Un invalido civile su tre riceve una pensione di 661 euro: come e quando scatta l’aumento INPS

Chi avrà l'aumento della pensione di invalidità? Quando avverrà l'aumento della pensione di invalidità? Quando ci sarà l'aumento delle pensioni di invalidità?

Non sono poche le tutele a favore degli invalidi civili, anche se teoricamente sono rivolte maggiormente alle persone con un’invalidità al 100%. L’INPS per i disabili totali può arrivare a erogare una pensione di circa a 660,79 euro mensili.

Anche, in questo caso, come la maggior parte delle agevolazioni dirette ai disabili e ai loro familiari, non sono previste estensioni a tutti, ma si tratta di un beneficio economico ristretto a una platea di aventi diritto. 

Sebbene, nell’ordinamento previdenziale esiste il quadro delle tutele assistenziali quello che si percepisce è sempre una ristretta condizione di aiuti, non una presa di coscienza immediata per risollevare almeno economicamente le sorti di chi non riesce a svolgere le mansioni quotidiane.

Le agevolazioni economiche sono per lo più tardive e insufficiente a colmare il divario per le tante troppe spese necessarie a  garantire a molte persone una vita dignitosa. 

L’INPS gestisce l’erogazione delle pensioni d’invalidità avvalendosi di un sistema semplice, ovvero secondo la percentuale d’invalidità riconosciuta dalla Commissione ASL – INPS.

In ogni caso, per il diritto alla prestazione economica assistenziale occorre che nel verbale sia espressa la percentuale dal 74%. In altre parole, con il riconoscimento di un’invalidità parziale si può ottenere la pensione d’invalidità. 

Quello che spesso sfugge è che la condizione legata all’invalidità nella misura del 100%, che prevede la ridotta capacità lavorativa.

Le persone affette da disabilità grave hanno diritto a percepire un assegno assistenziale di pensione. Purtroppo, non tutti subito ricevono la somma di 660,79 euro mensili, ma si tratta di un beneficio riconosciuto solo in presenza di specifiche condizioni, nonché requisiti.  

Un invalido civile su tre riceve una pensione di a 660,79 euro: come e quando scatta l’aumento 

È inutile chiarire che il concetto che non tutti possono percepire una pensione d’invalidità del valore di 660,79 euro. L’INPS nell’erogare la prestazione assistenziale verifica la presenza di alcune condizioni, la cui assenza porta l’Istituto a erogare un importo standard di pensione d’invalidità, ovvero 291,98 euro al mese.  

Laddove è presente una forte gravità di disabilità non solo si può richiedere la pensione d’invalidità, ma anche l’assegno di accompagnamento, strettamente legato alla prestazione economica assistenziale, ma non rilasciabile con essa. 

Questo, perché, l’INPS nell’erogare l’assegno di accompagnamento tiene conto non solo del grado d’invalidità posseduto dal richiedente, che può in questo caso essere un elemento marginale, ma verifica la presenza dell’incapacità a deambulare o non autosufficienza senza l’aiuto dell’accompagnatore. 

Ecco, spiegato in chiaro, perché l’assegno di accompagnamento rientra a pieno titolo nell’ordinamento previdenziale e assistenziale dell’INPS, in quanto misura affiancabile esclusivamente alla pensione d’invalidità.

L’assenza della pensione d’invalidità non permette la possibilità di richiedere l’indennità o assegno di accompagnamento, entrambe le misure hanno una natura assistenziale e sono coordinate dall’INPS. 

Pensione d’invalidità al 100% e assegno di accompagnamento 

Nella fase d’ispezione da parte della Commissione ASL – INPS, se la patologia è tale da produrre una condizione di ridotta capacità lavorativa o, comunque, una menomazione o deficit fisico, scatta la percentuale d’invalidità nella misura del 100%. 

Quindi, in presenza di patologie serie e invalidanti viene riconosciuta una percentuale d’invalidità al 100%, necessaria per ottenere più benefici economici e non. 

In linea generale, quando si parla d‘invalidità al 100% il riferimento cade sulle forme gravi di disabilità o, comunque, dove viene riconosciuta la limitazione nello svolgimento delle azioni quotidiani e lavorative, per cui spesso si richiede l’aiuto di un accompagnatore. 

Nello stesso modo, tutte le persone che risultano affette da una forma grave di disabilità visiva possono richiedere tanto la pensione d’invalidità, quanto l’assegno di accompagnamento.

Nel merito, va detto che l’indennità di accompagno per i ciechi totali corrisponde al valore di 946,80 euro mensili, contro il regolare importo di 525,17 euro mensili distribuito a tutti gli aventi diritto. 

Pensione d’invalidità quando si ottengono 660,79 euro mensili 

Ottengono un assegno pensione d’invalidità più alto tutte le persone che rientrano nelle condizioni stabilite nell’articolo 38/2001, in questi casi viene riconosciuto l’incremento al milione o maggiorazione sociale. 

La sentenza emessa dalla Corte Costituzione n. 152/2020, ha stravolto la concezione di pensione d’invalidità, ritenendola sotto i limiti di povertà.

Per questo motivo, il governo italiano ha avallato la sentenza promuovendo l’azione della Costituzione. Ad oggi, la pensione d’invalidità più alta spetta già dal 18° anno di età, se sussistono le condizioni. 

In prativa, viene attivata un’integrazione sul valore della pensione d’invalidità fino all’importo massimo di 660,79 euro mensili. C’è da dire che l’importo dell’integrazione potrebbe risultare diverso in funzione del requisito reddituale percepito dal richiedente, sia su base personale che coniugale. 

Per ottenere il beneficio economico è importante rientrare in un reddito personale annuo per il 2022 del valore fino a 8.590,27 euro, previsto l’aumento coniugale annuo in funzione dell’assegno sociale del valore massimo di 14.675,70 euro.

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