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Cosa non fare al buffet: 7 errori da evitare

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Al giorno d’oggi, i buffet vanno di gran moda. Non offrono soltanto cibo ottimo, ma garantiscono anche una certa libertà ai partecipanti. Dagli eventi più o meno formali ai matrimoni, passando per i ristoranti e le navi da crociera: pasti di questo tipo si utilizzano in tutte le circostanze. E’ per questo che vogliamo parlare di cosa non fare al buffet: vediamo quali sono i 7 errori da evitare.

Cosa non fare al buffet? Gli errori da evitare

Dagli antipasti ai primi, passando per i secondi e i dolci: ai buffet si può trovare di tutto. Mentre un tempo erano poco gettonati perché i grandi incontri – dalle cene di lavoro ai pranzi di nozze – dovevano avvenire rigorosamente al tavolo, dove si restava seduti e impietriti per ore, oggi vanno per la maggiore. Banchetti di questo tipo, infatti, garantiscono ai partecipanti una certa libertà, rendendo il tutto più piacevole e invitante. E’ proprio per questo che vogliamo vedere cosa non fare al buffet, perché il galateo, checché se ne dica, vale anche per pasti ‘frugali’.

Dress code: ci sono regole anche per il buffet

Anche se parliamo di buffet, l’educazione impone di presentarsi con un abbigliamento accettabile. Questo significa che, se organizzati in piscina, sulla nave da crociera o in altri contesti informali, a questi banchetti bisogna sempre sfoggiare un look decente. Le donne dovrebbero evitare di presentarsi in bikini, mentre gli uomini a petto nudo. Le donzelle possono indossare un kaftano, mentre i maschietti una camicia o una semplice t-shirt. Insomma, decoro è la parola d’ordine.

Evitare i momenti di maggiore affluenza

Per godersi davvero un buffet, ad esempio su una nave, è consigliato evitare i momenti di maggiore affluenza. Generalmente, sulle imbarcazioni ci sono diversi posti dove mangiare ed è inutile fare lunghe file o sgomitare per assicurarsi la ricetta preferita. Se avete qualche dubbio, chiedete consiglio al personale di bordo.

Vietato portare via i vassoi dal buffet

Terza cosa da non fare assolutamente al buffet è portare via i vassoi delle pietanze. Anche se una ricetta dovesse piacervi particolarmente, avete un piatto da riempire più e più volte. Ricordate che l’ingordigia è un pessimo bigliettino da visita e ci sono altre persone che potrebbero avere i vostri stessi gusti culinari. Inoltre, comportandovi correttamente eviterete di mettere in difficoltà lo staff che lavora al banchetto.

Mai sprecare cibo, anche quando non siete voi a prepararlo

Un altro atteggiamento sbagliato, sia al buffet che in qualunque altro banchetto, è riempire il piatto con il rischio di lasciarlo pieno. E’ meglio prendere le pietanze un po’ per volta, piuttosto che gettarle perché si è sazi. Date la precedenza alle prelibatezze che vi piacciono di più e limitate gli sprechi.

L’igiene al primo posto

Prima di servirvi, così come fareste a casa, igienizzatevi le mani. Dopo il Covid, i dispenser con il gel igienizzante sono presenti in tutti i locali che si occupano di ristorazione, anche a bordo delle navi. Fatelo più volte durante il banchetto perché in situazioni di questo tipo le malattie si diffondono facilmente.

Non mischiate gli utensili

Sesta cosa da non fare ai buffet è mischiare gli utensili di portata, magari spostandoli da un vassoio all’altro a vostro piacimento. Per voi potrebbe essere normale, ma ad altri potrebbero infastidirsi. Inoltre, in questo modo rispetterete anche il lavoro dei camerieri, che altrimenti dovrebbero avere mille occhi per risolvere i vostri guai ed evitare richiami.

Cambiate i piatti in base alle pietanze

Infine, ricordate di non usare sempre lo stesso piatto, cambiandolo in base alle pietanze. Mescolare troppi alimenti non è consigliato, specialmente per una questione di contaminazioni.

Eurovision, ecco perché l’Italia è già in finale

Perché l’Italia è già in finale all’Eurovision 2024? La nostra Nazione, così come altre sei partecipanti, ha già conquistato l’accesso alla finale della prestigiosa competizione canore. La risposta a questa domanda si può trovare nel regolamento, ma non è tutto; l’Italia gode di questo privilegio anche per altre motivazioni.

L’Italia gareggerà all’Eurovision solo in finale: le motivazioni

Angelina Mango, vincitrice del Festival di Sanremo 2024 con il brano La noia rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2024. La cantante, figlia d’arte, nonostante si esibirà durante le semifinali della competizione canora, sarà valutata da casa e dai giudici dell’evento solo a partire dalla serata finale. Ma come mai l’Italia ha questo privilegio? La risposta è semplice: perché lo prevede il regolamento. La nostra Nazione fa parte dei Big 5 dell’Eurovision, motivo per cui ha già staccato un ticket per la finale di questa competizione europea.

Alla domande che molti si sono posti bisogna aggiungerne anche un’altra: come ha fatto l’Italia ed essere tra le Big 5? In questo caso la risposta è da ricercare nel prestigio che la musica italiana ha dato all’Europa e più in generale al mondo intero e nell’importanza della nostra tradizione musicale. Inoltre, l’Italia, così come le altre quattro Nazioni della Big 5, ha contribuito maggiormente allo sviluppo dellUnione europea di radiodiffusione.

Quali sono le altre Big 5 in gara all’Eurovision

Le altre Big 5 che hanno l’accesso diretto alla finale dell’Eurovision Song Contest 2024 sono: Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna. Così come l’Italia, anche gli Stati appena elencati sono stati tra i principali sostenitori e finanziatori dell’Unione europea di radiodiffusione e vantano un prestigio non indifferente nel panorama musicale internazionale.

Quest’anno, alle Big 5, si aggiungerà anche un’altra Nazione che ha già staccato il biglietto per la finale: la Svezia. In questo caso, la Nazione del Nord Europa, ha avuto il privilegio di accedere direttamente alla finale in quanto ospiterà la competizione canora.

