà attuale.

I modesti recuperi del governo Draghi, tanto sbandierati, non son altro che cifre sovrapposte a dati troppo pessimisti anche riferiti al precedenti.

Un gioco di prestigio che gli stessi americani ci hanno insegnato, con i dati trimestrali delle società: più lì butto giù e più i dati successivi sono migliori.

ENI e Tenaris restano solo la lente sulla scia dei recenti cali del petrolio. Qual è la sua view su questi due titoli?

Il petrolio in continuo ribasso è giunto anche sotto i 90 dollari il barile e sta scaricando l’ipercomprato ed anche la speculazione di medio-lungo termine.

Il calo dell’oro nero sta incidendo più su Tenaris, molto speculativa, che su ENI.

Inizieremmo a comprare allora solo ENI fra 10,80/10,90 e 11,20/11,30 euro, inizialmente in modeste quantità, tenendo presente che ci potrebbero essere altre aree di tensione, come quelle già segnalate, a far rimbalzare anche violentemente il petrolio, spostando anche se modestamente il prezzo.

L’acconto sul dividendo del prossimo autunno ed il saldo per l’ esercizio 2022 in primavera, fanno il resto e la differenza per ENI.

Tenaris invece deve sopportare più fattori speculativi ed in assenza dello stesso generoso dividendo di ENI, ci sembra ancora un titolo rischioso per il beneficio derivante.Teniamo sempre presente che la forza del dollaro contro euro penalizza in maniera più vistosa Tenaris.

Come valuta l’attuale impostazione di Stellantis e Ferrari e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Preferiamo di gran lunga Stellantis a Ferrari, anche se non disdegneremmo quest’ultimo titolo a certe condizioni di mercato, con un ritorno sotto i 175 euro, ed in modesta quantità, accumulare ma solo per trading quest’ultima, meglio coperta con vendita di call 240/250 scadenza 2023 e Put 140/150 stessa  scadenza.

Non certo per il dividendo e per gli alterni risultati sportivi, ma come puro lusso made in Italy.

Stellantis da valutare per il generoso dividendo e per un piano di accumulo a piramide rovesciata.Andremo a vedere dove si collocherà come secondo minimo: se superiore o inferiore a quelli testati negli ultimi 12 mesi, posti poco sopra gli 11 euro.

Anche in caso di storno dagli attuali poco sopra 14 euro, iniziare ad accumulare fra area 12 e 12,50 euro ed aumentare anche notevolmente fra 11,50 e 11,80 euro

Il petrolio è scivolato sotto quota 90 dollari. C’è il rischio di ulteriori ribassi dai livelli attuali?

Pensiamo proprio di no, non tanto per l importante storno dai massimi 2022, posti in area 130 di WTI e 139 dollari di Brent, quanto per aver raggiunto ed in modesta parte già superato i target price da noi segnalati nelle precedenti interviste.

Poi, come già anticipato, c’è anche lo scoppio di aree di tensione in medio ed estremo oriente, che hanno già nell’ultima parte della settimana sostenuto i corsi e frazionalmente fatti già salire.

Suggeriamo sempre ai nostri lettori ed abbonati di restare completamente fuori da questo mercato, anche per troppe variabili, al di sopra delle teste più influenti ed importanti, addirittura degli stessi stati sovrani anche produttori.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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