Due lavori autonomi: si usa la stessa Partita IVA? Risposta!

Hai la Partita IVA e vuoi svolgere due diversi lavori? Pensi di dover aprire una seconda Partita IVA? Vieni a scoprire come fare qui.

Hai la Partita IVA e vuoi svolgere due diversi lavori? Beh, probabilmente ti sarai domandato se devi aprire una nuova Partita IVA oppure se puoi utilizzare la stessa. 

Ebbene, devi sapere che utilizzare la stessa Partita IVA non solo è la scelta migliore da compiere, ma è anche l’unica scelta concessa dalla normativa. 

Insomma, non devi aprire una nuova Partita IVA, ma solo attribuire alla tua attuale un nuovo codice Ateco che corrisponderà al nuovo lavoro. 

Quando parliamo di Codice Ateco facciamo riferimento a quel codice che, come afferma il sito codiceateco.it, va ad identificare l’attività economica. 

Per farlo viene utilizzata la classificazione delle attività prevista dall’ISTAT.

Devi anche sapere che attribuire un secondo codice Ateco alla tua Partita IVA è tutt’altro che difficile. Tuttavia, com’è normale che sia, questo potrebbe richiedere il supporto di qualcuno del settore, come potrebbe essere il tuo commercialista. 

Ovviamente, per poter operare in questo modo devi anche sapere tutta la normativa da rispettare. Dopotutto, svolgere due lavori è legale in Italia e lo sappiamo benissimo, ma ci sono delle discipline da dover seguire. 

Ma quindi, come funziona la stessa Partita IVA per svolgere due lavori autonomi? Andiamo a scoprirlo in questo articolo!

Due lavori autonomi: una Partita IVA o due Partite IVA? La risposta definitiva!

L’abbiamo già anticipato nel corso dell’introduzione, ma ora andiamo a spiegare meglio la situazione: secondo quanto stabilito dalla normativa italiana i lavoratori autonomi possono svolgere due diversi lavori.

Eppure, quando si tratta di settori differenti, è necessario essere in possesso di due codici Ateco. Infatti, in questo modo, verranno identificate per mezzo del codice attribuito dall’ISTAT le occupazioni differenti. 

Come abbiamo anticipato, quando parliamo di codice Ateco facciamo riferimento ad un codice alfanumerico che viene associato ad una Partita IVA al fine di identificare l’attività svolta. 

Ad esempio, se una persona svolge l’attività di copywriter, il suo codice Ateco sarà 74.90.99. allo stesso modo un avvocato, avrà il codice Ateco 69.10.10.

Ovviamente, per una maggiore sicurezza in materia di codice Ateco si ricorda che sarà necessario parlare con il proprio commercialista oppure con un consulente del lavoro. 

Infatti, oltre alla facilità nella scelta di un nuovo Codice Ateco, sarà necessario essere a conoscenza degli aspetti fiscali di tale scelta. 

Tuttavia, prima di addentrarci maggiormente nei dettagli più tecnici legati al Codice Ateco, è bene sapere che qualsiasi libero professionista può scegliere di affiancare un secondo lavoro oltre alla sua principale occupazione.

In base a quanto abbiamo sottolineato anche in precedenza, avrai compreso che per fare ciò non sarà necessario aprire una seconda Partita IVA, ma semplicemente bisognerà aggiungere un nuovo Codice Ateco comunicando la variazione all’Agenzia delle Entrate

Attenzione però: quando si inizia una nuova attività è bene valutare sempre se essa in qualche modo potrebbe rientrare nel codice Ateco ordinario. 

Insomma, si consiglia sempre di esplorare tutte le possibilità con l’ausilio di un consulente fiscale che saprà consigliarti al meglio in questa situazione. 

Ma come si procede per aggiungere un nuovo Codice Ateco alla propria Partita IVA? E, soprattutto, quali sono i risvolti fiscali di questa scelta? Andiamo a scoprirlo nel corso dei prossimi paragrafi. 

Due lavori autonomi: ecco come aggiungere un nuovo Codice Ateco alla tua Partita IVA!

Dunque, hai parlato con il tuo consulente fiscale e hai scoperto che per svolgere la seconda attività da te scelta devi richiedere un nuovo codice Ateco?

Beh, nessun problema! Come abbiamo sottolineato anche in precedenza, la comunicazione all’Agenzia delle Entrate è un processo piuttosto semplice. 