Le date dell’Eurovision Song Contest 2024

Le date dell’Eurovision 2024 sono già da un po’ di tempo ufficiali. Si inizierà con la prima semifinale il 7 maggio nella quale si esibiranno 15 cantanti di diverse Nazioni. Durante la prima serata parteciperanno anche: Germania, Regno Unito e Svezia ma le loro performance non saranno soggette a giudizio. Tolti gli artisti che hanno già accesso alla finale, parteciperanno alla serata finale solo i primi 10 Stati classificati.

La seconda semifinale si terrà il 9 maggio nella quale si esibiranno 16 cantanti di diverse Nazioni. I Big in gara saranno: Francia, Italia e Spagna. Allo stesso modo della prima semifinale, accederanno alla finale i primi 10 classificati.

La serata finale si terrà invece sabato 11 maggio. Si esibiranno e saranno giudicati tutti i Big 5 inclusa la Svezia, Nazione ospitante, e gareggeranno con le altre 20 finaliste.

Leggi anche: Eurovision 2024, ecco la scaletta dei cantanti in gara: quado canta Angelina Mango?

Milena Vukotic, premio alla carriera al David di Donatello

Milena Vukotic, un’icona del cinema italiano ed internazionale, ha recentemente ricevuto il prestigioso Premio alla Carriera durante la 69esima edizione dei David di Donatello. A 89 anni, l’attrice ha attraversato decenni di cinema, lasciando un’impronta indelebile con la sua versatilità e talento. Il riconoscimento ha sottolineato non solo la sua lunga e fruttuosa carriera ma anche il profondo impatto che ha avuto sull’industria cinematografica.

Le parole di Milena Vukotic: emozione e gratitudine

Durante la cerimonia, Milena Vukotic ha condiviso il suo sentimento di profonda gratitudine: “Quando mi hanno riferito che avrei ricevuto questo premio, ho pensato a tutto quello che avrei potuto dire per esprimere la mia grandissima emozione”. Ha dedicato il premio ai suoi genitori, che le hanno permesso di vivere il suo sogno di esprimersi attraverso la parola e la danza, e ha ricordato figure chiave della sua vita, inclusi il marito Alfredo Baldi e il leggendario regista Federico Fellini.

La vita e la carriera di Milena Vukotic

Nata a Roma nel 1935 da una famiglia culturalmente stimolante, Milena Vukotic ha sviluppato un precoce interesse per le arti, grazie anche all’influenza del padre diplomatico e letterato. Poliglotta e dotata di un inusuale talento artistico, si è dedicata inizialmente alla danza, entrando a far parte del corpo di ballo dell’Opera di Parigi e poi del Grand Ballet du Marquis de Cuevas.

Il fascino del cinema: l’incontro con Federico Fellini

Nonostante un amore iniziale per il teatro, è stato il cinema a catturare definitivamente il cuore di Milena. La sua passione per il grande schermo è scaturita dopo aver visto “La Strada” di Federico Fellini, esperienza che lei descrive come una rivelazione che ha capovolto il suo animo. Da quel momento, ha desiderato ardentemente lavorare con Fellini, cosa che ha realizzato partecipando a film come “Boccaccio ’70” e “Giulietta degli Spiriti”.

Collaborazioni illustri e ruoli iconici

Milena Vukotic è un’attrice che ha avuto un impatto significativo nel mondo del cinema e della televisione, lavorando con alcuni dei più grandi registi e contribuendo a film iconici. La sua carriera si è distinta per una notevole versatilità e un’ampia gamma di ruoli che le hanno permesso di esplorare diversi aspetti della condizione umana attraverso la recitazione.

Dopo essere stata una delle muse di Federico Fellini, Vukotic ha collaborato con Luis Buñuel, uno dei maestri del cinema surrealista. La sua partecipazione in “Il fascino discreto della borghesia” rappresenta uno dei momenti salienti della sua carriera, dove ha potuto immergersi in un ambiente cinematografico che sfidava le convenzioni narrative e visive, contribuendo a un’opera che critica le idiosincrasie della classe borghese con ironia e acume psicologico.

Oltre al suo lavoro in produzioni di grande rilievo artistico, Milena Vukotic ha saputo conquistare il cuore del grande pubblico attraverso la partecipazione a film popolari italiani come “Amici Miei” e “Fantozzi”. In quest’ultimo, la sua interpretazione di personaggi comici, in particolare la moglie del ragionier Ugo Fantozzi, ha dimostrato la sua abilità nell’arte della commedia, rendendola una figura molto amata dagli spettatori italiani. Questi ruoli le hanno permesso di mostrare il suo talento nell’interpretare personaggi con cui il pubblico potesse facilmente identificarsi, aggiungendo una dimensione di affabilità e umanità ai film in cui ha recitato.

La carriera di Milena Vukotic testimonia come un’attrice possa brillantemente navigare tra il cinema d’autore e quello commerciale, lasciando un’impronta indelebile in ogni genere e produzione in cui si è impegnata. Con una presenza scenica che varia dall’elegante al comico, dall’assurdo al profondamente emotivo, Vukotic rimane una figura di spicco nel panorama cinematografico e televisivo, celebrata tanto per la sua versatilità quanto per la sua profondità artistica.

Una vita dedicata all’arte

Milena Vukotic è un’artista che non si è mai limitata a una singola forma d’espressione, esplorando con successo non solo il cinema e la televisione, ma anche il teatro e la danza. La sua lunga e variegata carriera riflette un profondo impegno verso l’arte in tutte le sue manifestazioni. Nonostante non abbia avuto figli, Vukotic ha arricchito la sua vita con relazioni significative e un’incessante dedizione al suo lavoro, dimostrando che una vita piena può essere costruita su fondamenta di passioni personali e professionali.

La sua partecipazione in programmi come “Ballando con le stelle” non fa che sottolineare la sua vitalità e il desiderio di continuare a mettersi in gioco, accettando nuove sfide e rimanendo vigorosamente attiva nel mondo dello spettacolo. Questo spirito instancabile non solo la rende un’icona nel suo campo, ma serve anche da ispirazione per coloro che aspirano a perseguire una carriera artistica.

