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Nuovi Ecobonus auto 2022: arrivano incentivi fino a 4.000 euro!

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Erano in tanti gli italiani che, grazie alla nuova Legge di Bilancio 2022, si aspettavano nuovi incentivi auto 2022, per il sostegno agli acquisti di automobili e veicoli sostenibili e poco inquinanti.

Effettivamente, gli ecoincentivi auto introdotti lo scorso anno sono stati un successo e, dato che il nostro Paese sembra intenzionato a promuovere delle forme di mobilità volte a garantire la sostenibilità, l’introduzione di nuovi incentivi per auto elettriche e ibride sembrava quasi scontata.

Eppure, il Governo Draghi ha sorpreso tutti sul finale: la nuova Manovra 2022, infatti, non ha al momento previsto una reintroduzione degli incentivi auto a basse emissioni di CO2.

Tuttavia, non tutti è perduto: l’esecutivo ha infatti in serbo nuove misure, da introdurre per sostenere il settore automobilistico e, più nel dettaglio, per incentivare l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti.

Dire poi che la Legge di Bilancio 2022 abbia tralasciato totalmente il settore mobilità non è del tutto corretto: sono infatti stati attivati degli Ecobonus 2022, che permetteranno l’acquisto di mezzi elettrici.

Nuovi ecobonus auto 2022? Si punta tutto sulle due ruote

In effetti, in data 13 gennaio 2022, sono stati concessi degli incentivi 2022 che consentiranno l’acquisto agevolato di mezzi sostenibili.

Purtroppo, non si tratta di nuovi incentivi auto, ma di un nuovo ecobonus pensato per le due ruote.

Grazie al bonus moto 2022, così è stata ribattezzata la misura, gli interessati potranno accedere all’acquisto agevolato di messi a due ruote che siano total electric o hybrid.

La piattaforma ufficiale per accedere all’ecobonus moto 2022 è già stata attivata giovedì 13 gennaio, e permette agli interessati di prenotare i propri incentivi.

La Legge di Bilancio 2022 ha stanziato un fondo pari a 20 milioni di euro per l’anno corrente, mentre per il triennio 2024-2026 le risorse annue verranno aumentate a 30 milioni.

I contributi, come già accaduto per quelli relativi agli incentivi auto 2022, saranno prenotabili sulla piattaforma ufficiale Ecobonus del MiSE.

Nuovi ecobonus 2022: come funziona il bonus moto

Cerchiamo adesso di capire come funziona esattamente l’ecobonus 2022 relativo ai veicoli a due ruote.

Il bonus moto potrà essere richiesto solamente sull’acquisto di veicoli nuovi (non dunque sull’usato), e concederà agli aventi diritto un contributo, che andrà calcolato sul prezzo di listino della nuova moto acquistata.

Due sono le percentuali concesse, a seconda che l’acquisto avvenga insieme ad una rottamazione o meno.

Coloro che acquisteranno un nuovo mezzo a basse emissioni potranno ottenere un ecobonus moto pari al 40% del prezzo di listino solo se provvederanno ad una preventiva rottamazione di un vecchio veicolo.

Nel caso in cui la rottamazione non venga effettuata o se per qualche motivazione essa non sia possibile, allora l’Ecobonus moto scenderà al 30% del prezzo del nuovo acquisto.

Stabilito anche un limite massimo, che varia a seconda dell’avvenuta rottamazione. L’Ecobonus moto ottenibile con rottamazione è infatti pari a ben 4.000 euro massimi.

Se invece non si procede con la rottamazione, il limite massimo di beneficio è fissato a 3.000 euro totali.

Tutti i prezzi sono ovviamente da intendersi come esclusi da IVA.

Nuovi ecobonus 2022 moto: per quali mezzi?

Ovviamente, per accedere ai nuovi ecobonus 2022 relativi a moto e mezzi a due ruote, sono previsti determinati requisiti da rispettare, requisiti relativi ai modelli scelti.

Come riporta il sito ufficiale degli Ecobonus MiSE, saranno oggetto di agevolazione i mezzi con “categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7e”.

Cerchiamo dunque di capire a quali veicoli corrispondono tali categorie, in modo da comprendere quali sono gli acquisti ammessi per poter accedere agli ecobonus 2022 moto.

Per quanto riguarda i veicoli L1e, si tratta delle moto la cui cilindrata non superi i 50 cc; gli L2e, invece, sono quelli a tre ruote che non superano i 50 cc di cilindrata.

Ammessi anche i mezzi L3e, L4e ed L5e, rispettivamente mezzi a due ruote, a tre ruote asimmetriche e a tre ruote simmetriche, con cilindrata superiore ai 50 cc.

Infine, potranno accedere all’Ecobonus 2022 anche mezzi L6e ed L7e, ossia quadricicli leggeri e microcar.

Come richiedere i nuovi ecobonus moto 2022?

Passiamo adesso alle modalità di richiesta dei nuovi Ecobonus 2022, almeno per quanto riguarda le agevolazioni per le moto e i veicoli leggeri a quattro ruote.

Per poter ottenere l’agevolazione, non dovrà essere il diretto interessato a presentare domanda.

La piattaforma Ecobonus 2022 veicoli è infatti accessibile a rivenditori e concessionarie, che dovranno avviare la procedura di prenotazione per poter ottenere il contributo.

L’avvio della procedura inizia con la registrazione del rivenditore, che dovrà poi prenotare tutti gli incentivi richiesti dai clienti nell’apposita area.

Se la procedura andrà a buon fine, il rivenditore dovrà effettuare la conferma entro e non oltre i 180 giorni dalla data di richiesta degli Ecobonus 2022.

La richiesta va infatti perfezionata con dati e targa dei nuovi mezzi venduti: solamente comunicando queste informazioni, i rivenditori potranno successivamente richiedere il rimborso totale dello sconto applicato al proprio cliente.

La restituzione degli Ecobonus 2022 ai rivenditori non prevede accredito diretto, ma verrà concessa come credito d’imposta.

Nuovi ecobonus auto 2022: contributi per concessionari

Anche se gli ecobonus auto 2022 non sono stati ufficialmente confermati, e nonostante gli automobilisti italiani debbano ancora attendere per ottenere ulteriori informazioni circa la possibile introduzione di nuove agevolazioni, sappiamo già che il settore automobilistico verrà comunque supportato.

La Legge di Bilancio 2022 ha infatti creato un nuovo fondo ad hoc, pensato per concessionari e rivenditori, che conta ben 150 milioni di euro.

Il settore automobilistico, così come quello del turismo e dello spettacolo, ha infatti sofferto ingenti perdite a causa dell’emergenza sanitaria.

Grazie a tale fondo, molto probabilmente, partiranno aiuti anche per i rivenditori e le concessionarie che si occupano della vendita di automobili. Siamo attualmente in attesa di un decreto attuativo che indichi modalità di assegnazione ed erogazione di questi nuovi sostegni.

Nuovi ecobonus auto 2022: e per gli automobilisti?

Prima di avviarci alla conclusione, cerchiamo di capire se e quando verranno concessi nuovi ecobonus auto 2022, prettamente pensati per l’acquisto di veicoli elettrici a quattro ruote, ibridi o elettrici.

Purtroppo, al momento, non si hanno novità in merito, nonostante nei mesi precedenti all’approvazione della Manovra 2022 si pensava addirittura all’introduzione di un ecobonus auto 2022 strutturale.

Il Governo è in effetti pienamente consapevole sia della necessità di potenziare il settore dell’automobile, sia dell’urgenza di provvedimenti che consentano di passare ad una mobilità più sostenibile.

Dunque, nei prossimi mesi, si attendono novità in merito a nuovi ecobonus per l’acquisto di auto green.

Al momento, gli automobilisti italiani potranno contare solamente sugli ecobonus 2022 legati alle moto di cui abbiamo ampiamente parlato, oltre che su una nuova introduzione legata alle automobili.

Stiamo parlando del bonus revisione, detto anche bonus veicoli sicuri, che per i prossimi tre anni consentirà di risparmiare sugli aumenti legati alle revisioni auto 2022.

Di tale agevolazione si è occupato il canale YouTube Aiuti dallo Stato, di cui consigliamo la visione per ottenere maggiori informazioni.

I segreti per una pubblicità Amazon di successo

Cos’è la pubblicità Amazon?

Prima di creare un annuncio Amazon, devi prima definire cos’è un annuncio. Un annuncio è un modo per raggiungere istantaneamente un pubblico più ampio pagando denaro. 

Ciò significa che i tuoi clienti abituali ottengono i loro prodotti altrettanto rapidamente senza costi aggiuntivi. Il modo più comune per farlo è tramite Prime. Se le persone sono disposte a pagare $ 99 all’anno per la spedizione gratuita, ci sono poche ragioni per cui non sarebbero disposte a pagare di più per la consegna garantita in due giorni su articoli selezionati. 

Gli annunci pubblicitari possono essere utilizzati anche per promuovere nuovi prodotti o informare i clienti su saldi e sconti. Avere buoni annunci ti offre tassi di conversione migliori che migliorano sia i dati di vendita che le recensioni dei clienti.

Tuttavia, sebbene gli annunci pubblicitari possano sembrare una buona idea, è necessario considerare molte cose prima di acquistare gli annunci; queste considerazioni influenzerebbero non solo il successo dei tuoi annunci, ma anche se dovessero esistere nella loro forma attuale. 

Queste domande includono se vuoi o meno che le persone al di fuori di Amazon li vedano, se si adattano a tutto il resto del messaggio del tuo marchio e se infastidirà le persone nel fare clic su di esso a causa della sua invadenza o dei difetti di progettazione.  

Il motivo per cui poniamo l’accento sulla risposta a queste domande è che gli annunci a volte possono incoraggiare i visitatori ad acquistare prodotti che in realtà non soddisfano i loro standard e le loro aspettative. 

Non vuoi che ciò accada soprattutto perché alcuni concorrenti vendono prodotti leggermente inferiori a prezzi leggermente inferiori (che alcuni clienti preferiscono). Un buon annuncio per alcuni prodotti può risultare fastidioso per altri. Detto questo, se fatto correttamente, il tuo annuncio potrebbe diventare una risorsa piuttosto che un ostacolo, anche se non ci sono garanzie qui perché eventuali miglioramenti devono venire di pari passo -in mano ai rischi assunti. 

Ricorda: anche se qui c’è del potenziale, il più delle volte otterresti risultati migliori concentrandoti invece su altre aree del marketing.

Perché hai bisogno di un annuncio Amazon?

Una pubblicità su Amazon è uno strumento estremamente utile per fare vendite. La parte migliore di fare pubblicità su Amazon non è solo promuovere il tuo prodotto o libro, ma anche aumentare la consapevolezza del tuo marchio tra i consumatori che navigano costantemente. 

Questo può essere utile se hai altri prodotti su cui stai lavorando. Una pubblicità ti aiuterà a ottenere maggiore visibilità con i clienti esistenti e a creare clamore attorno al tuo prossimo rilascio/prodotto/servizio. 

Indipendentemente da ciò che le persone ti dicono sulla vendita di prodotti online, non c’è nessun tipo di pubblicità che possa battere l’avere qualcosa di fronte a potenziali consumatori in ogni momento, motivo per cui una pubblicità su Amazon fa un ottimo lavoro per le aziende. 

Puoi persino tenere traccia di quante nuove visualizzazioni o clic ottiene il tuo annuncio tramite i rapporti Amazon. Se guadagni molti soldi dagli annunci Amazon, aspettati di vedere enormi aumenti di traffico sia su Amazon che su Google come oltre a fattori di ranking aumentati se la SEO viene utilizzata correttamente.

Come creare un annuncio che vende?

