Di seguito riportiamo l’intervista realizzata ad Alessandro Cocco, Chief Executive Officer di Unicron Associates, al quale abbiamo rivolto delle domande sugli indici azionari americani e su alcuni titoli Usa.
A Wall Street i tre indici principali hanno ritracciato dai massimi storici. Quali i possibili scenari ora?
Gli indici sono all’interno del trend di lungo periodo e stanno continuando a testare i supporti strategici che stanno contenendo i ribassi per ora.
C’è la possibilità di rimbalzare, ma bisognerà vedere se gli indici ce la faranno o meno a ritornare sui massimi storici.
E’ bene in ogni caso tenere d’occhio anche ai supporti, perchè se da una parte la situazione sta reggendo, dall’altra è in aumento il rischio di una rottura ribassista.
Particolare attenzione andrà rivolta al Nasdaq Composite che è impostato peggio dell’S&P500 e del Dow Jones. L’indice tecnologico il 10 gennaio ha segnato un minimo a 14.530 punti, coincidente con un supporto abbastanza importante.
Anche se l’indice è sceso al di sotto dei minimi del 20 dicembre a 14.860 punti, non è andato giù più di tanto e poi ha recuperato.
Non è da escludere quindi un recupero per il listino tecnologico che dovrà superare in primis i 15.319 punti per poter allungare fino ai 15.750 punti, segnalando che a 15.901 punti c’è una resistenza che, se violata, riporterebbe sui massimi di novembre a 16.612 punti.
Al ribasso ricordo il supporto del minimi del 10 gennaio a 14.530 punti, rotto il quale avremo un sostegno a 14.190 punti che potrebbe contenere i prezzi, ma se si andasse oltre si arriverebbe fino ai 13.570 punti.
L’S&P500 è impostato decisamente meglio e dopo il minimo del 10 gennaio a 4.582 punti è riuscito a rimbalzare da questo supporto strategico.
Un primo target in caso di recupero è a 4.750 punti e poi sui massimi intorno ai 4.820 punti. In caso di violazione dei 4.582 punti, l’S&P500 rischierà una discesa fino ai 4.495 punti.
Il Dow Jones sta tenendo duro e il supporto chiave in questo caso è a 35.600 punti, sotto cui si rischierà un affondo fino ai 34.800 punti.
Un rimbalzo dai valori attuali vedrà un primo target sui massimi del 13 gennaio a 36.513 punti, oltre cui si guarderà ai top del 5 gennaio a 36.952 punti.
Bank of America anche venerdì scoro ha perso terreno. Cosa può dirci di questo titolo?
Da novembre Bank of America ha perso terreno fino quasi a Natale, mentre i primi di gennaio è ripartito con un bel rialzo che ha portato fino ad un top a 50,08 dollari.
Da questo livello il titolo ha ritracciato un po’ e ora trova un supporto a 47,06 dollari, sotto cui potrebbe scivolare verso i 45 dollari.
Se al contrario Bank of America rimbalzerà da subito, andando a violare al rialzo i 50,08 dollari, a quel punto si potrà pensare di arrivare fino a 52 dollari.
Ci sono altri titoli che vuole segnalarci a Wall Street in questa fase?
Segnalo Jp Morgan che venerdì scorso ha lasciato sul parterre oltre il 6%. Segnalo un supporto a 151,91 dollari e un sostegno successivo intorno ai 146 dollari, livelli che saranno raggiunti in caso di violazione dei minimi del 14 gennaio a 156,9 dollari.
Al contrario, una rottura rialzista dei 161,03 dollari aprirà le porte ad un recupero fino ai 168,23 dollari.
Anche Morgan Stanley è stato colpito dalle vendite venerdì scorso, ma è riuscito a mantenersi sopra i 97,5 dollari, supporto che non dovrà essere violato se si vorrà evitare una flessione verso i 94,15 dollari prima e gli 85 dollari in seguito.
Al contrario, sopra i massimi del 14 gennaio a 100,47 dollari, Morgan Stanley salirà versoi 102,5 dollari prima e area 106 dollari dopo.