Green pass con valenza illimitata: nuovo decreto in arrivo!

Da oggi subentrano nuove regole comportamentali e nuovi divieti da rispettare. Inoltre, il Green pass assume una valenza illimitata per determinati cittadini.

L’obbligo del Super green pass è scattato già dal 10 gennaio scorso e coinvolge svariati luoghi e diverse attività.

Così, per accedere in numerosi negozi, uffici pubblici, servizi postali ecc. è necessario esibire la certificazione verde. Questo aspetto prescinde e, in un certo senso, si pone al di sopra della divisione in zone che caratterizza l’Italia oggigiorno.

Infatti, al di là dell’incidenza dei casi che portano alla divisione in colori, chi possiede il Super green pass presenta indubbiamente molte più possibilità di spostamento rispetto a chi non ha iniziato il ciclo vaccinale anche nei casi in cui la Regione in cui abita presenta un alto rischio di contagio.

Rifacendosi al sito ufficiale del governo, in modo da introdurre alle ultime variazioni riguardanti la possibilità di essere dotati di un Green pass avente una valenza illimitata, è opportuno riferire che:

«La Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID certificate nasce su proposta della Commissione europea per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19».

Dunque, le modifiche più rilevanti in merito al Green pass, che verranno prontamente passate in rassegna nel prosieguo di questo articolo, sottendono il bisogno di gestire il contesto pandemico ancora in atto. 

Infatti, occorre sottolineare che, sebbene i numeri registrati nell’ultimo periodo mettano in risalto un calo della curva epidemiologica, in particolare rispetto a quanto vissuto negli ultimi mesi, lo stato di emergenza continua a destare preoccupazione.

In merito, basta soltanto riportare che il 4 febbraio scorso, il Ministero della salute ha emanato una nuova ordinanza, con valenza quindicinale, proprio finalizzata al contenimento e alla gestione del coronavirus in Calabria, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e Toscana.

Nel testo, presente in Gazzetta ufficiale, si legge che, nelle Regioni suddette:

«Continuano ad applicarsi le misure di cui alla c.d. “zona gialla”, come definita dalla normativa vigente e nei termini di cui all’art. 9-bis del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, per un periodo di quindici giorni, ferma restando la possibilità di una nuova classificazione».

Dunque, l’importanza del tema del Green pass è lampante e riguarda il vivere giornaliero di tutti gli italiani. Da qui, si fa necessario il bisogno di comprendere nel migliore dei modi le ultime variazioni.

In primo luogo, occorre prendere come riferimento il, Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 59, presente sul sito ufficiale.

L’importanza del contenuto emerge sin dalle prime righe in cui si legge che il Comunicato presenta:

«Misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento delle attività nell’ambito del sistema educativo, scolastico e formativo».

Green pass senza scadenza per chi ha il booster

Il nuovo decreto rende il Green Pass illimitato. A poterne beneficiare sono tutte le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, ricevendo le tre dosi previste. Inoltre, le nuove misure riguardano anche chi è guarito dall’infezione e presenta almeno due dosi di vaccino.

Prima di passare in rassegna in dettaglio tutte le nuove regole ormai in vigore e prima di comprendere anche quali potranno essere i prossimi scenari, si può far riferimento a  uno dei video presenti sul canale YouTube di Michele Madonna.

Nel contenuto, l’attenzione viene posta sul periodo in cui ci si potrà attendere la fine del Green pass, cioè il termine di questa particolare restrizione che ha indubbiamente segnato l’ultimo periodo.

Di più: nel video viene passato in rassegna il tema della durata dei Dcpm e le decisioni prese dal Comitato tecnico scientifico:

Il green pass a scuola

Considerano gli elementi passati in rassegna fino a questo momento, può risultare proficuo focalizzare l’attenzione sul mondo del lavoro e della scuola.

La Didattica a distanza è una nuova forma di studio che il Miur ha introdotto durante la prima fase pandemica.