Se stai creando una pubblicità per un prodotto su Amazon, è importante che la tua pubblicità si distingua da tutti i suoi concorrenti. Usa questi cinque segreti per creare una pubblicità di prodotto unica e dinamica. 

Una pubblicità vincente attira potenziali clienti mostrando ciò che rende il tuo prodotto diverso dai suoi concorrenti. Ecco cinque modi per creare un gancio vincente 

Hook n. 1: utilizza qualificatori di prodotto

Le qualificazioni di prodotto sono parole usate per descrivere i prodotti che li distinguono dalla concorrenza. Indicano specifiche o modifiche che differenziano un prodotto da un altro. 

Esempio: includi colori nuovi, organici, o anche semplicemente colori come il verde o il rosso. Questi qualificatori aumentano la consapevolezza del marchio perché si rivolgono a consumatori con esigenze specifiche che hanno maggiori probabilità di acquistare i tuoi prodotti rispetto ad alternative simili. 

Noti anche come descrittori, queste parole spesso suscitano una risposta emotiva e rafforzano la fedeltà dei clienti. Quando scrivi il tuo hook, considera di includere qualificatori pertinenti per evidenziare come il tuo prodotto incontra le esigenze dei clienti.

Hook n. 2: usa confronti espliciti

Simile all’utilizzo dei qualificatori di prodotto, puoi anche utilizzare confronti espliciti tra marche diverse di un determinato articolo. 

Mostrando perché il tuo merchandising è in qualche modo superiore e, soprattutto, perché vale la pena pagare un extra per questo, non solo ne promuovi il valore, ma ti assicuri anche che i clienti non guardino in giro per versioni più economiche di ciò che vendi . 

I tipi di confronto esplicito includono il confronto dei prezzi e confronti qualità/sicurezza/salute.

Hook n. 3: usa le domande

Le domande sono strumenti persuasivi che convincono i consumatori incoraggiandoli ad agire d’impulso. E anche se le domande vengono utilizzate frequentemente dagli inserzionisti, sono spesso sottoutilizzate o implementate in modo improprio. 

Porre semplici domande sì o no non richiede alcun input da parte dei consumatori e fornisce poche informazioni sulle loro motivazioni per l’acquisto di un prodotto rispetto a un altro. 

Tuttavia, l’uso efficace delle domande negli annunci pubblicitari può essere molto utile per fornire contenuti pertinenti e allo stesso tempo indirizzare gli spettatori verso la canalizzazione di vendita desiderata. 

Gancio n. 4: mantienilo breve & dolce 

È importante non dilungarsi troppo durante la creazione di un annuncio pubblicitario per un articolo su Amazon o qualsiasi altra piattaforma per quella materia—perché rischi di perdere lettori a causa di annunci più lunghi. 

Mira a tre o quattro frasi al massimo includendo le parole chiave in modo strategico, in modo che i clienti che possono leggere solo brevi blurb non perdano interesse prima di scorrere oltre il tuo post. 

Hook n. 5: mostra la personalità e prometti un servizio di qualità! 

La tua pubblicità avrà successo se cattura sia la personalità del tuo marchio che ciò che lo rende unico rispetto ai concorrenti nel suo mercato di nicchia solo attraverso le immagini. 

Inoltre, è più probabile che i clienti si fidino dei prodotti che possono acquistare da commercianti specifici, quindi evidenzia anche questi fatti! Assicurati che i consumatori sappiano come e dove possono acquistare il tuo prodotto e dimostri un servizio di alta qualità con stime di spedizione accurate e semplici procedure di check-out. 

Ricorda: non devi mostrare ogni singolo aspetto del tuo prodotto, quel tanto che basta per far capire ai consumatori perché il tuo è migliore di altri articoli simili su Amazon!

Dove dovresti posizionare il pulsante di invito all’azione?

Molti esperti di marketing spesso si chiedono dove dovrebbero posizionare il pulsante di invito all’azione (CTA) sulla loro pagina di destinazione. A seconda dell’obiettivo della tua campagna, potresti voler inserire l’invito all’azione in due posizioni: sopra o sotto l’immagine o i contenuti. 

Se stai creando un annuncio esclusivamente per scopi di branding, ha senso inserire il tuo CTA sopra l’immagine. 

Tuttavia, se utilizzi gli annunci per la generazione di lead (in cui desideri che le persone si convertano), in genere si preferisce di seguito. Oltre a ciò, non dimenticare di testare quale funziona meglio per te e per il tuo pubblico di destinazione! 

In questo modo, puoi determinare se si ottengono più conversioni facendo clic in alto o in basso.

Ci sono differenze fondamentali nella posizione in cui dovrebbe essere posizionata la tua CTA. Questo torna al modo in cui vuoi che le persone rispondano quando vedono il tuo annuncio. Se è puramente per scopi di branding, mettere l’invito all’azione sopra ha senso perché più occhi lo vedranno. 

Tuttavia, se desideri che le persone facciano clic sul tuo annuncio in modo che acquistino un articolo o scarichino qualcosa (ad es. conversioni), è opportuno inserirlo di seguito perché più clic provengono dal basso.

Come scegliere le parole chiave per il tuo annuncio Amazon?

Le parole chiave sono parole o frasi che gli acquirenti inseriscono nei motori di ricerca quando cercano prodotti. 

Ad esempio, se vendi cibo per cani, potresti volere che le persone che cercano cani o cibo per cani vedano il tuo annuncio. Quindi le tue parole chiave sarebbero cibo per cani e forse anche qualcosa di più specifico come il gusto del cibo per cani selvatici. 

Ci sono molti fattori coinvolti nella scelta delle parole chiave da targetizzare con il tuo annuncio—la tua nicchia, quanto sono competitive queste parole chiave—quindi non le esamineremo tutte qui. Invece, pensa solo a cosa ha senso per la tua attività. 

Sii realistico: le persone non digitano cibo per cani nel proprio motore di ricerca ogni giorno, quindi non riceverà tanto traffico quanto qualcosa di più mirato come Cesar Millan Canned Dog Food. 

Ma se vendi già cibo per cani in scatola Cesar Millan su Amazon, allora è una buona idea fare un’offerta per quella parola chiave perché ti mostrerai naturalmente nelle ricerche ad essa correlate. 

Fai qualche ricerca: puoi sempre giocare con parole chiave diverse dopo aver impostato la tua campagna e aver iniziato a ricevere traffico da Google AdWords (ne parleremo più avanti), ma almeno inizia scegliendo tre o quattro termini generali relativi a ciò che stai vendendo.

Quali sono i tre tipi di formati di annunci Amazon?

Per pubblicare una campagna efficace, devi scegliere quali formati di annunci funzioneranno meglio per il tuo prodotto. 

Esistono tre tipi di annunci Amazon: Annunci Product Display (annunci di prodotto), Prodotti sponsorizzati (prodotti sponsorizzati) e Annunci di ricerca per titolo (ricerca per titolo).

Dovresti concentrarti sull’utilizzo di almeno un annuncio display di prodotto e un annuncio di prodotto sponsorizzato per ottenere la piena visibilità dei tuoi prodotti. Se vendi molti articoli simili, ti consigliamo di utilizzare gli annunci display dei prodotti. 

In alternativa, se stai cercando una maggiore visibilità nei risultati di ricerca, consigliamo di utilizzare gli annunci di ricerca per titolo perché ti consentono di scegliere come target parole chiave che gli acquirenti potrebbero cercare quando effettuano ricerche su Amazon. È possibile combinare questi formati.

Suggerimenti rapidi per la pubblicità su Amazon da ricordare

1. Ci sono migliaia di concorrenti che cercano di attirare l’attenzione usando ogni diversa strategia possibile.

2. La ricerca sui termini di ricerca è fondamentale poiché non si applica solo qui, ma praticamente ovunque quando si impostano le campagne. 

3. Imposta sempre un budget sufficientemente alto per ottenere impressioni decenti, idealmente 10.000+ al giorno. 

4. Concentra le parole chiave verso il basso in modo aggressivo in modo da non competere con centinaia o migliaia di termini pur essendo in grado di apparire sui dati del volume di ricerca. 

5. Non reinventare la ruota per ogni campagna senza motivo/dati perché eliminare le cose non necessarie aiuta a risparmiare tempo migliorando la percentuale di successo. 

6. Abbi sempre pazienza perché probabilmente non inizierai subito a vedere risultati ottimali.

Conclusione

Nell’economia odierna, molte piccole imprese sono entrate a far parte della vendita dei loro prodotti e servizi su siti Web di e-commerce come eBay e Amazon.

Mentre questi siti continuano a crescere, aumenta anche la loro popolarità. 

In effetti, l’e-commerce compenserà 22% delle vendite globali entro il 2023. Sempre più persone scelgono di acquistare prodotti online anziché nei negozi.

Quindi, se non vendi il tuo prodotto o servizio su un sito di e-commerce come eBay o Amazon, potresti perdere potenziali clienti che potrebbero benissimo acquistare da te online.  

Sapere come iniziare a pubblicizzare il tuo prodotto è uno degli aspetti più importanti della vendita di qualsiasi cosa su un sito di e-commerce

La guida definitiva all’ottimizzazione SEO di Amazon

Cos’è Amazon SEO?

Il motore di ricerca di Amazon è probabilmente più importante di Google per molti clienti perché, a differenza di Google, Amazon cerca solo articoli in vendita attraverso il loro sito web. Sapere come ottimizzare la tua scheda è fondamentale per massimizzare le vendite. 

Capire cosa cercano i clienti su Amazon può anche aiutarti a decidere quali prodotti vuoi vendere su Amazon. Questa guida ti guiderà attraverso tutto ciò che devi sapere sull’ottimizzazione delle tue inserzioni e delle tue parole chiave, il tutto con istruzioni dettagliate. Con queste tecniche imparerai come far trovare il tuo prodotto quando le persone cercano su Amazon.

Vantaggi dell’ottimizzazione SEO di Amazon

Uno dei maggiori vantaggi dell’ottimizzazione delle pagine dei prodotti per la ricerca è una maggiore visibilità su Amazon. Con oltre 310 milioni di utenti attivi e quasi 113,08 miliardi di dollari di vendite nel 2020, è sicuro affermare che se ottieni maggiore visibilità su Amazon, vedrai anche un enorme aumento del traffico e delle entrate.  

Come funziona l’ottimizzazione? 

In primo luogo, diamo un’occhiata a cosa succede quando i clienti cercano prodotti su Amazon. Usano parole chiave correlate a ciò che vogliono—e i titoli dei tuoi prodotti devono apparire nei risultati di ricerca quando i clienti cercano quei termini. 

Questo ti offre una grande opportunità per spiegare esattamente perché dovrebbero scegliere il tuo prodotto rispetto alla concorrenza. 

In secondo luogo, anche se un cliente fa prima clic sull’inserzione di un altro venditore, Amazon mostrerà loro articoli simili o consigliati in base alla cronologia delle ricerche e ai modelli di acquisto. Se hanno già fatto clic su una delle tue schede ottimizzate, ci sono buone probabilità che vedano la tua scheda come uno di questi consigli. 

Questo ti permette di rimanere in primo piano con gli acquirenti che non hanno ancora acquistato da te—ma forse pronti presto! In effetti, alcuni studi hanno dimostrato che fino alla metà di tutti gli acquisti su Amazon inizia con un cliente che va direttamente su Amazon invece di andare prima direttamente a un sito Web di un marchio specifico! Ciò significa che l’ottimizzazione può essere fondamentale non solo per gli acquisti attuali ma anche futuri. 

Mentre lavori per posizionarti più in alto rispetto ad altri venditori per le tue parole chiave target, considera quanto la persistenza potrebbe influire sulla tua crescita potenziale delle vendite. 

