Addio al precariato in Spagna: ecco il segreto su come fare!

Addio al Lavoro precario? Se puede! Ecco il messaggio lanciato dalla Spagna che ha toccato un picco di contratti stabili.

Dire finalmente addio ai contratti di lavoro precario? Questa è la sfida lanciata dalla Spagna. Ebbene, sembrerebbe proprio che tale sfida sia possibile. 

Ma cos’è accaduto? Bene, devi sapere che il Governo spagnolo ha messo in atto una nuova riforma del lavoro con l’obiettivo di abolire il precariato. 

Gli effetti sono stati addirittura migliori di quanto era stato pronosticato dal premier Sanchez. Infatti, nel mese di aprile i contratti stabili sono stati ben 700 mila, ossia una percentuale del 48%. 

Praticamente la metà dei nuovi contratti che sono stati stilati ad aprile sono stabili. Questo potrebbe essere un vero e proprio sogno per l’Italia, Paese nel quale registriamo un record di contratti a termine. 

Insomma, mentre in Spagna si registravano 700mila contratti stabili, in Italia abbiamo toccato il record dei 3 milioni di contratti a termine. 

Che la Spagna possa essere di ispirazione per il nostro Paese? Sicuramente la risposta è sì.

Ma qual è stato il segreto che ha portato il Paese iberico a tale record di contratti stabili? In che modo la situazione potrebbe cambiare anche in Italia? Andiamo a scoprirlo con questo articolo!

Addio al precariato: il caso spagnolo! Ecco cos’è accaduto!

Come avrai capito, la Spagna è riuscita a realizzare qualcosa che in Italia sembra davvero utopico: un record di contratti stabili con l’obiettivo di abbattere il lavoro precario. 

Ovviamente, l’obiettivo non è stato fin dall’inizio quello di abolire il precariato, anche perché di punto in bianco una riforma del genere non troverebbe un’applicazione duratura.

Infatti, la Spagna ha pensato bene di limitarlo fortemente, soprattutto in un periodo dove il precariato viene spesso utilizzato. 

In questo senso, il ministro Sanchez, ha deciso di puntare maggiormente sui contratti a tempo indeterminato come possibilità di accesso al mercato del lavoro spagnolo. 

Ebbene, ma cos’è accaduto nel dettaglio? 

Devi spere che il Governo spagnolo ha effettuato tale decisione nel mese di dicembre, in concomitanza con il Capodanno, in modo da partire a gennaio con una nuova riforma del mercato del lavoro. 

In questo modo la Spagna è riuscita a trovare un accordo tra sindacati e Confindustria

I risultati? Beh, come abbiamo sottolineato anche in precedenza sono stati davvero entusiasmanti.

Infatti, se prendiamo in considerazione il mese di aprile 2022, la Spagna ha visto crescere notevolmente la percentuale di contratti stabili, fino a raggiungere il 48%. Insomma, il record è stato quello di 700 mila contratti stabili. 

Facendo due calcoli possiamo comprendere come tale percentuale interessi la metà dei contratti stilati nel Paese nel corso del mese di aprile. Mica male, no?

Ma qual era la situazione in precedenza? Andiamo a scoprirlo. 

Ovviamente per comprendere quale grosso cambiamento sia stato apportato dalla riforma del lavoro voluta dal Presidente Sanchez, dobbiamo comprendere quale fosse la situazione iniziale del mercato del lavoro spagnolo. 

I contratti stabili aumentano in Spagna: ecco i numeri che abbattono il precariato!

Dunque, come avrai compreso, non possiamo parlare di netto miglioramento in Spagna se non siamo a conoscenza dei numeri che c’erano nel corso dello scorso anno e nei primi mesi del 2022. 

Come abbiamo affermato, ad aprile è stato toccato un vero e proprio record relativo ai contratti stabili spagnoli che per noi può essere un lontano sogno. 

Ebbene, devi sapere che nel mese di dicembre del 2021 i contratti stabili siglati in Spagna erano solo il 10%. 

Questa percentuale è cresciuta piano piano nel corso del 2022, complice la nuova riforma del mercato del lavoro. 

Infatti, quesi sono stati il 15% nel mese di gennaio, il 22% a febbraio ed il 31%, fino ad arrivare al picco record di aprile che, come abbiamo visto anche in precedenza, è stato del 48%. 

