INPS: come cambia la DIS COLL 2022

DIS-COLL: emanata la circolare Inps che stabilisce le modalità di attuazione, calcolo e durata dell'indennità di disoccupazione. Importanti novità in arrivo.

DIS-COLL: un’abbreviazione che in molti avranno già sentito ma di cui, forse, non tutti conoscono l’esistenza o ne hanno ben chiaro il significato.

Innanzitutto, vediamo di partire dall’origine, ovvero dalla definizione che ne fornisce l’INPS attraverso il proprio sito ufficiale:

“L’indennità di disoccupazione mensile DIS-COLL” è una prestazione a sostegno dei collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, assegnisti di ricerca e dottorandi di ricerca con borsa di studio che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione (articolo 15, decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22).”

Si tratta quindi, di un sostegno economico che spetta alle categorie sopra evidenziate che, involontariamente abbiano perso il lavoro e che siano iscritte alla Gestione Separata dell’Inps

Cos’è esattamente la Gestione separata Inps? Dal sito Ipsoa.it:

“La Gestione separata è un fondo pensionistico istituito presso l’INPS nel 1995, per assicurare la tutela previdenziale a categorie di lavoratori fino a quel momento escluse.”

Tra le categorie fino a quel momento (1995) escluse rientrano appunto, tra le altre, i collaboratori coordinati e continuativi, i lavoratori a progetto, etc.

L’indennità di disoccupazione DIS-COLL è una forma di sostegno economico creata per tutelare quelle categorie di lavoratori che, altrimenti, rischiavano di essere escluse dagli ammortizzatori sociali. Non è rivolta a lavoratori subordinati per i quali invece è in vigore la NASpI, nè tanto meno ai titolari di Partiva Iva, per i quali non sono previsti sostegni particolari.

DIS-COLL: la circolare Inps numero 3 del 4 gennaio 2022

Intanto occorre premettere che, la DIS-COLL fa parte di un pacchetto di revisione dei cosiddetti ammortizzatori sociali previsti dalla Legge di Bilancio 2022.

Che cosa si intende con ammortizzatori sociali, lo possiamo desumere dal sito Lavoro.gov.it:

“Con il termine di ammortizzatori sociali si intende tutta una serie di misure che hanno l’obiettivo di offrire sostegno economico ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Sono dunque strumenti a cui devono ricorrere le aziende che si trovano in crisi e devono provvedere a riorganizzazione la loro struttura e dunque a ridimensionare il costo del lavoro.”

Assodato il concetto di ammortizzatori sociali, vediamo di addentrarci nello specifico della DIS-COLL.

Per normare la materia, relativamente all’anno 2022, l’Inps ha emesso apposita circolare come evidenziato da quanto riportato sul sito Informazionefiscale.it, ovvero:

“Con la riforma della Legge di Bilancio, cambiano le regole per i soggetti in stato di disoccupazione dal 1° gennaio 2022 e a fare il punto delle novità è la circolare INPS numero 3 del 4 gennaio 2022.”

La circolare INPS numero 3 del 4 gennaio 2022, va ad integrare quanto previsto dal Decreto Legge n. 22 del 2015, articolo 15 comma 5, introducendo alcune variazioni migliorative per la platea di inoccupati che beneficia del provvedimento istituito con la Legge di Bilancio 2022.

Ora, proprio leggendo la circolare in questione, abbiamo un’idea precisa di quale sia il campo di intervento normativo, ovvero cosa viene modificato nel 2022 in merito alla materia in oggetto: una differente decorrenza del cosiddetto “décalage”, ovvero il meccanismo che riduce la prestazione; l’estensione della durata della prestazione DIS-COLL, modalità di calcolo diversa rispetto al precedente e la copertura figurativa che serve ai fini della pensione.

Vediamo di entrare nei dettagli.

DIS-COLL: cos’è il décalage

Il termine décalage, significa scostamento, ovvero spostamento. In ambito DIS-COLL se ne parla con riferimento alla riduzione percentuale del sostegno erogato su base mensile.

Sino alla fine dello scorso anno, la riduzione della DIS-COLL (cosiddetto appunto décalage) era prevista, nel suo importo, nella misura del 3% mensile a partire dal quarto mese di utilizzo e, la sua durata, era stabilita nella metà del periodo di durata contrattuale dell’anno precedente con un massimo di sei mesi.

La Legge di Bilancio per l’anno 2022 ha invece stabilito che, tale riduzione, anzichè scattare dal quarto mese, partirà dal sesto mese di fruizione del sostegno. 

Quindi, in sostanza, questo ammortizzatore sociale amplia il proprio raggio di intervento a livello temporale per chi ne ha diritto e ne fruisce. 

Dunque, volendo ricapitolare per avere un quadro più chiaro della situazione: per tutti i casi di conclusione involontaria del rapporto lavorativo che decorrono dal 1° gennaio 2022, la DIS-COLL diminuisce nel termine percentuale del 3% su base mensile a partire quindi dal 151° giorno di indennità percepita (i giorni si calcolano secondo il criterio dell’anno commerciale, ovvero tutti i mesi di 30 giorni).

DIS-COLL: quanto dura?

Uno dei requisiti fondamentali, per chi percepisce questo sostegno economico, è, oltre all’importo spettante, il tempo dell’erogazione stessa, ovvero la durata.