L’omaggio ricevuto ai David di Donatello va visto non solo come un riconoscimento delle sue eccezionali doti artistiche, ma anche della sua influenza duratura nel mondo dell’arte. Milena Vukotic continua a essere un faro di ispirazione, mostrando come la passione e la resilienza possano tracciare il cammino per una carriera ricca e diversificata. La sua vita e il suo lavoro continuano a influenzare e motivare non solo i colleghi artisti, ma anche generazioni di spettatori e appassionati di cinema, rendendola una vera leggenda nel suo campo.

Fine della collaborazione tra Chiara Ferragni e Community: l’influencer chiude i rapporti

Chiara Ferragni, celebre imprenditrice digitale e influencer, ha recentemente visto terminare la sua collaborazione con l’agenzia di comunicazione trevigiana Community. Questo sviluppo segue le vicende del cosiddetto “Pandoro Gate”, uno scandalo che ha coinvolto l’influencer in un’accusa di truffa aggravata relativa alle vendite di pandoro Balocco. L’evento ha attirato l’attenzione pubblica e mediatica dopo che il tribunale di Torino ha definito l’operazione commerciale come “pratica commerciale scorretta”, dando ragione ai consumatori che avevano presentato ricorso.

Il ruolo di Community nella gestione della crisi

La collaborazione tra Chiara Ferragni e l’agenzia Community, guidata da Auro Palomba, è stata un passo strategico per la gestione della crisi seguita alle accuse rivolte all’influencer. L’agenzia, nota per la sua esperienza nel settore della comunicazione e delle relazioni pubbliche, era stata incaricata di rilanciare l’immagine di Ferragni, entrando a far parte di una task force specializzata nel controllo delle ripercussioni dello scandalo.

Secondo quanto riportato dal Gazzettino, nonostante le premesse professionali e gli obiettivi chiari, la collaborazione non è stata priva di sfide. Emerse una discrepanza significativa tra le strategie di comunicazione e di gestione della crisi proposte da Community e le azioni effettivamente intraprese da Ferragni. Queste divergenze hanno inevitabilmente generato tensioni all’interno del team, complicando gli sforzi per una ripresa coordinata e omogenea dell’immagine pubblica di Ferragni.

Le tensioni potrebbero essere attribuibili a differenze di visione su come affrontare la crisi pubblica, con Ferragni che potrebbe avere avuto preferenze per un approccio più personale o diretto, mentre l’agenzia avrebbe potuto suggerire tattiche più tradizionali e misurate di gestione della reputazione. Questa situazione evidenzia le complessità intrinseche nel lavoro di squadra durante le crisi di immagine, soprattutto quando si tratta di figure pubbliche seguite da milioni di persone.

La risoluzione di queste tensioni e l’allineamento tra le strategie dell’agenzia e le decisioni personali dell’influencer sono essenziali per il successo della campagna di rilancio. Il successo di tali iniziative dipende dalla capacità di integrare efficacemente i consigli professionali con le esigenze e le aspettative del cliente, assicurando che tutte le azioni siano coerenti con l’immagine che si desidera proiettare al pubblico.

Motivi della separazione

Il rapporto professionale tra Chiara Ferragni e l’agenzia Community ha rappresentato un capitolo decisivo nella gestione della crisi d’immagine dell’influencer. Secondo le fonti vicine all’agenzia, Community aveva sviluppato una strategia di comunicazione ben articolata, pensata appositamente per riabilitare l’immagine di Ferragni dopo le accuse ricevute. Questa strategia includeva probabilmente piani dettagliati su come comunicare con il pubblico e i media, azioni di PR calibrate e iniziative specifiche per ricostruire la fiducia del pubblico.

Tuttavia, la situazione ha preso una piega inaspettata quando è emerso che Ferragni non ha completamente seguito le linee guida proposte da Community. Questa mancata adesione potrebbe essere stata dovuta a una serie di fattori, inclusa la possibile preferenza di Ferragni per un approccio più intuitivo o meno restrittivo alla sua immagine pubblica. La discrepanza tra la strategia proposta dall’agenzia e le azioni effettivamente intraprese da Ferragni ha portato a tensioni crescenti, culminando nella decisione dell’agenzia di terminare la collaborazione.

Questo distacco tra Ferragni e Community non è solo significativo per le parti coinvolte, ma offre anche un importante caso di studio sulle dinamiche di gestione della crisi. Evidenzia come l’inefficacia di una strategia di comunicazione, non importa quanto ben concepita, possa derivare dalla mancata collaborazione e dal mancato allineamento tra il cliente e l’agenzia. Questa situazione sottolinea l’importanza della coerenza e dell’impegno reciproco nell’attuazione di piani di gestione della crisi, specialmente in contesti altamente pubblici e sensibili.

Inoltre, l’esito di questa collaborazione può servire da monito per altre celebrità e aziende sulla necessità di lavorare strettamente con i propri consulenti di comunicazione, adottando un approccio unitario e coerente per navigare efficacemente attraverso periodi di turbolenza pubblica.

Implicazioni per Chiara Ferragni

Questo sviluppo potrebbe avere implicazioni notevoli per Ferragni, la cui immagine e marca personale dipendono fortemente dalla percezione pubblica e dalla sua presenza sui social media. La fine del rapporto con un’agenzia esperta in gestione della crisi potrebbe influenzare la sua capacità di navigare attraverso le acque turbolente del Pandoro Gate e di eventuali future controversie.

Prospettive Future

Il futuro di Chiara Ferragni, in termini di gestione dell’immagine e della reputazione, rimarrà sotto osservazione. Sarà interessante vedere come l’influencer e la sua squadra gestiranno le sfide imminenti senza il supporto diretto di Community. Questo episodio serve anche come caso di studio sull’importanza della coerenza e dell’adeguamento tra le strategie di marca e le azioni effettive, soprattutto quando si naviga attraverso crisi pubbliche.