Ma questo cosa vuol dire? Beh, che nei primi mesi dell’anno il numero di contratti stabili firmati in Spagna sono aumentati vertiginosamente. 

Ebbene, si tratta di un sogno anche per l’Italia, soprattutto in un periodo ancora contrassegnato dalla pandemia da Covid-19

In realtà, come ben sappiamo, il mercato del lavoro sta assistendo un periodo di ripresa senza precedenti. Tuttavia, le aziende assumono nel nostro Paese con contratti a termine, soprattutto in questo periodo antecedente all’estate. 

Addio al precariato: altre novità sul caso della Spagna! Possiamo imparare?

Ma non è finita qui! Torniamo a parlare della Spagna e di quali sono stati i segreti che hanno portato il Paese ad ottenere tale record di risultati. 

Attenzione: non intendiamo ancora tutto questo come un punto di arrivo, ma come una partenza interessante che può essere di ispirazione anche per altri Paesi dell’Unione Europea, in primis l’Italia.  

La Ministra del Lavoro spagnola Yolanda Díaz ha affermato che si tratta di dati senza precedenti. Inoltre, molti non si erano fidati di tale iniziativa portata avanti dalla Spagna, che era stata duramente criticata e riconosciuta come sognatrice. 

In realtà non è stato così, anzi. Dai dati che abbiamo visto la Spagna ha effettuato passi da gigante per poter finalmente abbattere il lavoro precario. 

Tutto questo sotto l’urlo di “sì, se puede!”. La riforma ha cambiato davvero profondamente le regole dell’assunzione sul mondo del lavoro.

Era stato anche previsto un iniziale periodo di tolleranza per fare in modo che le persone si potessero adattare al meglio. Tuttavia, questo periodo di tolleranza non è stato preso in considerazione da molti ed il numero di contratti stabili è salito fin dal mese di gennaio. 

Attenzione: con l’aumento del numero di contratti stabili e duraturi non facciamo riferimento solo a coloro che avevano un contratto determinato che doveva trasformarsi in indeterminato. 

Infatti, devi sapere che il dato spagnolo maggiormente incoraggiante riguarda il numero di nuove assunzioni che hanno toccato il 73% dei contratti stabili spagnoli!

Quindi sì, se puede e si deve investire nel lavoro anche in Italia.

E il lavoro precario in Italia? Una situazione critica nel nostro Paese!

Ovviamente guardando al caso spagnolo una delle domande che sorge spontanea è: come possiamo fare per replicare tale situazione anche in Italia?

Beh, devi sapere che in molti si stanno ponendo questa questione, incluso il Ministro del Lavoro Andrea Orlando

Infatti, come abbiamo visto anche in precedenza, in Italia abbiamo avuto, dall’altra parte, un record di contratti a termine. 

Soprattutto in questo periodo caratterizzato dall’inizio della stagione estiva, abbiamo un vero e proprio boom di contratti stagionali o a termine che non giova sicuramente al mercato del lavoro italiano. 

È sempre più difficile trovare un lavoro stabile nel nostro Paese? Beh, la risposta sembrerebbe proprio essere affermativa, nonostante il Covid-19 sia ormai stato lasciato alle spalle. 

Ebbene, come abbiamo affermato anche in precedenza, mentre la Spagna raggiungeva il suo record positivo di 700 mila contratti stabili siglati ad aprile 2022, in Italia abbiamo toccato il record dei 3 milioni di contratti a termine. 

Una differenza abissale no? Ma come si sta muovendo l’Italia?

Abolire il precariato in Italia? Ecco cosa sta facendo il Ministro Orlando!

Ebbene, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando guarda con grane interesse al caso spagnolo, sperando di poterlo applicare anche in Italia. 

Infatti, Orlando ha più volte incontrato la ministra spagnola con l’obiettivo di ampliare le sue conoscenze e di prendere ispirazione. 

Tuttavia, la maggiore differenza riscontrata tra Italia e Spagna riguarda la maggioranza di governo, che in Spagna è molto coesa. 

Eppure, non è ancora detta l’ultima parola: si arriverà all’abolizione del precariato anche in Italia? Lo scopriremo.

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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