Dopotutto, le migliori classifiche organiche si ottengono con una media del 36% in più di vendite organiche rispetto ai prodotti non classificati in ciascuna categoria in tutti i principali rivenditori! Perché non importa quanto grande o piccola pensi che la tua azienda possa essere in questo momento, c’è sempre spazio per crescere. 

Come iniziare con Amazon SEO?

Iniziare con l’ottimizzazione delle schede di prodotto su Amazon può essere un processo complicato, soprattutto se sei un nuovo venditore. 

Seguendo questi semplici passaggi, aumenterai il traffico dai motori di ricerca, con conseguente aumento delle vendite. È importante notare che l’ottimizzazione delle parole chiave non è qualcosa che fai una volta: è un processo continuo di ricerca e test delle parole chiave.  

Capire quanto tempo ci vuole prima che le modifiche influiscano sulla tua classifica ti consentirà di apportare modifiche nel tempo in base a fattori in continua evoluzione come la concorrenza o la stagionalità.

Ricerca per parole chiave

Le parole chiave sono importanti. Più specifiche sono le tue parole chiave, in genere, più alto sarà il tuo posizionamento nei risultati di ricerca. Ti consigliamo di pensare a uno o due termini che sono sinonimi di ciò che vendi su Amazon—puoi ottenerli leggendo le recensioni del tuo prodotto e pensando a quali parole vengono fuori ancora e ancora.

Ci sono anche alcuni strumenti gratuiti online che ti consentono di sapere quante persone cercano determinate parole chiave ogni mese, il che può darti un’idea se vale la pena provare a classificarle. 

E se tutto il resto fallisce? Cercalo su Google! Ma qualunque siano le parole chiave che scegli, ricorda: devono essere utilizzate naturalmente all’interno dei tuoi contenuti. Quando inizi a vendere per la prima volta su Amazon, confida che agire ora ti aiuterà a migliorare il tuo successo futuro.

Ottimizzazione del tag del meta titolo

Ogni pagina del tuo sito ha bisogno di un tag meta title univoco. Il meta titolo è il modo in cui i motori di ricerca come Google e Bing descrivono la tua pagina, quindi è importante che tu sfrutti ogni opportunità che puoi per controllare esattamente ciò che le persone vedono del tuo prodotto o servizio.

Il meta tag del titolo si trova tra i tag. Dovrebbe esserci uno spazio dopo e due spazi prima. 

Ottimizzazione dei tag delle meta parole chiave

Per migliorare il tuo posizionamento, considera l’aggiunta di tag meta keyword alla tua scheda di prodotto. Questo è un altro modo per dire a Google di cosa tratta la tua scheda. La tua parola chiave o frase deve apparire all’interno di questi tag per essere considerata dai motori di ricerca. 

L’uso di più parole chiave e frasi ti aiuterà a migliorare le tue possibilità di apparire in più ricerche. Se utilizzi altre piattaforme di e-commerce, ricorda che possono anche influire sul tuo posizionamento su Google se non ottimizzate correttamente. 

Assicurati che la tua piattaforma sia configurata correttamente per ottenere i massimi risultati. Le prime tre parole contano di più, quindi usale con saggezza.

Struttura dei collegamenti interni

Uno dei tuoi compiti più importanti come venditore Amazon è assicurarti che le pagine dei tuoi prodotti siano ottimizzate per i motori di ricerca. Il processo può creare confusione, ma fortunatamente ci sono alcune semplici best practice che puoi implementare in ogni pagina. 

Quando si tratta di struttura dei link interni, nota anche come anchor text, ti consiglio di mantenere le cose semplici e di utilizzare parole chiave correlate ai tuoi prodotti. Ad esempio, se vendi un paio di scarpe, assicurati di includere una qualche forma di scarpe con la zeppa nella struttura dei link interni almeno una o due volte su ciascuna pagina. 

Ciò assicurerà che chiunque esegua una ricerca su Google di scarpe con plateau vedrà la tua scheda su Amazon.

Struttura dei link esterni 

Quando crei i tuoi contenuti, assicurati che siano collegati ad altri contenuti del tuo sito. La maggior parte dei siti di e-commerce tende ad essere profonda ed espansiva e alle persone piace perdersi in essi. 

Se ti colleghi, puoi assicurarti che se si perdono, finiscano di nuovo in un posto che offre loro ciò di cui hanno bisogno (ad esempio, una pagina di prodotto). 

Qui è dove il testo di ancoraggio esterno diventa importante; vogliamo assicurarci di utilizzare un testo che mostri ai nostri lettori esattamente dove andranno se fanno clic (l’ancora) sul nostro link (il testo). 

Ricorda: i link interni sono più potenti dei link esterni.

Ottimizzazione della scheda di prodotto

Per avere un buon posizionamento nei risultati di ricerca di Amazon, devi ottimizzare le schede di prodotto per le parole chiave. Ciò significa scegliere una categoria pertinente e un titolo dell’inserzione, aggiungere descrizioni dettagliate dei prodotti, allegare immagini di alta qualità e ottimizzazione dei punti elenco. 

Per farlo in modo efficace, è importante determinare quali parole chiave utilizzano i tuoi clienti quando effettuano ricerche su Amazon. La buona notizia è che ci sono una varietà di strumenti gratuiti là fuori che ti aiuteranno a fare proprio questo! Entrerò in ciascuno di seguito. ​ 

1. Strumento di pianificazione delle parole chiave di Google: questo strumento è ottimo perché è gratuito e fornisce informazioni rapide sulle frasi chiave a coda lunga. Inserisci semplicemente la tua parola chiave o frase insieme ad alcune informazioni sulla posizione (o lascala vuota) e ottieni dati immediati sulle ricerche mensili relative al tuo argomento di interesse. 

Questi dati provengono da due fonti: Google Trends, che estrae dati da tutto Google, non solo attività di ricerca; e Google AdWords, che tiene traccia di quante volte gli utenti fanno clic sui risultati sponsorizzati rispetto a quelli organici. Va notato che questi numeri non indicano esattamente quante persone cercano qualcosa ogni mese, ma forniscono stime generali. 

Anche se non è perfetto, l’utilizzo di queste metriche insieme può essere utile per trovare nuove idee da raggiungere suddividendo argomenti generali come le scuole di fisioterapia in termini più ristretti come le scuole di fisioterapia a New York City. 

2. Strumento di ricerca per parole chiave SellerApp: se desideri scorrere rapidamente elenchi di parole chiave, dai un’occhiata a Strumento di ricerca per parole chiave di SellerApp (è simile a Ubersuggest). Tutto quello che devi fare è inserire un’idea o un elemento e lasciare che il loro motore trovi altri suggerimenti in base ai modelli di ricerca di tendenza. Ottimo per semplici sessioni di brainstorming in cui non ti interessa necessariamente il volume di ricerca o la concorrenza. 

3. Strumento di suggerimento per le parole chiave di MerchantWords: a differenza degli strumenti di cui sopra, Merchantwords si concentra specificamente sull’indice di ricerca di Amazon. Non solo identifica le parole chiave suggerite da utilizzare nei titoli e nei punti elenco, ma evidenzia anche errori di ortografia comuni e problemi generali con titoli/punti elenco come un numero ridotto di parole, contenuti duplicati, ecc. 

4. Analisi di ricerca di SEMrush & Dati sulla concorrenza: un modo per comprendere il potenziale di una nicchia è guardare chi altro si posiziona già in alto per parole chiave specifiche.

Struttura dell’URL della pagina

Ogni prodotto su Amazon ha il proprio URL di pagina, generalmente strutturato come segue: Nome del marchio Numero modello Categoria. 

Ad esempio, se vendi una TV Sony con il tuo marchio, il tuo URL sarebbe sonytv42inchbluerosegold. 

Se vendi un Apple Macbook con il tuo marchio, il tuo URL sarebbe applemacbookpro12inchsilver. 

Per le pagine delle categorie di primo livello, queste seguono un formato simile con la categoria sostituita dalla categoria di primo livello, ad esempio laptop anziché solo computer o film anziché solo film in generale. 

Nota che non c’è bisogno di modificare più di 10–15 caratteri in ogni campo; a seconda della categoria del prodotto e della descrizione esatta dell’articolo, potrebbe non essere necessario modificare nulla. 

Se non sei interessato a modificare manualmente la struttura dell’URL titolo/prodotto/categoria tramite AWS, ti consigliamo di utilizzare strumenti gratuiti come Strumento ASIN di Helium 10 o strumento di recupero di MerchantWords, che estrae automaticamente le informazioni dalle aste eBay e le invia direttamente ad Amazon senza l’intervento umano.

Recensioni del prodotto

Come sito di e-commerce, vuoi che i tuoi prodotti vengano notati e uno dei modi migliori perché ciò avvenga è attraverso le recensioni dei prodotti. I prodotti con recensioni di qualità vengono messi in evidenza in modo più evidente sul tuo sito web, il che ti aiuta a vendere più prodotti. 

Uno studio ha rilevato che può aumentare i tassi di conversione fino all’88% per alcune aziende! Quindi, come chiedi ai clienti le recensioni? 

Ecco alcune strategie: fallo quando ordinano—Puoi scrivere una casella di controllo nel modulo d’ordine chiedendo se desiderano rivedere il loro acquisto dopo averlo ricevuto. Puoi persino limitare i tipi di clienti che vedranno la scatola in modo che solo coloro che hanno acquistato la vedranno.

Conclusione

In sostanza, i motori di ricerca come Google e Bing vogliono assicurarsi che chiunque digiti una query riceva rapidamente una risposta. Ecco perché il PageRank e altri fattori dell’algoritmo tengono conto della velocità di caricamento della pagina; le pagine lente vengono contrassegnate nelle classifiche. 

Lo stesso vale per i clic: i siti che richiedono passaggi aggiuntivi (come l’apertura di tre nuove finestre o il clic su otto livelli di link utili) tendono a non avere un buon posizionamento tra gli utenti e quindi non si posizionano bene con la ricerca motori. 

Per questo motivo, quando ottimizzi il tuo sito per Amazon, tieni presente la velocità. 

Sii conciso quando scrivi le descrizioni; link solo quando aiuta i motori di ricerca e gli utenti allo stesso modo e concentrati su tecniche di ottimizzazione all’avanguardia come il design ottimizzato per i dispositivi mobili e l’ottimizzazione SEO locale.

Stipendi PA: dal 2022 arrivano gli aumenti! Tutte le cifre

Alla fine si è giunti all’accordo tra le rappresentanze sindacali e l’Aran (l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni): dal 2022 arrivano gli aumenti per gli stipendi dei dipendenti della PA.

L’accordo raggiunto prevede al momento l’aumento per i dipendenti pubblici inseriti nel comparto Funzioni Centrali. Ovvero, come si legge sul sito della Cisl Funzione Pubblica, per tutti quei lavoratori e lavoratrici che fanno parte

«degli organi dello Stato e dei Ministeri; delle Agenzie che svolgono attività e funzioni tecnico-operative; degli Enti Pubblici non Economici e delle casse privatizzate

Ciò prelude, come di consueto, a una stagione di rinnovi contrattuali che coinvolgerà tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Vale a dire i dipendenti della scuola, degli enti locali e della sanità. Come del resto annunciato dallo stesso ministro, Renato Brunetta, nella Conferenza stampa di presentazione “Ri-formare la PA” (minuto 28′ 50″).

L’aumento medio previsto per gli stipendi della PA, a quanto si apprende dalla bozza approvata, dovrebbe attestarsi sui una media di 105 euro per tredici mensilità

Come si legge sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione, la preintesa siglata con i sindacati riguarderà 225.000 dipendenti pubblici.