Di sicuro, è uno strumento che si è rilevato indispensabile che poter ovviare in qualche modo all’impossibilità di poter accedere ai servizi scolastici e alla fruizione delle lezioni nei classici modi.

È evidente che gli effetti di un apprendimento siffatto non sono stati sempre positivi. A ben vedere, si è trattato di una vera e propria rivoluzione nel modo di fare scuola.

A sottolinearne le difficoltà sono i risultati di uno studio coordinato dal Joint Research Center. I risultati mettono in luce che:

«Una famiglia su 3 durante il lockdown non è stata in grado, per mancanza di tempo e anche di adeguato supporto tecnologico, di sostenere adeguatamente la didattica a distanza riservata ai propri figli».

Le motivazioni sono diverse: in molti hanno lamentato mancanze tecnologiche, altri genitori hanno messo in risalto l’impossibilità di seguire i propri figli nelle metodologie di apprendimento inevitabilmente differenti per i motivi più svariati, compreso spesso la mancanza di tempo.

Negli ultimi decreti, gli studenti necessitano del Green pass per salire sui mezzi pubblici, ma non ne hanno bisogno per potere entrare in classe.

A questa decisione è seguito un acceso dibattito politico, al punto che il Ministro Bianchi ha vagliato anche la possibilità di rendere obbligatorio il Green pass a scuola anche per gli studenti, dopo che l’obbligo vaccinale ha coinvolto tutto il personale scolastico.

Le notizie dell’ultimo periodo, come avuto modo di sottolineare, puntano a ridurre l’utilizzo della didattica a distanza sempre più, fino a eliminarla del tutto.

Del resto, proprio il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi ha speso parole perentorie sul bisogno di far sì che la scuola si svolga sempre più in presenza, poiché la didattica a distanza porta anche marcate diseguaglianze che potrebbero essere decisive per la vita di diversi individui.

Così, le nuove regole che entrano in vigore limitano la Dad e semplificano i protocolli che hanno contraddistinto le fasi precedenti. 

Dunque: i casi di positività limite per nidi e materne diventano cinque, superati i quali scatta la didattica a distanza.

Dai 6 ai 12 anni, dunque per la scuola primaria, si nota che gli studenti vaccinati, che possiedono il Super green pass, anche con casi superiori ai cinque, restano in classe. Chi non possiede il Super green pass sarà costretto a seguire le lezioni da casa.

Dai 12 anni in su, si resta in classe fino al secondo positivo. Con il terzo caso di positività, anche in questo frangente, chi non possiede il Super green pass sarà costretto a seguire la lezione da casa.

Occorre aggiungere che, come riporta anche Il Quotidiano del sud:

«Per il rientro a scuola dopo la quarantena basterà il tampone fai da te e in caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione».

Il Green pass al lavoro

Occorre sottolineare anche un altro aspetto che appare inevitabilmente fondamentale: dal 15febbraio il Green pass sarà obbligatorio al lavoro per un numero consistente di categorie di lavoratori.

Dunque, si parla della necessità di possedere il Super Green pass o il Green pass rafforzato, cioè la certificazione verde che si ottiene con la vaccinazione completa o quando si è guariti dall’infezione.

Occorre ricordare in merito che dal primo febbraio è scattato anche l’obbligo vaccinale per gli over cinquanta, in base a quanto si legge sul Decreto legge n. 1 del 7 gennaio 2022.

Da quella data, le persone che non hanno iniziato il ciclo vaccinale o che non lo hanno ancora completato, in base a quanto stabilito dal Ministero della Salute, potranno incorrere in sanzioni che prevedono anche una multa di 100 euro che arriverà a casa, con una cartella dell’Agenzia delle entrate.

Dal 15 febbraio in poi, i lavoratori under cinquanta potranno ancora accedere al luogo di lavoro tramite il solo mostrare il Green pass base che, giusto per ricordarlo, si può ottenere anche col solo test antigenico rapido o molecolare.