Attenzione: è bene sottolineare ancora una volta che si consiglia sempre di svolgere tali attività sotto la supervisione di un commercialista o di un consulente del lavoro, per evitare di incorrere in spiacevoli errori. 

Dunque, per comunicare l’aggiunta di un nuovo Codice Ateco da attribuire al tuo secondo lavoro bisognerà chiedere al commercialista l’invio del modello AA9 all’Agenzia delle Entrate

Insomma, è un processo molto semplice perché in questo modo verrà comunicata la variazione in modo diretto. 

Eppure, non possiamo certo dire che abbiamo finito con le specifiche circa tale comunicazione. Infatti, ci sono delle informazioni che devi tenere a mente e che variano in funzione dell’attività svolta. 

Ad esempio, potrebbe essere richiesta anche l’iscrizione al Registro delle Imprese oppure l’invio della SCIA al Comune. 

Anche in questo caso, il supporto da parte di un consulente fiscale è essenziale, in modo da non commettere alcun tipo di errore e, di conseguenza, non subire ripercussioni in termini di tasse maggiorate in futuro.

Due Codici Ateco nella stessa Partita IVA: ci sono dei costi?

Piccolo disclaimer in quanto molte persone pensano che l’aggiunta di un nuovo Codice Ateco alla Partita IVA porti a dei costi aggiuntivi. 

Ma è tutto vero? Beh, come avrai già inteso la risposta è no.

Infatti, l’apertura di un nuovo Codice Ateco non comporta alcun costo aggiuntivo per le Partita IVA. 

Tuttavia, devi tenere in considerazione che ci sarà una piccola somma da pagare per la comunicazione della variazione alla Camera di Commercio che comprende i diritti di segreteria e la marca da bollo da applicare. 

Conseguenze fiscali dell’avere un doppio lavoro in Partita IVA! Eccole qui!

Abbiamo compreso come funziona la situazione dei lavoratori autonomi che vogliono svolgere più impieghi. Ebbene, come abbiamo sottolineato, basterà mantenere la stessa Partita IVA, inserendo anche il nuovo Codice Ateco che meglio fa riferimento all’attività svolta. 

Tuttavia, non ci è ancora chiaro quello che accade avendo due Codici Ateco dal punto di vista delle imposte e delle tasse che vengono pagate per le attività prese in esame. 

Ebbene, la risposta la troviamo nell’articolo 36 – comma I – del DPR 633/1972 che afferma che l’applicazione delle imposte viene in maniera unitaria e cumulativa. 

Insomma, se ti stavi immaginando che ogni codice Ateco attribuito alla tua Partita IVA avesse le sue relative tasse da pagare, stavi sbagliando.

Infatti, è bene sapere fin da subito che per quanto concerne il calcolo delle imposte, esse verranno pagate sul volume d’affari totale. 

Fiscalità e doppio Codice Ateco: le eccezioni alla regola!

Ebbene, nel corso del precedente paragrafo abbiamo affermato che, in base a quanto stabilito dalla Legge Italiana, le imposte per le Partite IVA che sono in possesso di due Codici Ateco vengono pagate sul volume d’affari totale. 

Ma è sempre così? Beh, come spesso accade, abbiamo delle eccezioni che confermano la regola. 

Insomma, ci sono alcuni casi in cui le attività svolte con la stessa Partita IVA devono essere trattate in modo singolo dal punto di vista fiscale. 

Ma a cosa facciamo riferimento? Scopriamo quali sono le eccezioni alla regola in questo caso. 

Ebbene, prima di tutto facciamo riferimento a quelle Partite IVA che non svolgono in modo contemporaneo l’attività di impresa, arti o professioni. 

Seconda casistica? Coloro che svolgono due attività: una in campo agricolo ed una in campo non agricolo. 

Terza casistica che determina l’esenzione da quanto detto nel paragrafo precedente è quella di coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo con una Partita IVA in regime forfettario.

Infine, non sono tenuti al pagamento delle imposte sul volume d’affari totale (quindi in modo unitario e cumulativo) coloro che utilizzano ili commercio al minuto. 

Attenzione: hai sempre la possibilità, anche se svolgi attività che non sono presenti in questo elenco, di sperare volontariamente il piano fiscale. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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