«Questo traguardo, operativo e simbolico, dà concreta attuazione alla milestone del Pnrr sulla riforma del lavoro pubblico e mette al centro il capitale umano che muove la macchina amministrativa del Paese, e che è stato fondamentale nella gestione della pandemia.»

Nell’articolo spiegheremo nel dettaglio quali sono i contenuti dell’accordo siglato, e quali sono, in concreto gli aumenti previsti per gli stipendi della PA.

Aumenti Stipendi PA: l’accordo siglato tra Aran e le associazioni sindacali

L’ultima riunione, che ha sancito il raggiungimento dell’accordo, si è svolta in modalità videoconferenza il 21 dicembre 2021. Ad essa erano presenti il presidente di Aran, Antonio Naddeo, e i rappresentanti di Cisl, Cigl, Uil, Confsal, Cgs, Usb e Confintesa. Tutti, tranne la Usb, hanno dato parere positivo e hanno deciso di firmare il documento di preintesa.

Il contratto in oggetto si applicherà:

  • a tutto il personale che intrattiene un rapporto di lavoro con la PA, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, inserito nelle amministrazioni indicate dall’articolo 3 del CCNQ del 3 agosto 2021; a titolo di esempio si può citare il personale non dirigente di ministeri, Avvocatura generale dello Stato, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, delle agenzie fiscali (ad esempio l’Agenzia delle Entrate o l’Agenzia delle Dogane) e degli enti pubblici non economici (quale è l’INPS);
  • ai lavoratori dipendenti di nazionalità italiana, che intrattengono un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il Ministero degli Affari Esteri, e che svolgono attività presso sedi diplomatiche e consolari, nonché negli Istituti italiani di cultura all’estero;
  • agli ufficiali giudiziari.

Aumenti degli Stipendi PA: il trattamento economico

Il titolo VII della bozza di contratto, stipulato tra Aran e associazioni sindacali, disciplina le modalità di calcolo e di erogazione del trattamento economico previsto per i dipendenti della PA. In particolare, viene definita la struttura della retribuzione per funzionari, assistenti e operatori, la quale si compone di:

  • stipendio (che consiste in stipendio tabellare e differenziale stipendiale);
  • retribuzione di anzianità;
  • compensi per prestazioni straordinarie;
  • retribuzione prevista per particolari performance e obiettivi raggiunti, sia a livello individuale che di organizzazione;
  • altri compensi previsti dal CCNL di riferimento;
  • compensi specifici derivanti da particolari disposizioni legislative.

Il titolo VII, inoltre, definisce anche la struttura della retribuzione per la cosiddetta “area EP”, ossia per i lavori a Elevata Professionalità. Si tratta di quei lavoratori i quali svolgono attività a elevato contenuto specialistico, oppure coordinano processi complessi e di estrema importanza, assicurando al contempo la qualità dei servizi e l’ottimizzazione delle risorse. La retribuzione, per questa particolare categoria di dipendenti della PA, è così strutturata:

  • stipendio tabellare;
  • retribuzione di anzianità;
  • retribuzione relativa alla particolare posizione del lavoratore;
  • retribuzione relativa all’entità dei risultati raggiunti;
  • retribuzione intesa quale incentivo alla mobilità territoriale;
  • compensi specifici derivanti da particolari disposizioni legislative.

Stipendi PA: a quanto ammontano gli aumenti?

Ma veniamo al dunque. Qual è l’entità degli aumenti previsti per gli stipendi della PA a seguito del nuovo accordo?

Rispondere in modo sintetico non è semplice, poiché la bozza di contratto prevede delle specifiche tabelle che stabiliscono in modo preciso e puntuale l’entità degli aumenti previsti per ognuna delle categorie di dipendenti della PA e in relazione alla posizione ricoperta all’interno dell’organizzazione.

Ciò che si può affermare, in linea generale, facendo riferimento alla Tabella 1, “Misura annua lorda e numero massimo dei differenziali stipendiali”, è che l’aumento loro degli stipendi della PA corrisponderà a

  • 2250 euro per i funzionari, i quali potranno accedere a 5 scatti di anzianità;
  • 1250 euro per gli assistenti, i quali anch’essi potranno accedere a 5 scatti di anzianità;
  • 800 euro per gli operatori, i quali potranno accedere soltanto a 2 scatti di anzianità.

Prendendo in considerazione diverse aree, gli aumenti previsti possono essere così riassunti:

  • ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici: da un minimo di 63 euro lordi mensili per lavoratori di livello F1 (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 18 mila euro) a un massimo di 117 euro lordi mensili per gli ispettori generali (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 34 mila euro);
  • Cnel: da un minimo di 63 euro lordi mensili per lavoratori di livello A1 (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 18 mila euro) a un massimo di 106 euro lordi mensili per lavoratori di livello C5 (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 18 mila euro);
  • Enac, Ansfisa, Ansv: da un minimo di 62,30 euro lordi mensili per lavoratori di livello A1 (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 19 mila euro) a un massimo di 151,80 euro lordi mensili per lavoratori di livello PII 4 Super (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 40 mila euro);
  • Agid: da un minimo di 63 euro lordi mensili per lavoratori di livello F1 (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 18 mila euro) a un massimo di 194,46 euro lordi mensili per lavoratori di livello F9 (per una retribuzione annua complessiva pari a circa 44 mila euro).

Stipendi PA: non solo aumenti, ma anche il diritto allo smart working

Uno degli elementi di maggiore rilevanza dell’accordo siglato tra Aran e associazioni sindacali per gli aumenti agli stipendi dei dipendenti della PA riguarda l’introduzione di una serie di novità che riguardano il lavoro a distanza. In particolare, nella bozza di contratto è previsto uno specifico capitolo dedicato al cosiddetto lavoro agile (smart working) e uno dedicato al lavoro da remoto.

Nella fattispecie, viene definito lavoro agile quella modalità di organizzazione delle attività tale da consentire una programmazione che non preveda vincoli di orario o di presenza presso il posto di lavoro. Come si legge all’articolo 36 della bozza di contratto:

«La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno dei locali dell’amministrazione e in parte all’esterno di questi, senza una postazione fissa e predefinita, entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale.»

Naturalmente, questa possibilità viene prevista soltanto per coloro la cui attività sia compatibile con questa modalità di lavoro. Vengono infatti esplicitamente escluse tutte quelle attività che prevedono la turnazione o quelle per le quali è necessario disporre di strumentazione non remotizzabile.

Uno degli elementi più significativi, tesi a garantire non solo il miglioramento dei servizi garantiti dalla PA e dell’organizzazione delle sue attività, ma anche «l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro» è il cosiddetto diritto alla disconnessione. Con ciò si intende il diritto, per il lavoratore, di non essere connesso alla rete e di non essere contattabile nella fascia oraria che va dalle 22 alle 6, e durante il periodo di riposo corrispondente ad almeno 11 ore tra una giornata lavorativa e l’altra.

Stipendi PA: il lavoro da remoto (o telelavoro)

Come detto, l’accordo raggiunto prevede però anche la possibilità, per i dipendenti della PA di cui si è detto, di esercitare la propria professione da remoto. Questa modalità, anche definita “telelavoro”, differisce dallo smartworking per la presenza di un vincolo di orario, durante il quale il lavoratore esercita la propria attività in un luogo diverso dall’ufficio preposto, al quale il dipendente è assegnato.

In questa modalità di lavoro, dunque, il dipendente della PA è soggetto ai medesimi obblighi e ai medesimi diritti previsti per l’esercizio della propria attività presso la sede dell’ufficio al quale è assegnato. Vale a dire che, oltre al rispetto dell’orario di lavoro, sono previsti riposi, permesse e le pause all’interno della giornata lavorativa.

La stretta sulle regolamentazioni Covid in Svezia

La Svezia ha raggiunto un nuovo record giornaliero in quanto a numero di casi di Covid-19 giovedì scorso. Con cifre che è molto probabile continuino a crescere nelle prossime settimane fino a toccare il picco alla fine del gennaio, ha detto l’agenzia sanitaria nazionale.  

Il numero dei casi è arrivato infatti a più di 25mila nel mezzo di un aumento drammatico causato dalla variante Omicron e il Ministero della Salute svedese ha avvertito che le cifre potrebbero addirittura arrivare al doppio per la fine del mese nel peggiore degli scenari.    

Nuove restrizioni in Svezia                      

Qualche giorno prima, il primo ministro svedese Magdalena Andersson aveva annunciato una nuova serie di misure nazionali relative al coronavirus per riuscire a riprendere il controllo sulla situazione. Il paese, infatti, stava già avendo difficoltà con il carico sempre maggiore sul sistema sanitario.   

Insieme al ministro della salute Lena Hallengren e i direttori generali della Public Health Agency e della National Board of Health and Welfare in una conferenza stampa tenutasi a mezzogiorno, Andersson aveva annunciato numerose nuove restrizioni atte a smorzare “i numeri record della diffusione dell’infezione” in Svezia.   

Dal 14 gennaio, tutte le attività con licenza hanno un coprifuoco alle 11 di sera, con esclusivamente servizio al tavolo e un limite di 8 persone massimo per gruppo. Le restrizioni riguardano anche però gli eventi e gli incontri pubblici che andranno a colpire chiunque avesse preventivato di partecipare ad un evento in Svezia nelle prossime settimane.     

Un peso sul sistema sanitario svedese  

Proprio per via della curva crescente di casi che ha colpito la nazione nelle ultime settimane, le restrizioni si sono rese necessarie.   

Ad una conferenza stampa, Andersson ha dichiarato che la “situazione rende chiaro il bisogno di nuove misure”. Ha sottolineato poi la situazione non rosea delle strutture ospedaliere e ha cercato di spronare tutti a vaccinarsi. La settimana scorsa l’82.2% della popolazione svedese sopra i 12 anni era già vaccinata con due dosi.     

“Sono ben consapevole che le misure sono intrusive nella vita di tutti i giorni delle persone. Proprio per questo vorrei chiarire che saranno temporanee e che sia il governo che le autorità competenti valuteranno la necessità delle nuove misure su base continuativa,” ha detto Andersson.   

Ulteriori regole in Svezia  

Il primo ministro, oltre ad annunciare le nuove regole riguardanti i pubblici esercizi, ha anche sconsigliato fortemente agli adulti di avere contatto con altre persone in luoghi chiusi nelle prossime settimane. Altre regole riguardano anche il lavoro, eventi pubblici e privati e i viaggi.   

Dal 12 gennaio, infatti, lo stato raccomanda di passare allo smartworking per tutte quelle aziende e dipendenti che possono implementarlo. Gli eventi pubblici avranno un limite massimo di 50 persone e oltre questo numero sarà necessario presentare un certificato Covid-19 all’entrata.  

Altre misure che sono state proposte sono di diminuire anche il limite per eventi privati ma questi richiederanno degli emendamenti alle regolamentazioni già in atto e verranno quindi introdotte in un secondo momento.   

In aggiunta, le misure precedenti sono state rinnovate, quindi i viaggi di lunga durata sono stati limitati a quelli essenziali e con l’obbligo della mascherina quando molte persone transitano insieme.  

Andersson ha detto, come accennato precedentemente, che un “allmänt råd” sarà introdotto per tutti gli adulti, di modo che diminuiscano i contatti con altre persone al chiuso. “Allmänt råd” può essere tradotto come “raccomandazione generale/pubblica) ed è stato descritto dal Chief Legal Officer della Public Health Agency come “qualcosa tra una regolamentazione e una raccomandazione”.   