La rottura tra Chiara Ferragni e Community è un esempio emblematico di come le divergenze strategiche possano portare alla fine di collaborazioni cruciali, specialmente in tempi di crisi. Man mano che l’influencer procederà senza l’assistenza di questa agenzia, sarà fondamentale per lei adottare un approccio riflessivo e strategico alla gestione della sua immagine e alla comunicazione pubblica.

Dinamiche internazionali: Crosetto critica la posizione di Macron


La recente dichiarazione di Emmanuel Macron, presidente della Francia, sulla possibilità di inviare truppe di terra in Ucraina ha scatenato una serie di reazioni diplomatiche. Tra queste, spicca il commento del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che ha espresso perplessità sulle finalità e l’utilità di tali affermazioni. In un contesto di crescente tensione, l’Italia ribadisce la sua posizione di non intervento diretto, conformemente al proprio ordinamento giuridico e alla Costituzione. Questa situazione solleva importanti questioni sulla dinamica tra gli stati membri della NATO e le implicazioni per la sicurezza europea.

Reazioni di Crosetto e implicazioni delle dichiarazioni di Macron

Durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ministro Crosetto ha chiarito che le parole di Macron “oggettivamente innalzano la tensione”. Questa affermazione si riferisce alla possibile escalation militare che potrebbe seguire all’invio di truppe di terra in Ucraina da parte della Francia, un’azione che non esclude la possibilità di un coinvolgimento diretto degli eserciti della NATO. Tale scenario risulta particolarmente delicato, poiché potrebbe condurre a una spirale di conflitto ulteriormente aggravata.

La posizione dell’Italia

L’Italia mantiene una posizione ferma sul non coinvolgimento diretto in operazioni militari che non siano mandate da una risoluzione internazionale, come quelle delle Nazioni Unite. Il ministro ha ribadito che “abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione”.

Pertanto, l’invio di truppe italiane in Ucraina, senza un mandato internazionale, non solo violerebbe la legge nazionale, ma potrebbe anche innescare ulteriori tensioni nel conflitto già esistente. Nella sua critica, Crosetto ha anche sottolineato che le motivazioni dietro le dichiarazioni di Macron non sembrano essere influenzate da questioni elettorali, ma piuttosto da un desiderio di riportare l’attenzione su un conflitto che rischia di essere dimenticato dai media. Questo aspetto solleva interrogativi sul ruolo dei media e sulla percezione pubblica dei conflitti internazionali, influenzando così l’opinione pubblica e la politica estera.

Il sostegno continuato dell’Italia all’Ucraina

Nonostante l’Italia abbia scelto di non partecipare direttamente a interventi militari, il supporto al governo ucraino in termini di difesa rimane una componente critica della politica estera italiana. Guido Crosetto, figura chiave nel ministero della Difesa, ha esplicitamente sottolineato le gravi implicazioni che una potenziale caduta dell’Ucraina avrebbe non solo per la nazione stessa, ma per l’intero equilibrio europeo e internazionale. Questa visione riflette una preoccupazione profonda per la sicurezza e la stabilità geopolitica europea, sottolineando che l’instabilità in Ucraina potrebbe avere effetti a catena su altre nazioni europee, Italia inclusa.

La dichiarazione di Crosetto sul fatto che l’Italia “non ha una difesa autosufficiente” se l’Ucraina dovesse cadere evidenzia la percezione di una minaccia diffusa, che potrebbe estendersi ben oltre i confini ucraini. Questo riconoscimento alimenta l’impegno dell’Italia a sostenere l’Ucraina, facendo leva su aiuti militari e non, come parte di un più ampio sforzo internazionale per preservare la stabilità regionale e contrapporsi alle aggressioni esterne.

L’Italia, insieme ai partner internazionali, è pertanto impegnata a fornire supporto militare sotto forma di equipaggiamento, addestramento e altre risorse, pur mantenendo una posizione di non intervento diretto. Questo approccio bilanciato mira a sostenere l’Ucraina nella sua resistenza, riconoscendo allo stesso tempo l’importanza di una strategia di difesa collaborativa e multilaterale nel contesto europeo e globale.

Posizioni interne e la richiesta di negoziazioni

Infine, il ministro ha risposto alle critiche interne da parte della Lega, che insieme ad altre forze politiche, spinge per una maggiore enfasi sui negoziati piuttosto che sull’assistenza militare. Queste tensioni interne riflettono la complessità della politica italiana e la diversità di opinioni sul modo migliore di supportare l’Ucraina, bilanciando tra ideali di pace e necessità pratiche.

La situazione in Ucraina rimane un punto focale per le dinamiche internazionali, con l’Italia e la Francia che giocano ruoli cruciali nelle risposte europee al conflitto. Le dichiarazioni di Macron e le reazioni di Crosetto evidenziano le sfide e le opportunità che i leader europei devono affrontare nel navigare questo difficile panorama geopolitico. La discussione continua a evolversi, e sarà fondamentale monitorare come questi sviluppi influenzeranno la politica internazionale nei prossimi mesi.

Naspi, pagamento Inps di maggio 2024 ormai vicino: ecco quando arriva

La Naspi di maggio 2024 è quasi prossima al pagamento da parte dell’INPS. Terminati i pagamenti delle prestazioni pensionistiche di questi giorni secondo calendari ben definiti l’INPS sta per procedere al pagamento delle altre agevolazioni tra cui Assegno Unico e Naspi.

Soffermandoci sulla Naspi, vediamo nel dettaglio quando arriveranno i pagamenti di maggio 2024 e i nuovi limiti di reddito.

Naspi, pagamento Inps di maggio 2024 in arrivo: ecco le date

Pagamenti di maggio 2024 della Naspi pronti per la partenza. La Naspi, introdotta dall’art. 1 del decreto legislativo del 4 marzo 2015, numero 22, è l’indennità mensile di disoccupazione erogata a favore dei lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto in maniera involontaria l’occupazione.

Non tutti possono richiedere la Naspi ma questa può essere richiesta dagli apprendisti, dai soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le stesse cooperative, dal personale artistico con rapporto di lavoro subordinato e dai dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Invece questa non può essere richiesta assolutamente ai dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato, lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la Naspi.

