Naspi: si può avere se dai le dimissioni da lavoro? L’INPS risponde

Si può avere l’indennità di disoccupazione Naspi quando è il lavoratore a presentare le dimissioni? Ecco i casi in cui puoi avere Naspi anche se ti licenzi.

Come tutti sanno ormai, l’indennità di disoccupazione della Naspi spetta soltanto nei confronti di quei lavoratori che smettono di lavorare per ragioni che non sono legate alla propria volontà. 

Tuttavia, non è raro trovarsi di fronte a situazioni in cui il soggetto da le dimissioni da lavoro e decide comunque di presentare domanda per la Naspi: ma potrà davvero ricevere l’assegno mensile di disoccupazione?

A questo proposito, vale la pena di riprendere le risposte ed i chiarimenti che periodicamente vengono forniti da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale INPS prendendo in considerazione la questione che vede come protagonista la disoccupazione Naspi e le dimissioni presentate dal lavoratore.

Dunque, in questo senso, all’interno del seguente articolo, andremo a fornire ulteriori dettagli in riferimento alle caratteristiche essenziali e agli aspetti peculiari che contraddistinguono un’indennità di disoccupazione così importante come quella della Naspi che ogni giorno supporta i cittadini disoccupati durante la ricerca di una nuova occupazione.

Allo stesso tempo, nei prossimi paragrafi, si cercherà di offrire una panoramica completa dei casi in cui l’Istituto INPS potrebbe consentire l’erogazione dell’indennità della Naspi anche quando il lavoratore presenta le dimissioni da lavoro.

Naspi e dimissioni: come funziona l’indennità di disoccupazione INPS?

Sono quindi sempre di più le persone che per un motivo o per un altro decidono di presentare le dimissioni al proprio datore di lavoro e che quindi vorrebbero iniziare ad accedere all’indennità di disoccupazione della Naspi, appena terminato il proprio periodo di lavoro. 

Ma davvero si potrebbe ricevere la Naspi dopo aver presentato le dimissioni all’azienda? La risposta a questo quesito che viene sempre più di frequente posto da parte di un’ampia platea di lavoratori non può che essere: dipende. 

Infatti, si ricorda che l’indennità di disoccupazione della Naspi si presenta come un vero e proprio sussidio che viene erogato da parte dell’Istituto INPS periodicamente, una volta al mese, nei confronti di alcune categorie di lavoratori.

Si tratta, nello specifico, di soggetti che presentano e rispondono a specifiche condizioni contributive, e che sono state effettivamente coinvolte dalla perdita in maniera involontaria del proprio lavoro.

Occorre sottolineare quindi che la Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego rappresenta una prestazione economica che si pone come obiettivo quello di andare a sostenere maggiormente il reddito dei lavoratori che subiscono la cessazione del proprio contratto di lavoro.

Nello specifico, per andare ad approfondire ulteriormente tutti i requisiti e le condizioni previste per poter accedere all’indennità di disoccupazione della Naspi, è necessario prendere in considerazione il decreto legislativo numero 22 dell’anno 2015.

Dimissioni e Naspi: si può avere la disoccupazione INPS se ti licenzi 

È stato quindi chiarito che l’indennità di disoccupazione della Naspi viene essenzialmente destinata a quella parte dei lavoratori che purtroppo viene coinvolta dalla cessazione del contratto di lavoro per motivazioni che non sono riconducibili alla loro volontà. 

Tuttavia, potrebbe essere ammesso, soltanto in alcune situazioni specifiche, che il lavoratore che si licenzia rientri in alcuni casi previsti dalla legge in cui viene essenzialmente riconosciuta la possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione della Naspi, nonostante egli abbia presentato di sua volontà le dimissioni da lavoro.

È il messaggio numero 369 pubblicato durante l’anno 2018 che conferma ulteriormente da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale il riconoscimento di alcuni casi specifici in cui sarà possibile ottenere l’erogazione dei pagamenti Naspi anche quando il lavoratore stesso presenta le dimissioni.

I casi in cui si può avere la Naspi anche dopo le dimissioni

Dunque, una volta chiarito che in alcuni casi particolari potrebbero sussistere delle condizioni tali da consentire l’erogazione dell’indennità di disoccupazione Naspi anche dopo che il lavoratore presenta le dimissioni, è necessario andare a chiarire quali sono i casi in cui viene ammesso l’accesso alla disoccupazione.

Nello specifico, rientra sicuramente il caso particolare delle dimissioni quando vengono presentate per motivi di maternità. In questa situazione, infatti, l’articolo 55 dell’ex decreto legislativo numero 151 del 2001 stabilisce che per usufruire  dell’indennità Naspi è necessario presentare le dimissioni a partire dai 300 giorni prima della data di nascita del bambino fino al primo anno di vita.

Inoltre, viene ammessa la possibilità di accedere alla Naspi anche nei casi in cui il lavoratore ha svolto un’attività di lavoro che è durata meno di sei mesi. Si tratterebbe quindi di una ripresa del periodo di erogazione della Naspi.

Un’ulteriore situazioni in cui viene accettata la possibilità di accedere alla Naspi riguarda quella in cui il lavoratore presenta le dimissioni per giusta causa, ovvero dovute a comportamenti inadeguati intrapresi nei confronti del lavoratore, tanto da rendere improseguibile il suo rapporto di lavoro.

Viviana Vitale
Viviana Vitale
Aspirante giornalista e social media manager freelance, classe 1995. Le mie più grandi passioni sono la scrittura e il marketing digitale. Sono state proprio queste a portarmi oggi a far parte del team di redattori di Trend-online e a collaborare come professionista della comunicazione con varie aziende italiane.
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