Generalmente non ci sono sanzioni per averla violata ma ha una base legale e non viene considerato come opzionale. Il Communicable Diseases Act del 2004 (la legge sulle malattie trasmissibili) richiede infatti uno sforzo da parte di tutti per “prendere delle precauzioni ragionevoli per evitare la diffusione di malattie infettive.”   

“Vorrei rendere chiaro che chiunque abbia la possibilità di lavorare da casa è incoraggiato a farlo,” ha aggiunto Andersson.     

Le università non saranno costrette a spostare tutte le lezioni online, ma potrebbero utilizzare la didattica a distanza “come uno strumento” per limitare gli assembramenti ha detto il primo ministro. Gli esami potranno continuare come prima ma sempre applicando le misure messe in atto precedentemente per limitare i rischi di infezione, secondo quindi le restrizioni della Public Health Agency.   

Restrizioni per i viaggi in Svezia   

Tutti i viaggiatori al di sopra dei 12 anni di età dovranno presentare un test negativo per il Covid-19 al loro arrivo in Svezia. Questa misura viene applicata indipendentemente dallo stato vaccinale del viaggiatore. Solamente test antigenici o molecolari verranno accettati a patto che siano stati effettuati nelle 48 ore precedenti l’ingresso in Svezia. Gli unici esenti da questa restrizione sono i cittadini e residenti in Svezia.   

Le autorità hanno specificato che l’obbligo del test sarà adesso esteso anche ai viaggiatori provenienti dagli altri paesi scandinavi, quindi Danimarca, Norvegia e Finlandia. La mossa ha colpito in particolare gli abitanti dei paesi nordici proprio perché prima dell’arrivo delle nuove restrizioni, danesi, norvegesi e finlandesi potevano ancora godere dei privilegi garantiti adesso solo a cittadini e residenti.      

Sembrerebbe quindi che il picco di casi dato anche dalla circolazione della variante Omicron abbia spinto la Svezia a stringere ancora di più le restrizioni nel tentativo di tutelare i suoi cittadini.    

In aggiunta al requisito di mostrare un test negativo, rimane anche il blocco a tutti i viaggi non di natura essenziale per coloro che provengono da fuori dell’Unione Europea o l’Area economica europea. Questo divieto rimarrà in vigore fino al 31 gennaio, anche se sussistono numerose esenzioni.  

Primo ministro della Svezia positivo 

Arriva poi la notizia il primo ministro stesso è risultata positiva al test per il coronavirus proprio venerdì scorso, solo pochi giorni dopo l’introduzione delle nuove restrizioni per l’intera Svezia.     

Un’addetta stampa del governo, Darina Agha, ha comunicato che il primo ministro “si sente bene nonostante le circostanze” e che avrebbe continuato a lavorare da casa mentre si sottoponeva ai necessari giorni di isolamento.  

Il primo ministro non è però la sola rappresentante delle istituzioni ad essere risultata positiva. Numerosi altri funzionari svedesi sono risultati positivi dopo l’incontro e dibattito parlamentare dello scorso mercoledì. Anche i membri della famiglia reale, tra cui il re, la regina e la principessa ereditaria hanno contratto il virus in questo mese.   

La Svezia, che si era distinta in Europa per la sua decisione di non imporre un lockdown totale all’inizio della pandemia, ha adesso una media di quasi 23mila casi al giorno secondo Our World in Data. Per di più, la scorsa settimana, la Swedish Health Agency ha riportato 124,211 casi, più del doppio dei casi della settimana precedente.   

“È indubbio che la situazione stia deteriorata gravemente. La diffusione del virus in Svezia sta toccando i livelli più alti di casi dall’inizio di questa crisi globale,” ha detto Andersson.   

Secondo il database del canale televisivo pubblico SVT, che raccoglie informazioni da fonti attendibili e sicure, il numero di pazienti affetti da Covid-19 in terapia intensiva sono diminuiti la scorsa settimana, da 121 a 101.   

Il numero di altri pazienti ospitalizzati che hanno contratto il Covid-19 ma che si trovano in altri reparti rispetto alle unità di terapia intensiva sta però aumentando. Alla fine della settimana ne sono stati contati 917, più di 200 pazienti in più rispetto ai 685 dell’inizio della settimana. 

Bonus Inps fino a euro1000 a lavoratori fragili e Isee basso

Secondo una recente indagine della Banca d’Italia e riportata da Il Sole 24 Ore, i continui lockdown hanno dimezzato il reddito di operai e impiegati, ma anche di lavoratori autonomi come commercianti e artigiani. E nonostante l’orizzonte al momento si presenti leggermente più roseo, le prospettive di miglioramento degli Isee familiari continuano a essere modeste. A questa situazione, si aggiunge poi l’inflazione…

Dunque, pare più che ragionevole che la Legge di Bilancio 2022 preveda una serie di agevolazioni e bonus Inps per chi ha un Isee basso e per i lavoratori fragili, cioè coloro che hanno “patologie preesistenti a causa delle quali potrebbero avere conseguenze anche molto gravose in caso di infezione da covid-19”.

Ma quali sono questi bonus Inps? Vediamolo insieme nell’articolo, partendo da un video riassuntivo a cura di Mr. LUL le paghediale:

Le novità sui bonus Inps 2022

Negli ultimi mesi non sono certo mancate le agevolazioni emesse dal Governo a favore di privati cittadini e famiglie, e negli ultimi tempi si parla molto di bonus Inps per Isee bassi, cioè bonus Inps destinati a famiglie che hanno un reddito inferiore a una determinata soglia.

Proposte per il 2022, queste agevolazioni prevedono qualche novità, soprattutto relativa alla richiesta: dal 2 gennaio, infatti, le famiglie a basso reddito possono inoltrare la domanda per ricevere i suddetti bonus Inps non solo tramite CAF, ma anche online sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, attraverso il quale si può accedere all’Isee precompilato.

(A proposito, tutti coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza sono tenuti ad aggiornare il proprio Isee entro il 31 gennaio, altrimenti non riceveranno più l’agevolazione statale!)

Finora, le novità più grosse sui bonus Inps hanno riguardato proprio quelli che sono stati cancellati, ossia il bonus bebè e i vecchi assegni familiari. Ma, mentre il primo è stato abolito completamente, i secondi sono stati sostituiti dal nuovo Assegno Unico, che sarà disponibile da marzo 2022 e prevederà alcuni casi di maggiorazione dell’importo in base ai figlio a carico: per approfondimenti al riguardo, si veda l’articolo Assegno unico: nel 2022 nuovi requisiti di accesso!

In un’intervista a Repubblica, la ministra delle Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti si dice molto soddisfatta della forma che prenderà il nuovo assegno unico perché 

è il primo pezzo di una riforma profonda e innovativa a servizio delle famiglie, che diventa legge dello Stato. Tutti i nuclei avranno una somma mensile a disposizione di ogni figlio, la cui quantificazione è commisurata al reddito e cresce dal terzo figlio in poi, a prescindere che i genitori siano lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti.

Bonus Inps per famiglie con basso Isee

Promuovere l’occupazione di donne, giovani, aiutare le famiglie in difficoltà economica e, in generale, coloro con un Isee basso sono gli scopi che si è dato l’Inps attraverso l’erogazione di vari tipi di bonus al fine di promuovere un tipo di crescita che non sia soltanto costante, ma anche inclusiva.

Ecco le parole rilasciate lo scorso settembre dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico e riportate da La Stampa:

Questo è il momento di mettere in campo interventi contro la precarietà e i salari bassi e poi occorre favorire l’occupazione di donne e giovani. Perché la crescita c’è ed è forte, ma deve essere inclusiva. […] se dobbiamo crescere come stiamo facendo ora, è bene che la crescita sia per tutti.

E ora, arriviamo al cuore dei bonus Inps per Isee bassi e famiglie in condizioni disagiate, e vediamo quali sono e come funzionano.

1. Bonus asilo nidoStabilito dal decreto legge 232/2016, questo bonus Inps è un contributo che spetta alle famiglie per aiutarle a pagare la retta degli asili nido pubblici o privati oppure l’assistenza domiciliare per i bambini fino a tre anni con patologie croniche. Questo bonus Inps non è specifico per gli Isee bassi, ma prende in considerazione diversi tipi di famiglie. Tuttavia, per i nuclei familiari con redditi inferiori a 20mila euro, può arrivare anche fino a 3mila euro annui.

2. Assegno di maternitàSi tratta di un bonus Inps destinato alle donne lavoratrici o disoccupate, il cui importo viene deciso in base all’Isee del nucleo familiare e all’indice Istat dei prezzi al consumo.

3. Bonus terzo figlioSpetta alle famiglie che attendono il terzo figlio nelle quali i due figli precedenti abbiano meno di 18 anni. Sarà il CAF di riferimento a inoltrare la domanda all’Inps per ricevere il bonus che si compone di due assegni.

4. Bonus casalingheContrariamente a quanto ci si possa aspettare, non si tratta di un bonus Inps che spetta direttamente alle casalinghe o ai casalinghi – ossia a coloro occupati nelle faccende domestiche senza percepire uno stipendio.

Al contrario, si tratta di alcuni fondi destinati agli enti di formazione al fine di erogare corsi di formazione gratuiti che mirino ad acquisire determinate competenze al fine di una eventuale assunzione da parte di un datore di lavoro.

5. Carta acquisti 2022Questo bonus Inps è destinato a famiglie con Isee basso che hanno bambini fino a tre anni o ad anziani dai 65 anni in su. In pratica si tratta di una carta di pagamento elettronica necessaria a pagare le spese sanitarie o alimentari e le bollette di luce e gas per un importo di 40 euro al mese – viene ricaricata di 80 euro ogni due mesi.6. Assegno socialeUn altro tra i bonus Inps che verranno assegnati in questo 2022 è il cosiddetto Assegno Sociale, una agevolazione economica per cittadini con Isee basso o stranieri che hanno regolare permesso di soggiorno UE o rifugiati politici. La Circolare del 23 dicembre 2021 ha reso noto l’importo del bonus Inps nel 2022, cioè 467,65 al mese.

7. Assegno emergenziale/integrativoQuesta forma di assistenza non rientra tra i bonus erogati direttamente dall’Inps, ma dai Fondi Credito, Credito cooperativo e Trasporto pubblico e, come suggerisce il nome stesso, va a integrare l’importo dell’indennità di disoccupazione o ne prolunga la durata. Spetta a coloro che hanno perso il lavoro in modo permanente o temporaneo e il cui contratto di non era regolato dalla normativa in materia di integrazione salariale – secondo alcuni dati Istat, solo nel 2020 hanno perso lavoro quasi un milione di persone a causa del Covid-19.

8. Assegno temporaneo integrativo Assistenza MagistraleIl suddetto bonus Inps, che spetta sempre a chi ha un Isee basso, si rivolge in particolare modo a coloro che sono iscritti alla Gestione Assistenza Magistrale e sono senza Isee o con Isee inferiore a 10.230 euro (quest’ultimo scende a 8.3530 euro se si tratta di superstiti). L’integrazione corrisponde al 10% dell’importo iniziale per ogni componente del nucleo familiare a carico fiscale dell’iscritto.

9. Sostegno per l’Inclusione AttivaIl SIA, o Sostegno per l’Inclusione Attiva, consiste in un bonus Inps erogato tramite carta di pagamento elettronica che spetta alle famiglie in difficoltà economiche e, dunque con Isee basso, nelle quali sono presenti minorenni, figli disabili, donne incinte. La carta può essere utilizzata per acquistare beni di prima necessità.

10. Fondo di Integrazione SalarialeIl Fondo di Integrazione Salariale, FIS, sostiene i cittadini con un reddito basso i quali si siano trovati involontariamente senza lavoro per i motivi stabiliti dalla cassa integrazione ordinaria o straordinaria.