Particolare attenzione va posta poi alla modalità di richiesta che della Naspi: la domanda può essere inoltrata autonomamente dal cassetto previdenziale sul sito dell’INPS tramite credenziali SPID, Carta Nazionale dei Servizi (CNS), Carta d’Identità Elettronica (CIE).

Ma in alternativa è possibile  presentare domanda tramite Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o patronato, o tramite servizio di contact center contattando da telefono fisso il numero gratuito 803 164, o da cellulare (a pagamento) il numero 164 164, tutti sistemi messi a disposizione dall’INPS.

Ma quando sarà accreditata la Naspi? Come ormai noto ogni mese, chi ha diritto a ricevere la prestazione la vedrà accreditata entro il 15. Chi ha ricevuto il pagamento il 15 aprile potrebbe ricevere quello successivo tra il 14 e il 16 maggio.

Non esiste però una regolarità ma tutto dipende dalla data di interruzione involontari di lavoro oppure da quando l’INPS ha ricevuto la domanda.

Per conoscere con esattezza le date in cui l’agevolazione di accredito basterà entrare nel proprio fascicolo previdenziale Inps.

INPS, pagamenti Naspi maggio 2024 in date differenti, ecco quando

I pagamenti della Naspi da parte dell’INPS non avvengono sempre in giorni uguali ma in date differenti.

Ciò in funzione delle date di presentazione della richiesta ma anche dalle località di appartenenza del richiedente e dalla situazione dei destinatari.

Per coloro che da poco hanno fatto domanda, il pagamento di maggio potrebbe avvenire entro la fine del mese per un importo parziale.

Pertanto, i pagamenti della Naspi di maggio 2024 saranno così frazionati:

  • il primo pagamento dal 16 al 30 del mese se la decorrenza cade in questo periodo;
  • se la Naspi decorre tra il 1° e il 15, una parte verrà pagata dal giorno di decorrenza al 15 del mese;
  • la seconda parte dal 16 al 30 del mese.

Per poter verificare con certezza le date saranno visibili nel cassetto fiscale: accedendo si potranno verificare i pagamenti INPS della Naspi di maggio 2024 e le date dei versamenti mensili della Naspi.

Il percorso da seguire è il seguente: basterà cliccare su “prestazioni” e poi su “pagamenti”. Qui apparirà la voce “disoccupazione non agricola” da qui cliccare su “prestazione” per i dettagli.

Questo il messaggio Inps n. 1414

Come spiega l’Inps nel messaggio 1414 del 09-04-2024 sono stati cambiati i limiti di reddito per accedere alla Naspi.

Per il lavoro dipendente e/o parasubordinato il limite di reddito annuo sarà pari  a 8.173,91 euro per l’anno 2023 mentre il limite di reddito da lavoro autonomo è pari a 5.500 euro per gli anni 2023 e 2024.

Il limite di reddito annuo da lavoro dipendente-parasubordinato è pari a 8.500 euro per l’anno 2024.

Per quanto riguarda le prestazioni di lavoro occasionale invece questi sono compatibili e cumulabili nel limite di 5.000 euro.

In questo caso il beneficiario non è tenuto a effettuare alcuna comunicazione all’Inps circa il reddito annuo presunto.

Attività illecite in condominio: ecco quali sono i doveri dell’amministratore

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Quando si vive in condominio e se si ha il sospetto che all’interno dello stabile vengano effettuate attività illecite, i condomini possono avvertire l’amministratore, il quale ha precisi doveri.

Tuttavia, qualora il reato venga svolto all’interno degli appartamenti di proprietà esclusiva, l’amministratore non ha il potere di intervenire. Tra i suoi doveri, figura quello di far in modo che gli spazi comuni vengano utilizzati nel rispetto del regolamento condominiale.

Nel testo, andremo a spiegare come devono comportarsi i condomini in questi casi e quando l’amministratore di condominio ha il dovere di intervenire.

Quali sono i comportamenti vietati in condominio

In condominio, è molto facile litigare. Le motivazioni possono essere diverse, a partire da un semplice diverbio per il posto auto, fino a casi molto più gravi.

I condomini devono prestar fede e rispettare il regolamento condominiale che, nella maggior parte dei casi, contiene disposizioni che proibiscono lo svolgimento di alcune attività anche all’interno degli appartamenti di proprietà esclusiva.

Ma possono esserci alcune condotte molto più gravi. Per capirci, il regolamento può contenere regole sul silenzio in determinati orari, la disposizione dei posti auto oppure regole sul decoro dell’edificio.

Può capitare che, sia negli spazi comuni che negli appartamenti o nelle aree di proprietà, si assumano comportamenti ben più illeciti, commettendo veri e propri reati.

Si pensi all’abituale spaccio di stupefacenti. In queste circostanze, si parla di reato e cosa devono fare i condomini? Quali sono i doveri dell’amministratore di condominio? Quando e come può intervenire?

Anche se si pensa che l’amministratore di condominio possa intervenire su tutto, in realtà, non è così. Di seguito, infatti, andremo a vedere quali sono tutti i doveri dell’amministratore di condominio.

Quali sono i doveri dell’amministratore di condominio

L’amministratore di condominio è chiamato a svolgere una lunga serie di doveri e, anche se spesso si pensa il contrario, non ha il potere di intervento su qualsiasi cosa.

In base a quanto previsto dalla normativa di legge, l’amministratore è tenuto ad occuparsi dei seguenti doveri:

  • Manutenzione dell’edificio;
  • Adempimenti fiscali;
  • Far rispettare il regolamento condominiale;
  • Eseguire le delibere assembleari;
  • Tutelare le aree comuni;
  • Assicurarsi che le aree comuni vengano utilizzate correttamente;
  • Tenuta dei registri;
  • Redazione del bilancio annuale;
  • Riscossione dei contributi per le spese di manutenzione.

I compiti dell’amministratore di condominio sono disciplinati dal Codice Civile.