Poter contare su un sostegno economico per far fronte alle esigenze quotidiane è fondamentale per chi si trova senza un contatto di lavoro e deve far fronte all’affitto, alle bollette, alla spesa di ogni giorno. Questo per il lavoratore single. Chi ha famiglia, deve far fronte ad incombemze ed oneri ancora superiori. Avere una certezza temporale è utile ai fini della ricerca di una nuova occupazione senza però avere l’acqua alla gola. Almeno non nell’immediato.

Per i casi di cessazione involontaria occorsi sino a tutto il 31 dicembre 2021, il contributo viene erogato per un periodo massimo di sei mesi. Per gli eventi che invece si verificano a partire dal 1° gennaio 2022, la durata massima della prestazione è invece raddoppiata a dodici mesi.  

Una misura importante, un passo che va nella direzione di cercare di porre un argine alla pandemia, a due anni di problematiche non solo a livello sanitario ma anche economico e familiare. In un momento storico nel quale il lavoro è sempre più precario, i contratti spesso sono quelli che sono, la perdita del sostegno (per quanto limitato o ridotto) per il singolo o per una famiglia, è fonte di gravvi disagi.

Aver allungato, anzi raddoppiato questo ammortizzatore sociale, assume quindi una valenza di primaria importanza.

DIS-COLL: riconosciuta la contribuzione figurativa

Un’altra modifica introdotta dalla Legge di Bilancio 2022, è l’accredito, a favore delle persone che hanno perso involontariamente il lavoro dei contributi figurativi durante tutto il periodo nel quale s’è percepita la DIS-COLL.

Il tutto, in modo automatico e gratuito, ovvero senza costi od oneri a carico del lavoratore steso.

Anche questa nuova condizione va a integrare le tutele e le garanzie a favore del lavoratore disoccupato. Non nell’immediato, ovviamente, ma in ottica futura, ovvero nell’ottica pensionistica. In assenza di tale provvedimento, infatti, il lavoratore disoccupato si troverebbe a dover fare i conti, nella fase della sua vecchiaia, con il mancato versamento dei contributi e quindi, procastinare, in maniera anche importante, la maturazione dei requisiti utili all’andare in pensione.

C’è un limite all’ammontare dei contributi figurativi versati, ovvero una percentuale?

La circolare esplicativa emessa dall’Inps evidenzia come la contribuzione figurativa venga riconosciuta automaticamente in rapporto al reddito medio mensile come previsto dal Decreto Legislativo n 22 del 2015, articolo 15, comma 4, entro comunque un tetto pari a 1,4 l’importo massimo dell’indennità mensile relativa all’anno 2022.

Riprendendo l’esempio fornito dalla circolare numero 3 del 4 gennaio 2022, nel caso in cui l’importo mensile della DIS-COLL sia pari a euro 1.335,40, il contributo figurativo per l’anno considerato, sarà quindi pari al limite costituito dall’importo precedentemente menzionato moltiplicato per il coefficiente 1,4. In termini numerici: 1.869,56.  

Giova inoltre precisare che, la contribuzione figurativa sopra descritta, non viene erogata insieme alle prestazioni relative alla DIS-COLL inerente a cessazioni involontarie del rapporto di lavoro verificatesi sino al 31 dicembre 2021.

DIS-COLL: cambia l’aliquota contributiva da versare all’INPS

Contemporaneamente, viene anche aumentata l’aliquota contributiva che i lavoratori oggetto del provvedimento, ovvero collaboratori coordinati e continuativi, assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio, amministratori e dai sindaci, devono versare alla Gestione Separata INPS.

L’aliquota viene parificata a quella prevista per la prestazione di disoccupazione NASpI 2022. L’uguaglianza delle due aliquote va nella direzione di parificare o comunque di avvicinare le due misure di sostegno, rispettivamente a favore di lavoratori inoccupati subordinati o a progetto.

Tale requisito, ovvero il regolare pagamento dell’aliquota contributiva è condizione essenziale e vincolante per avere accesso alla DIS-COLL.

DIS-COLL: coma fare la domanda

Come detto, i requisiti findamentali per poter avere accesso alla DIS-COLL sono sostanzialmente due: aver perso involontariamente il lavoro ed essere in regola col pagamento dell’aliquota contributiva.

Dati per assodati questi fattori, sorge spontanea immediatamente una domanda: come presentare la domanda per avere materialmente il sostegno economico?

La procedura è illustrata nella solita circolare più volte citata nel presente articolo. Vediamo comunque di riassumere la casistica.

Intanto, la domanda può essere presentata esclusivamente in via telematica. Come?

Innanzitutto si può utilizzare il sito istituzionale dell’Inps, attraverso lo Spid di livello 2, la Carta di identità elettronica (CIE) oppure la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Sarà sufficiente quindi effettuare l’accesso al portale dell’Inps ed andare nella sezione apposita istituita per l’invio della domanda. 

Se, viceversa, non si dispone di collegamento internet, oppure degli strumenti sopra ricordati, si può sempre ricorrere al servizio di Contact Center raggiungibile ai numeri 803.164 (da rete fissa) e 06 164.164 (da rete mobile). Nel primo caso la telefonata è gratuita, mentre nel secondo caso dipende dalle tariffe applicate dal proprio gestore telefonico. 

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