11. Reddito di inclusioneQuesto tipo di bonus Inps prevede l’erogazione di una somma a favore di famiglie con Isee basso, nelle quali vi siano disabili, minorenni, disoccupati oltre i 55 anni o donne incinte. L’importo viene caricato mensilmente sulla Carta REI.

12. Esenzione ticketNon si tratta di un bonus Inps, ma di una vera e propria esenzione dai pagamenti prevista dal Ministero della Salute rivolta ai disoccupati con familiari a carico, il cui Isee per nucleo familiare risulti particolarmente basso, cioè compreso tre 8.263,31 euro e € 11.362,05. Sono esenti dal pagamento del ticket anche i bambini con meno di 6 anni e anziani over 65 in nuclei familiari con redditi fino a € 36.151,98.

Bonus Inps di 1000 euro per lavoratori fragili

In base all’articolo 1 comma comma 969 della legge 234 del 2021, l’Inps ha stanziato in totale 5 milioni di euro per l’erogazione di questo bonus rivolto ai lavoratori fragili nel 2022.

Stabilita dalla Legge di Bilancio ed entrata in vigore l’1 gennaio 2022, questa misura economica una tantum il cui importo è di 1000 euro spetta ai lavoratori dipendenti del settore privato che hanno un’assicurazione economica di malattia registrata presso l’Inps e che:

  • l’anno scorso siano stati assenti per almeno un mese dal lavoro
  • non hanno usufruito dell’indennità stabilita dal decreto Cura Italia, cioè hanno raggiunto il limite massimo di malattia indennizzabile

È compito dei singoli cittadini inoltrare la domanda per ricevere il contributo una tantum previsto dal bonus secondo modalità e tempistiche che saranno rese note dall’Inps stesso.

Parlando di lavoratori fragili, ricordiamo che possono lavorare in smart working solo fino al 28 febbraio 2022.

Bonus Inps senza Isee

Alcuni bonus Inps possono essere richiesti anche senza la presentazione dell’Isee. 

Tra questi, vi è il già citato Assegno Unico, misura che va a sostituire i precedenti Bonus mamma domani, Bonus bebè, gli Anf, comprese le varie detrazioni per i figli a carico.

Tuttavia, se non lo si presenta in sede di domanda, vale la pena ricordare che senza Isee si avrà diritto all’importo minimo previsto, che va da 50 euro a 175 euro mensili: più l’Isee è basso, più il bonus Inps si alza, cioè si aggirerà intorno ai 175 euro per redditi inferiori a 15mila euro annui.

Come fare domanda per i vari bonus?

I tempi e le modalità per richiedere i vari bonus Inps per cittadini con Isee basso variano a seconda dell’agevolazione stessa. Infatti, mentre alcuni possono essere richiesti direttamente sul sito dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, altri passano per esempio per Poste Italiane.

La soluzione ideale, dunque, è quella di visitare direttamente il sito dell’Inps e seguire passo passo le indicazioni fornite in base al bonus per cui si desidera inoltrare la domanda.

Guida all’ottimizzazione degli annunci LinkedIn

Perché dovresti provare LinkedIn Ads?

La maggior parte di noi trascorre le giornate davanti a uno schermo, al lavoro o davanti al computer a casa. Con l’enorme pubblico di LinkedIn—LinkedIn vanta oltre 400 milioni di membri—questo significa un sacco di occhi su annunci pubblicitari. 

La piattaforma ti dà accesso a strumenti premium progettati per aiutarti a raggiungere più facilmente il tuo pubblico di destinazione. Puoi perfezionare il tuo target con dati demografici dettagliati e incredibilmente specifici, con opzioni come scegliere come target dipendenti in settori specifici o aziende che corrispondono alla tua nicchia. 

Una volta che hai individuato un pubblico ideale, il pay-per-click è un altro modo economico per farti conoscere da persone interessate a ciò che hai da offrire. Allora come fare ad ottimizziare aumentare le prestazioni della tua campagna LinkedIn Ads? Scopriamolo! 

Passaggio 1) Seleziona il pubblico di destinazione

Il primo passo per una campagna pubblicitaria LinkedIn efficace è selezionare il tuo pubblico di destinazione. La tua strategia per scegliere un pubblico di destinazione sarà determinata dal tuo obiettivo (impressioni, clic, conversioni) e dal budget. 

Una volta deciso il tipo di campagna da pubblicare (impressioni o conversioni), puoi iniziare a perfezionare il tuo pubblico di destinazione. Tieni presente che se prevedi di condurre una campagna di Employer Branding, determinate regole riguardano chi dovresti rivolgerti. 

Per la maggior parte degli altri tipi di campagne, non preoccuparti delle restrizioni del settore; inizia semplicemente con parametri generali che diventano più specifici man mano che li perfezioni. 

Passaggio 2) Crea un testo pubblicitario efficace

Quando crei un annuncio, assicurati di includere un’immagine chiara e concisa. Pensa alla tua immagine come rappresentativa della tua attività; se vendi gioielli firmati, non vorresti la foto di un edificio per uffici, giusto? 

Prenditi un po’ di tempo per pensare a cosa potrebbe interessare il tuo cliente ideale. 

Quindi crea una copia che li invogli a fare clic sul tuo annuncio. Mantienilo breve e incisivo; attira la loro attenzione con qualcosa di intrigante prima di indirizzarli più in basso nel tuo testo. 

Sfrutta anche le funzionalità di LinkedIn aggiungendo inviti all’azione all’interno di immagini, testo del titolo per gli utenti mobili e utilizza le sovrapposizioni di pulsanti per distinguerti dalla concorrenza! 

Passaggio 3) Immagine pertinente

Dovresti utilizzare 1080 x 1080 pixel con proporzioni 1:1 per Annunci Reels e 1200 x 627 pixel per Annunci con immagine singola. Se non ti senti a tuo agio nella creazione di elementi grafici, utilizza un software di modifica delle immagini come Photoshop

In alternativa, Pixabay è un’ottima risorsa per le immagini gratuite. 

Passaggio 4) Esamina gli account mirati

Poiché i tuoi annunci vengono mostrati in base ai termini di ricerca, l’utilizzo di parole chiave ti aiuterà a ottenere più clic. Ma non usare parole a caso: vuoi incorporare le parole che le persone cercano. 

Per trovare idee, vai su Google Keyword Planner e digita una parola chiave correlata. Puoi vedere cos’altro cercano le persone quando inseriscono il tuo termine e ottenere ulteriori idee per parole chiave a cui potresti non aver pensato prima. 

Assicurati di non esagerare. Scegli come target uno o due termini strettamente correlati per gruppo di annunci perché troppi possono creare confusione per i potenziali clienti che guardano i tuoi gruppi di annunci e quindi comportare percentuali di clic inferiori.

Passaggio 5) Usa le parole chiave in modo strategico

Una delle tue maggiori risorse in una campagna pubblicitaria è avere un pubblico (cioè persone che sono già interessate a ciò che offri). 

L’utilizzo delle parole chiave può aiutarti a raggiungere queste persone a un costo contenuto. Se utilizzano parole chiave correlate al loro interesse, sarà più probabile che facciano clic sul tuo annuncio. Puoi anche incoraggiarli aggiungendo quelli sponsorizzati o promossi accanto al tuo nome. 

L’aggiunta di queste parole indica agli utenti che hai speso soldi per essere lì, quindi deve esserci qualcosa che vale la pena fare clic! Assicurati che anche queste parole chiave siano correlate alla tua attività—in caso contrario, gli utenti potrebbero pensare che sia spam e ignorarlo del tutto.  

Utilizza frasi chiave specifiche invece di termini generici che hanno molti significati. In questo modo, hai maggiori possibilità di trasmettere il tuo messaggio in modo accurato ed efficace. 

Infine, assicurati che i tuoi contenuti corrispondano al modo in cui utilizzi le parole chiave negli annunci; se gli utenti arrivano a una pagina che non è pertinente a ciò su cui hanno fatto clic, la chiuderanno immediatamente o la salteranno completamente durante la navigazione in un secondo momento.

Passaggio 6) Scegli le pagine di destinazione appropriate

Puoi indirizzare i visitatori dalla tua campagna pubblicitaria direttamente a qualsiasi pagina web del tuo sito, ma non è sempre la cosa migliore. Inviarli a una pagina web che ha come target specifico il loro interesse aumenterà notevolmente la tua percentuale di clic (CTR) e, in definitiva, il tuo tasso di conversione. 

Ad esempio, se gestisci un sito di e-commerce che vende abbigliamento da uomo, l’invio degli utenti che hanno cliccato su uno dei tuoi annunci di abbigliamento direttamente in una delle tue pagine di categoria di abbigliamento maschile risulterà in più clic rispetto a quando li invii a qualsiasi altra parte del tuo sito. 

Mantieni i visitatori coinvolti creando pagine di destinazione personalizzate in base ai loro interessi specifici!

Come scegliere le parole chiave giuste per le tue campagne LinkedIn?

Per eseguire una campagna di successo, devi selezionare alcune parole chiave pertinenti per il tuo pubblico. Ad esempio, potresti utilizzare qualcosa come la formazione aziendale vicino a Manhattan. Ricorda che non vuoi che le persone che cercano software di marketing vedano il tuo annuncio! 

Cerca parole chiave più lunghe che siano più descrittive. Puoi trovare informazioni dettagliate sui tipi di termini a cui dovresti rivolgerti guardando altri annunci nella tua nicchia e monitorando le loro percentuali di clic (CTR). 

Questo ti darà informazioni preziose su quali parole funzionano bene. Inoltre, ricorda che non tutti questi annunci li utilizzeranno correttamente; cerca in giro e guarda cosa attira la tua attenzione! 

Dovresti anche considerare di utilizzare lo Strumento di pianificazione delle parole chiave di Google se hai voglia di approfondire le cose. 

Non dimenticare nemmeno le parole chiave a corrispondenza inversa: ti consentono di ridurre il traffico irrilevante in modo da spendere meno denaro nel complesso. 

Puoi anche sfruttare le estensioni annuncio, se disponibili nel tuo settore, in quanto forniscono informazioni aggiuntive su chi c’è dietro un annuncio senza dover prima fare clic su di esso.

Come aumentare le prestazioni delle tue campagne pubblicitarie su LinkedIn? 

Segui questi quattro passaggi di seguito per ottimizzare e aumentare il rendimento della tua campagna LinkedIn Ads: 

Passaggio 1: diagnostica perché non ricevi impressioni? 

Per iniziare a ottimizzare, controlla dove esattamente il tuo annuncio non è all’altezza. Se non ricevi impressioni, i motivi potrebbero essere diversi: in primo luogo, esamina l’ottimizzazione delle parole chiave. 

Controlla dove ci sono potenziali buchi nelle parole chiave della tua categoria di nicchia: forse qualcosa manca o non corrisponde qui.

In secondo luogo, esamina le offerte e amp; bilanci; A volte l’impostazione di offerte più elevate aiuta ad aumentare la visibilità nel tempo, quindi sperimenta aumentando leggermente le offerte ogni pochi giorni fino a quando non inizia qualcosa. 

E infine, se nessuno di questi fa parte del problema prova ad ampliare ricercando nuove categorie rilevanti per la tua nicchia per vedere se gli annunci hanno un rendimento migliore in quella zona. 

Passaggio 2: determinare come contribuire a garantire un importo ottimale dell’offerta? 

Ora che sai cosa non va nel tuo annuncio, prenditi del tempo per capire cosa è giusto. Esamina le metriche sul rendimento come CPM e il numero di impressioni.