Cosa fare in caso di attività illecite in condominio

Può capitare che nel condominio si verifichino illeciti. Qualora nell’edificio condominiale venga commesso un reato, un comportamento illecito allora i condomini possono rivolgersi all’amministratore di condominio.

Tuttavia, l’amministratore può intervenire solo in alcuni e determinati casi e a determinate condizioni.

Quali potrebbero essere i comportamenti illeciti? Gli esempi sono diversi, dallo spaccio di stupefacenti alla prostituzione.

L’amministratore può intervenire solo quando l’illecito viene commesso negli spazi comuni, ma non ha potere d’intervento quando il reato viene commesso all’interno delle aree private.

Cosa deve fare l’amministratore

In caso di comportamenti che costituiscono reato in condominio, affinché l’amministratore possa intervenire, è opportuno distinguere se vengono svolte negli spazi privati oppure negli spazi comuni.

Se l’illecito avviene in un’area privata di proprietà esclusiva come, per esempio, un appartamento o un garage, allora l’amministratore di condominio non ha potere d’intervento.

Non ha il potere e neppure il dovere di intromettersi in ciò che avviene nella proprietà privata, neppure se le attività costituiscano un illecito. Tuttalpiù, al pari di tutti gli altri condomini, può segnalare il reato all’autorità competente, sporgendo denuncia.

Si fa presente che, nei casi di reati procedibili d’ufficio, chiunque ha la possibilità di segnare l’illecito in corso alle forze dell’ordine. Ovviamente, non può sporgere denuncia in qualità di amministratore, ma solo come ogni altro abitante dell’edificio.

Invece, quando il reato o l’illecito viene commesso negli spazi comuni come, per esempio, le scale, il cortile, il giardino, allora l’amministratore di condominio può intervenire direttamente, qualora l’attività violi il regolamento condominiale.

Soffermandoci proprio sul regolamento, ogni infrazione può essere contestata solo a condomini, ma non alle persone esterne al condominio. In questi casi, l’amministratore di condominio deve intervenire, ma solo e unicamente inoltrando un richiamo formale al condominio. Inoltre, può anche prevedere l’applicazione di una multa in accordo con l’assemblea.

Leggi anche: Amministratore di condominio, deve essere sempre reperibile? Quando sussiste l’obbligo

Le proteine Klotho: cosa sono e perché fanno bene alla longevità?

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La ricerca sulle proteine Klotho e il loro impatto sulla cognizione rappresenta un passo avanti significativo nel campo della neurobiologia e della medicina. Pubblicato sulla rivista “Nature”, lo studio condotto dall’Università di Yale ha rivelato dettagli fondamentali su come queste proteine interagiscano con il cervello e influenzino direttamente le funzioni cognitive.

La scoperta delle proteine Klotho

Le proteine Klotho prendono il nome dalla figura mitologica greca che filava il filo della vita e sono state oggetto di studio per i loro effetti potenzialmente prolunganti la vita. La nuova ricerca ha mappato la struttura tridimensionale di queste proteine, offrendo così una visione più chiara del loro complesso meccanismo di azione nel corpo umano.

Il ruolo del fattore piastrinico 4 (PF4)

Il fattore piastrinico 4 (PF4) è tradizionalmente noto per il suo ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue e nella guarigione delle ferite, agendo come un mediatore chiave nella comunicazione tra piastrine e altri componenti del sistema ematologico. Recenti scoperte hanno tuttavia esteso la nostra comprensione delle funzionalità di questa proteina, rivelando che il PF4 ha la capacità di attraversare la barriera emato-encefalica, un confine altamente selettivo che normalmente impedisce a molte sostanze di entrare nel tessuto cerebrale dal flusso sanguigno.

Questo studio ha esplorato l’effetto del PF4 sul sistema nervoso centrale, evidenziando come il trattamento con questa proteina possa migliorare significativamente la cognizione. Nei modelli murini, è stato dimostrato che il PF4 aumenta la plasticità sinaptica, il processo per cui le sinapsi nel cervello si rafforzano o indeboliscono in risposta all’attività, influenzando così la capacità di apprendimento e memoria.

Il trattamento con PF4 si è rivelato particolarmente efficace nei topi più anziani, i quali hanno mostrato una riduzione nei deficit cognitivi tipicamente associati all’invecchiamento. Questo suggerisce che il PF4 potrebbe avere potenziali applicazioni terapeutiche nel trattamento o nella prevenzione di disturbi neurodegenerativi, come il morbo di Alzheimer, che sono spesso caratterizzati da un declino nella funzione sinaptica e nelle capacità cognitive.

In futuro, ulteriori ricerche sulle proteine Klotho dovranno concentrarsi sul chiarire i meccanismi molecolari attraverso i quali il PF4 agisce nel cervello e sulla sua sicurezza e efficacia in contesti clinici umani. Questi studi potrebbero aprire nuove strade per interventi terapeutici che mirano a mantenere o ripristinare la funzione cognitiva nell’anziano o in individui affetti da patologie neurodegenerative.

Implicazioni per il trattamento delle malattie neurodegenerative

I risultati dello studio sul fattore piastrinico 4 (PF4) delle proteine Klotho offrono promettenti implicazioni per il trattamento di malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer. La scoperta che il PF4 può attraversare la barriera emato-encefalica e influenzare positivamente la plasticità sinaptica e la funzione cognitiva indica un potenziale rivoluzionario per l’uso di questa proteina nel contesto clinico.

La capacità del PF4 di migliorare la cognizione nei modelli animali suggerisce che potrebbe essere sviluppato come trattamento farmacologico per rallentare, o persino invertire, i processi neurodegenerativi che caratterizzano il morbo di Alzheimer e altre condizioni simili. Questo si traduce nella possibilità di non solo alleviare i sintomi ma anche di intervenire nelle fasi precoci della patologia, potenzialmente limitando il danno neurologico e migliorando la qualità della vita dei pazienti.

Oltre a indagare l’efficacia del PF4 come trattamento, sarà fondamentale valutare la sicurezza di tale approccio terapeutico, considerando possibili effetti collaterali e interazioni con altre terapie. La ricerca futura dovrà anche stabilire il dosaggio ottimale, i tempi di somministrazione, e le modalità di somministrazione più efficaci, per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.

