Istat, record di posti statali e assunzioni ancora in aumento: +481mila occupati nel 2023

Crescono i posti statali e, secondo l'Istat, le assunzioni sono salite a 23 milioni 580mila nel 2023, al livello più alto dal 2004: è record.

I dati Istat sulle assunzioni 2023 evidenziano un aumento delle assunzioni – soprattutto a tempo indeterminato – con una crescita che interessa maggiormente il Mezzogiorno, anche se il divario con il Nord resta ancora importante. L’occupazione femminile nel complesso tocca il record dall’inizio delle serie storiche (2004), ma permangono disuguaglianze di genere con notevoli differenze a livello territoriale. È record di assunzioni e posti statali: ecco cosa dicono i dati Istat.

Dati Istat, posti statali in crescita e assunzioni +481.000

I nuovi dati Istat evidenziano ancora una buona performance del nostro mercato del lavoro nel quarto trimestre del 2023. Cresce ancora il fronte degli occupati che a dicembre ha fatto registrare un nuovo record: nel 2023 gli occupati in media d’anno sono stati 23 milioni 580mila. Si tratta del livello più alto dall’inizio delle serie storiche, ossia dal 2004. La rilevazione Istat ha subito molteplici cambiamenti nel corso del tempo e nel 2004 l’indagine è stata profondamente ristrutturata, introducendo modifiche sostanziali dal punto di vista tecnico, metodologico e di analisi.

Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 61,5% (+1,3 punti percentuali), mentre il tasso di disoccupazione cala al 7,7% (-0,4 punti). A marzo 2024, inoltre, nuovi concorsi pubblici si preparano a offrire nuovi posti di lavoro a tanti italiani.

Le modalità della ricerca del lavoro

Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: la pratica di rivolgersi a parenti, amici e conoscenti è la più diffusa (la quota di chi lo fa sale al 78,0%, +2,7%). Seguono l’invio di domande e curriculum (67,2%, +2,0 %) e la consultazione di offerte di lavoro (49,9%, +1,4%). In aumento anche la quota di disoccupati che si rivolge al Centro pubblico per l’impiego (27,6%, +2,0 punti), mentre rimane sostanzialmente stabile il ricorso ad agenzie private di intermediazione o somministrazione (21,3%, +0,1 punti)

La crescita degli occupati riguarda soprattutto i contratti a tempo indeterminato i cosiddetti “posti fissi”( +145 mila, +0,9%): Si registra, inoltre, una sostanziale stabilità dei dipendenti a termine e degli indipendenti.

Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,6%) e, più intensamente, in termini tendenziali (+1,6%). Aumenta il ricorso alla cassa integrazione (8,3 ore ogni mille ore lavorate).

Persistono differenze territoriali

A livello territoriale, a registrare nel 2023 l’aumento di occupati maggiore è il Mezzogiorno, con un tasso di occupazione di 1,6 punti sul 2022. Il Nord, invece, ha ottenuto un +1,3 punti, fermandosi al 69,4%. Un dato che fa ben sperare ma che non può far dimenticare il forte divario tra il Sud e il Nord, che resta comunque elevato, con oltre 21 punti di differenza.

Occorre ricordare che il tasso di occupazione al Nord è del 69,4%, mentre quello delle Regioni meridionali è pari al 48,2%. Il tasso di disoccupazione al Sud è del 14,0%: circa tre volte quello del Nord (4,6%).

Il gap di genere

Anche l’occupazione femminile nel complesso tocca il record dall’inizio delle serie storiche, ottenendo il 52,5%. Tuttavia, anche in tal caso, va apprezzata la tendenza all’aumento ma occorre ricordare che il tasso di occupazione è ancora di quasi 18 punti distante da quello maschile (70,4%) e resta lontano dalla media Ue (il 64,9% nel 2022, ultimo dato disponibile). Anche riguardo l’occupazione femminile si registrano notevoli differenze a livello territoriale.

I commenti

A sottolineare le differenze ancora esistenti è stata Ivana Veronese, segretaria nazionale Uil, la quale ha dichiarato:

Non sono pochi i 18 punti percentuali che separano il tasso di occupazione femminile da quello maschile, così come non sono lievi le distanze tra le donne occupate di Verona e quelle di Messina, città che presentano, rispettivamente, un tasso di occupazione del 70,1% e del 29,7%. Il tema dell’occupazione femminile, soprattutto se del Mezzogiorno, è un’emergenza nazionale. E per quanto riguarda le persone inattive al lavoro, per scoraggiamento e per la cura della famiglia, ricordiamoci, ancora una volta, che l’87% della platea è donna.

Secondo il ministro del Lavoro, Marina Calderone, i dati sull’occupazione diffusi dall’Istat “confortano” sulla “direzione intrapresa dal Governo a favore di lavoratori e imprese”. Tuttavia, ha precisato che si assiste ancora a un disallineamento tra le competenze chieste dalle imprese e le qualifiche dei lavoratori occupabili.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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