Le migliori aziende italiane in cui lavorare? Ce lo dicono i Millennials

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I Millennials italiani sono persone aperte al confronto, entusiaste di fronte alle novità con una voglia innata di mettersi alla prova. La fotografia della generazione Y italiana ritrae delle persone multitasking, che sperimentano sempre nuove opportunità e sono abituati ad adottare dei linguaggi specifici, da adoperare in svariati contesti.

È per questo che gli italiani nati tra il 1981 e il 1997 non si accontentano di un qualsiasi posto di lavoro, ma amano dare spazio alle proprie attitudini e capacità, cimentandosi in occupazioni all’altezza della loro dinamicità.
Nella lista di aziende stilata da Great Place to Work Italia, vediamo alcune aziende innovative, che operano in diversi campi, dall’information Technology ai servizi finanziari, fino ad arrivare al settore manifatturiero, ai media, retail e real estate.

Migliori aziende in cui lavorare: la parola va ai Millennials

Al primo posto in classifica abbiamo anche quest’anno la Bending Spoons, azienda che si occupa della produzione software in Milano, al secondo posto la Sidea Group s.r.l. società di Bari che si occupa di consulenza strategica IT e poi abbiamo la Nebulab s.r.l., società di e-commerce in Pescara.

Promozioni e fidelizzazione del dipendente sono i due criteri tenuti in maggior conto nella classifica sulle migliori aziende in cui lavorare secondo i Millennials. Le aziende che sono risultate tra le migliori, infatti, sono riuscite a trattenere oltre l’85% dei propri dipendenti, contro il 13% dei collaboratori che hanno deciso di lasciare la loro posizione lavorativa.

Aspettative lavorative per la generazione Y

Secondo Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to work Italia, i nostri giovani hanno bisogno di flessibilità, e non sono più disposti a dedicare tutta la propria vita al lavoro. Se l’azienda non guarda anche al benessere psichico dei propri lavoratori, allora rischia seriamente che lascino il posto di lavoro.
Le dimissioni volontarie, in Italia come negli Stati Uniti, sono praticamente raddoppiate. Questo avviene perché i giovani non amano rimanere in aziende che trascurano il work-life balance, lasciando presto i posti di lavoro che impediscono alla gente di vivere una vita piena.
È risaputo, infatti, che il periodo medio di permanenza in azienda per un Millennials si attesti in 3 anni mentre, per un membro della Gen. Z, questo risulta addirittura dimezzato.

Leggi anche: Dove fare carriera in Italia: ecco le 7 migliori aziende!

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