Questi studi avranno un ruolo cruciale nel definire il potenziale del PF4 come terapia innovativa, con il prossimo passo che consiste in studi clinici rigorosi per verificare l’efficacia e la sicurezza del trattamento in pazienti umani. Se confermati, questi risultati potrebbero rappresentare un significativo passo avanti nella lotta contro le malattie neurodegenerative, aprendo la strada a nuove strategie terapeutiche basate su un approccio molecolare mirato.

Prospettive future

Anche se i benefici della klotho sulla cognizione si manifestano nei topi privi di PF4, indicando che il PF4 non è l’unico fattore coinvolto, il suo ruolo come agente migliorativo autonomo è significativo. Ulteriori ricerche saranno necessarie per esplorare la piena gamma di applicazioni terapeutiche del PF4 e per capire come può essere meglio utilizzato in contesti clinici.

Questa ricerca non solo fornisce nuove intuizioni sui meccanismi biologici che regolano la cognizione, ma potrebbe anche portare allo sviluppo di nuove strategie per migliorare la qualità della vita delle persone affette da disfunzioni cognitive legate all’età o da malattie neurodegenerative. La scoperta della struttura tridimensionale delle proteine Klotho e del loro meccanismo di interazione rappresenta un importante passo avanti verso la realizzazione di questi obiettivi terapeutici.

“Climax Blue”: Il formaggio vegano che sfida le convenzioni al Good Food Awards

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Il “Climax Blue”, un formaggio vegano prodotto dalla Climax Foods di Berkeley, California, ha quasi raggiunto la vetta al prestigioso Good Food Awards, evidenziando la crescente accettazione e il successo dei prodotti vegani nel panorama culinario tradizionalmente dominato da ingredienti animali. Composto da ingredienti come semi di zucca, fagioli di Lima, semi di canapa, grasso di cocco e burro di cacao, questo formaggio di tipo erborinato si è distinto notevolmente tra i finalisti, dimostrando che il vegano può competere ad alto livello.

Controversie e discussioni: un dibattito aperto sul “Climax blue”

La partecipazione del “Climax Blue”, un formaggio completamente privo di derivati animali, al concorso della Good Food Foundation ha sollevato un dibattito significativo riguardante la sua classificazione come formaggio. Questa controversia non è isolata ma si inserisce in un contesto più ampio di discussioni legislative e culturali in tutta Europa riguardo alla corretta denominazione di prodotti alimentari che imitano o sostituiscono quelli tradizionali, ma che sono realizzati con ingredienti completamente diversi, come i sostituti vegetali della carne.

Recentemente, questioni simili hanno riguardato la denominazione di prodotti come i “hamburger” vegetali, che sono attualmente oggetto di esame da parte di un tribunale dell’Unione Europea. La questione centrale è se l’uso di termini tradizionalmente associati a prodotti di origine animale possa essere considerato fuorviante per i consumatori quando applicato a prodotti vegani o vegetali. Questo dibattito riflette una tensione più ampia tra i produttori di alimenti a base vegetale, che sostengono che tali termini descrivono efficacemente la forma e l’uso dei loro prodotti, e i produttori di alimenti tradizionali, che ritengono che tali termini dovrebbero essere riservati esclusivamente ai prodotti di origine animale per evitare confusione e mantenere le norme di qualità stabilite.

In questo contesto, l’esclusione del “Climax Blue” dalla lista dei finalisti potrebbe essere stata influenzata da considerazioni legali o dalla volontà di evitare ulteriori controversie e confusione tra i consumatori. La decisione di come classificare e etichettare questi nuovi prodotti alimentari avrà implicazioni significative non solo per i produttori e i consumatori ma anche per la regolamentazione del mercato alimentare in Europa, poiché si cerca di bilanciare innovazione, tradizione e trasparenza per il consumatore.

Squalifica improvvisa e polemiche

La decisione improvvisa di rimuovere il “Climax Blue” dalla lista dei finalisti al concorso della Good Food Foundation ha causato una significativa confusione e ha sollevato molti interrogativi tra il pubblico e gli altri partecipanti. L’assenza di spiegazioni ufficiali da parte degli organizzatori ha alimentato ulteriormente le speculazioni su possibili motivazioni dietro questa scelta inattesa. Prima dell’inaspettato cambiamento, era stato addirittura menzionato che nel caso di una vittoria del “Climax Blue”, si sarebbe potuto considerare l’assegnazione del premio a un co-vincitore, suggerendo un’alta considerazione per il prodotto e una competizione particolarmente serrata.

Questa proposta di nominare un co-vincitore, rimasta poi irrisolta, aggiunge un ulteriore strato di complessità e mistero alla situazione. La mancanza di trasparenza e le decisioni poco chiare minano la fiducia e l’integrità del concorso, mettendo in dubbio i criteri di selezione e valutazione utilizzati dagli organizzatori. Gli stakeholder e i partecipanti si trovano ora in una posizione difficile, cercando di interpretare le implicazioni di questi sviluppi per il loro futuro nel contesto di questi eventi e per la reputazione del concorso stesso.

Di fronte a questo scenario, è cruciale per la Good Food Foundation chiarire le ragioni dietro la decisione di escludere il “Climax Blue” dalla competizione finale, al fine di preservare la credibilità dell’evento e rassicurare i partecipanti e il pubblico sulla legittimità e l’equità del processo di giudizio. Solo così si potrà sperare di ripristinare la fiducia e mantenere l’integrità del concorso.

La rivelazione del CEO e le pressioni di mercato

In un’intervista rilasciata al Washington Post, Oliver Zahn, CEO di Climax Foods, ha condiviso dettagli illuminanti sulla situazione. Zahn ha rivelato che il prodotto non solo era un finalista, ma era in realtà il principale candidato alla vittoria, una notizia che era stata comunicata inizialmente solo tramite una comunicazione interna dalla fondazione a gennaio. Secondo Zahn, la rimozione improvvisa del loro formaggio dalla competizione sarebbe stata il risultato di pressioni da parte degli altri concorrenti, segnalando una resistenza nel settore tradizionale contro l’innovazione rappresentata da alternative vegane.