Queste due cose ti daranno una visione approfondita di quanto LinkedIn pensa che il tuo pubblico di destinazione effettivo valga per impressione; quindi utilizza queste informazioni per determinare di quanto aumentare o diminuire le offerte se sembrano troppo alte o basse. 

Il CPM varia in media tra $ 2 e $ 5 a seconda della tua nicchia e del risultato desiderato per ciascuna campagna. Le offerte variano in base alla qualità della concorrenza, ma generalmente qualsiasi cosa tra $ 1 e $ 15 funziona bene anche se potresti trovare un punto debole verso entrambe le estremità di quello spettro a seconda dei risultati che stai cercando (quindi entrambe le estremità potrebbero funzionare bene). 

Fase 3 – Dove dovresti spendere meno soldi? 

Durante l’analisi, prestare attenzione al costo per clic KPI. Una buona idea sarebbe quella di concentrare gli sforzi successivi sulla ricerca di opzioni più economiche invece di quelle con prestazioni più elevate. Ci sono un paio di modi per farlo. 

In primo luogo, esplora le aree geografiche iperlocali se hai un’opzione per pubblicare i tuoi annunci lì. In caso contrario, potresti dover modificare l’offerta o scegliere come target la località o il pubblico provando posizionamenti o argomenti diversi. 

Un altro modo è ridurre il limite di spesa giornaliero del tuo annuncio, assicurandoti di non ridurre le offerte in modo significativo per evitare di avere tassi di coinvolgimento troppo bassi sui tuoi gruppi di inserzioni dopo essere stati potenziati in seguito. 

Nel complesso, è improbabile che l’adozione di una sola di queste strategie sia sufficiente, ma l’utilizzo di tutte e tre insieme dovrebbe sicuramente migliorare i numeri dei KPI e ridurre significativamente i costi nel lungo termine. 

Passaggio 4 – Come ci si assicura che le offerte siano impostate a un livello adeguato? 

L’obiettivo è essere in grado di classificare i termini che potrebbero generare traffico mirato senza costi eccessivi. Sebbene gli aggiustamenti delle offerte siano relativamente semplici, ci sono molte variabili da tenere a mente. 

Mentre continui a modificare il pubblico di destinazione e le query di ricerca della tua campagna, pensa in modo critico a come le modifiche influiscono sui costi. È possibile che migliorando il CTR sui tuoi annunci o aumentando il tuo punteggio di pertinenza, il tuo CPC (costo per clic) possa aumentare; in alternativa, se restringi i gruppi di annunci o diventi più pertinente, potrebbe diminuire.

Conclusione

Sebbene ogni piattaforma offra un metodo unico di personalizzazione degli annunci, la comprensione di questi componenti chiave è un utile punto di partenza per le tue campagne LinkedIn. 

Come con qualsiasi tipo di pubblicità, è importante mantenere il più possibile familiarità con l’impostazione e l’analisi della campagna prima di immergersi a pieno regime. In tal modo, sarai in grado di individuare rapidamente qualsiasi potenziale punto debole e avere un’idea chiara di come l’ottimizzazione può aiutare a promuovere i tuoi obiettivi di marketing su LinkedIn.  

In questo modo puoi perfezionare ulteriormente il tuo pubblico di destinazione aumentando la consapevolezza del tuo marchio. Il tipo di impressione che fai con i tuoi clienti fa la differenza nell’ottenere conversioni o nell’allontanarli, ma dipende in gran parte da quanto attraente e chiaro appare il tuo annuncio nei feed degli utenti. 

La visualizzazione accanto a contenuti altamente coinvolgenti garantisce che i potenziali clienti abbiano un’alta probabilità di essere attratti dai tuoi quando seguono una visita dopo aver appreso di più dal precedente coinvolgimento con i post. 

Aiuta a generare conversioni se fatto bene, ma non pensare solo alle impressioni; questa tecnica si basa sull’abbinamento di titoli accattivanti con elementi visivi accattivanti per la massima efficacia. 

Dopotutto, non ha senso essere lì se nessuno fa clic, giusto? Assicurati che tutti i link siano stati correttamente convalidati prima di eseguire le campagne.

Sciacquone: ti può costare 9.500 euro! Attenzione al Wc

D’ora in poi ci sarà da stare attenti ad andare in bagno di notte: tirare lo sciacquone e lasciare il Wc pulito può costare fino a 9.500 euro. Il problema, fondamentalmente, non è tanto la decisione o meno di andare in bagno, ma il rumore che viene emesso dallo sciacquone nelle ore notturne, che può causare non pochi problemi ai vicini di casa durante il sonno. I proprietari di un appartamento dovranno eliminare i rumori emessi dallo scarico del proprio Wc, e pagare la bellezza di 500 euro per ogni anno nel quale hanno disturbato il sonno dei vicini. Dato che il problema era partito nel 2003, la somma che dovranno pagare in totale è pari a 9.500 euro. Il totale è presto fatto!

È bene ricordare che non vi è in Italia una legge che regoli l’uso o il rumore che uno sciacquone debba fare di notte. All’interno del Codice Civile, nell’articolo 844, viene menzionato unicamente che il rumore non debba essere ritenuto intollerabile. Il Giudice ha quindi ampio margine di manovra e dovrà valutare, caso per caso, quando il rumore si diventato intollerabile. Per valutare il fastidio generato, in questo caso, da uno sciacquone devono essere tenuti in considerazione alcuni fattori, tra i quali vi sono le dimensioni delle pareti, l’entità del rumore, dove è collocato il bagno e l’immobile. La decisione nel caso in questione è partita proprio partendo da questi parametri.

Uno sciacquone troppo rumoroso!

Avere in casa uno sciacquone troppo rumoroso può costare caro. Se ne sono accorti i proprietari di un alloggio, che dovranno mettere mano al portafoglio e pagare 500 euro per ogni anno che il troppo rumore ha causato del disagio ai vicini di casa. A deciderlo sono stati i giudici della Corte di Cassazione, che hanno deciso di associare questa particolare situazione di disagio alla questione dei diritti umani. Entrando un po’ di più nello specifico, stiamo parlando di uno scarico di un Wc che era murato all’interno di una parte troppo sottile. Il rumore, almeno stando all’interpretazione dei giudici, costituisce una vera e propria lesione al diritto ed al rispetto della propria vita privata e familiare, che rientra tra i diritti che sono protetti dalla convenzione Europea dei diritti umani.

Sostanzialmente è questa la motivazione per la quale la sesta sezione Civile della Suprema Corte, che è stata presieduta dal giudice Antonello Cosentino, ha deciso di respingere il ricorso che era stato presentato da quattro fratelli proprietari di un appartamento in una località del Golfo dei Poeti, in provincia di La Spezia.

Una vera e propria disputa per uno sciacquone!

La guerra dello sciacquone ebbe inizio nel lontano 2003. In quel periodo i vicini di casa, una coppia che abitava nell’alloggio adiacente a quello dei quattro fratelli, decisero di rivolgersi al tribunale di La Spezia: la causa aveva come oggetto il nuovo bagno. O più correttamente i rumori che derivavano dagli scarichi che il Wc provocava. I coniugi, oltre a richiedere l’eliminazione del problema, avevano avanzato anche una richiesta di risarcimento danni.

Il giudice di primo grado decise di bocciare la richiesta della coppia. Marito e moglie, però, non si arresero e decisero di ricorrere in Appello a Genova, dove sono stati assistiti dagli avvocati Giordano Sturlese e Paolo Marsigli. A questo punto viene presentata una vera e propria perizia, disposta dalla Corte, attraverso la quale è stato accertato che

il secondo bagno era stato realizzato in una parete adiacente la stanza da letto dell’appartamento confinante ove era posta la testiera del letto

e viene messo in evidenza che è presente

non solo un notevole superamento della normale tollerabilità ma anche lo spregiudicato uso del bene comune, posto che la cassetta di incasso del wc era stata installata nel muro divisorio, avente lo spessore di 22 centimetri, mentre avrebbe potuto trovare collocazione nel loro locale bagno.

Wc, tiri l’acqua? Paghi i danni!

Nel corso dello svolgimento della perizia è stato constatato che i rumori dello sciacquone disturbassero il riposo serale e quello mattutino. Si veniva a pregiudicare, in questo modo, la normale qualità della vita in un luogo che avrebbe dovuto esser stato destinato al risposo. Situazione che è stata aggravata dal fatto che i quattro fratelli utilizzassero frequentemente lo sciacquone anche di notte.

Si è configurata, in questo modo, una pesante e decisiva lesione dei diritti alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiana. È, infatti, importante ricordare che questi diritti sono costituzionalmente garantiti e tutelati dall’articolo 8 della Convenzione europea diritti dell’uomo. I quattro fratelli sono stati costretti a rivedere il posizionamento dello sciacquone e dovranno pagare 500 euro l’anno, per tutti gli anni compresi dal 2022 ad oggi, perché hanno disturbato il sonno dei vicini. Lo sciacquone costerà loro qualcosa come 9.500 euro.

3 azioni da evitare questa settimana per non bruciare soldi

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Nella consueta rubrica curata su The Motley Fool, Rick Munarriz la scorsa settimana aveva consigliato di stare alla larga da 3 titoli per evitare brutte sorprese.

Nel dettaglio si trattava di Delta Airlines che nell’ultima ottava è sceso del 3%, di Lucid Motors che invece è salito dell’1%, mentre SeaWorld Entertainment ha accusato un crollo del 7%.

In media i tre titoli hanno riportato una flessione del 3%, ben più ampia di quella dell’S&P500 che invece è sceso dello 0,3%.

Per la settimana di Borsa iniziata ieri, Munarriz segnala come investimenti vulnerabili Netflix, United Airlines e nuovamente Lucid Motors.

Netflix

La scorsa settimana si è conclusa con una nota positiva per Netflix, con il titolo in rialzo venerdì, dopo che ci sono stati segnali di aumento dei prezzi per gli abbonati statunitensi. Gli investitori hanno reagito favorevolmente ai rialzi dei prezzi in passato.

Netflix riporta i risultati del primo trimestre poco dopo la chiusura del mercato giovedì prossimo. La società un tempo non sbagliava un colpo con i suoi aggiornamenti trimestrali, ma negli ultimi due anni non è stato all’altezza un paio di volte.

Netflix ha annunciato un aumento dei prezzi qualche giorno prima di una trimestrale che potrebbe essere negativa?

Non sarebbe una sorpresa se i conti dovessero essere in chiaroscuro: anche con il film Red Notice e la serie Squid Game che hanno battuto i record di spettatori sulla piattaforma, se la crescita degli abbonati non è stata entusiasmante, il mercato a interrogarsi sulla decisione strategica di aumentare i prezzi in questo clima sempre più competitivo.

Lucid Motors

Non si può negare che il Lucid Air della nuova casa automobilistica sia un veicolo elettrico impressionante. Non diventi l’auto dell’anno di MotorTrend come debuttante senza aver fatto molte cose per bene.

Ci saranno dolori crescenti, ma quando hai il rispetto del settore e i critici entusiasti della tua tecnologia di propulsione, devi apprezzare le possibilità a lungo termine di Lucid.

Il problema con Lucid Motors è che ora ha una capitalizzazione di mercato di quasi 70 miliardi di dollari. Ci vorrà molto tempo per giustificare quel mark-up per una start-up, soprattutto perché non ha ancora avuto a che fare con i problemi della crescita che derivano da qualsiasi nuova casa automobilistica.

Ci sono stati un paio di titoli che hanno spinto Lucido Motors al rialzo la scorsa settimana, ma le novità prospettate non sembrano sostenibili.

I piani per aprire una fabbrica in Arabia Saudita nei prossimi quattro anni sono troppo lontani.