Le proteste contro il green pass obbligatorio

L’estensione del Green pass a diversi cittadini hanno portato non poche proteste. A ben vedere, ogni sorta di limitazione ha causato scorie in svariati luoghi.

Non solo nel contesto italiano. Si pensi soltanto a Sofia, in Bulgaria dove, una manifestazione promossa dai nazionalisti, ha dato via a una feroce protesta contro l’obbligo del Green pass.

Anche in Canada, a fine gennaio, si sono registrate alcune proteste. Il Freedom Convoy si è schierato apertamente contro le misure che prevedono l’obbligatorietà vaccinale per i conducenti di camion e tir.

Nonostante le proteste che hanno contrassegnato gli ultimi giorni, anche in Austria il vaccino è diventato obbligatorio per tutti i cittadini over 18.

Per i trasgressori del divieto vaccinale sono previste multe salate. Ovviamente, non mancano le esenzioni all’obbligo.

Anche in questo caso, negli ultimi mesi non sono mancate le proteste per la vaccinazione obbligatoria nel territorio austriaco.

Anche nel contesto italiano, negli ultimi mesi sono state numerose le proteste che hanno fatto seguito alla scelta di rendere obbligatorio il Green pass in diversi luoghi.

Sono ben trenta i sabati di protesta a Genova, mentre, giusto per citare un altro esempio, nei giorni scorsi a Carpi la protesta è stata mossa dai commercianti che, esponendo diversi cartelli, hanno invitato all’accesso nei propri locali chiunque, al di là del possesso o meno del Green pass.

Nei giorni scorsi anche Confcommercio, Confesercenti e la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola media impresa (Cna) hanno mostrato di non apprezzare le nuove regole che prevedono il Green pass obbligatorio nei negozi.

In particolare si è denunciato il fatto che il Green pass risulta essere obbligatorio in luoghi quali negozi, banche o uffici postali, mentre nei supermercati o ipermercati la stessa regola non sembra valere.

Il direttore della Confcommercio Romolo Guaco, come riporta il Corriere della Sera ha sottolineato la disparità dei trattamenti affermando che:

«Forse con l’eliminazione delle mascherine all’aperto annunciata dal governo per il 10 febbraio e con la Regione Lazio che ha lavorato per una semplificazione delle regole, potremmo arrivare a togliere il green pass nei negozi prima della data prevista (31 marzo). Chiediamo inoltre meno burocrazia sanitaria»

A primavera verrà tolto il green pass?

In conclusione, può tornare utile soffermarsi su questo ultimo aspetto passato in rassegna, cioè sulla speranza che il prossimo futuro possa riservare uno scenario completamente differente rispetto a quello vigente.

Infatti, proprio Omicron, la variante che ha destato tanta preoccupazione nell’ultimo periodo, potrebbe essere uno dei segni che la pandemia sta lentamente volgendo al termine.

È quanto ha affermato nelle settimane scorse Han Kluge, responsabile per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).

La minore patogenicità, l’effetto dei vaccini e gli altri test effettuati hanno portato a pronunciare queste affermazioni che portano a sperare concretamente in una prossima fine del contesto pandemico, sebbene le accortezze comportamentali contrassegneranno anche il prossimo futuro.

Comunque, in conclusione, occorre soffermarsi sulle date attualmente in possesso che apporteranno presto variazioni importanti, che possono spingere chiunque a costruire concrete speranze per il futuro.

Infatti, il 10 febbraio scadrà l’obbligo delle mascherine all’aperto. Dalla stessa data sarà possibile tornare in discoteca e organizzare concerti e altre feste all’aperto.

Inoltre, il 31 marzo prossimo scadrà anche l’attuale Stato di emergenza, mentre il 15 giugno sarà l’ultimo giorno previsto per l’obbligo vaccinale per gli over 50.

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