Il caso del “Climax Blue” ai Good Food Awards non solo mette in luce il potenziale e la qualità dei prodotti vegani nel competere con i loro omologhi tradizionali, ma apre anche un dialogo critico su come le definizioni alimentari e le pratiche di mercato influenzino l’innovazione e la percezione dei prodotti vegani. Mentre la disputa tra tradizione e innovazione continua, resta chiaro che prodotti come il “Climax Blue” stanno rapidamente ridefinendo i confini del possibile nel mondo alimentare.

“C’è ancora domani” Incanta ai David di Donatello 2024

La serata dei David di Donatello 2024 si è trasformata in un trionfo per “C’è ancora domani”, il film che ha fatto brillare Paola Cortellesi in una tripla veste sorprendente: vincitrice del David del pubblico, miglior attrice protagonista e regista esordiente. Durante l’evento, trasmesso dalla storica cornice dello studio 5 di Fellini su Rai1, la pellicola si è imposta come un fenomeno trasversale, raccogliendo applausi sia dalla critica che dal grande pubblico.

Paola Cortellesi: un talento poliedrico e pluripremiato

Paola Cortellesi, con la sua performance memorabile, ha dimostrato ancora una volta la sua poliedricità artistica e il suo profondo legame con il mondo del cinema. Durante la cerimonia dei David di Donatello, ha approfittato del palco non solo per celebrare il successo del suo film ma anche per riflettere sull’importanza del cinema come punto di incontro culturale e sociale. Le sue parole hanno toccato il cuore di molti, ribadendo come il cinema possa servire da ponte tra diverse realtà e come esso giochi un ruolo cruciale nell’arricchire e condividere esperienze umane.

“Grazie ai 5 milioni di spettatori che hanno superato la quotidianità per immergersi nelle emozioni del mio film,” ha dichiarato Cortellesi, riconoscendo come il suo lavoro abbia raggiunto e commosso un vasto pubblico. Questa affermazione non solo sottolinea il successo commerciale del film ma evidenzia anche il suo impatto emotivo e sociale, dimostrando come il cinema possa effettivamente trasformare e arricchire la vita quotidiana delle persone fino a portare gli attori e registi a riconoscimenti prestigiosi come il David di Donatello 2024.

Le riflessioni della Cortellesi hanno messo in luce il potere del cinema di unire le persone attraverso storie che rispecchiano, sfidano e celebrano la condizione umana.

Pioggia di premi

Il film ha ottenuto un successo straordinario, riuscendo a catturare l’attenzione del pubblico e della critica, e segnando un momento significativo nella carriera di tutti coloro che vi hanno partecipato. Oltre ad avere ricevuto un’accoglienza entusiastica dal pubblico, il film ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi, tra cui quello per la miglior sceneggiatura originale. Questo premio non solo ha consolidato ulteriormente la reputazione della già affermata Cortellesi, ma ha anche segnato un punto di svolta nella sua carriera, dimostrando la sua abilità e versatilità come sceneggiatrice.

Nel cast, Emanuela Fanelli ha brillato, conquistando il premio per la miglior attrice non protagonista. Questo riconoscimento ha messo in luce la forza del team femminile dietro al successo del film, evidenziando il talento e la dedizione delle donne coinvolte nella produzione. La vittoria di Fanelli ha sottolineato non solo la sua eccellente performance individuale ma anche l’importante contributo delle donne nel campo cinematografico, che continua a crescere e a guadagnare riconoscimento a livello internazionale.

Questi successi riflettono la qualità del lavoro svolto e l’impatto emotivo e artistico del film, rafforzando il suo status nel panorama cinematografico e ispirando altre produzioni a valorizzare e riconoscere il talento femminile sia davanti che dietro la macchina da presa.

I vincitori dei David di Donatello 2024

Altri artisti e opere hanno ricevuto meritate acclamazioni; tra questi, Elio Germano per il suo ruolo in “Palazzina Laf” e Diodato, che ha ottenuto il premio per la miglior canzone originale. L’evento ha anche riservato un posto d’onore a figure leggendarie, come Giorgio Moroder, a cui è stato tributato il David alla Carriera.

Ecco tutti i premi:

Miglior attrice non protagonista Emanuela Fanelli, C’è ancora domani

Miglior attore non protagonista Elio Germano, Palazzina LAF, il film diretto e interpretato da Michele Riondino

Miglior sceneggiatura originale C’è ancora domani

David Speciale 2024 a Vincenzo Mollica

Miglior scenografia, Andrea Castorina per la scenografia e Valeria Vecellio per l’arredamento in Rapito di Bellocchio

Migliori costumi ai due costumisti e scenografi Sergio Ballo e Daria Calvelli in Rapito di Bellocchio

David alla Carriera, Giorgio Moroder

Migliore sceneggiatura non originale Rapito. Premiati Marco Bellocchio e Susanna Nichiarelli

Miglior esordio alla regia, Paola Cortellesi

Miglior canzone originale Diodato, per il brano La mia terra dal film Palazzina Laf 

Miglior attrice protagonista Paola Cortellesi

Miglior fotografia Paolo Carnera per Io capitano di Matteo Garrone

Miglior montaggio Marco Spoletini per Io capitano

Miglior attore protagonista Michele Riondino per Palazzina Laf 

Oltre il Riconoscimento

L’edizione di quest’anno dei David di Donatello non ha solo celebrato i successi cinematografici, ma ha anche aperto un dialogo su come il cinema possa fungere da catalizzatore di cambiamento e inclusione sociale. Le parole di Cortellesi hanno risuonato come un invito a riconoscere e valorizzare la diversità di voci e talenti nel panorama cinematografico italiano.

In sintesi, la notte dei David di Donatello 2024 ha ribadito il ruolo del cinema come specchio della società, con “C’è ancora domani” che si conferma non solo un successo di critica e pubblico ma anche un simbolo di come la settima arte continui a evolversi, sfidando convenzioni e aspettative.