I rumor su Apple che collabora con Lucid per costruire il suo inevitabile ingresso nel mercato dei veicoli elettrici, sembrano più un desiderio che una probabilità di partnership.

Da ricordare che la scorsa settimana Redburn ha avviato la copertura di Lucid Motors con un rating neutro e un prezzo obiettivo a 39 dollari, più basso dei valori correnti del titolo.

United Airlines

Con la variante omicron che assorbe la domanda interna e inizia a limitare alcuni viaggi internazionali, è difficile entusiasmarsi per le prospettive a breve termine del settore aereo.

Gli analisti vedono United Airlines tornare alla redditività entro la fine dell’anno, ma l’ottimismo su questo fronte sta iniziando a svanire.

Tre mesi fa, gli esperti indicavano un utile per azione di 2,9 dollari per quest’anno per United Airlines, ma ora la previsione è stata tagliata a 1,54 dollari. 

La ripresa del settore potrebbe richiedere del tempo e se una trimestrale forte non è stata sufficiente per salvare Delta la scorsa settimana, è improbabile che United Airlines sia aiutato dai suoi conti in arrivo giovedì.

Bonus 2022 e indennità: cosa spetta a un disoccupato?

La crisi pandemica ha innescato anche una bomba dal punto di vista economico. Tante famiglie oggi si ritrovano senza lavoro o con le attività imprenditoriali chiuse. In altri casi, non ha fatto altro che esasperare situazioni già critiche di per sé. Per questo nascono i bonus 2022 per disoccupati.

Basti pensare a tutti coloro che erano alla ricerca di un lavoro ma che oggi, alla luce di queste congiunture così nefaste, hanno definitivamente abbandonato ogni speranza.

Lo Stato prevede però degli aiuti per chi è disoccupato e su questo aspetto ci soffermiamo in questo articolo. Non inoccupato, che è diverso. Il disoccupato è colui che aveva un lavoro ma suo malgrado l’ha perso mentre l’inoccupato non l’ha mai avuto.

Ecco allora che lo Stato prevede degli strumenti a tutela di questa categoria di persone, per sostenerle nel momento di difficoltà, nell’attesa che, come si spera, possano cogliere una nuova opportunità lavorativa.

Cosa spetta dunque a un disoccupato? 

Chi pensa che ci sia soltanto l’assegno di disoccupazione Naspi a proprio favore, si sbaglia. Ci sono altri sussidi e agevolazioni di cui poter beneficiare, ecco un elenco a seguire, nel corso di questo articolo.

Bonus 2022 per disoccupati, ultime novità!

Una delle principali novità in questo senso riguarda la decisione, da parte del governo Draghi, di non confermare il Rem, il reddito di emergenza, anche per il 2022.

A tal proposito ricordiamo che

Il Reddito di emergenza (REm) 2021 è una misura di sostegno economico ai nuclei familiari in condizioni di necessità. Viene riconosciuto per un valore da 1.200 a 2.400 euro, relative alle mensilità di marzo, aprile e maggio.

In sostanza una misura “emergenziale” appunto per poter contrastare la crisi economica scaturita a seguito di quella pandemica. Dal momento che si prospettava la fine dello stato di emergenza al 31 dicembre 2021, sembrava non necessario rinnovare l’erogazione di tale sussidio statale. Ma alla luce dello stato attuale dei contagi e della pandemia, non è detto che tale provvedimento non possa essere riconsiderato tra i bonus 2022, a favore delle famiglie più bisognose.

L’altra novità a partire da questo gennaio 2022 riguarda l’introduzione del bonus patente, che si rivolge ai disoccupati per l’appunto. Per favorire l’occupazione al di sotto dei 35 anni, il governo ha stanziato un bonus del valore di mille euro per tutti coloro che vogliono avviarsi al mestiere di camionista.

il disoccupato che vorrà accedere al bonus patente dovrà innanzitutto conseguire patente C e certificato CQC e, in secondo luogo, dovrà ottenere un lavoro come autotrasportatore. Solo dopo aver rispettato questi requisiti potrà fare richiesta per ottenere fino a 1.000 euro di bonus, non prima.

Infine, c’è un’importante novità anche per quanto concerne la Naspi 2022. Infatti per chi richiede l’assegno di disoccupazione a partire da questo momento, non sarà più necessario rispettare il requisito dei 30 giorni minimo di lavoro svolto nell’anno. Inoltre, la diminuzione del 3% sull’importo previsto dall’assegno, avverrà solo dopo sei mesi e non prima.

Quale bonus spetta ai disoccupati: la Naspi

Le indennità a disposizione di un disoccupato o disoccupata sono diverse. Alcune rientrano nell’ambito dei sussidi di base, come ad esempio la Naspi, Dis-coll, reddito di cittadinanza oppure di emergenza. 

A questi si affiancano una serie di indennità che il governo prevede in maniera periodica e a seconda dei fondi disponibili. Per questo anno ad esempio, rientra tra i bonus 2022 anche quello per le casalinghe disoccupate, di cui  abbiamo approfondito gli aspetti principali in un articolo dedicato, con focus sulle opportunità di formazione che tale bonus offre.

Il principale aiuto che lo Stato mette a disposizione dei disoccupati è senza dubbio la Naspi. Se un lavoratore dipendente perde il suo impiego, allora ha diritto all’assegno di disoccupazione, a patto però di rientrare in alcuni specifici requisiti.

Il lavoratore deve perdere il posto non per propria decisione ma perché costretto, contro la sua volontà. Si può essere licenziati anche per un comportamento scorretto o, al contrario, si possono presentare le proprie dimissioni e aver diritto alla Naspi, se questo accade perché il datore di lavoro non paga lo stipendio o il dipendente subisce azioni di mobbing.

Inoltre, per avere accesso all’indennità di disoccupazione, bisogna tener conto anche di alcuni “numeri”. La legge infatti prevede che il lavoratore presti servizio per almeno 30 giorni all’anno, per aver diritto alla Naspi (come già abbiamo avuto modo di accennare, questo non dovrebbe più essere in vigore a partire da quest’anno). Ma non basta. È necessario aver versato i contributi per almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti alla perdita del lavoro.

Quanto spetta di disoccupazione a chi rientra in tali parametri? Il calcolo corrisponde al 75% dello stipendio medio percepito negli ultimi quattro anni (a partire dal quarto mese di disoccupazione, l’importo diminuisce di un ulteriore 3%. Così fino allo scorso anno, ora invece la decurtazione avviene dopo il sesto mese). 

In ogni caso, l’importo della Naspi non potrà essere superiore a circa 1300 euro al mese.

La durata della Naspi è uguale alla metà del periodo di contributi versati nei quattro anni precedenti. Quindi se si sono versati contributi per 14 mesi, si riceverà la disoccupazione per sette. A ogni modo, la Naspi non può mai durare più di due anni, proprio per i criteri di calcolo fino a qui seguiti.

Chi trova un nuovo lavoro può anche continuare a percepire la Naspi, se il reddito non supera 8.700 euro da dipendente o i 4.500 euro al mese, da lavoratore autonomo.

Bonus 2022 disoccupati: Dis-coll

La Dis-coll è un’indennità di disoccupazione che lo Stato riconosce a chi ha un rapporto lavorativo parasubordinato, nel caso ad esempio di co.co.co, e che involontariamente perde la sua occupazione Si riconosce anche a chi ha terminato un dottorato di ricerca.

I requisiti per poter accedere all’indennizzo prevedono l’iscrizione alla Gestione Separata Inps da almeno un mese nell’anno precedente la fine del rapporto. La Dis-coll spetta per la metà del periodo contributivo versato (così fino al 2021).

Non ricevono la Dis-coll invece coloro che hanno una partita Iva.

Per questo anno, la Legge di Bilancio 2022 ha previsto delle modifiche all’indennità Dis-coll. Infatti come per la Naspi, anche per la Dis-coll la riduzione percentuale dell’importo spettante ogni mese, si effettuerà più in là nel tempo, ovvero dal sesto mese.

Anche la durata dell’erogazione del beneficio si modifica e sarà pari a tutti i mesi per i quali si è lavorato e al massimo per un anno.

Per chi invece ha cessato il rapporto lavorativo al 31 dicembre 2021 valgono le norme previste fino a quel momento.

Reddito di cittadinanza tra i bonus 2022

Dal momento che il governo ha introdotto il reddito di cittadinanza, uno dei dubbi più frequenti da parte dei disoccupati riguarda proprio la possibilità di poter richiedere tale reddito, anche se hanno diritto per qualche mese alla disoccupazione.

La risposta è affermativa. Infatti è possibile percepire in contemporanea sia l’assegno di disoccupazione Naspi che il reddito di cittadinanza. Quest’ultimo inoltre va anche agli inoccupati, quindi a coloro che non hanno mai lavorato e non segue dunque la logica dei contributi previdenziali ai fini del suo ottenimento.

Ovviamente il reddito di cittadinanza non arriva a prescindere, a qualsiasi persona inoccupata o disoccupata. Infatti ci sono dei limiti di reddito da rispettare (che riguarda l’intero nucleo familiare) nonché limiti patrimoniali.

Il reddito di cittadinanza varia in maniera notevole anche negli importi spettanti. Infatti si oscilla da un minimo di 40 euro al mese a un massimo di 1380.

Bonus disoccupati 2022: altre indennità

Ci sono anche altri aiuti previsti per chi è rimasto senza lavoro. Nella fattispecie, il riferimento è a:

  • assegno di invalidità civile
  • assegno sociale
  • assegno unico e universale
  • bonus casalinghe

Eccoli nel dettaglio.

Il disoccupato che risulta essere anche invalido almeno al 74% può ricevere anche l’assegno mensile di invalidità, che ammonta a 286 euro. Non è necessario aver versato dei contributi per ottenerlo ma comunque bisogna rispettare alcuni specifici limiti di reddito.

Chi è rimasto senza un posto di lavoro e ha compiuto 67 anni ha diritto a percepire l’assegno sociale per intero (pari a 524 euro per il 2022), a patto che non risulti sposato e che, all’interno del nucleo familiare non ci siano altri redditi. In presenza invece di coniuge oppure di altri redditi, allora l’importo dell’assegno sociale va commisurato a quanto previsto dalle aliquote.

Già dallo scorso anno, tutti i disoccupati con figli under 21, hanno diritto a percepire l’assegno unico per il loro mantenimento. Chi ha diritto al reddito di cittadinanza non è tenuto a presentare alcuna domanda. Infatti l’importo spettante viene già integrato in automatico sulla ricarica mensile prevista per usufruire del reddito.

Infine abbiamo già accennato al bonus casalinghe, che si rivolge in maniera specifica alle donne rimaste senza lavoro, per uno o l’altro motivo. Può darsi il caso di un licenziamento a causa della pandemia oppure di scadenze di contratto non rinnovate. Coloro che dunque dimostrano di essere disoccupate e di occuparsi a tempo pieno della casa e dei figli possono fare richiesta per ottenere tale bonus.

Non si tratta di un vero e proprio sussidio economico, bensì di un credito d’imposta per gli enti di formazione che quindi erogano gratuitamente dei corsi online. Le donne che hanno voglia di cogliere nuove opportunità lavorative, hanno dunque la possibilità di mettersi al pari coi tempi. Ad esempio, imparando a utilizzare i motori di ricerca, scrivere contenuti per il web, ma anche imparare a utilizzare software, salvataggi di file sul computer oppure in cloud.

Concludiamo specificando che per richiedere la maggior parte di questi bonus è possibile accedere in autonomia al portale dell’Inps (tramite Spid) oppure rivolgersi a un Caf o patronato per maggiori indicazioni in merito.